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3. ILCLIMA SCOLASTICO E GLI EFFETTI DEL TIPO DI INDIRIZZO SU COPING E BENESSERE

4.5.8. Analisi del modello

I principali rapporti di determinazione e di correlazione tra le diversi variabili prese in esame sono stati rappresentati in un modello globale, che tiene conto tuttavia della variabile anzianità di corso, che avrebbe potuto essere testata solo avendo a disposizione misure ripetute degli stessi soggetti. Inoltre per esigenze di semplificazione è stato costruito un unico indicatore del coping, definito come “Coping funzionale” attraverso la somma delle dimensioni “adattive” (Controllo ambientale e Sostegno sociale”) e la sottrazione di quelle “disfunzionali” (Rifiuto e Ritiro).

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La matrice delle covarianza ottenuta dai dati è stata confrontata con quella del modello teorico. Il valore del χ ² che ne è risultato è pari a 193.03, p < 0,01. Pertanto non esistono le condizioni per accettare il modello, che viene comunque rappresentato come un’approssimazione a quello reale per fini puramente descrittivi, e per aiutare il lettore a farsi un’idea complessiva dell’insieme dei legami esistenti tra le variabili.

4.6. DISCUSSIONE.

L’ipotesi principale del presente studio riguardava il possibile ruolo di alcune dimensioni del clima scolastico come variabili intervenienti nella produzione degli effetti del tipo di indirizzo e della classe frequentata sulle strategie di coping e sui livelli di benessere psicologico.

CONOSCENZE INDIRIZZO LPS COPING FUNZIONALE BENESSERE GLOBALE RELAZIONE CON I COMPAGNI LIFE SKILLS RELAZIONE CON GLI INSEGNANTI INSEGNAMENTO INTERATTIVO Fig. 2 correlazione determinazione -0.10 0.06 0.19 0.53 0.30 0.37 0.56 0.1 5 0.05 0.16

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Le analisi preliminari hanno messo in luce innanzitutto la validità interna di tutte le sub-scale utilizzate. Inoltre le sub-scale risultano correlate tra di loro in modo abbastanza marcato, a riprova del fatto che il clima costituisce un fenomeno globale che si esprime attraverso un insieme di dimensioni strettamente connesse tra di loro.

I risultati mostrano poi che il clima dei LPS presenta caratteristiche diverse dal punto di vista del clima scolastico e di classe in quasi tutte le dimensioni considerate. Si tratta di un risultato interessante di per sé, che conferma il legame tra curricolo scolastico e clima, ma che assume valore soprattutto come supporto dell’ipotesi principale, che chiama in causa il ruolo giocato dalla diversità di clima tra indirizzi.

La differenza più evidente riguarda le modalità di insegnamento. Nei LPS si ricorre più frequentemente alle discussioni e ai lavori di gruppo rispetto a quanto accade negli altri licei. La percezione degli studenti dello stile di insegnamento appare in linea con i risultati di uno studio precedente condotto sugli insegnanti italiani di psicologia (Prandini, 2001). La maggior presenza di attività di tipo interattivo nei corsi di Psicologia e Scienze sociali può essere spiegato, almeno in parte, all’influenza di queste discipline che costituiscono una parte rilevante del background culturale degli insegnanti. Tale esperienza formativa ha come possibile ricaduta l’adozione di una prospettiva più attenta alla soggettività degli allievi e agli aspetti relazionali.

La conoscenza psicologica implica, secondo Bellotto (2000), una propensione per valori, come l’orientamento alla persona e al raggiungimento del benessere, e un’attenzione agli aspetti relazionali e gestionali, che rendono più probabile l’adozione di una didattica di tipo interattivo. Inoltre l’esperienza di insegnamento in campo psicologico induce la consapevolezza della rilevanza della dimensione interpersonale nei processi di insegnamento-apprendimento, ed in particolare la valorizzazione delle forme di apprendimento cooperativo (Brown,1997).

