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Analisi sulla ripartizione del valore creato ai soggetti interni

3.3. L’analisi di bilancio: la logica e gli strument

3.3.3. Analisi sulla ripartizione del valore creato ai soggetti interni

valore aggiunto è andato a distribuirsi tra i diversi soggetti nell’arco di tempo considerato. Un aumento nelle percentuali di remunerazione ad un determinato soggetto interno non sempre rappresenta un accrescimento in valore assoluto delle sue retribuzioni, bensì evidenzia che è mutato il peso della sua remunerazione rispetto a quella degli altri soggetti considerati. Infatti, gli indicatori di composizione analizzano la struttura di ripartizione della ricchezza ai vari stakeholder interni, piuttosto che i miglioramenti o i peggioramenti in valore assoluto delle distribuzione di ricchezza ai vari soggetti interni.

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Indicatori di composizione

Gli indicatori di composizione possono essere calcolati al momento della riclassificazione dei bilanci per creazione e distribuzione di valore114. I suddetti

indicatori rappresentano in valori percentuali il peso che la remunerazione attribuita a ciascun soggetto interno ha sul totale del valore aggiunto/valore aggiunto integrato. Il valore esplicativo di tali indici assume la sua massima importanza qualora si osservi l’andamento di ciascun rapporto in un determinato arco di tempo, oppure si voglia mettere a confronto l’andamento dei differenti indicatori considerando diversi settori produttivi o diverse realtà economiche.

Gli indicatori di composizione possono essere rappresentati, come:

L*= (L/Va)*100 F*= (F/Va)*100 P*= (P/Va)*100 S*= (S/Va)*100 A*= (A/Va)*100 M*= (M/Va)*100 Dove:

Va = indica l’ammontare di valore aggiunto.

L = quota di valore aggiunto destinata alla remunerazione del personale dipendente.

F = quota di valore aggiunto destinata alla remunerazione dei finanziatori.

P = quota di valore aggiunto destinata alla remunerazione della pubblica amministrazione.

S = quota di valore aggiunto destinata alla remunerare ai soci.

A = quota di valore aggiunto destinata alla remunerazione del sistema azienda.

M = quota di valore aggiunto destinata alla remunerazione dei fondi mutualistici.

114 Per ciascuna azienda gli indicatori di composizione possono essere visionati già dal prospetto di

riclassificazione, in quanto la distribuzione di ricchezza ai diversi soggetti viene espressa anche in valore percentuale rispetto al valore aggiunto/aggiunto allargato.

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L’ esito degli indicatori di composizione può variare da un risultato pari allo 0%, nel caso in cui allo stakeholder analizzato non venga riconosciuta nessuna remunerazione, ad un valore pari al 100%, nel caso in cui ad un determinato soggetto interno venga attribuita l’intera ricchezza creata nell’anno. Nel caso della pubblica amministrazione, del sistema azienda, il rapporto percentuale può assumere un valore negativo nei casi in cui l’attività economica consumi ricchezza anziché produrla. Il significato di una remunerazione negativa per la pubblica amministrazione è legato alla presenza di contributi ricevuti dalla P.A. in quantità superiore alle imposte pagate e, quindi, a un “finanziamento” pubblico nei confronti dell’azienda. Il segno negativo della remunerazione al sistema impresa rappresenta il depauperamento del patrimonio netto utilizzato per far fronte alle esigenze della gestione (nel caso si verifichi una perdita d’esercizio superiore agli ammortamenti imputati a CE).

