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Gli ambienti alpini

Nel documento Cronache Economiche. N.135, Marzo 1954 (pagine 48-52)

Circa un settimo dei consumatori del comprensorio da noi considerato vive in ambienti alpini.

In tali ambienti gli addetti ad attività primarie (agricole) sono costituiti per la maggior parte da coltivatori diretti, pro-prietari minimi.

La proprietà è infatti assai frazionata e spesso polverizzata. Secondo l'inda-gine dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria, nei comprensori montani delle quattro provincie di Aosta, Cuneo, T o -rino e Vercelli (corrispondenti all'incirca agli ambienti da noi considerati) vi erano 359.055 proprietà private con imponibile inferiore a lire 5.000, 167 con imponibile

Tipo Colline Alba-Dogliani Colline torinesi Asti Medio Belbo Monferrato

da 5.000 a 10.000 lire e 57 con imponi-bile superiore alle 10.000.

T a l e ceto di proprietari minimi pre-senta un addensamento che è eccessivo nei confronti della fertilità dei terreni. Calcolando l'imponibile per abitante di alcuni centri fortemente rurali, si sono trovate cifre che oscillano dalle 91 per abitante di Frassino, per salire alle 290 della valle di Rhémes, con il massimo addensamento interno alle 200 lire per abitante.

Se si pensa che nei centri rurali di alta pianura si oscilla dalle 4 alle 600 lire ed in quelli irrigui risicoli si superano persino le 1000 lire per abitante, si com-prenderà la povertà di questi proprietari minimi.

L'economia di molti nuclei familiari si chiude in una quasi autosufficienza, non sempre per difficoltà di trasporto,

bensì perchè è talmente povera che mal regge i gravi costi del sistema di scambi moderno. L o stesso ausilio economico, diretto od indiretto, che i montanari tro-vano nelle spesso vaste proprietà comu-nali, tende ad acuire tale tendenza.

V i è però un'obbligata numerosa emi-grazione temporanea, che immette in dette economie familiari un certo flusso di reddito monetario. Ma spesso questo si trasforma in merci acquistate sul luogo di lavoro, al momento del rientro.

Su di un substrato così modesto ben poche attività terziarie potrebbero fiorire : i pubblici servizi, qualche negoziante ed artigiano, rari professionisti. N è vi

sarebbero diversità dovute a notevoli di-versità di fertilità dei terreni, poiché spesso gli alti pascoli sono i più reddi-tizi delle stesse terre di bassa montagna.

Ma due fatti hanno modificato la

situazione: l'industrializzazione ed il turismo. L'abbondanza di mano d'opera a buon mercato ha, insieme ad altri fat-tori, creato allo sbocco di ogni valle una qualche attività manifatturiera. L'inte-grazione dell'economia montana con una limitata attività industriale ha creato tipi-che grosse borgate poste agli sbocchi delle valli (in vai d'Aosta in fondo valle) ove sono numerose le famiglie ad economia mista, con discrete capacità di assorbi-mento. Su questo substrato più ricco, vi è una possibilità di sviluppo di attività terziarie più numerose, che tendono pure a «servire » la vallata a monte.

V i sono dei casi in cui l'indu-strializzazione è stata talmente intensa da sovvertire le proporzioni, attirando emigranti e dall'alta valle e da altre parti d'Italia. V i è in questi casi una vera e propria frattura psicologica fra

M EDIO BELBO MONFERRATO

compBEnsoEio ^ U B Q L P I H O = T I P O C O L L I N E p i c m o n T m

T o n n o P U B L A R G O V E K E L L I

sono insediamenti urbani notevoli, poi-ché si tratta di valli aperte, gravitanti su di un centro urbano pedemontano. Unica eccezione la valle d'Aosta con il suo ca

poluogo. Nella valle di Susa il processo urbanistico iniziatosi con Susa, si è poi indebolito con l'accrescimento di Busso-leno; ambedue i centri sono poi rimasti sovrastati dal potere d'attrazione della grande e non lontana Torino.

Volendo semplificare la suddivisione in ambienti potremo, senza gravi errori, unire in una sola categoria la bassa mon-tagna ed i fondivalle, distinguendo però gli insediamenti altamente industrializ zati da quelli non. In ambedue i casi la popolazione è parte accentrata e parte sparsa.

Analogamente potremo fondere in una unica categoria la media e l'alta monta-gna. Pure qui si potrebbero distinguere le località fortemente turistiche da quelle non. M a ciò non è che vagamente in rapporto con la popolazione presente; meglio indicare il fatto segnando per ogni zona il numero dei letti disponibili in albergo, quasi insediamento « vir-tuale ». Nella media ed alta montagna la popolazione è concentrata in piccoli vil-laggi, cui corrispondono gli alpeggi per il periodo estivo.

