2. QUADRO D'INSIEME DELL'ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO
2.1 bis Informazioni sugli strumenti di ingegneria finanziaria quali definiti
2.1.7. Analisi qualitativa
2.1.7.1. Analisi delle policy
Integrazione della dimensione di genere
I documenti di programmazione regionale e provinciale, che sottendono le procedure di evidenza pubblica per la selezione approvate nel 2014, sono invariati rispetto al triennio precedente.
Pertanto è da evidenziare come resta confermato l’approccio mainstreaming alle pari opportunità, con priorità alle azioni che perseguono l’obiettivo in maniera trasversale, sia in termini di riconoscimento di priorità alla partecipazione delle donne, sia in termini di attenzione alla costruzione di una offerta rispondente alle specifiche aspettative ed esigenze.
Nella realizzazione degli interventi pertanto è stata data attuazione a tali priorità.
I principali temi affrontati sono riferibili alla conciliazione tra tempi di lavoro, di vita e di cura (vita-formazione-lavoro); alla stabilizzazione della situazione occupazionale; all’accesso ad ambiti professionali e/o mansioni tecniche scientifiche tradizionalmente caratterizzate da segregazione di genere orizzontale; alla promozione della cultura delle pari opportunità in azienda.
Le principali richieste mirate nella presentazione dei progetti sono state:
• previsione quantitativa significativa di destinatari donne, riserve di posti, presenza femminile che orientativamente deve riflettere la situazione del mercato del lavoro;
• esplicitazione dell’impatto potenziale rispetto al genere e la ricaduta attesa sull’universo femminile in termini di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle donne;
• dispositivi didattici ed organizzativi attenti a eventuali esigenze di conciliazione da parte delle partecipanti (flessibilità degli orari delle lezioni, attivazione di servizi contro l’emarginazione, sostegno da parte di altre Istituzioni pubbliche o private, servizi collaterali quali baby parking/servizi ricreativi rivolti ai figli dei partecipanti);
• sensibilizzazione dei datori di lavoro, lavoratori, associazioni datoriali e sindacali, su tematiche quali la responsabilità sociale delle imprese, le pari opportunità, la cultura organizzativa dell’azienda, il telelavoro, ecc.
Nel corso del 2014 è proseguita l’esperienza, avviata nel 2009, dei voucher conciliativi per la frequenza a nidi d’infanzia privati a sostegno delle famiglie residenti o domiciliate nel territorio della Regione Emilia-Romagna con indicatore ISEE non superiore a 35 mila Euro, in cui entrambi i genitori (o uno solo nel caso di nuclei monogenitoriali) lavorano.
Relativamente all’anno scolastico 2014/2015, sesto anno di attuazione a valere sulla programmazione del FSE 2007-2013, con D.G.R n.324 del 17 marzo 2014 sono state approvate 20 candidature da parte degli enti referenti per le politiche distrettuali, per l'erogazione dell'assegno di servizio di carattere conciliativo rivolto alle famiglie dell'Emilia-Romagna per la frequenza ai nidi d'infanzia, per un importo complessivo pari a 2.497.195,00 Euro.
La programmazione provinciale conferma quanto indicato nelle precedenti annualità rispetto alla incentivazione, al coinvolgimento e alla partecipazione delle donne alle azioni formative, trasversali a tutte le azioni previste dagli assi Adattabilità, Occupabilità e Inclusione sociale.
Le Province hanno inoltre proseguito alcune azioni specifiche all’interno degli assi, come la Provincia di Bologna che ha consolidato l’intervento a supporto dello sviluppo e dell’estensione di un network di imprese finalizzato alla realizzazione di una Community per la valorizzazione delle donne e del lavoro (Asse I - Adattabilità) e la Provincia di Parma che ha promosso un’attività di formazione e accompagnamento a supporto di PMI per lo sviluppo di un progetto di conciliazione aziendale (Asse I - Adattabilità).
Per il secondo triennio della Convenzione con la Regione (2011-2013), la Sovvenzione Globale Spinner2013 non ha attivato una specifica azione rivolta alla promozione delle pari opportunità. Forti del contributo di metodologie, esperienze e risorse messe a punto grazie all’Azione Pilota del primo triennio, si è puntato ad aumentare il livello di partecipazione femminile alle altre Azioni della Sovvenzione Globale e, più in generale, a favorire l’inserimento lavorativo e i percorsi di carriera delle donne sia in contesti produttivi sia negli ambiti della ricerca, pubblica e privata.
