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Cenni storici sul Porto di Piombino

2. Il Caso: il Porto di Piombino

2.2. Cenni storici sul Porto di Piombino

Per quanto concerne alla sua gestione, l’ormai ex Autorità Portuale di Piombino nacque nel 1994 per effetto dell’art. 6 comma 8 della legge n. 84 dello stesso anno. Tale comma stabiliva la costituzione per legge di alcune delle Autorità Portuali italiane, mentre per l’istituzione di altre, tra cui quella di Piombino, poneva dei requisiti minimi in termini di numero di passeggeri e traffico di merci.

Poiché il porto di Piombino già possedeva tali requisiti al momento della promulgazione di tale legge, a partire dal primo gennaio 1995 prese avvio l’iter per la costituzione della sua Autorità Portuale. La sua costituzione ufficiale avvenne il 22 marzo dell’anno seguente, con le firme degli allora ministro dei trasporti e della navigazione e Presidente della Repubblica, rispettivamente Caravale e Scalfaro. In quel momento sorse l’Autorità Portuale di Piombino,

che iniziò ad amministrare il porto prendendo le consegne dal comando delle capitanerie di Porto, che fino a quel momento aveva ricoperto quel ruolo amministrativo.

L’Autorità Portuale ha continuato ad espandersi nel corso degli anni arrivando, dall’anno 2000, ad amministrare, oltre al porto di Piombino, anche quelli elbani di Portoferraio e Rio Marina, seguendo le linee guida dettate da Stato e Regione volte alla creazione di un sistema coordinato e sinergico tra questi porti.

Il suo ruolo di amministratore di questi tre porti ha continuato fino all’emanazione già citato decreto legislativo n. 169 del 2016, che ha sancito, tra le altre, l’istituzione della nuove Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, che è subentrata nella gestione dei porti sopra citati, oltre a quelli di Livorno e Capraia isola.

Al fine di compiere la nostra analisi strategica, riteniamo sia utile presentare brevemente quella che è stata l’evoluzione storica del porto di Piombino, al fine di meglio illustrare il valore storico, strategico ed economico che esso vanta.

La storia del porto di Piombino risale addirittura al V secolo d.c., tempo in cui esso, situato a ridosso del centro storco, era conosciuto con il nome di porto di Falesia. Precisamente, le prime testimonianze che si hanno si devono a Rutilio Namaziano, che nel 417 vi approdò in ritorno dalla Gallia. Nasce come porto atto al commercio di materie prime, in particolare il ferro provenienti dall’isola d’Elba, ed i prodotti finiti destinati a tutto il mar Mediterraneo, che venivano scambiati già dagli Etruschi.

Nel corso del Medioevo ha rappresentato un importante centro di scambi commerciali e si è trovato più volte al centro delle diatribe tra le repubbliche marinare di Genova e Pisa, fornendo in più occasioni un riparo per le imbarcazioni pisane.

La costruzione del porto di Piombino nella sua attuale ubicazione, si ha invece agli inizi del ‘900, precisamente negli anni compresi tra l’Unità ed il primo conflitto mondiale, anni in cui la città, forte dello sviluppo della moderna impresa siderurgica e della crescita demografica, si rese conto della necessità di dotarsi di un porto moderno e funzionale. Già in questa prima fase assume il suo grande valore strategico, legato proprio alle grandi industrie siderurgiche ed alla grande richiesta di acciaio per scopi bellici.

Anche durante la seconda guerra mondiale il porto di Piombino continuò a rappresentare un asset dal grande valore strategico, tanto da far sì che divenisse oggetto di bombardamenti, che lo distrussero quasi interamente.

Rappresentando l’unico sbocco commerciale per la città, la ricostruzione che ebbe per oggetto le banchine e le dighe del porto di Piombino, fu immediata nel dopoguerra e consentì una rapida ripresa dei traffici.

Questo processo di ricostruzione, che comunque terminò a metà degli anni ’60, portò alla definizione di due macro aree portuali, quella commerciale, con la creazione delle darsena “Premuda”, e quella industriale, con le darsene “ILVA” e “Magona”, dai nomi delle industrie che ne facevano uso.

Contemporaneamente, con il boom economico degli anni ’60 e ’70, il crescente benessere generale permise anche lo sviluppo dei traffici turistici rendendo di fatto il porto di Piombino, grazie alla sua vicinanza all’isola d’Elba e all’arcipelago toscano, uno dei maggiori porti a livello italiano per traffico passeggeri, contando circa un milione di passeggeri annui.

Tuttavia, nonostante la nuova vocazione turistica, nei primi anni ‘70 il porto di Piombino vide rallentare il suo sviluppo, sia a causa di alcuni aspetti strutturali, in particolare la mancanza di una diga idonea a riparare il porto dai forti venti e mareggiate e della scarsa profondità dei fondali, sia per l’avvento della crisi strutturale della siderurgia che sarebbe poi esplosa negli anni ‘80. Tutto questo rese necessario, proprio al fine di mantenere il proprio carattere polifunzionale di porto commerciale, industriale e turistico, la realizzazione di molti interventi infrastrutturali, come il consolidamento della scogliera, del molo foraneo e della banchina Premuda, l’approfondimento dei fondali, il banchinamento della darsena Magona la realizzazione della darsena Capitaneria e di un pontile per l’attracco dei traghetti. Nonostante il continuo aumento dei traffici negli anni successivi, agli inizi degli anni ’90 il porto di Piombino, per quanto esprimesse una corrispondenza tra gli spazi a dedicati all’area industriale e le necessità delle industrie stesse, era ancora carente di alcuni elementi strutturali necessari all’attività commerciale, quali sufficienti strutture a mare, di adeguati servizi a terra e di adeguati collegamenti viari.

Questa situazione evolse solo con l’approvazione, nel giugno del 1990, di un “Piano Particolareggiato di Esecuzione delle Aree Portuali”, contenente gli interventi strutturali necessari ad un rilancio della vocazione commerciale del porto, ovvero la realizzazione di una scogliera in allineamento alla diga foranea, lo sbancamento del Poggio Batteria, l’individuazione di aree da destinarsi ai parcheggi.

Tuttavia, nonostante questo piano, non tutte le criticità del porto di Piombino sono state affrontate e superate tempestivamente, arrivando alla realizzazione di alcune opere solo dopo il 2000.

Attualmente infatti, il porto di Piombino rappresenta sempre di più un’importante risorsa per il territorio, avendo superato alcune delle criticità strutturali sopra descritte, con la realizzazione del molo “Batteria”, l’adeguamento dei fondali alla profondità attuale e

l’ampliamento e l’ammodernamento delle strutture portuali. Purtroppo va comunque precisato il notevole rallentamento della sua funzione industriale avvenuto dal 2008, causato proprio alla crisi delle imprese siderurgiche che si sono susseguite nei territori adiacenti al porto.

In ogni caso, per quanto ancora modesto dal punto di vista delle sue dimensioni, il porto di Piombino possiede notevoli potenzialità in termini di crescita e sviluppo nell’immediato futuro, sia per le risorse di cui dispone, sia per i progetti che il suo amministratore, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, ha intenzione di realizzare.

2.3. Analisi strategica del Porto di Piombino: Impostazione strategica

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