Infine aggiungeremo l'insediamento ur-bano ed industrializzato di Aosta. L o specchio riepilogativo sarà il seguente (popolazione in migliaia) :

le tradizioni locali e la massa degli im-migranti. L e famiglie ad economia mista divengono minoranza. C i avviciniamo a situazioni simili a quelle dei centri ur-bani industrializzati, m a con tendenza a consumi più popolari. Infatti sia gli am-ministratori che le direzioni amministra-tive degli stabilimenti sono, nella mag-gior parte dei casi, in diversa sede.

Q u a n t o al turismo, sia per la villeg-giatura estiva che per gli sports inver-nali, tende ad agire verso le testate delle valli. Esso crea in loco attività terziarie, e vi è pure una qualche interazione psicologica fra villeggiante ed abitanti del luogo.

Nelle vallate alpine considerate non vi

Z o n e V a l l i (o V a l ) I n s e d i a m e n t i u r b a n i I n s e d i a m e n t i di bassa m o n t a g n a industriale n o n i n d . I n s e d i a m e n t i di m e d i a - a l t a m o n t a g n a e f f e t t i v i v i r t u a l i monregalesi .25,3 23,3 1,1 di Cuneo 53 25,9 1,6

di Sai uzzo 17,1 6 o,3

pinerolesi 30,1 11,1 0,4 di Susa 34,8 12,5 9,8 2,5 di Lanzo 10,2 n , 3 1,2 del Canavesc 7 — ^ u , 5 0,4 d'Aosta 24.7 28,2 14,2 28 7,7 biellesi 10,7 - 2,4 0,1 Sesia 23,3 12,7' 7,4 1.2 Totale 24,7 A I34,i B 134,8 C 136,7 D V

8

C R O N A C H E E C O N O M I C H E | ^J

Possiamo affermare, con notevole ap-prossimazione, che la possibilità di as-sorbimento di un prodotto in una delle zone alpine può essere dedotta dalla espressione lineare:

0 = a A + P B + r C + 5 D + o V dove O indica l'ofelimità di massa ed i vari coefficienti a, ,8, y, 8 ed u indicano il potere d'assorbimento dei diversi inse-diamenti.

Si osservi che ogni prodotto ha coeffi-ciente diverso. Così, ad esempio, dicem-mo che il potere d'assorbimento degli insediamenti di media ed alta monta-gna (D) era minimo, 6 sarà perciò di norma assai più basso di a, può però darsi per gli «scarponcini da montagna » di qualità ordinaria si abbia 5 assai su-periore ad a. Così u potrà essere assai elevato per un articolo sportivo richiesto dai villeggianti, nullo per un particolare elettrodomestico.

In studi scientifici sull'ofelimità si può, per un gruppo di zone tipo, conoscendo gli effetti vi assorbimenti di un prodotto, costruire un sistema di n equazioni

li-neari ad n incognite, e risolvere con il teorema di Cramer.

Per gli usuali fini commerciali, di previsione e di controllo delle vendite, sarà possibile calcolare una popolazione « fittizia » mediante riduzioni percen-tuali per i vari insediamenti, rapportati alle possibilità di assorbimento di un centro urbano industrializzato.

Facendo, ad esempio le riduzioni, del io, 25, 50 ed 80 % per i quattro tipi d'insediamento, la popolazione « fittizia » degli ambienti alpini si ridurrebbe a :

22,2+ 100,7 + 67,4 + 27,3 = 219,6 cui va aggiunta, in certi casi, la popo-lazione virtuale.

Questo calcolo, pur così grossolano, di-mostra il peso modesto che hanno gli insediamenti alpini ai fini del consumo. Se poi si considera che più della metà del potere d'assorbimento è concentrato verso gli sbocchi delle valli, ciò spiega come la penetrazione nelle medie ed alte valli finisca per essere trascurata da mol-te aziende ad eccezione per quanto è consumo dei turisti.

Caso a sè è la Val d'Aosta. Con le riduzioni sopra indicate avrebbe una po-polazione fittizia di 55,3 mila abitanti. A questa va aggiunta la popolazione vir-tuale di 7,7 mila abitanti. Andrebbe però sottratta la popolazione a valle del-la stretta di Bard, gravitante commer-cialmente su Ivrea.

La zona dell'alta Langa, malgrado la altitudine modesta ha assai difficili co-municazioni, avendo strade ed abitanti dislocati in cresta. L'imponibile agrario per abitante è poco più elevato della montagna. Il frazionamento della pro-prietà fondiaria è elevatissimo.

Si può nel complesso considerare una capacità di consumo intermedia fra me-dia e bassa montagna. Riducendo di 2/3 le 19,6 (K) migliaia d'abitanti si ha una popolazione fittizia di 6,6 mila abitanti. L a popolazione virtuale è di 0,1 mila abitanti; si tenga però conto che l'indice è in base agli alberghi ed in media mon-tagna i villeggianti presso privati sono numerosi.

(La continuazione al prossimo numero).

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Nel documento Cronache Economiche. N.135, Marzo 1954 (pagine 48-52)

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