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Il seguente lavoro si basa sullo spoglio integrale delle lettere di Dora Mitzky indirizzate a Lavinia Mazzucchetti nel periodo che va dal 1914 al 1958, con un lungo silenzio tra il 1923 e il 1939 quando la studiosa au- striaca si trasferisce in Italia1. Si tratta di un corpus di due faldoni di mis-

sive inedite e in fase di riordinamento2, donate da Anna Maria Lotti a

Fondazione Mondadori nel marzo 2015, che permettono di tracciare un quadro dettagliato dei ruoli complementari delle due germaniste all’in- terno di una specie di «Società in accomandita» o «Interessengemein-

schaft»3 collaudata e perfezionata nell’arco di una vita4. In base agli

spostamenti di Dora Mitzky si possono distinguere tre periodi di colla- borazione, legati a interessi e priorità diverse che mettono in luci aspetti poco noti della prassi lavorativa di Mazzucchetti: tedesco (dal 1913 al

1922), italiano (1923-1938)5e infine inglese (1939-1956).

Innanzitutto va tracciato un breve ritratto biografico della traduttrice e insegnante di origine ebraica Dora Mitzky (1887-post 1968?), detta Dor- chen, figlia del commerciante Bernhard Mitzky e di therese Hochsinger. Nasce e cresce a Graz insieme alle sorelle Marta e Lilly che soffre di gravi

1Altre due interruzioni dello scambio epistolare si segnalano tra il 1915-1919, e tra il 1942-1945 come conseguenza degli eventi bellici.

2Vorrei ringraziare in particolare la direttrice della Fondazione Mondadori, Luisa Finocchi, per avermi permesso di consultare le carte in ‘anteprima’.

3Lettera di Dora Mitzky (D. M.) a Lavinia Mazzucchetti (L. M.) del 7 giugno 1954 (Archivio Mazzucchetti [ArchMaz], nuova acquisizione). Se non specificato altrimenti, le traduzioni dei testi originali tedeschi sono ad opera dell’autrice del saggio.

4Alla vasta mole di lettere di Mitzky a Mazzucchetti (inframmezzate da qualche missiva diretta all’amica Emma Sola) corrisponde solo un numero minimo di lettere di risposta di Mazzucchetti. Nell’epistolario sono confluite anche due missive di Waldemar Jollos e una della madre di Dora, therese Hochsinger, indirizzate a L. M. A volte le due amiche si scrivevano sul retro di lettere di mittenti non identificati.

5Non ci sono date certe per quanto riguarda la partenza di Mitzky dall’Italia, ma è comprovato che sia arrivata in Inghilterra nel 1939 quindi si presume che sia rimasta a Milano anche dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali.

disturbi psichici. Marta vivrà prima a Praga e poi a Karlsruhe, insieme al marito professore e futuro rettore dell’università di Karlsruhe theodor Pöschl6. Con la presa di potere dei nazionalsocialisti, i membri della fa-

miglia emigreranno principalmente in Inghilterra e negli Stati uniti7.

Come racconta lei stessa in un curriculum vitae non datato, allegato a una delle lettere indirizzate a Mazzucchetti perché potesse diffonderlo in Italia, si laurea in Germanistica e Glottologia all’università di Graz e Vienna nel luglio del 1910 con una tesi in Glottologia comparata su Die

Bezeichnungen für Weg und Brücke in den indogermanischen Sprachen8.

Segue quindi un corso di perfezionamento in Archeologia e Preistoria a Berlino dove trova impiego come assistente scientifica nella sezione prei- storica del Museo Etnografico. Nell’autunno 1912 si reca in Italia, e in par- ticolare a Roma, per un lungo soggiorno di studi. Nel 1913, una volta stabilitasi a Monaco di Baviera, dove conosce Lavinia Mazzucchetti, col- labora alla realizzazione di un vocabolario bavarese-austriaco e, per sei anni consecutivi, prepara la pubblicazione della Bibliografia orientale, di- retta dal Prof. Lucian Scherman. Durante la grande guerra svolge lavori di volontariato a Graz, Praga e Monaco, in particolare presso il Comitato di Assistenza del Consolato d’Austria. Dal 1912 al 1922 a Monaco è redattrice del giornale settimanale «Auslandspost». A questi lavori affianca la tradu- zione di saggi e romanzi dal francese, inglese e soprattutto dall’italiano9.

