• Non ci sono risultati.

Analisi strategica del Porto di Piombino: Impostazione strategica attuale

2. Il Caso: il Porto di Piombino

2.3. Analisi strategica del Porto di Piombino: Impostazione strategica attuale

Procediamo quindi ad effettuare un’analisi dell’impostazione strategica attuale per quanto riguarda la gestione, da parte dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, del porto di Piombino.

Si deve innanzitutto precisare che, essendo l’Autorità di Sistema Portuale un ente pubblico, il suo obiettivo non è riscontrabile nel profitto, quanto nella creazione di valore per la società. Questa ragion d’essere, come sottolineano i suoi dirigenti, permea inevitabilmente tutti gli aspetti riguardanti la gestione del porto, con il rischio, a volte, di essere in contrasto con le condizioni di economicità essenziali per la sopravvivenza di un’azienda.

Ad ogni modo, parlando di quella che è l’impostazione strategica attuale, è bene soffermarci dapprima sull’idea imprenditoriale, che definisce l’operare dell’ente e funge da fonte ispiratrice per l’intera attività di gestione del porto.

È bene ricordare quanto il momento attuale rappresenti una fase di profondi mutamenti per la gestione del porto di Piombino. Infatti, come già accennato, è solo recentemente che, con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 169 del 2016, si è avuta la trasformazione da Autorità Portuale ad, appunto, Autorità di Sistema Portuale. Si tratta in altri termini di due enti, l’Autorità Portuale di Piombino e quella di Livorno, dapprima separate, che sono state riunite in un unico ente, con tutte le difficoltà di tipo organizzativo e strutturale che ne possono conseguire.

Si potrebbe pensare che il termine “idea imprenditoriale” possa non essere affiancabile ad una logica di gestione di un ente pubblico, sia in ragione della natura stessa dell’ente, che persegue fini di pubblica utilità, sia per l’assenza di un vero e proprio “imprenditore”. Tuttavia, le motivazioni di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione alla base del decreto che ha istituito le quindici autorità di sistema portuale italiane, sembrano volte, ed i soggetti presenti in Autorità ce lo confermano, a cercare di imprimere proprio una logica di tipo imprenditoriale a questi enti, sempre tenendo fermo, chiaramente, l’obiettivo di massimizzare l’utilità sociale.

Questo tipo di impronta imprenditoriale nella gestione di un bene pubblico, sebbene già visibile nell’ex autorità Portuale di Piombino anche prima del decreto, è ancor più visibile grazie alle nuove disposizioni messe in atto dal decreto stesso.

Infatti, per quanto riguarda la gestione delle stesse, ciascuna Autorità di Sistema Portuale sarà guidata da un board, il "Comitato di gestione", composto da 3 a 5 soggetti, con il ruolo di decisore pubblico istituzionale, a sua volta guidato da un Presidente manager, scelto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d'intesa con le Regioni interessate, tra i soggetti dotati di "comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale”. Già con questo indirizzo si può carpire come ci sia stata una volontà da parte del legislatore di assicurare una base meritocratica al sistema di gestione delle cariche presidenziali, oltre ad un meccanismo di governo che si rifà a quello delle grandi aziende. Quello che si è potuto osservare durante la nostra permanenza all’interno degli uffici dell’Autorità, in riferimento alla gestione del porto di Piombino, è la presenza allo stato attuale, e presumibilmente anche in tempi passati, di una logica che molto si accosta a quella di tipo imprenditoriale, con una grande attenzione all’economicità e all’efficienza. È infatti abbastanza scontato ricordare che, proprio in ragione della sua natura, gran parte dei fondi di cui l’autorità portuale dispone provengono dalle casse statali. Questo, per ovvi motivi, fa sì che sia richiesto ai dirigenti una maggiore attenzione proprio nell’allocazione ed utilizzo delle risorse che, oltre ad essere impiegate nel miglior modo possibile, devono anche dimostrare alla comunità i benefici che essa può trarne. La sua funzione sociale è ancora più rilevante in questo momento, in cui la città di Piombino si trova in una situazione di stallo economico dovuto alla crisi dell’industria siderurgica16.

