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4. Commento alla traduzione

4.1 Analisi traduttiva e tipologia testuale

Il primo passo da compiere nell’affrontare una traduzione interlinguistica, intesa come procedimento di resa di un testo in un’altra lingua ed attuato nel rispetto delle intenzioni del suo autore107, è la lettura del testo originale. Il traduttore, va notato, è “un lettore capace di bloccare

determinate possibilità interpretative del proprio lettore modello e di attivarne altre non previste nel prototesto, il testo originale”108. L’operazione di lettura preliminare, infatti, assume in ambito

traduttivo connotazioni specifiche. Come nota Newmark:

[y]ou begin the job by reading the original for two purposes: first, to understand what it is about; second, to analyze it from a ‘translator’s’ point of view, which is not the same as a linguist’s or a literary critic’s. You have to determine its intention and the way it is written for the purpose of selecting a suitable translation method and identifying particular and recurrent problems109.

Se prendiamo temporaneamente in considerazione tre delle sei variabili identificate da Jakobson110 come parte del processo comunicativo, la base della comunicazione, sia orale che scritta, è definita dalla presenza di un emittente, di un messaggio e di un destinatario. Al centro di tale comunicazione si trova quella “trama di singoli fili che da vita a un tessuto organico”111 in cui si

configura il messaggio, ossia un testo. Ciascuno di questi “fili” sarà potenziale veicolo di informazione; tuttavia, un testo si definisce tale solo quando rispettoso di due principi di base: quelli di coesione – relativo ai rapporti grammaticali e sintattici fra le sue parti – e di coerenza – cioè appropriatezza dal punto di vista semantico e stilistico112.

A proposito della natura dei testi, Hatim e Mason113 affermano: “texts […] are units which are

variable in nature, and texts purposes may only be viewed in terms of ‘dominances’ of a given purpose or contextual focus”. In base alla diversa intenzione sottesa ai testi, essi individuano testi argomentativi, istruttivi ed espositivi. Due varianti del testo espositivo, incentrato sull’esposizione di

107 Paul, Newmark, A Textbook of Translation, London, Prentice Hall, 1988, p. 5. 108 Bruno, Osimo, Manuale del traduttore, Milano, Hoepli Editore, 2017, p. 49. 109 Newmark, op. cit., p. 11.

110 Osimo, op. cit., p. 24.

111 Luca, Serianni, Italiani scritti, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 23. 112 Ivi, pp. 27-41.

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un concetto, sono il testo narrativo e quello descrittivo. Mentre il tipo descrittivo ha a che fare con la descrizione di oggetti e situazioni, il tipo narrativo si concentra sull’esposizione di azioni ed eventi ordinati secondo una specifica sequenza, appunto, narrativa.

Dato che l’esposizione di azioni ed eventi, in cui si situa all’interazione fra personaggi, si dispiega lungo un intreccio narrativo, i testi di Hon Lai-chu e Tse Hiu-hung, raccolti nei due volumi di Shuangceng cidian 雙城辭典del 2013, saranno classificabili come testi narrativi e, nello specifico, faranno parte della categoria del racconto.

L’intenzione comunicativa di un autore è veicolata dalle possibilità espressive offertegli dalla lingua; quest’ultimo adopera le sue funzioni per mettere in atto il proprio messaggio. Rifacendosi a Jakobson, Newmark114 distingue tre principali funzioni del linguaggio, a cui associa anch’egli tre diverse tipologie di testo: funzione informativa, vocativa ed espressiva. È quest’ultima che prende forma nei testi di “serious imaginative literature”115. Egli nota come nei testi espressivi ciò che

qualifica un testo specifico in quanto opera di uno specifico autore sia l’impiego inusuale, marcato, della lingua ai suoi vari livelli. In altre parole, ciascun testo di natura artistico-letteraria è caratterizzato da una lingua unica, un “idioletto” o “dialetto personale” dell’autore. Collocazioni poco frequenti, metafore originali, neologismi, uso non convenzionale della sintassi fra gli altri, sono i tratti distintivi di questa tipologia.116 In essi la funzione espressiva si affianca spesso – talvolta in rapporti conflittuali ed asimmetrici – a quella estetica o poetica, funzione per la quale è la forma del messaggio ad essere portatrice di senso117. La lingua viene modulata a livello formale “to please the senses”118, attraverso un particolare uso di artifici retorici, come le metafore o le figure di suono. In effetti, ciò che in un testo lega funzione espressiva ed estetica è proprio l’uso delle metafore: esse collegano la realtà extralinguistica a quella interiore adoperando la lingua come strumento119. Nei racconti presi in considerazione le due autrici fanno largo uso di similitudini, artificio retorico che da un lato ne accentua le qualità espressive e poetiche; dall’altro, come si vedrà in seguito, si ricollegano in qualche modo al criterio estetico dominante ipotizzato per questi testi.

114Newmark, op. cit., pp. 39-44. 115 Ibidem.

116 Ivi, p. 41.

117Osimo, op. cit., p. 43. 118 Ivi, p. 43.

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Inoltre, differenti vincoli interpretativi posti da un emittente daranno luogo a messaggi differenti e, di conseguenza, anche a diverse tipologie testuali. Rifacendoci ad Eco120, due discriminanti per la definizione di un testo sono quelle di “testo aperto” e “testo chiuso”. I testi artistici e poetici si inscrivono nella categoria di testi aperti a molteplici possibilità interpretative, in cui emittente e destinatario collaborano alla costruzione del significato del testo stesso; al contrario, nei testi chiusi ci si limita in genere a “rilevare” le informazioni che l’emittente sceglie di comunicare al destinatario, nell’unico percorso interpretativo posto da chi scrive. Va notato, però, che “i testi con cui si ha a che fare in realtà non sono mai né del tutto aperti né del tutto chiusi, ma si collocano lungo questo continuum in una delle tantissime posizioni intermedie”121.

Al di la dell’identificazione delle funzioni comunicative a cui esso assolve e ai vincoli interpretativi posti da un autore, esistono numerosi altri criteri per individuare la tipologia di un testo: possiamo osservarlo, ad esempio, in relazione al suo stile, ad un genere narrativo a cui si avvicina – o, più spesso, da cui si discosta – o al suo registro. La categorizzazione di un testo non è netta ma varia, come già detto, in funzione delle necessità poste dallo scopo per cui un testo si analizza. Ciò che invece è sempre valido è il discorso per cui all’interno di un testo si dispiegano una moltitudine di stili, registri, intenzioni comunicative e possibilità di interpretazione. In altre parole, essi hanno fondamentalmente natura ibrida e multidimensionale.