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6tra i suoi nipoti vanno segnalati la fisica Gertraud Pöschl, detta traute, moglie del fisico Lothar Nordheim che insegnò a lungo presso la Duke university negli Stati uniti, e Wolfgang Pöschl, fondatore della rivista «Das Karusell» (Kassel, 1946-1948) che ospitò contributi dei maggiori scrittori tedeschi del secondo dopoguerra.

7In calce al suo CV, tra le persone da contattare per eventuali raccomandazioni, sono menzionati anche lo zio Carl Hochsinger, direttore dell’ospedale pediatrico di Vienna e lo zio Georg Mosler, direttore della Dresdner Bank.

8Le definizioni di ‘via’ e ‘ponte’ nelle lingue indogermaniche.

9Nel CV vengono segnalate le seguenti traduzioni: Maxim Gorki, Erinnerungen an Lew Nikoljewitsch Tolstoi (Der Neue Merkur, München 1920); Jules Romains, Donogoo- Tonka oder Die Wunder der Wissenschaft (Der Neue Merkur, München 1920); Waldo Frank, Our America; oscar Wilde, Das Bildnis des Dorian Gray (Deutsche Buch-Gemeinschaft, s.d.); Adrian tilgher, Das Drama Pirandellos: Eine Studie (A. Häger, Berlin 1926); Luigi Sauli, Der Erleuchtete (Rütten & Loening, Frankfurt a.M. 1927); inoltre vengono citate «una serie di monografie di storia dell’arte nonché della serie «Visioni Italiche», edita presso l’Istituto Geografico De Agostini di Novara. Altri autori tradotti da Dora Mitzky sono: Paul Fleming (Die Frühlingswolke: eine Auslese aus Paul Flemings Poetischen Wäldern, Oden u. Sonetten, Roland-Verlag, München 1922); Arthur George tansley, Die neue Psychologie und ihre Beziehung zum Leben (Drei Masken Verlag, München 1923); Katherine Mayo, Mutter Indien (Societäts-Verlag Frankfurt, Frankfurt a.M. 1928); Paola Masino, Monte Ignoso, zsolnay, Berlin 1933 (Monte Ignoso, 1931); Alberto Albertini, Zwei Jahre, H. Rei- chner, Wien-Leipzig-zürich 1936 (Due anni, 1934); tommaso Gallarati Scotti, Das Para- dies vor uns. Miraluna, Benziger, Einsiedeln-Köln 1938 (Miraluna, 1927); Adolfo omodeo,

Dal 1923 si stabilisce definitivamente a Milano dove insegna presso la Regia Accademia Scientifico-Letteraria e in diverse scuole. Il curriculum si chiude qui, ma grazie alle lettere è possibile completare le parti mancanti che testimoniano un’intensa attività lavorativa che è, molto spesso, diret-

tamente legata all’amica Lavinia Mazzucchetti10.