L’andamento nel tempo delle remunerazioni ai soggetti interni, sia in valore assoluto sia percentuale, è di notevole importanza per lo studio della ripartizione della ricchezza creata da ogni azienda. In particolare, l’analisi in valore assoluto delle

remunerazioni ai diversi stakeholder può essere condotta tutte le volte in cui l’analisi è incentrata su una singola impresa che utilizza la riclassificazione per valore aggiunto per uso interno. Nel caso in cui si voglia studiare un numero elevato di aziende risulta, invece, più significativo considerare i valori percentuali che forniscono dati più sintetici e confrontabili. Inoltre, i dati percentuali mostrano con maggiore chiarezza la struttura della distribuzione di ricchezza ai vari stakeholder; mentre, i valori assoluti analizzano più approfonditamente l’andamento delle remunerazioni nei diversi periodi indagati

Il risultato di ciascun indicatore di composizione può rappresentare la base di partenza per ulteriori approfondimenti attraverso l’utilizzo dei valori assoluti nello studio del rapporto fra ciascun stakeholder e l’azienda (ad esempio lo studio dei rapporti con la pubblica amministrazione e i benefici che da essa vengono ottenuti).

Remunerazione ai lavoratori non soci

L’incidenza della remunerazione alla forza lavoro non dovrebbe variare in misura proporzionale al variare del valore creato ma dovrebbe avere un andamento a gradoni qualora l’azienda si trovi in uno stadio di crescita o di crisi che renda necessaria la ristrutturazione dell’organico. Inoltre, la remunerazione al fattore lavoro è legata alle leggi che la disciplinano, di conseguenza non si può ipotizzare un aumento o una diminuzione significativa nella remunerazione del fattore lavoro slegata dalle volontà legislative. In altre parole, la remunerazione al fattore lavoro è una remunerazione di tipo “fisso” che non dovrebbe variare in maniera diretta con la variazione del valore creato, quindi, in tutti i casi in cui si verificano degli incrementi o decrementi in questa grandezza saranno probabilmente legati a nuove assunzioni o licenziamenti di dipendenti.

82 Remunerazione agli apportatori di capitale di credito

Anche le remunerazioni ai terzi finanziatori non sono strettamente legate all’andamento del valore creato e del valore aggiunto. Infatti, l’aumento delle remunerazioni ai terzi finanziatori discende dall’indebitamento che caratterizza ciascuna azienda e dal tasso di interesse ad esso applicato. Un’azienda può ricorrere all’indebitamento qualora il capitale che la stessa riesce a produrre non sia più sufficiente per il suo sviluppo; mentre il tasso di interesse applicato non può superare i limiti previsti dalla legge.

Remunerazione alla pubblica amministrazione

La remunerazione alla pubblica amministrazione è composta da due parti: il riconoscimento degli oneri sociali; il riconoscimento delle imposte di competenza che le cooperative devono pagare allo Stato. La remunerazione per oneri sociali non varia in maniera proporzionale con l’aumento del valore creato, bensì ha un andamento a gradoni che segue l’andamento delle remunerazioni al personale dipendente, mentre la remunerazione per le imposte di competenza dovrebbe variare proporzionalmente alla creazione di valore da parte dell’azienda; infatti, considerati i costi deducibili costanti, alla determinazione di un maggiore valore creato dovrebbe corrispondere un maggior utile ante-imposta e di conseguenza un più ampio quantitativo di imposte. Anche in questo caso, quindi, la remunerazione al soggetto in analisi non dipende completamente dall’andamento del valore creato, anzi la parte che ne subisce gli effetti è piuttosto limitata. Le cooperative a mutualità prevalente calcolano le imposte secondo un regime privilegiato per cui l’imponibile da considerare risulta inferiore rispetto a quello determinato nelle società capitalistiche. Inoltre, l’ammontare di remunerazione alla P.A. deve essere considerato al netto dei contributi riconosciuti dagli enti pubblici alla cooperativa. In altre parole, l’ammontare di remunerazione alla pubblica amministrazione che varia in proporzione all’andamento della creazione di valore è limitatissimo nelle società cooperative a mutualità prevalente e inoltre questo valore può essere ulteriormente ridotto o annientato nel caso in cui vengano corrisposti dei contributi.

