3 2 L’unità funzionale UF
Poiché 1 m³ di aggregato riciclato pesa all’incirca 1,8 tonnellate, lo stock di materiale incorporato nella struttura è pari a 183.804,48 tonnellate, che peraltro rappresenterà
3.7.5 Analisi d’inventario: stoccaggio e conferimento in discarica dei rifiuti C&D
Lo stoccaggio, o anche definito l’operazione “R13-messa in riserva” dei rifiuti non pericolosi, “è consentito esclusivamente per una sola volta e ai soli fini di cernita o selezione o frantumazione o riduzione volumetrica dei rifiuti”3. Questa operazione viene
effettuata prima dell’invio dei rifiuti a recupero o smaltimento.
L’impatto associato a questa operazione è legato al consumo di gasolio associato alla movimentazione del materiale prodotto dalla demolizione nelle piazzole di stoccaggio e risulta essere pari a 0,11 litri per ogni tonnellata di rifiuto stoccato.
Si può dunque dire che questo processo rappresenta un’operazione temporanea, mentre l’analisi di LCA ha come obiettivo la valutazione dell’intero ciclo di vita del rifiuto, da quando viene prodotto a quando diventa un’emissione o materiale secondario. Per questo motivo è considerato all’interno dello scenario di base del caso studio di Trieste ma non è considerato all’interno dei processi che descrivono gli scenari che saranno confrontati tra il conferimento dei rifiuti in discarica ed il trattamento di questi negli impianti fissi e mobili (poiché comune ai due scenari).
3 Riferito ai rifiuti dell’All.1, Sub-All.1, c.8 dell’art.6, del D.M.5 febbraio 1998 che rimanda alle
95 All’interno del modello d’analisi del software lo stoccaggio è stato simulato con il processo di default: Diesel, burned in building machine (GLO)/processing.
Per quanto concerne la modellizzazione del processo di smaltimento in discarica dei rifiuti inerti C&D, è stato utilizzato il processo di ecoinvent “RoW: treatment of inert wast, sanitary landfill”. Per quanto riguarda il trasporto è stata considerata una distanza di 40 km in quanto, da un’analisi di mercato si è constatato che le discariche in generale copronoun territorio con un raggio pari a40 km. Il conferimento avviene attraverso grandi camion, >32 tonnellate, ipotizzati sempre ricadenti nella categoria di emissioni Euro 5.
Dai risultati delle valutazioni sui consumi degli impianti, è stato riscontrato che nell’impianto mobile lo 0,17% del materiale trattato risulta essere scarto che è trasportato poi in discarica. Per questo motivo è stato costruito un processo elementare
ad hoc che comprende il trattamento del materiale inerte in discarica simulandolo con il
processo di default “RoW: treatment of inert wast, sanitary landfill”. Per il relativo trasporto è stato consideratauna distanza media per il conferimento di 40 km con grandi mezzi Euro 5, attraverso il processo: “Transport, freight, lorry > 32 metric ton, EURO5 (RER)”.
Tab.3.7 Processo elementare che descrive lo scarto che si ottiene dalla valorizzazione di 1 ton di rifiuti C&D in impianto mobile e il rispettivo conferimento in discarica.
E’ doveroso precisare che nel momento in cui le 183.804,48 tonnellate di stock di materiale ricavato dalla demolizione dell’edificio di Trieste vengono trattati attraverso un impianto mobile, l’aggregato riciclato che può essere riutilizzato come materia prima seconda sarà inferiore dello 0,17% rispetto al materiale in entrata, dunque questo sarà pari a 183.492 tonnellate a causa dell’efficienza di trattamento considerata che genera dunque un quantitativo di rifiuti da smaltire in discarica pari a 314 tonnellate.
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3.7.6 Analisi d’inventario: dati per la produzione di moduli Wafeer con
aggregato naturale e riciclato
Per valutare gli impatti evitati dalla produzione di moduli per il ripopolamento della flora e fauna marina e contro l’erosione delle coste, con una percentuale di materiale riciclato dai rifiuti da C&D dell’edificio rispetto alla produzione standard con solo materiale naturale, in primo luogo bisogna definire il quantitativo di materiale dello stock considerato in questo studio che rimane dopo che una frazione è stata valorizzata nella realizzazione del sottofondo stradale.