La presenza delle donne nei principali percorsi attuativi del secondo triennio della Sovvenzione Globale, in assenza di un’Azione specifica a esse rivolta, è stata oggetto di particolare attenzione e viene costantemente monitorata. I risultati
vedono premiato il rinnovato impegno a favore delle pari opportunità espresso nel documento di programmazione. I risultati del secondo triennio confermano il tasso di partecipazione delle donne già conseguito nel primo triennio, particolarmente elevato in considerazione della tipologia di progetto: 40,9% dei proponenti (420 donne su 1.028 proponenti) a fronte di un 40,7% conseguito nel primo triennio e 39,2% degli ammessi (215 donne su 549 ammessi) in lieve calo rispetto al 39,7%
del primo triennio. Merita rilevare la crescita consistente della presenza femminile tra i beneficiari giunti a conclusione (209 donne su 532 beneficiari): 39,3% a fronte del 36,6% del primo triennio. Il tasso di partecipazione femminile è aumentato nel percorso in cui la presenza femminile nel primo triennio era stata più bassa, quello di Creazione d’impresa, dove rispetto al 35,9% dei proponenti e al 34,5% degli ammessi registrato nel primo periodo, ci si assesta ora al 37,4% dei proponenti e al 35,3% degli ammessi.
Azioni finalizzate ad aumentare la partecipazione dei migranti nel mondo del lavoro, rafforzando in tal modo la loro inclusione sociale
In analogia con quanto definito dagli atti e dalle norme adottati a vari livelli istituzionali che disciplinano le politiche di utilizzo dei fondi FSE 2007-2013, la programmazione regionale e provinciale 2014 è stata caratterizzata da una continuità di politiche tese a garantire la partecipazione dei migranti al mercato del lavoro. La promozione dell’interculturalità rappresenta una leva per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e di coesione sociale individuati dai documenti di programmazione.
Le amministrazioni provinciali, in un’ottica di flessibilità degli interventi, hanno continuato a garantire ai cittadini extracomunitari un accesso funzionale ai Centri per l’Impiego attraverso specifici servizi di mediazione linguistico - culturale presso i centri stessi (orientamento e accompagnamento del cittadino immigrato ai diversi servizi del Centro per l’Impiego e del territorio, aiuto per le pratiche di riconoscimento titoli e crediti formativi, supporto agli operatori a fronte di specifiche richieste dell’utente straniero, organizzazione di momenti formativi di gruppo ecc.).
Nella logica spiegata in premessa di garantire continuità agli interventi anche nella
transizione tra le due programmazioni comunitarie, nel corso del 2014 la Regione Emilia-Romagna ha presentato al Ministero degli Interni il progetto “Source Stranieri Occupabilità Risorse Competenze Emilia-Romagna", a valere sulle risorse del Fondo Europeo per l'integrazione di cittadini di Paesi terzi - Azione 2/2013
"Orientamento al lavoro e sostegno all'occupabilità". In data 21.10.2014 è stata sottoscritta la Convezione di sovvenzione tra Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione e la Regione Emilia-Romagna – Servizio Lavoro e sono state quindi attivate le procedure per rendere disponibile alle persone l’offerta di misure di orientamento.
Il progetto è articolato in interventi territoriali finalizzati a promuovere l'occupabilità di cittadini di Paesi terzi vulnerabili o in condizione di disagio occupazionale, ivi compresi i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, tramite servizi di informazione, orientamento al lavoro e valorizzazione delle competenze informali, attraverso l'attivazione di servizi individuali personalizzati e finalizzati alla promozione dell'occupazione. In particolare, si rendono disponibili percorsi individuali personalizzati, condivisi tra operatori dei Centri per l’Impiego e i destinatari, che definiscono il sistema di servizi ottimale per il singolo soggetto e i diritti, doveri e responsabilità dei diversi attori in gioco, finalizzati alla promozione dell'occupazione di cittadini di Paesi terzi vulnerabili o in condizione di disagio occupazionale.
I destinatari sono 1.100 cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale, secondo quanto disposto dall'art. 1 della Decisione istitutiva del Fondo 2007/435/CE e precisato dalla Comunicazione SOLID/2010/24 del Comitato SOLID, che soddisfino i seguenti requisiti:
• essere iscritti ai sensi dell'art. 22, comma 11, del D.Lgs. n.286/98, alle liste di collocamento tenute presso i Centri per l'Impiego;
ovvero
• essere titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari in corso di validità.
Le risorse stanziate sono pari a 1,1 milioni di Euro.
