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3.1.1) GLI ANTECEDENTI STORICI CHE PORTARONO ALLA MISSIONE DI PACE DEL 1567

L’Ungheria, da sempre territorio conteso tra le potenze occidentali e quelle orientali, fu sede di numerosi scontri tra il popolo ottomano e quello cristiano. Solimano il Magnifico (padre di Selim II) si mosse contro l’Ungheria, che venne sconfitta nella battaglia di Mohacs nel 1526, e il sovrano magiaro Luigi II Jagellone morì fuggendo. Secondo gli accordi stipulati in precedenza, la corona di Luigi II sarebbe dovuta andare al sovrano asburgico Ferdinando. La nobiltà ungherese voleva però mantenere la propria indipendenza e per questo motivo venne eletto re Giovanni Zapolay (1526-1540). Inizialmente vinto dagli eserciti di Ferdinando, Giovanni chiamò in aiuto Solimano, che attaccò Ferdinando, arrivando a minacciare la capitale dell’Impero Asburgico, Vienna.

In seguito ai numerosi attacchi, nel 1538, venne stipulata la pace di Nagyvarad: stabiliva che l’Ungheria, alla morte del sovrano, sarebbe dovuta ritornare sotto il dominio asburgico. Il consigliere del re di Ungheria, Giorgio Martinuzzi, intraprese una politica, che per un certo periodo riuscì a garantire una certa autonomia al regno magiaro sottoposto continuamente agli attacchi di austriaci e ottomani. Con la morte di Giovanni Zapolay, Giorgio Martinuzzi con l’appoggio dei turchi, era riuscito a far ottenere l’affidamento del principato di Transilvania al figlio di Zapolay, Giovanni Sigismondo. Per circa un decennio dopo la morte di Giovanni Zapolay, era stato in grado di garantire la sopravvivenza di un principato indipendente, grazie ad una politica di equilibrio tra gli austriaci e i turchi. Carlo V d’Asburgo strinse una pace con Solimano il Magnifico della durata di cinque anni, che andava a consolidare il predominio turco sull’intero territorio della Transilvania.

Nel 1551 cominciò una campagna militare contro l’esercito turco, che proveniva dalle città di Buda e Belgrado e che vide prima la perdita e successivamente la

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riconquista della città di Lippa, l’odierna Lipova città della Romania. Durante le trattative per la resa turca di Lippa, Giorgio Martinuzzi riuscì ad ottenere la liberazione dei Turchi. Giovanni Battista Castaldo vide la mossa di Martinuzzi come una sorta di tradimento, pertanto informò la corte austriaca e con il permesso del sovrano Ferdinando d’Asburgo, Giorgio Martinuzzi venne ucciso. Prendendo questa morte a pretesto, i turchi l’anno seguente invasero nuovamente la Transilvania. Dal 1553 il sovrano asburgico Ferdinando aveva mandato delle lettere al regno ottomano, chiedendo di stringere una pace. È questa dunque la prima missione di pace di Antun Vrancic, che ebbe vicende alterne ma si concluse nel 1562 con l’accordo di entrambi i regni. Nel trattato di pace firmato dall’Imperatore Ferdinando d’Asburgo, il sovrano austriaco si impegnava a rinunciare ai territori della Transilvania, accettando di pagare un tributo al sultano ottomano.

La morte di Ferdinando nel 1564, fu un pretesto per i turchi per chiedere a Massimiliano II il pagamento dei tributi e dei suoi arretrati, mettendo dunque in dubbio la tregua del 1562, che prevedeva la divisione dell’Ungheria in tre parti. Il pagamento venne effettuato, ma il sovrano asburgico non voleva assolutamente rinunciare alle sue mire espansionistiche in Transilvania. L’intenzione di Massimiliano non era altro che una dichiarazione di guerra nei confronti del regno ottomano. Il sovrano asburgico si preparò dunque al conflitto e Solimano il Magnifico fece arrestare l’ambasciatore austriaco Albert Von Wys che già si trovava in territorio turco. Fu dunque questo l’episodio che scatenò l’inizio del conflitto tra Massimiliano II e Solimano il Magnifico. Nel 1566 morì il sovrano turco e questo fatto fu abbastanza determinante in quanto cambiarono i rapporti tra le due corti. Massimiliano II decise di rimanere a Vienna, mentre la morte di Solimano venne inizialmente nascosta per permettere a Selim II (figlio di Solimano il Magnifico) di raggiungere il proprio esercito in guerra. Ma il nuovo sovrano turco dimostrava di essere diverso dal padre, in quanto preferiva il denaro e i banchetti rispetto all’onore ottenuto in guerra.

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Il primo luglio dell’anno seguente la delegazione ufficiale di cui faceva parte Pigafetta, partì da Vienna per Costantinopoli, per siglare un accordo di pace che entrambi i contendenti volevano duratura. Venne dunque mandato Vrancic per stringere i termini e le condizioni del nuovo accordo di pace. È questa la missione narrata da Pigafetta all’interno dell’opera, che si conclude con la pace di Adrianopoli del 1568. Insieme al Vrancic vengono nominati anche Cristoforo Teuffbach e Albert Von Wys che già da prima si trovava a Costantinopoli. È per questo motivo che Pigafetta ha ritagliato uno spazio dedicato a questi personaggi nel suo Itinerario.

E pensando molto tra sé e ruminando chi gli paresse atto e idoneo per condurre a fine con prudenza e onore un maneggio di simil’importanza, avendosi a trattare con grande interesse dell’utile e dell’onore con barbare genti potentissime e avarissime, di due gli parve d’elegere uno, il signor Antonio Veranzio detto vescovo d’Agria, consigliero suo del regno d’Ungaria, prelato di grandissima riputazione e esperienza, il quale essendo vecchio di sessantatre anni, oltre alla scienza delle lettere… era stato mandato da Ferdinando primo a Solimano primo padri, come ora da Massimiliano secondo a Selino secondo figliuoli, imperatori quelli de Cristiani, e questi de Turchi, ambasciatore a Costantinopoli. … gli volse dar per compagnio uno onoratissimo cavaliere il signor Cristoforo Thaimphimpoch di Stiria, consigliere di guerra di sua maestà.48

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Figura 21. Hieronymus Beck von Leopoldsdorf, Massimiliano II, 1555, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Figura 22. Melchior Lorck, ritratto del Sultano Solimano il Magnifico, 1559, Statens Museum for Kunst, Copenhagen.