Attilio Brilli, scrittore e docente universitario è considerato come uno dei massimi esperti della letteratura di viaggio in Italia. Il professore specializzato in letteratura inglese, analizzò moltissimi testi di autori stranieri che trattavano il tema del viaggio in Oriente, ricavando così le informazioni che il Levante suscitava, prima, durante e dopo il viaggio, nella mente del viaggiatore occidentale, che tra il Settecento e l’Ottocento si esplorò queste terre remote che per la maggior parte degli occidentali risultavano ancora sconosciute. La letteratura di viaggio è uno spazio narrativo dove si confrontano conoscenze, usanze e paesaggi di culture estremamente diverse tra loro. Con la narrazione di viaggio dedicata all’Oriente si ottiene una fusione tra i due mondi, quello orientale e quello occidentale. Grazie alla letteratura e all’analisi di testo della narrativa odeporica è possibile superare le barriere geografiche e conoscitive che rendevano l’intero continente asiatico sconosciuto.
La maggior parte delle conoscenze che abbiamo oggi riguardo all’Oriente provengono dai viaggiatori, avventurieri ed esploratori che iniziarono ad esplorare queste terre remote, con lo scopo di scoprire i lati più nascosti e le meraviglie. Questi viaggi si intensificarono dopo la campagna di Napoleone del 1798; la curiosità che riguardava questo mondo era davvero tanta, ma oltre al piacere della scoperta, vi erano ragioni politiche e militari, in quanto si andava affermando l’egemonia europea sul resto del mondo. Per tutta la prima metà dell’Ottocento furono queste le motivazioni che spinsero uomini di diverse nazionalità ad esplorare queste terre, mentre nella seconda metà dell’Ottocento,
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esattamente nel 1869, con l’apertura del canale di Suez, per la prima volta si registrò un’evoluzione nella mente del viaggiatore. In seguito all’evento, infatti, Thomas Cook diede vita alla prima agenzia turistica e con questo possiamo dunque determinare la nascita del turismo moderno, con viaggi organizzati e maggior sicurezza per il viaggiatore.
Il viaggio in Oriente di Attilio Brilli ha dunque lo scopo di mostrare il contatto
tra i due mondi, analizzando il pensiero occidentale riguardo all’Oriente. Attilio Brilli prese dunque in esame diversi testi antecedenti alla nascita dell’impresa turistica e creò una sorta di itinerario, seguendo il viaggio intrapreso nell’Ottocento, da Chateaubriand, Alphonse de Lamartine, Richard Francis Burton, Lord Byron, solo por citarne alcuni, riportando le testimonianze dirette dei letterati. Ogni viaggiatore viene dunque percepito come una guida da coloro che intraprenderanno il viaggio negli anni seguenti. Basti pensare a come la Bibbia e Le mille e una notte, siano state considerate per secoli, guide principali per coloro che si recavano in Palestina e nei territori del Medio Oriente. Grazie a queste opere i viaggiatori ebbero l’occasione di seguire gli itinerari percorsi secoli prima da altri uomini. Ma allo stesso tempo, queste opere come Le Mille e
una notte, alimentarono l’immaginario fantastico del mondo orientale. Il viaggio
in Oriente viene, infatti, percepito come un universo misterioso e sconosciuto, che dà vita a diverse sensazioni che vanno dall’eccitazione alla meraviglia, ma allo stesso tempo risulta essere ostile, pericoloso e in alcuni casi crudele. Secondo Brilli il viaggio in Oriente ha due componenti che sono sempre presenti, ossia il pericolo e all’avventura:
Sfidare l’alea del destino, nonché i divieti più rigorosi e imposti dagli uomini, o i più ferrei tabù delle loro culture, e poi travestirsi, parlare lingue diverse da quella materna, dissimulare la propria identità, calarsi nei panni dei nativi, diventare per un certo periodo di tempo un’altra persona, e immedesimarsi in questa consustanziale alterità, tutto questo conferisce alla narrazione di viaggio in
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Oriente una straordinaria tensione immaginativa e al viaggiatore lo statuto dell’ultimo dei paladini erranti. 26
La stesura della relazione del viaggio intrapreso non era uguale per tutti, c’è chi, infatti, arrivava a comporre il testo dopo anni, descrivendone i minimi particolari che affascinavano e tuttora affascinano il lettore/viaggiatore. Poi c’era chi scriveva immediatamente tutte le sensazioni del viaggio, in quanto l’esperienza risultava essere irrepetibile e unica, ma allo stesso tempo rischiava la sua vita. Son queste le sensazioni che arricchiscono in un modo unico la letteratura di viaggio, un genere narrativo pieno di emozioni e idee che il lettore/viaggiatore si ritrova a vivere.
Il testo di Brilli, secondo la mia personale opinione, ha contribuito all’idea di Oriente, unendo fonti letterarie di diverso tipo e creando in questo modo una sorta di itinerario ideale. Spesso nei secoli l’idea di Oriente si era formata sulla base di Le mille e una notte, che nonostante fosse considerata una fonte principale d’informazione, allo stesso conteneva componenti mitiche e fiabesche che hanno contribuito a distorcere la realtà. L’opera di Brilli invece riporta tutte quelle testimonianze vissute in prima persona che illustrano la realtà di quel mondo e come esso si sia presentato agli occhi dei viaggiatori occidentali provenienti da culture, lingue e usanze diverse tra loro e che hanno intrapreso il viaggio in epoche diverse. L’Oriente si rivela al mondo occidentale attraverso i suoi temi principali: la vita dell’harem e le odalische, la figura del beduino selvaggio, il dragomanno, la vita del Serraglio, il fascino del mondo arabo, l’archeologia egiziana e il gusto per l’Oriente; attraverso le sensazioni, le emozioni e le percezioni di qualsiasi tipo di viaggiatore, esploratore e avventuriero e di tutti coloro che hanno vissuto in prima persona la vita
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all’interno del Serraglio27. L’Oriente ci viene dunque rivelato a seconda del viaggio vissuto in prima persona o del viaggio immaginario.
Figura 11. Charles Wilda, Lavandaie sul Nilo, mostra “Oriente e Occidente. Pittori austriaci in viaggio” al museo Belvedere di Vienna dal 29 giugno al 14 ottobre 2012.
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