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1.2 Analisi Energetica

1.2.1 Analisi del bilancio energetico sardo

Il bilancio energetico `e quello strumento che permette la contabilit`a completa dei flussi di energia di una qualsiasi regione, flussi che possono derivare da fonti di approvvigionamento differenti, che possono essere ottenuti attraverso differenti processi di conversione e richiesti da differenti tipi di utilizzatore, ma che all’interno del bilancio vengono presentati evitando duplicazioni e considerando tutte le perdite dei processi di conversione. La metodologia adottata per la compilazione del bilancio presenta una matrice in cui ogni colonna rappresenta una tipologia di combustibile (la nomenclatura utilizzata `e riportata in Tabella1.1 mentre nelle righe sono riportati i tipi di flusso di energia, divisi in tre sezioni (Tabella1.2):

ˆ Nella prima parte del bilancio energetico vengono riportate le voci rel- ative alla fornitura (dalla voce a alla voce d),la suddivisione presenta la produzione (a) di energia della regione da cui sono escluse tutte quelle parti non disponibili per l’uso diretto (gas flaring, re-iniezione, ecc.); le importazioni (b) conteggiano il quantitativo di energia che entra nella regione per esservi consumata (esclusi dunque i transiti), le esportazioni (c) sono invece i quantitativi che escono dai confini per essere utilizzati da altri (considerate con segno negativo). Le scorte (d) di combustibili servono come ammortizzatori per coprire le fluttuazioni della doman- da e dell’offerta; un aumento delle scorte rappresenta una diminuzione delle forniture (vengono dunque contabilizzate con segno negativo) a disposizione mentre un loro calo determina un aumento della fornitu- ra (con segno positivo). I combustibili utilizzati in ambito navale ed aereo per gli spostamenti al di fuori della regione considerata vengono considerati come bunker (d). Sommando algebricamente i termini fin qui descritti si ottiene il fabbisogno totale di energia primaria (e) a cui spesso si associa l’acronimo inglese TPES (Total Primary Energy Supply [4]).

ˆ La seconda sezione riporta le trasformazioni subite dai flussi energeti- ci e comprende il secondo, il terzo ed il quarto blocco di Tabella1.2 includendo dunque sia gli ingressi in trasformazione (f) sia le uscite dalla trasformazione (g). In questa sezione si considerano i processi di conversione di energia primaria in energia secondaria attraverso pro- cessi chimici o fisici come ad esempio la raffinazione del petrolio o la

sumi propri dei processi di conversione (come ad esempio l’utilizzo di energia di una centrale di produzione di elettricit`a o di una raffineria) e le perdite subite durante i processi di trasmissione e distribuzione dell’energia (riportate con segno negativo); si ottiene in definitiva la disponibilit`a interna di energia (h) ovvero la quantit`a a disposizione dei consumatori che la sfruttano attraverso utilizzi di tipo energetico e non (ad esempio come materie prime nei processi chimici).

ˆ L’ultima sezione del bilancio energetico `e quella rappresentativa della domanda energetica, viene riportata nell’ultimo blocco di Tabella1.2 e poi descritta in dettaglio in Tabella1.4; contabilizza i flussi energetici a disposizione degli utilizzatori finali. In termini di contabilit`a la voce consumi finali (i), che viene calcolata dal lato della domanda ovvero dei consumatori, dovrebbe coincidere con l’importo residuo disponibile a valle delle varie conversioni ossia la disponibilit`a interna (h) al netto degli usi non energetici; pu`o tuttavia capitare che queste due voci non coincidano esattamente, in questo caso andr`a introdotta la differenza statistica come elemento di bilanciamento.

Il bilancio energetico qui analizzato riporta tutti i flussi energetici espres- si secondo una unit`a di misura coerente che consente la contabilit`a ed un loro confronto. In questo caso l’unit`a utilizzata `e di tipo commerciale, si riferisce cio`e all’energia ottenibile da una quantit`a fisica estraibile di un com- bustibile campione quale il petrolio; si parla dunque di tonnellate equiv- alenti di petrolio (tep oppure toe dall’inglese) che rappresenta la quantit`a di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio avente potere calorifico fissato convenzionalmente ed `e pari a 4186 M J. Per poter confrontare i tep con altre unit`a di misura occorrono delle conversioni, ad esempio nei confronti dell’energia elettrica, per l’Italia, il fattore di conver- sione fissato dall’Autorit`a per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) `e pari a 0, 187 · 10−3tep/kW hil che equivale ad aver fissato un rendimento medio del

parco di produzione elettrica nazionale pari al 46%.

Nell’analisi del bilancio energetico `e necessario fare attenzione ad alcune voci che vengono trattate in maniera particolare:

ˆ Produzione di energia elettrica: in riferimento alla generazione da fonte idroelettrica, geotermica e nucleare non `e possibile quantificare l’energia primaria da cui la produzione di elettricit`a da queste fonti derivi, a differenza di quanto avvenga per l’energia prodotta da altri combustibili fossili. Il problema viene risolto con due approcci alternativi, l’utilizzo dell’equivalenza nel consumo oppure quella nella produzione (che stima l’input di un combustibile fossile che genererebbe la stessa quantit`a di elettricit`a).