3.7.6.1 Quantificazione del materiale necessario per la sopraelevazione della strada
Uno dei progetti di riqualificazione dell’area del Porto Vecchio di Trieste consiste nella sopraelevazione di un metro e mezzo di altezza dal presente fondo stradale attraverso l’utilizzo di aggregato riciclato come materiale di riempimento del sottofondo stradale. Dunque, la realizzazione di quest’ultimo comprenderà uno strato di 1 metro di materiale stabilizzato grosso, che non richiede particolari vagliature e trattamenti, per il rialzamento e uno strato di 0,40 centimetri di stabilizzato sempre con aggregato riciclato, di pezzatura da 20/40 mm.
La lunghezza della strada è di 550 metri, mentre la larghezza della carreggiata è di 10 metri.
Ottenuti questi dati progettuali si riesce a calcolare la quantità di materiale inerte riciclato necessario:
Tab.3.7 Quantificazione delle tonnellate necessarie per il riempimento stradale attraverso le misure geometriche di progetto.
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3.7.6.2 Processi e quantificazione della produzione dei moduli per il ripopolamento e la protezione delle coste
Considerando che lo stock di materiale demolito è di 183.80448 tonnellate, utilizzando parte di questo materiale per il sottofondo dell’infrastruttura stradale, restano a disposizione 169.944,48 tonnellate di rifiuti inerti trattati nell’impianto per essere reimmessi nella catena economica, se il materiale viene trattato con un impianto fisso, dove si ottiene il 100% del recupero.
Le 169944,48 tonnellate di aggregato riciclato vengono utilizzate per la produzione di moduli a forma di parallelepipedo. Gli input e la quantità di materiali necessaria per la costruzione di 1m³ di calcestruzzo strutturato è riportata di seguito facendo riferimento a TITOLO (La Marca, 201X):
- Acqua 160 litri per 1m³ di calcestruzzo strutturato,
- Cemento, CEM II B-LL 32 5R, 300 kg per 1m³ di calcestruzzo strutturato, - Aggregato 1890 kg per 1m³ di calcestruzzo strutturato.
Per quanto concerne la modellizzazione del processo di costruzione di 1 m³ di calcestruzzo strutturato:
per modellare il consumo di acqua è stato utilizzato il processo di ecoinvent 3.1 da implementare nel software Gabi, “Europe without Switzerland: tap water production, underground water without treatment “, considerando che non è necessario l’utilizzo di acqua trattata e depurata;
per rappresentare il consumo di cemento si è utilizzato il processo di ecoinvent “EU (no Swi): market for cement Portland”, considerando che il cemento utilizzato nella ricerca è CEM II B-LL 32 5R, dove la sigla CEM II indica il tipo, questi vengono denominati Portland di miscela in quanto il costituente presente in maggior percentuale è rappresentato dal clinker di cemento Portland in combinazione con una o più aggiunte minerali;
- per il consumo della percentuale di ghiaia e sabbia naturale dalle operazioni di estrazione in cava necessario per la miscela è stato utilizzato il processo di ecoinvent “Sand {RoW}| gravel and quarry operation | APOS, S”,
- infine, per quantificare gli impatti sottratti all’ambiente grazie al riutilizzo dei rifiuti prodotti da C&D in sostituzione alle risorse non rinnovabili, è stato costruito un processo ad hoc, invertendo gli output di quello che simula il consumo di ghiaia e sabbia naturale prodotta dalle operazioni di estrazione in cava: “Sand {RoW}| gravel and quarry operation | APOS, S”.
98 Nell’ipotesi di costruire i diversi tipi di dissuasori con il 15% del totale di aggregato riciclato prodotto dai rifiuti da demolizione dell’edificio, abbiamo bisogno di conoscere i volumi dei tipi dei moduli presi in esame. I risultati ottenuti sono descritti nel capitolo dedicato alla valutazione degli impatti ambientali dei moduli esaminati. (4.4.3.). In generale risulta che dalla quantità di aggregato riciclato disponibile, si ottiene il numero di moduli riportati in tabella:
Tab.3.8 Numero dei vari modelli di dissuasori che possono essere prodotti con 169944 tonnellate di aggregato riciclato valorizzate con impianto fisso.
Nel caso in cui il rifiuto da trattare venisse valorizzato attraverso un impianto mobile, che produce una minima quantità di scarto, l’aggregato riciclato a disposizione per la produzione di moduli risulterebbe inferiore di 312.47 tonnellate e sarà dunque pari a 169.632 tonnellate che permetteranno invece la produzione di:
Tab.3.9 Numero dei vari modelli di dissuasori che possono essere prodotti con 169632 tonnellate di aggregato riciclato valorizzate con impianto mobile.