16 La città di Piombino ed anche il porto stesso hanno a lungo prosperato grazie alla ricchezza ed ai traffici

generati dallo stabilimento siderurgico Lucchini, sito proprio nelle aree retroportuali. Con l’avvento della crisi del 2008 ed il conseguente fallimento dello stabilimento, molte persone si trovano attualmente senza lavoro o a carico degli ammortizzatori sociali. Da questo punto di vista il porto di Piombino, pur avendo visto venire meno la parte dei suoi traffici industriali legati alla Lucchini, rappresenta per la città e l’indotto intero una fondamentale risorsa per la rinascita del territorio, dato il suo potenziale economico.

In effetti, l’intera città di Piombino da sempre ha visto il proprio benessere legato allo stabilimento Lucchini. Il porto non era da meno, potendo contare sugli importanti traffici proprio di questo stabilimento, e vivendo praticamente in simbiosi con esso. Infatti, come si ricorderà dal paragrafo che tratta la storia del porto, esso nasce proprio come porto siderurgico, prosperando nel tempo soprattutto grazie al mercato dell’acciaio.

Fortunatamente, come si è visto, nel corso del tempo lo scalo piombinese è riuscito a differenziarsi, pur mantenendo le proprie attività core intorno al settore industriale, diventando così un porto polifunzionale, idoneo anche ad accogliere attività di tipo commerciale e turistico.

Attualmente, il porto di Piombino si trova alle prese con profondi mutamenti anche di carattere strutturale, oltre che ai già accennati cambiamenti riguardo la sua gestione.

Infatti, il venir meno della “sicurezza” dei traffici siderurgici, ha inevitabilmente portato ad una presa di coscienza da parte dei vertici riguardo all’impossibilità di mantenere nel tempo lo stesso assetto presente prima della crisi.

La sua vocazione principale ha subito un notevole ridimensionamento, ed inevitabilmente è richiesto un cambio di rotta, in termini di differenziazione delle attività, che consentirebbe al porto di eliminare la stretta dipendenza con le attività che oggi non possono più essere svolte. Tutto questo, lo ricordiamo, con la consapevolezza di doversi reinventare in una chiave di complementarietà con lo scalo Livornese.

Per quanto concerne alla gestione delle attività portuali, in generale l’autorità di sistema portuale è quel soggetto pubblico che gestisce, coordina e regolamenta il porto e le sue attività, con l’obiettivo primario di valorizzarne i traffici.

Ogni porto ospita lo svolgimento di numerose attività, attenenti sia al settore industriale, commerciale o turistico. Queste attività, di cui risulterebbe ardua le redazione di un elenco esaustivo, vanno dalla semplice movimentazione di merci, persone e mezzi, ad attività più complesse come quelle legate a veri e propri processi industriali. Ogni porto, proprio in relazione alle proprie peculiarità ed alle caratteristiche del suo territorio, si trova ad ospitare determinate attività piuttosto di altre.

Questo ovviamente vale anche per le attività svolte nel sistema portuale di Piombino, la cui gestione, coordinamento e regolamentazione è affidata all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale. In particolare, queste attività attengono a:

L’attività che probabilmente rappresenta maggiormente l’operato dell’Autorità di Sistema Portuale, è quella che riguarda il sistema infrastrutturale del porto, sia in termini di sviluppi ed ammodernamenti delle infrastrutture esistenti, sia per la realizzazione di nuove.

Questi tipi di interventi decisi dall’Autorità stessa, ovviamente con il benestare degli enti di competenza in termini di fattibilità e sostenibilità ambientale, sono quelli che più identificano e dimostrano la direzione strategica verso cui il porto di Piombino viene guidato. Negli ultimi anni, molti sono stati gli interventi che sono stati intrapresi con riferimento alle infrastrutture portuali, in attuazione del Piano Operativo Triennale approvato nel 2013, orientato ad una crescita di competitività per il porto di Piombino.