Azioni finalizzate a rafforzare l'integrazione nel mondo del lavoro delle minoranze, migliorandone in tal modo l'inclusione sociale
Nel 2014 non sono stati programmati interventi specifici riferiti a tale target;
nell’attuazione delle azioni del PO è stata posta comunque attenzione ai temi della non discriminazione e dell’inclusione sociale di tale categoria.
Azioni intese a rafforzare l'integrazione nel mondo del lavoro e l'inclusione sociale di altre categorie svantaggiate, incluse le persone con disabilità
Nel dare attuazione al POR FSE, la Regione e le Province hanno mantenuto una elevata attenzione alle tematiche dell’inclusione sociale e lavorativa, prevedendo interventi specifici rivolti a soggetti svantaggiati.
In particolare la Regione, con D.G.R. n. 439 del 31 marzo 2014, ha finanziato una operazione relativa all’inclusione sociale e lavorativa delle donne vittime di violenza che ha permesso di dare continuità agi interventi finanziati anche nelle annualità precedenti. Con tale azione sono stati approvati 280 partecipanti.
Relativamente alle caratteristiche dei destinatari effettivi dell’intervento (325 persone) possiamo evidenziare che:
• la maggior parte proviene dall’Italia (40,6%) e dall’Africa (31,4%);
• il 41,2% è in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore che consente l’accesso all’università;
• per quel che riguarda la condizione occupazionale, sono prevalenti i soggetti disoccupati alla ricerca di nuova occupazione con il 79,4%.
Area geografica Destinatari
Numero %
Africa 102 31,4
America 9 2,8
Asia 13 4,0
Europa comunitaria 32 9,8
Europa non comunitaria 37 11,4
Italia 132 40,6
ISCED Destinatari
Numero %
1 - Istruzione elementare 21 6,5
2A - Istruzione secondaria inferiore 134 41,2
3A - Istruzione secondaria superiore che consente l'accesso
all'università 94 28,9
ISCED Destinatari
Numero %
3C - Istruzione secondaria superiore che non consente
l'accesso all'università 36 11,1
5A / 5B - Primo stadio dell'educazione terziaria 40 12,3
Condizione occupazionale Destinatari
Numero %
In cerca di prima occupazione 39 12,0
Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione (o iscritto alle liste
di mobilità) 258 79,4
Occupato alle dipendenze (compreso chi ha un’occupazione
saltuaria/atipica e chi è in CIG) 27 8,3
Occupato autonomo 1 0,3
Le amministrazioni provinciali, gestendo le attività finanziate nel corso del 2013 e realizzando ulteriori iniziative nel 2014 con risorse regionali o nazionali, hanno confermato l’impegno nei confronti delle politiche territoriali volte a favorire l’inclusione attiva dei soggetti svantaggiati.
In questo ambito di intervento le azioni hanno avuto a riferimento le indicazioni contenute nei diversi accordi territoriali in essere. In considerazione della complessità degli interventi rivolti a fasce di popolazione a rischio di emarginazione sociale, è stata inoltre valorizzata la collaborazione con la rete dei servizi pubblici e del privato sociale (i Servizi Sociali, le ASL, i SER.T, i Comuni del territorio provinciale, i Centri per l’Impiego e il mondo del volontariato e della cooperazione sociale): in questo modo si possono facilitare l’individuazione e la presa in carico congiunta dei soggetti, il coordinamento degli interventi e la messa a punto di approcci individualizzati e integrati così da rispondere in maniera efficace ai bisogni complessi che caratterizzano i destinatari.
Gli interventi sono attuati tutti in un’ottica di percorso il più possibile personalizzato, in coerenza con le attitudini dei soggetti destinatari e per l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, realizzando apposite iniziative volte ad attivare strutturate forme di raccordo e di integrazione fra le politiche dell’istruzione, della formazione professionale, le politiche per il lavoro (orientamento, formazione e accompagnamento all’inserimento lavorativo) e le politiche sociali.
Per quanto riguarda gli interventi a favore dell’inserimento e reinserimento lavorativo delle persone con disabilità, la programmazione delle risorse FSE è stata
realizzata in stretto raccordo e in integrazione con le risorse del Fondo Regionale Disabili. E’ stato dunque confermato anche nel 2014 l’orientamento verso una programmazione territoriale che integri i diversi canali di finanziamento (Fondo Sociale Europeo, Fondo Regionale Disabili, Fondo Nazionale Disabili) secondo quanto stabilito dall’Accordo fra Regione e Province dell’Emilia-Romagna per il coordinamento della programmazione 2011/2013 per il sistema di formazione e per il lavoro. In particolare le risorse del Fondo Regionale Disabili sono state programmate sulla base degli indirizzi definiti dalla Regione con la Deliberazione n.