Un secondo elemento che caratterizza il clima dei LPS è costituito dalla percezione di maggiori risultati sul piano dell’acquisizione delle Life skill. Gli adolescenti che frequentano questo liceo si sentono più in grado di operare riflessioni sulla realtà personale e sociale, più capaci di interagire in modo adeguato con gli altri, e attribuiscono queste acquisizioni all’esperienza scolastica. La spiegazione di questa specificità può essere ricondotta sia alle caratteristiche dello stile di insegnamento, sia alla valenza di alcuni contenuti dei programmi di psicologia, che affrontano argomenti rilevanti per la formazione personale l’acquisizione di abilità pro-sociali. Il valore formativo di alcune conoscenze psicologiche, come quelle relative ai processi decisionali e comunicativi, trova un riscontro anche nel fatto che esse vengono comunemente incluse nei programmi di intervento esplicitamente volti all’acquisizione delle Life skill e alla promozione del benessere (Frydenberg, 2004).

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Un altro aspetto caratteristico del clima dei LPS è costituito dalla migliore relazione con gli insegnanti. Tale risultato può essere compreso facendo riferimento sia al diverso stile di insegnamento presente in questi licei, sia alla maggiore adeguatezza delle competenze sociali degli studenti. Anche in questo caso il diverso focus didattico degli insegnanti e la loro maggior competenza relazionale contribuiscono verosimilmente ad migliorare la qualità dei rapporti docente-discente.

Tuttavia, per quello che riguarda le Relazioni tra studenti, non ci sono riscontri di un clima maggiormente positivo nel LPS. Si tratta di un dato problematico in quanto apparentemente contrasta con quello relativo alla relazione con gli insegnanti. Una possibile spiegazione del risultato può risiedere nel fatto che nelle situazioni di maggiore pressione ambientale e di minor disponibilità al dialogo da parte degli insegnanti, comuni negli altri tipi di liceo, gli studenti utilizzino le relazioni tra pari come risposta difensiva e compensatoria per far fronte allo stress. A questa spiegazione si potrebbe tuttavia obiettare che modalità di relazione fredde ed autoritarie degli insegnanti producono in genere reazioni speculari da parte degli allievi. Si può supporre, a questo proposito, che le risposte degli studenti siano differenziate sulla base della qualità e all’intensità del conflitto con l’insegnante. La risposta solidaristica è più probabile quando l’insegnante è semplicemente esigente e distante sul piano emotivo, ma sostanzialmente rispettoso della personalità degli allievi, mentre atteggiamenti autoritari ed aggressivi conducono più facilmente a riprodurre relazioni orizzontali di tipo competitivo. Il clima degli AL è verosimilmente più vicino a quello delineato nella prima ipotesi, e la risposta degli studenti va nella direzione della coesione sociale. In questo modo la qualità delle relazioni tra compagni di classe sarebbe paragonabile a quella riscontrabile nei LPS, dove, pur essendo minore la necessità di contrapporsi all’insegnante, le relazioni sociali tra pari sarebbero supportate dalle migliori abilità sociali e dalla possibilità di dialogo con gli insegnanti. Si tratta comunque solo di un’ipotesi, che andrebbe ulteriormente approfondita con l’impiego di strumenti di tipo qualitativo.

Infine occorre notare che, dal punto di vista delle Conoscenze acquisite, le risposte date dagli studenti rilevano un leggero svantaggio del LPS. Anche se, a priori, non è da escludere l’esistenza di una diversa qualità delle acquisizioni sul piano della cultura di base e delle competenze richieste dal mondo del lavoro, che rappresentano l’elemento centrale di riferimento per questa dimensione del clima, bisogna considerare che il livello di partenza degli studenti dei LPS, testimoniato dai giudizi di ammissione forniti dalla scuola media, è sensibilmente inferiore a quello degli studenti degli altri licei. Se si tiene conto di quest’ultimo dato, si può concludere, al contrario di quanto sembrerebbe ad una lettura superficiale dei risultati, che in questo tipo di scuola avviene almeno un recupero parziale di tale svantaggio. Resta tuttavia innegabile che il

