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CAPITOLO 2 LE ALTERNATIVE AGRI-FOOD NETWORKS (AAFNs) 39

2.1 ANALISI MULTIDISCIPLINARE DELLO STATO DELL’ARTE DELLA

Le reti alternative agroalimentari sono state oggetto di interesse di accademici operanti in diverse discipline quali la sociologia, l'economia agraria, la geografia economica e l'antropologia.

Al fine di cogliere appieno gli elementi caratterizzanti delle AAFNs e di evidenziarne eventuali peculiarità territoriali, l’analisi della letteratura è stata condotta sia con una prospettiva multidisciplinare che territoriale, considerando sia la letteratura nord- americana che quella europea. Detta analisi ha consentito di delineare il fenomeno da prospettive disciplinari e da aree geografiche differenti. I geografi hanno affrontato il tema delle AAFNs dal punto di vista della produzione, ponendo l’attenzione sulle diverse modalità di produzione di prodotti biologici regionali e tipici (Ilbery & Kneafsey, 2000) e sulle diverse modalità e forme di scambio dei prodotti come ad esempio box scheme, farm shop e farmers’ market (Archer & Hutchings, 2000; Holloway & Kneafsey, 2000).

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I ricercatori di altre discipline hanno affrontato le AAFNs da un punto di vista più sociologico e psicologico. Questi ultimi hanno puntato la propria attenzione sulle comunità di cooperative agroalimentari e l'impatto di tali progetti in aree a basso reddito, sul potenziale supporto delle AAFNs a fenomeni di sviluppo rurale (Renting, Marsden, & Banks, 2003) e sulla dieta e la salute personale (Wrigley N. , 2002; Wrigley, Warm, & Margetts, 2003).

Sono state, altresì, riscontrate alcune differenze in relazione alle componenti principali e alla definizione delle AAFNs nell’analisi della letteratura nord americana e quella europea (Goodman, 2003; Brunori & Marescotti, 2004; Holloway L. , et al., 2007; Holloway, et al., 2006; Harris, 2009; Fonte, 2008) con all’interno di quest’ultima ulteriori differenze tra gli studi condotti nei paesi nord e quelli del sud Europa (Sonnino & Marsden, 2006).

Il filone di studi nord americano considera le AAFNs in termini più radicali, come qualcosa in opposizione al sistema alimentare dominante e si riferisce sia ad un più ampio senso di protesta, che ai tentativi di stabilire diverse modalità di scambio tra produttori e consumatori (Holloway, et al., 2006). Gli studiosi americani guardano alle AAFNs come "espressioni simboliche di immaginari eco-sociali alternativi " (Brunori & Marescotti, 2004). Così come rilevato da Goodman (2003), la letteratura nord americana pone particolare attenzione ai valori sociali, etici, di sicurezza ambientale e di equità sociale, connessi con queste particolari forme di network collaborativi (Harris, 2009).

Sul fronte europeo le reti alimentari alternative tendono ad essere discusse in termini del loro potenziale contributo alla sopravvivenza delle piccole imprese rurali (in particolare le aziende agricole), e più in generale al contributo che esse offrono al nuovo paradigma di sviluppo rurale territorialmente fondato, attraverso processi di valorizzazione degli output delle aziende agricole (van der Ploeg J. , et al., 2000; van der Ploeg & Renting, 2004; Ilberry & Maye, 2005; Goodman, 2003). L’alterità di tali reti viene generalmente considerata adatta per la sopravvivenza delle piccole imprese, in un mercato estremamente competitivo ed aggressivo ed allo stesso tempo viene letta come sostanziata dalle motivazioni culturali e politiche dei consumatori, nell'assunto che tali motivazioni di carattere sociale, ecologico ed etico riescono a dar luogo alla diffusione di pratiche diverse ed alternative rispetto a quelle proposte dal sistema dominante (Kirwan, 2004; Maye & Kirwan, 2010).