965/2011 (Indirizzi 2011-2013 per l'utilizzo del fondo regionale per le persone con disabilità, L.R. 1 agosto 2005, n. 17, art. 19, e criteri di riferimento per la programmazione di dette risorse da parte delle province) e sono state utilizzate ove possibile in overbooking su interventi ammissibili al cofinanziamento del FSE, rispettando le norme di selezione e approvazione delle operazioni con particolare riferimento ai criteri applicati, di pubblicità, informazione e rendicontazione previste per il FSE. Si specifica che, al fine di consentire il rispetto dei termini previsti per la chiusura della Programmazione 2007-2013, nella realizzazione degli interventi del 2014 solo parte delle risorse del Fondo Regionale Disabili sono state utilizzate in overbooking.
Per quanto riguarda l’offerta formativa rivolta ad adulti in situazione di svantaggio, nel 2014 sono proseguite le azioni approvate nel 2013 volte al contrasto della disoccupazione causata dall’aggravarsi della situazione economica. Gli interventi hanno visto come destinatari principali le persone disoccupate in situazione di svantaggio ai sensi del Regolamento UE 800/2008. Quasi tutte le azioni formative proposte prevedono attività di stage in azienda, ma anche attività laboratoriali e di orientamento, e sono riferite alle aree professionali che offrono le migliori opportunità per un possibile inserimento lavorativo.
Sono state inoltre previste attività di formazione professionale per i detenuti al fine di migliorare il livello di occupabilità e facilitarne l’inserimento e il reinserimento socio-lavorativo.
Anche nel 2014 è continuata l’azione di sostegno e orientamento per i giovani e giovanissimi a rischio di dispersione scolastica finalizzata a ricondurli in un contesto formativo e/o ad avvicinarli ai servizi maggiormente strutturati del territorio. Gli
interventi sono stati attuati in stretta collaborazione con gli enti competenti (Centri per l’Impiego, servizi socio-sanitari, strutture scolastiche/formative).
Attività innovative, corredate di una presentazione dei temi, dei loro risultati e della loro diffusione e integrazione
Dal momento che, come espresso in premessa, il periodo 2007-2013 è sostanzialmente chiuso, nonostante si sia operato per garantire continuità agli interventi, non sono state attivate nuove programmazione che possono definirsi innovative.
Le attività approvate sono state attuate tendendo conto della componente di innovatività così come definita dalla Regione, nel senso di attività che, puntando al potenziamento dell’impatto degli interventi in un dato contesto, promuovono e applicano conoscenze sperimentali che introducono elementi proattivi di miglioramento e cambiamento nelle politiche e nelle prassi ordinarie. Tra le attività innovative possono essere comprese:
• esperienze nuove o tratte da altri contesti, proponibili per la prima volta in quello considerato, anche relativamente a modelli e processi di governance;
• attività che incidono sulle componenti di processo, procedimento o procedura, sviluppando nuovi indirizzi, approcci, metodi o strumenti migliorativi di quelli in uso;
• azioni che mirano, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie, a realizzare prodotti e servizi nuovi, relativamente agli obiettivi, ai contenuti, all’organizzazione, alla metodologia e alla loro fruibilità.
Azioni transnazionali e/o interregionali
Nel 2014 le attività transnazionali e interregionali promosse sul territorio regionale, e che verranno descritte dettagliatamente nel paragrafo 3.5.1, hanno riguardato:
• il progetto “Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione”;
• la rete Active Inclusion – coordinata dal Ministero della Giustizia britannico, con l’obiettivo di favorire il confronto tra gli stati membri su strategie ed esperienze per l’inclusione di soggetti a rischio di emarginazione;
• Sifor - Sistema formativo al valore-lavoro del riuso - il progetto approvato su un bando LLP Leonardo da Vinci TOI (Transfer Of Innovation), si è concluso il 31 ottobre 2014. Obiettivo del progetto, di cui la Regione è capofila, è trasferire in
Emilia-Romagna il profilo professionale di “valorizzatore dei rifiuti” e di promuovere il suo inserimento nel contesto dell’economia sociale e della tutela ambientale;
• iMOVE - Innovation for MObility in VEt: Public and Private Partnerships for sustainable mobility - un progetto LLP Leonardo da Vinci network approvato dall’Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA). Il progetto ha come obiettivo la costituzione di un network di piattaforme locali di multi-stakeholders di mobilità (MMP).