Attualmente, i principali interventi strutturali messi in atto dall’Autorità, e che sono ancora in corso di realizzazione, si riferiscono principalmente a:

o Interventi di ammodernamento ed ingrandimento del molo cosiddetto “Batteria”, che è in corso di ammodernamento e sviluppo in lunghezza per poter accogliere in un futuro prossimo navi da crociera di maggiori dimensioni e per offrire riparo dai forti venti e mareggiate l’interno del porto stesso. Questo intervento è attualmente nelle fasi finali della sua realizzazione;

o Realizzazione di nuove aree affaccianti sul porto, che fanno parte di un progetto, in collaborazione con il Comune di Piombino, per la realizzazione di lotti per l’insediamento futuro di imprese e che consentirà di ampliare anche il punto di ormeggio esistente situato sul fosso Terre Rosse, attraverso la sua risagomatura;

Oltre a questi due specifici interventi, l’Autorità di Sistema è costantemente impegnata nello studio e nella realizzazione di tutti gli interventi di messa in sicurezza e di bonifica delle strutture ed infrastrutture portuali.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che, nella realizzazione di tutte queste attività, l’Autorità pone grande attenzione alle tematiche ambientali, sia in termini di standard qualitativi e di procedure di attuazione, sia ovviamente durante la scelta di quali interventi realizzare e nella loro progettazione.

- Movimentazione passeggeri

Con le sue rotte per l’isola d’Elba, per la Corsica e per la Sardegna, il porto di Piombino rappresenta uno snodo fondamentale per la movimentazione dei passeggeri. Questo tipo di

traffici rappresentano l’attività principale che viene svolta nel porto che, ad ogni modo, non è gestita direttamente dall’autorità di sistema.

Infatti, l’attività di trasporto passeggeri viene effettuata materialmente dalle compagnie di navigazione, che si occupano di svolgere materialmente il servizio. Ovviamente l’autorità vigila che queste compagnie, che nello specifico sono: Moby e Toremar (di proprietà della stessa persona), la Corsica-Sardinia Ferries e la Blu Navy (che opera solo nei mesi estivi), offrano un servizio per il pubblico adeguato e rispettino i principi etici dell’autorità stessa. Anche la gestione delle biglietterie è delegata alle singole compagnie, che svolgono questo tipo di attività all’interno degli edifici portuali. D’altro canto, le procedure di imbarco e sbarco di passeggeri e mezzi è demandata, per quanto riguarda le operazioni svolte a terra, ad un’ulteriore compagnia portuale che come vedremo, si occupa anche delle attività di carico e scarico delle navi mercantili.

In ogni caso, a testimoniare l’importanza di questa attività, si pensi che nel 2016, il porto piombinese è stato il terzo porto italiano per traffico passeggeri, superato solo da quelli di Napoli e Messina, registrando un lieve aumento rispetto all’anno precedente.

Inoltre attualmente, il porto di Piombino, forte dei numerosi siti di interesse archeologico, storico e naturale, che si trovano nelle sue immediate vicinanze, si sta aprendo anche ai traffici crocieristici. Questo è stato possibile perché di recente, con una serie di interventi, si è dotato delle strutture necessarie ad accogliere navi da crociera, seppur ancora di modeste dimensioni.

- Movimentazione merci

A riguardo, occorre fare una distinzione tra traffico ro-ro, rinfuse e contenitori.

Il traffico ro-ro (roll-on, roll-off) letteralmente significa ciò che entra su ruote ed esce su ruote. Si tratta di quel tipo di traffico commerciale in cui i mezzi su gomma vengono imbarcati sulle navi e sbarcati in un altro luogo.

Nel porto di Piombino questo tipo di attività viene svolta tramite i traghetti e le navi utilizzate anche per il traffico passeggeri, tuttavia i suoi volumi, in termini comparativi rispetto agli altri scali, sono ben più bassi. Il volume di merci movimentate con questo tipo di attività è rimasto grossomodo costante nel 2016 rispetto al 2015.