Remunerazione ai soci

La remunerazione ai soci e per sua natura residuale e quindi fortemente legata all’andamento del valore creato prima e del valore aggiunto poi. Sono, infatti, i soci che in prima persona vedono la propria remunerazione influenzata dall’andamento della gestione.

83 Remunerazione al sistema impresa

La remunerazione al sistema azienda può essere suddivisa in due tipologie.

La prima tipologia fa riferimento alla remunerazione degli elementi strutturali dell’azienda (comprendendo sia i beni in proprietà sia quelli acquisiti tramite locazione finanziaria) al fine di mantenere la loro capacità produttiva inalterata. Fra essi rientrano: la quota dei costi per godimento beni di terzi imputabile come ammortamento dei beni acquisiti in leasing; ammortamenti e svalutazioni. La remunerazione degli elementi strutturali presenta la natura di costo fisso in quanto legata alle decisioni di acquisto e utilizzo delle immobilizzazioni effettuate in periodi precedenti.

Il secondo tipo evidenzia, invece, l’incremento del valore del patrimonio netto per via della variazione delle riserve generata dalla mancata distribuzione degli utili negli esercizi precedenti. Tale indicatore mostra l’impegno che ciascuna azienda riserva all’autofinanziamento al fine di rafforzare la propria struttura produttiva e garantirsi una futura sopravvivenza. Questa parte di remunerazione è quella che dipende in maniera proporzionale dalla creazione di valore dell’azienda e di quanto di essa è rimasto dopo la copertura delle remunerazioni agli altri soggetti esterni e interni.

In sintesi anche la remunerazione al sistema impresa non varia completamente e in maniera proporzionale all’aumentare del valore creato, bensì solo la parte relativa all’autofinanziamento delle imprese è influenzata dall’andamento del VC.

Remunerazione ai fondi mutualistici

La remunerazione ai fondi mutualistici essendo una remunerazione percentuale (3%) da calcolare sull’utile d’esercizio è proporzionale all’andamento del valore creato e risente dei costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività aziendale. Infatti, se all’aumento del valore creato aumentano anche i costi esterni e il peso riconosciuto alla remunerazione di alcuni soggetti interni, la remunerazione ai fondi mutualistici non otterrà nessun miglioramento.

La ripartizione di ricchezza ai soggetti interni ed esterni segue necessariamente l’andamento della creazione di valore. Le remunerazioni ai soggetti interni che prima degli altri sono colpiti o avvantaggiati da una riduzione/aumento del valore creato sono quelli rappresentati da remunerazioni variabili, quali: la remunerazione ai soci, la remunerazione al sistema azienda per la parte di ritenzione di utili, la remunerazione alla pubblica amministrazione per la parte relativa alle imposte dirette e infine la remunerazione ai fondi mutualistici. Fra le remunerazioni ai soggetti interni ce ne sono alcune che non variano in maniera diretta con la variazione del valore della

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produzione e sono i cosiddetti costi fissi115, quali: la remunerazione al personale

dipendente, la remunerazione al sistema aziendale per la parte relativa agli ammortamenti, la remunerazione alla pubblica amministrazione per la parte relativa alla remunerazione per gli oneri sociali. L’aumento di distribuzione a favore di questi soggetti può variare con l’andamento del valore creato se questo presenta una crescita costante in diversi esercizi. Mentre, la remunerazione agli apportatori di capitale di credito può variare a seconda delle politiche di finanziamento adottate dall’azienda.

In sintesi, definito l’andamento della creazione di valore e la sua distribuzione ai soggetti interni ed esterni, lo studio degli indicatori di composizione ci aiuta a capire la struttura di ripartizione di ricchezza assunta nei diversi settori produttivi o nelle diverse tipologie di impresa a favore dei soggetti interni d’azienda. Gli indicatori di composizione non ci possono mostrare l’effettivo andamento delle remunerazioni a ciascun soggetto considerato116 ma possono farci capire, indicativamente, chi fra i

soggetti individuati ottiene i maggiori riconoscimenti in termini percentuali