ˆ Consumi finali di energia elettrica: essendo l’elettricit`a una fonte sec- ondaria di energia avr`a di superiore alle altre considerate nel bilancio

che si traduce in una efficienza di utilizzo finale maggiore (ad esempio pi`u elevata l’efficienza di una macchina elettrica qualsiasi rispetto ad un’automobile). Anche in questo caso si possono percorrere due vie alternative utilizzando o l’approccio denominato useful enegry basis (che valuta le differenti efficienze degli apparecchi agli usi finali) op- pure quello denominato fossil fuel equivalence (esprime l’energia finale in termini di combustibile fossile equivalente).

ˆ Auto generazione: si tratta di una sezione che rappresenta un flusso energetico che pu`o essere solo parziale in quanto gli autoproduttori non hanno l’obbligo di segnalare e contabilizzare i flussi energetici.

Tabella 1.1: Sigle utilizzate per la Tabella1.2 e successive CS Combustibili solidi OIL Petrolio GN Gas naturale FR Fonti rinnovabili EE Energia elettrica CF Combustibili Fossili

La parte superiore del bilancio energetico (Tabella 1.2) indica da dove l’isola ottiene l’energia primaria per far fronte alle sue richieste: salta subito all’occhio che la maggior parte dell’energia proviene dal petrolio, questo petrolio per`o non `e destinato ai consumi interni ma viene per la maggior parte trasformato ed esportato. La posizione strategica dell’isola in mezzo al Mar Mediterraneo ha favorito la nascita di raffinerie petrolifere tecnologi- camente all’avanguardia e con elevate produttivit`a. Nell’isola, unica regione in tutt’Italia, si estrae del carbone dalle miniere presenti nella regione del Sulcis; il carbone estratto, in quantit`a molto variabili nel tempo e comunque non sufficienti a soddisfare il fabbisogno dell’isola, insieme a quello importa- to, viene quasi tutto utilizzato per la generazione di energia elettrica. Una frazione ridotta dei combustibili solidi `e invece destinata a scopi termici per le industrie metallurgiche. Il poco gas naturale utilizzato sull’isola, sprovvista di una rete di metanodotti, viene estratto in loco ed `e destinato all’industria petrolchimica collocata nel polo industriale di Cagliari.

Per quanto riguarda le Fonti Rinnovabili (FR) si pu`o notare come esse costituiscano una fetta marginale sia dei consumi finali che delle risorse in- terne, mentre occupino una porzione molto importante dell’energia primaria prodotta, come mostra la Tabella 1.3. Per quanto riguarda l’energia eoli- ca si `e riscontrata una importante crescita a partire dalla fine degli anni novanta con la costruzione dei primi parchi eolici; la favorevole e uniforme ventosit`a dell’isola ha fatto in modo che ne fiorissero numerosi in tutte le provincie nel corso degli ultimi anni. Naturalmente tutta l’energia eolica viene convertita in energia elettrica, questo ha fatto si che dal 2005 l’eolico

ktep CS OIL GN FR EE Tot. a) Produzione interna 81 - 64 274 418 b) Saldo in entrata 1367 16001 0 2 - 17370 c) Saldo in uscita - 12245 - - 13 12258 d) Bunkeraggi marittimi 11 11 d) Bunkeraggi aerei 178 178

d) Variazioni delle scorte - 38 - 38 e) Risorse interne 1447 3529 64 276 -13 5303 f) Ingressi in trasf. 1395 18484 - 183 - 20061 Centrali idroelettriche - - - 23 23 Centrali termoelettriche 1395 1099 - 105 2598 Cokerie - - Raffinerie - 16831 - - 16831 Altri impianti - 553 - 55 608

g) Uscite dalla trasf. - 17241 - 1 1105 18348

Centrali idroelettriche 23 23 Centrali termoelettriche - 1082 1082 Cokerie - - Raffinerie - 16688 - - - 16688 Altri impianti - 553 - 1 - 554 Trasferimenti -497 -582 4 -95 1170 - Consumi e perdite - -734 - 27 165 541 h) Disponibilit`a interna 54 3017 68 66 927 4132

Usi non energetici - 1060 - - - 1060 i) Consumi finali 54 1957 68 66 927 3072

Percentuale 1,8% 63,7% 2,2% 2,1% 30,2%

sia riuscito a portarsi allo stesso livello dell’idroelettrico per poi scavalcarlo sia in termini di potenza installata che di energia prodotta negli anni succes- sivi. Oltre a quelle descritte sopra le fonti rinnovabili che giocano un ruolo importante sono biomasse, rifiuti e biogas: come confermano le Tabella 1.3 e Figura 1.2. Le biomasse vengono utilizzate, come si legge nei consumi finali nel settore residenziale, per soddisfare i bisogni di riscaldamento delle utenze domestiche. Sono presenti piccoli impianti a ciclo Rankine sparsi per l’isola che producono energia elettrica a partire da rifiuti e biogas, ricavati dagli allevamenti suini.