Per quanto riguarda al traffico rinfuse, che possono essere solide o liquide, il porto di Piombino ha assistito ad un continuo calo dei volumi, con una riduzione di circa il 50% tra l’anno 2008 ed il 2009, in corrispondenza dell’arrivo della crisi che ha avuto effetti devastanti sulle imprese presenti nel territorio piombinese ed in particolar modo sulla

Lucchini s.p.a., ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria nel 2012 e rilevata dal gruppo Cevital s.p.a. nel 2015.

In particolare, dal 2008 al 2016, il traffico delle rinfuse liquide ha registrato, relativamente ai movimenti nel porto di Piombino, un calo superiore all’80% (da 219.924 a 36.800 tonnellate), per le rinfuse solide, il calo è stato, sempre per lo stesso periodo, superiore al 70% (da 6.259.777 a 1.666.263 tonnellate).

L’ultima tipologia di traffico merci, ovvero quella attenente alla movimentazione dei contenitori, non viene attualmente effettuata nel porto di Piombino.

Si presentano di seguito i dati relativi ai vari movimenti nei vari porti italiani:

Movimenti nei principali porti italiani per l’anno 2016

Riguardo alla logistica, la zona adibita al traffico merci è separata, per ovvi motivi di sicurezza, dalla zona passeggeri, ed è dotata, oltre che di tutte le attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività di carico e scarico, di tutte le infrastrutture che permettono lo stoccaggio dei beni da imbarcare.

- Predisposizione delle misure di sicurezza

Ogni porto, in quanto punto di accesso alla terraferma e quindi al territorio statale, ha anche la funzione di dogana. Questo comporta una serie di obblighi, dal punto di vista delle misure di sicurezza da adottare, che l’autorità di sistema portuale deve rispettare rigorosamente. Si pensi al riguardo alla possibilità che vengano introdotti beni o merci illegali all’interno del territorio nazionale, oppure al controllo sulle identità dei soggetti che transitano dal porto. Oppure si pensi al rischio derivante dall’eventualità che le merci, le attrezzature o gli edifici facenti parte dell’intero complesso portuale vengano danneggiati o distrutti. Essendo beni pubblici ciò rappresenterebbe un danno non solo economico, ma, soprattutto in una situazione di stallo economico come quella in cui versa la città di Piombino, anche sociale. Un ulteriore fattore di rischio a cui l’autorità deve porre rimedio è rappresentato, ovviamente, ai possibili incidenti che possono verificarsi durante lo svolgimento di una qualsivoglia attività portuale.

In aggiunta a queste eventualità, si deve anche considerare la sempre presente minaccia di eventuali attacchi di natura terroristica, che potrebbero colpire quello che, di fatto, è un obiettivo sensibile come il porto.

Al fine di arginare tutti questi fattori di rischio, oltre alla realizzazione di strutture, quali “caselli” dotati di sistemi di sicurezza che sono stati istallati agli ingressi del porto, l’autorità di sistema si avvale della collaborazione di un’agenzia di vigilanza che si occupa della sicurezza nell’area portuale.

Oltre a tutte queste misure, nel corso dell’anno 2013, il sistema di controllo dell’Autorità è stata dotata di un sistema Radar in Banda X che consente il monitoraggio degli accessi in porto via mare da parte di ogni tipo di unità, integrato da un sistema Oil Spill Detection (OSD) per la rilevazione di inquinamento da idrocarburi e da un ulteriore sistema per il monitoraggio delle onde e delle correnti.

Attualmente è così che il sistema portuale di Piombino è strutturato. Si tratta di un polo estremamente valido dal punto di vista strutturare e localizzato in una posizione fortemente strategica, nato con una forte vocazione industriale-siderurgica ma che si è visto venire meno la grande capacità di generazione di carico che il territorio limitrofo possedeva. In aggiunta a questo, la nuova governance, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, si trova a doversi confrontare con tutte le problematiche scaturenti dall’ “accorpamento” di due realtà portuali molto diverse e per certi aspetti in conflitto tra loro (ci riferiamo in particolare ad i due porti di maggiori dimensioni, quello di Piombino e quello di Livorno).

Si renderà quindi necessaria la realizzazione di un progetto strategico che sia in grado di valorizzare entrambi i poli senza creare dei conflitti di tipo concorrenziale.

Documenti correlati