I dati biografici di Mazzucchetti mostrano con chiarezza che gli anni a ridosso della prima guerra mondiale sono fondamentali per il suo futuro lavorativo. È infatti tra il 1919 e il 1920 che comincia a farsi strada in ambito accademico pur insegnando anche a scuola. Per due anni, dal 1918 al 1920, subentra allo scrittore e germanista siciliano Giuseppe Antonio Borgese, costretto a partire per la guerra, nell’insegnamento di Lingua e Letteratura tedesca presso la Regia Accademia Scientifico-Letteraria di Milano (che sarà dichiarata università dal 1924). Dopo il rientro di Bor- gese accetta di tenere un corso libero presso l’università Bocconi; l’anno seguente otterrà l’incarico di Lingua e Letteratura tedesca all’università di Pavia. Dal 1919 al 1921, l’anno del suo fidanzamento con il dramma- turgo, giornalista e critico d’arte di origine russa Waldemar Jollos (che sposerà nel 1946), scrive articoli sulla situazione dell’ex Regno tedesco per il quotidiano «Il Secolo», del quale il padre era stato a lungo collabo- ratore, e comincia ad occuparsi di letteratura tedesca per la rivista «Il Con- vegno» (1920-1940) di Enzo Ferrieri.

Nonostante i suoi fitti impegni milanesi, Mazzucchetti sembra riuscire a mantenere un filo diretto con la Germania, o almeno così pare leggendo i suoi articoli che rispecchiano con grande acume la realtà postbellica te- desca. Studiando le maggiori tendenze politiche, sociali e soprattutto let- terarie del tempo, pone le basi per la sua futura attività di consulente editoriale che le varrà in Italia la fama di maggiore mediatrice culturale con il mondo tedesco tra gli anni Venti e Cinquanta. Nell’ambito di questo processo di sviluppo professionale, come si vedrà a breve, Dora Mitzky rappresenta per lei una figura di riferimento cruciale.

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Die Erneuerung Italiens und die Geschichte Europas 1700-1920, Artemis-Verlag, zürich 1951; Ignazio Vigoni, Menaggio und Umgebung, Noseda-Verlag, s.l. 1961 (Breve storia di Menaggio e dintorni, 1960); Henry James, Toskanische Städte und Landschaften, Reich, München 1962; Lavinia Jollos-Mazzucchetti, Die andere Achse, Claassen, Hamburg 1964; Henry Swinburne, Von Apulien nach Kalabrien, Barbèra, Firenze 1966; William Beckford, Von Venedig zu den Dolomiten, Reich, München 1967; Von Triest nach der Venezianischen Lagune mit Chateaubriand, Stendhal, Howells, Beckford, a cura di Franca Piazza, Barbèra, Firenze 1968. L’elenco è incompleto per mancanza di maggiori informazioni bibliografiche e per la prassi diffusa di non permettere al traduttore di firmare la sua traduzione.

10Dalla corrispondenza emerge che, dopo una relazione naufragata con il direttore d’orchestra Walter Beck (1890-1966), Dora Mitzky dedica la sua vita principalmente alla famiglia, agli amici, al lavoro di traduzione e al volontariato.

1. Cronache letterarie da Monaco (1914-1923)

L’inizio dell’amicizia tra le due donne risale al novembre del 1913, quando, grazie ad una borsa di studio governativa, Mazzucchetti può se- guire un corso di perfezionamento in Letterature moderne presso la Lud- wig-Maximilians-universität di Monaco. Con la studentessa di Graz Dora Mitzky si crea subito un rapporto di profonda stima reciproca. Poche let- tere, tra il 1914 e il 1915, documentano l’avvio di un dialogo basato sul- l’amore condiviso per la letteratura, la musica e il teatro. Il carteggio riprende con assiduità dopo la guerra quando i ruoli all’interno della diade si fanno più definiti. Mentre Mazzucchetti a Milano mostra una spiccata volontà di continuare la carriera accademica, affiancando però ai suoi studi su Schiller e Schlegel un interesse sempre maggiore per la letteratura tedesca contemporanea, Mitzky è pienamente inserita nella vivace scena letteraria di Monaco dell’epoca. Per ben dieci anni, dal 1912 fino al 1922, risulta redattrice del giornale settimanale «Auslandspost», diretto da Paul Marc (fratello maggiore del pittore Franz Marc); si tratta di una specie di bollettino di informazioni internazionale per il quale cura soprattutto ru- briche su Inghilterra, America e Italia («ich habe ja für die ‘Auslandspost’ nur die engl.-amerik. zeitungen zu bearbeiten u. erlaube mir nur, wenn mir e. interes. zeitschrift unterkommt, e. Exkurs ins Romanische»11). Inol-