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profilo formativo dei LPS si regge maggiormente sulle competenze prosociali piuttosto che sull’acquisizione del sapere strumentale. Ricordiamo infine che la dimensione della Conoscenza è stata presa in esame per fini descrittivi ma non perché rilevante rispetto all’ipotesi principale, che chiama in causa unicamente il livello di Interattività dell’insegnamento, le Relazioni con gli insegnanti, le Relazioni con i compagni e le Life Skill

I risultati mostrano che la diversità di clima tra il LPS e gli altri licei svolge, come previsto nell’ipotesi principale, un ruolo di mediazione nella determinazione degli effetti dell’esperienza scolastica sulle strategie di coping e dei livelli di benessere. Infatti bilanciando le variabili relative alle dimensioni del clima, cioè trattandole come covarianti nell’analisi della varianza, gli effetti rilevati negli studi 1 e 2 sull’insieme delle strategie di coping, e confermati in quello presente, vengono meno. La permanenza di un effetto univariato sul Controllo suggerisce tuttavia che le caratteristiche del clima non costituiscono l’unico fattore attraverso il quale l’apprendimento della psicologia influenza le strategie di coping. Il fatto che, indipendentemente dalle differenze relative al clima, gli studenti dei LPS assumano progressivamente una maggiore propensione alle strategie basate sul Controllo, mentre negli altri studenti si verifica un declino su questo piano, costituisce una conferma indiretta della rilevanza di fattori legati all’apprendimento della disciplina in sé. Se facciamo riferimento al modello di Lazarus e Folkmann, dobbiamo pensare soprattutto alle modificazioni nelle risorse personali del soggetto, che hanno un’importanza fondamentale nella valutazione delle fonti di stress e all’elaborazione delle strategie per fronteggiarle. Da questo punto di vista possono assumere un rilievo particolare le capacità introspettive ed empatiche, nonché il rafforzamento di quella particolare credenza che abbiamo definito come “fiducia epistemica”. La familiarità con il discorso relativo al mondo interno, il contatto con il patrimonio di conoscenze accumulato dalla psicologia scientifica, la comprensione delle procedure attraverso cui tale patrimonio si è costituito costituiscono una premessa favorevole all’adozione di un atteggiamento attivo, in cui il soggetto sa di poter ricercare efficacemente una maggior consapevolezza personale e di esercitare un’influenza sull’ambiente attraverso la mobilitazione delle proprie risorse.

L’altro risultato degno di nota consiste nel fatto che nell’intero campione di studenti, eliminando l’influenza differenziale del clima, si manifestano tendenze evolutive chiare nella scelta delle strategie di coping. L’effetto principale della classe frequentata, neutralizzando l’effetto dei climi, rimane: i livelli di Rifiuto diminuiscono nel biennio finale, mentre i livelli di Controllo aumentano. In sostanza, se si controllano le influenze ambientali che connotano l’esperienza scolastica, emerge una tendenza “normativa” all’apprendimento di modalità di coping funzionale. Sul rapporto tra crescita e stili di coping in questa fase dell’adolescenza le opinioni presenti in letteratura sono discordanti, in quanto secondo alcuni autori non avvengono