La Tabella 1.4 riporta i consumi finali di energia (o TFC acronimo in- glese di Total Final Consumption) divisi per settore economico. Storica- mente pi`u della met`a dei consumi sardi si divide equamente tra industria e trasporti, lasciando il resto al settore residenziale e dei servizi ed in minima parte all’agricoltura (Figura 1.3). L’industria sarda `e fortemente energivo- ra e di importanza strategica per l’intero Paese; le poche industrie italiane

Tabella 1.3: Produzione di Energia Primaria. Fonte ENEA ktep 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Tot. 495 251 339 420 476 399 340 478 418 CS 155 90 113 166 75 75 31 112 81 GN 194 0 54 67 187 76 73 97 64 OIL 0 0 0 0 0 0 0 0 0 FR 146 161 172 186 214 248 236 269 274

Figura 1.2: Fonti Rinnovabili all’interno della produzione di energia primaria. Fonte ENEA

che producono metalli non ferrosi (alluminio e zinco) sono quasi esclusiva- mente presenti sul territorio sardo. L’elevato consumo del settore industriale `e giustificato dal fatto che i processi di ottenimento dell’alluminio consumano molta energia elettrica e, allo stesso modo, i processi realizzati nelle numerose industrie chimiche e petrolchimiche hanno fabbisogni di calore molto elevati. L’industria sarda presenta nel corso degli anni dei consumi elettrici costanti (intorno al 30-40% del totale dei consumi energetici industriali) e dei con- sumi di prodotti petroliferi molto altalenanti, dovuti alle industrie chimiche e petrolchimiche che soddisfano i fabbisogni di calore per lo pi`u brucian- do gasolio oppure olio combustibile. Per soddisfare i bisogni elettrici si `e gi`a discusso come l’industria sarda ricorra principalmente a fonti fossili. Il settore dei trasporti consuma poco meno di quello industriale ed `e quasi completamente dovuto ai trasporti stradali dato lo scarso sviluppo delle rete ferroviaria nell’isola.

Il bilancio energetico fornisce informazioni riguardo alle fonti di pro- duzione di energia elettrica, presenti nella sezione riguardante gli ingressi in trasformazione; all’interno della stessa pubblicazione [3] in cui `e disponibile il bilancio energetico sono reperibili le serie storiche della produzione elettri- ca a partire dal 2000. La quasi totalit`a di energia elettrica viene prodotta

ktep CS OIL GN FR EE Tot. Consumi finali 54 1957 68 66 927 3072 Industria 53 412 64 1 487 1016 Ind. manif. di base 49 352 64 1 441 907

Metallurgia 49 63 - - 247 358

Minerali non metalliferi - 134 - 1 24 159 Chimica e petrolchimica 0 153 64 - 167 384 Carta, grafica ed editoria - 2 - - 3 5 Ind. manif. non di base 4 58 - - 40 102 Alim., bevande e tabacco 0 48 - - 17 66 Tessile e confezioni - 0 - - 1 2 Meccanica - 3 - - 9 13 Altre manifatturiere 4 6 - - 12 22 Trasporti - 1183 - - - 1183 Ferroviari e urbani - 9 - - - 9 Stradali - 1003 - - - 1003 Navigazione marittima - 117 - - - 117 Navigazione aerea - 54 - - - 54 Residenziale 1 262 4 65 194 526 Terziario - 22 - 0 228 251

Agr., silvicoltura e pesca - 78 - - 18 96

Figura 1.3: Consumi finali totali di energia (TFC) per settori. Fonte ENEA da fonti fossili mentre una minima parte proviene come detto in precedenza da eolico e idroelettrico. La parte proveniente dal petrolio viene convertita in energia elettrica da grandi impianti a ciclo Rankine, situati nei pressi dei grandi poli industriali, che bruciano olio combustibile oppure dalla moderna raffineria della Saras in cui `e installato un impianto IGCC (Integrated Gasi- fication Combined Cycle) capace di sfruttare i residui di raffineria. L’altra

met`a della produzione `e assicurata dagli impianti a carbone in cui si brucia anche il combustibile estratto nel Sulcis oltre che una importante quota di carbone importato. Per completare la panoramica sulle fonti fossili non si pu`o esulare ad un commento sulla rete elettrica, che trattandosi di un’isola presenta delle particolarit`a riguardanti la sua affidabilit`a; per poter rendere la rete sarda affidabile si `e resa necessaria la nascita un elettrodotto di col- legamento al continente. A questo proposito si rende noto che nel 2009 `e stato terminato il collegamento diretto della Sardegna alla penisola italiana attraverso il cavo SAPEI dotato di una potenza di 1000 MW elettrici che va ad aggiungersi al cavo pre esistente (SACOI da 200 MW), che ha risolto gran parte dei problemi di affidabilit`a della rete elettrica sarda.

Figura 1.4: Produzione di energia elettrica per fonti. Fonte ENEA