Secondo gli studiosi europei la nascita delle AAFNs consente alle piccole aziende rurali in esse coinvolte di operare negli interstizi, o intorno ai margini, del sistema alimentare

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ri-localizzazione delle reti alimentari e sui tentativi di incorporare nei prodotti alimentari un senso di luogo, o di provenienza geografica. L'accento, viene posto sulla produzione alimentare di prodotti di qualità, ecologici, territorialmente definiti e distribuiti attraverso filiere corte, e tali caratteristiche sono percepite come un valore aggiunto economico che ha la finalità di stimolare lo sviluppo rurale (Holloway, et al., 2006). Gli studiosi europei, inoltre, evidenziano come l’accezione di qualità cambia tra i paesi del sud e nord dell’Europa. In paesi come Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, infatti, l’attribuzione dell’origine di provenienza dei prodotti tipici, così come il legame con il contesto locale (la cultura, la tradizione, i processi di produzione, il terreno, il clima, il sistema di conoscenze) sono particolarmente enfatizzati. Nei Paesi nord europei come Regno Unito, Paesi Bassi e Germania, invece, lo sviluppo delle reti alimentari alternative è spesso basato su definizioni di qualità più 'moderne’, o 'commerciali', e l’enfasi viene posta sulla sostenibilità ambientale, il benessere degli animali, la salute, l’igiene e su innovative forme di marketing (Sonnino & Marsden, 2006).

Seppur l’analisi riveli una grande eterogeneità nelle “forme”, nelle motivazioni e nelle modalità organizzative delle AAFNs, che ne rende complessa la schematizzazione delle caratteristiche l’aspetto che accomuna i risultati degli studi condotti sulle AAFNs è la creazione di alternative alle logiche e alle modalità organizzative del sistema agro- alimentare dominante, nella direzione di un accorciamento delle distanze (fisiche, sociali, culturali, economiche) tra mondo della produzione e mondo del consumo (Sánchez Hernández, 2009; Kupiec-Teahana, Lamprinopoulou-kranisa, Inglisb, Leata, & Revoredo-Gihaa, 2010; Jarosz, 2008; Higgins, Dibden, & Cocklin, 2008).

I diversi studi condotti sulle Alternative Agrifood Network, come schematizzato anche nelle successive figura (Fig 2.1) e tabella (Tab 2.1), hanno dunque paragonato le AAFNs al sistema agroalimentare convenzionale utilizzando un set di termini contrapposti come “tradizionale” comparato a “razionalizzato”, “standardizzato” a “localizzato”, “qualità” a “quantità”, “estensiva” ad “intensiva”, “biodiversità” a monocultura”, ecc. (Abrahams, 2007; Andreè, Dibden, Higgins, & Cocklin, 2010)

Tabella 2.1 Differenze tra i paradigmi proposti dai sistemi alimentari convenzionali ed alternativi

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Fonte: (Sonnino & Marsden, 2006)

Tali networks alternativi hanno bypassato i diversi intermediari previsti dalle “filiere lunghe” gestite dalla GDO, puntando su fattori di competitività quali la qualità dei prodotti, la tipicità, la ri-localizzazione e il legame con il territorio e le sue tradizioni, i contenuti informativi e le conoscenze, che accompagnano i prodotti e la scelta di nuovi canali di commercializzazione di natura diretta, consentendo così al cittadino- consumatore la possibilità di esercitare un controllo diretto sull’origine e sulle modalità di produzione dei prodotti (Goodman, 2003; Goodman, 2004; Kirwan, 2004; Holloway L. , et al., 2007; Venn, et al., 2006; Wiskerke, 2002; Andreè, Dibden, Higgins, & Cocklin, 2010). Le diverse iniziative di AAFN sviluppatesi negli ultimi decenni, hanno così consentito di rispondere alla domanda espressa da un crescente numero di consumatori che nelle loro scelte di acquisto sono sempre più guidati dalla valutazione di aspetti ambientali sociali ed etici legati alla produzione del cibo. La sostenibilità è divenuta un fattore competitivo per le aziende. Per far fronte a questo fenomeno, gli attori del sistema agroalimentare tradizionale hanno iniziato a sviluppare strategie incentrate sul concetto di “produzioni locali” e sostenibili, offrendo sugli scaffali dei supermercati spazi distinti per i prodotti freschi e locali (Brunori et al., 2016). Diviene così ancora più importante individuare le caratteristiche distintive delle AAFNs ed individuare le modalità e gli strumenti più adeguati per consentire sia ai produttori locali di veicolare le informazioni e le conoscenze, che differenziano i prodotti da loro offerti,

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che ai consumatori l’accesso a tutte le informazioni per loro necessarie al fine di poter effettuare un acquisto consapevole. Tali scambi informativi sono infatti necessari per favorire la fiducia e la collaborazione nell’ambito delle AAFN e contribuiscono a convincere più persone ad aderire a tali modelli organizzativi “alternativi”, aiutandone così la crescita.