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cambiamenti rilevanti con il procedere dell’età (Gonzales Barron et al., 2002; Dusek & Danko, 1994; Stern & Zevron, 1990); secondo altri si verifica uno spostamento verso modalità disfunzionali, come la tendenza a ricorrere unicamente a comportamenti volti a ridurre la tensione (Frydenberg & Lewis, 1993); secondo altri ancora si incrementano le modalità di tipo adattivo (Williams & McGillicuddy-Delisi, 2000). Gli autori che sostengono quest’ultima posizione chiamano in causa sia il ruolo giocato dalle risorse socio-ecologiche, sia i progressi sul piano cognitivo che accompagnano il processo di crescita e che facilitano, tra l’altro, una migliore consapevolezza delle strategie disponibili, le capacità di role-taking, l’empatia, e le capacità di regolazione delle emozioni. Appare dunque abbastanza plausibile che l’esperienza scolastica, come tale, fornisca un contributo a tale processo di apprendimento offrendo condizioni più favorevoli o, al contrario ponendo degli ostacoli. L’adozione di questo punto di vista permetterebbe di spiegare sia la tendenza generale verso un coping adattivo, sia l’andamento divergente dell’adattività del coping nei LPS e negli AL.

I risultati ottenuti attraverso il calcolo della regressione multipla confermano che il clima influenza le diverse strategie di coping, ad eccezione del Controllo. Inoltre la regressione multivariata segnala che ognuna delle dimensioni del clima considerate costituisce un predittore delle strategie di coping prese nel loro insieme. La varianza del coping viene spiegata soprattutto dalle Relazioni con i compagni e dalle Relazioni con gli insegnanti. Il valore modesto dei coefficienti di determinazione riscontrati conferma che il clima che caratterizza la comunità scolastica costituisce un elemento significativo nel complesso sistema di relazioni che influiscono sulla scelta delle strategie di coping, ma lascia spazio, come teorizzato da Lazarus e Folkmann, al ruolo di altri fattori, sia di ordine soggettivo che di carattere contestuale.

Anche per quanto riguarda i livelli di benessere, gli effetti combinati del tipo di indirizzo con la classe frequentata appaiono strettamente legati alla variazione concomitante del clima. Lo studio n 2 e l’analisi preliminare condotta in quello presente evidenziano un andamento opposto dei livelli di PWB nei due diversi indirizzi di studio. Il benessere globale ed alcune delle sue dimensioni (Controllo ambientale, Crescita personale e Accettazione di sé) aumentano nelle classi finali del LPS, mentre diminuiscono negli AL. Trattando le dimensioni del clima come covarianti, cioè neutralizzando il loro possibile effetto sulle variabili dipendenti, scompare l’effetto globale sul benessere e sulle sue singole dimensioni. Viene dunque confermata anche in questo caso l’ipotesi principale, che attribuisce al clima un ruolo determinante nella modulazione dei livelli di benessere.

Permane unicamente un effetto univariato sulla dimensione del Controllo ambientale, rispetto al quale si registra ancora l’andamento incrociato tra i due indirizzi sopra descritto. I risultati ottenuti, oltre a confermare il peso dei fattori relativi al clima nella modulazione del benessere

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soggettivo, fanno pensare ad un effetto dello studio della psicologia indipendente dai fattori contestuali, testimoniato dal raggiungimento di più elevati livelli di benessere da parte degli studenti dei LPS con il procedere dell’esperienza scolastica nell’area del Controllo ambientale, in contrasto con il concomitante declino registrato nell’altro gruppo di studenti Appare inoltre evidente la connessione di questa area del benessere con la strategia di coping basata sul Controllo, per la quale si è osservato, in modo analogo, l’esistenza di una connessione autonoma con la specificità curricolare del LPS.

Inoltre l’effetto principale della classe frequentata, come nel caso del coping, non viene meno, e si mostra con maggior nettezza: con il passaggio alle classi del biennio finale aumentano sia i livelli di benessere globale sia quelli relativi all’area dell’Autonomia, della Crescita personale, del Controllo ambientale, dell’Accettazione di sé, mentre le aree delle Relazioni positive e dello Scopo nella vita non fanno registrare modificazioni significative.

Tale tendenza è spiegabile attraverso diversi fattori. Williams e McGillicuddy-Delisi, (2000) osservano che in questa fase dell’adolescenza con il procedere dell’età avvengono alcune modificazioni che si ripercuotono favorevolmente sul vissuto personale. Ad esempio ci si allontana da transizioni particolarmente impegnative come quelle sperimentate nel passaggio dalla scuola media a quella superiore, ed in conflitti familiari perdono di intensità e di estensione. Il benessere e l’autostima dipendono sempre meno dalle dinamiche familiari, e fanno maggiormente leva sul rapporto con i pari ed il successo scolastico. Inoltre l’esperienza scolastica, a parità di condizioni ambientali, sembra favorire l’acquisizione di livelli più elevati di benessere, e solo condizioni “climatiche” sfavorevoli ostacolano questa evoluzione.

I risultati che abbiamo ottenuto e l’eterogeneità delle conclusioni ricavabili da studi condotti in contesti diversi rispetto alle tendenze evolutive del benessere nella seconda adolescenza suggeriscono l’ipotesi di una rilevanza dei fattori ambientali (ovviamente non solo scolastici, ma anche socio-culturali) nella sua modulazione. Un ulteriore riprova dell’influenza del clima sul benessere deriva dal fatto che il calcolo della regressione conferma la capacità predittiva delle diverse dimensioni di cui esso è composto nei confronti dei punteggi globali del PWB e di tutte le sub-scale, ad eccezione si quella relativa all’area dell’Autonomia.

La regressione multivariata mette in luce, in primo luogo, il ruolo delle Relazioni tra compagni nella determinazione dei livelli di benessere. Da questo punto di vista troviamo una conferma dell’importanza per gli adolescenti del rapporto con i pari, anche quando si tratta di relazioni non liberamente scelte, ma determinate da vincoli istituzionali. Anche l’acquisizione delle Life Skill e l’Insegnamento interattivo esercitano un’influenza favorevole sul benessere, anche se di carattere modesto, mentre la Relazione con gli insegnanti non appare rilevante. Quest’ultimo dato risulta in una certa misura sorprendente, in quanto, come abbiamo visto, esiste una generale

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concordanza di opinioni nel ritenere che la relazione con gli insegnanti possa influenzare la motivazione scolastica ed il vissuto soggettivo dello studente (Palmonari, 2001). La mancanza di effetti diretti sul benessere non deve essere tuttavia essere interpretata come un segno della sua irrilevanza. Probabilmente, al contrario, tale dimensione rappresenta un elemento estremamente significativo che facilita il confronto con il mondo adulto, l’acquisizione dell’identità e la costruzione di modalità di interazione efficaci con l’ambiente, anche se la modificazione dei livelli di benessere, soprattutto nella prospettiva di breve termine, è più influenzata da altri fattori, come il sostegno fornito dal gruppo dei pari. Del resto abbiamo già avuto modo di notare, sulla base dei risultati ottenuti, che un rapporto positivo con gli insegnanti costituisce un fattore determinante per l’adozione di strategie di coping adattive.

Questa ultima considerazione rimanda al rapporto stretto, dimostrato anche dai livelli di correlazione riscontrati, che intercorre tra coping e benessere. Si tratta, come osservano Gonzales Barron et al. (2002), di un’interazione dinamica e complessa, difficilmente riconducibile ad una prospettiva unidimensionale. Ad esempio si può presumere che l’adozione di strategie di coping adattive favorisca il conseguimento di livelli maggiori di benessere a lungo termine, ma occorre anche tenere presente che lo stesso dato può essere sintomo di un’attivazione del soggetto di fronte a fonti di stress che producono disagio nell’immediato. Un approfondimento dei termini di questo rapporto, finora analizzato sommariamente sia da un punto di vista teorico, sia da un punto di vista empirico, potrebbe essere svolto più efficacemente attraverso disegni di tipo diacronico e procedure di tipo qualitativo.

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CAPITOLO 5

4. EFFETTI DELL’INDIRIZZO DI STUDIO SULLE CREDENZE