tre collabora, soprattutto scrivendo recensioni, alle riviste «Die Hilfe», «Südland» e «Das tage-Buch» di Stefan Großmann (che insieme a «Die Weltbühne» rappresenta il più celebre periodico politico-letterario ‘radi- cal-democratico’ della Repubblica di Weimar) ed è in buoni rapporti con la redazione della rassegna bibliografica «Die neue Bücherschau». oltre ad occuparsi di letteratura tedesca non solo contemporanea (nel 1919 firma la postfazione a Aphorismen di Georg Christoph Lichtenberg edito per i tipi del Dreiländerverlag) e di traduzioni per diverse case editrici (per esempio Georg Müller, Rütten & Loening, Holbein-Verlag e Drei- Masken Verlag), a volte si trasforma anche in agente-consulente per la letteratura italiana e intercede – a proprio titolo o per conto di Lavinia Mazzucchetti (che si fa portavoce dell’editore treves) – a favore di autori

come Panzini che apprezza molto12, Ada Negri con Il libro di Mara, tozzi

con Tre croci, Novaro e Verga, presso alcuni editori tedeschi. Il lavoro per il già menzionato settimanale «Auslandspost», pubblicato dalla casa

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11«[...] per la ‘Auslandspost’ comunque mi devo occupare solo dei giornali anglo- americani e solo quando mi capita sottomano una rivista interessante, allora mi concedo una digressione in area latina». Lettera di D. M. a L. M. del 5 marzo 1920 (ArchMaz, nuova acquisizione).

editrice Der Neue Merkur, implica in realtà un doppio carico di lavoro perché Mitzky, a quanto risulta dalle lettere, viene spesso direttamente precettata da Ephraim Frisch, a capo della suddetta casa editrice (proba-

bilmente acquisita dal Drei-Masken Verlag intorno al 192213) e direttore

dell’omonima rivista. Per conto di Frisch traduce dall’inglese Maxim Gorki, Erinnerungen an Lew Nikoljewitsch Tolstoi, pubblicato dal Verlag Der Neue Merkur nel 1921 senza traccia del suo nome, ed è per lui che prende contatti con Giuseppe Prezzolini del quale proprio nel 1922 sulla rivista «Der Neue Merkur» appare un saggio sulla situazione della cultura e letteratura italiana14. Il tentativo di indurre Frisch a pubblicare un’opera

di Gallarati Scotti invece sembra non essere andato a buon fine15.

A questa serie di impegni bisogna aggiungerne un altro che, se si dà credito alle lettere, occupa la maggior parte del tempo libero di Mitzky. tale impegno consiste nello smaltimento quotidiano di un numero varia- bile di ordini di acquisto di libri tedeschi di cui avevano urgente bisogno la stessa Mazzucchetti e vari amici milanesi. Con un sistema semplice ma efficace («[...] die 10% Aufschlag, die Du mir als Einkaufsgebühr bewil- ligst, sind wahrlich genug»)16, ordinazioni di ogni tipo vengono evase nel

minor tempo possibile. A beneficiarne è soprattutto il fitto nucleo di col- leghi e compagni della futura università Statale. Così al professore di fi- losofia Piero Martinetti giungono opere di Simmel e Sombart17, e a

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13Purtroppo l’archivio della casa editrice è andato completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale, quindi non è stato possibile avere informazioni sulla pre- sunta fusione.

14Giuseppe Prezzolini, Die geistigen Strömungen des heutigen Italien, in «Der Neue Merkur», aprile 1921-marzo 1922, pp. 699-707. Molto probabilmente era stata Mazzuc- chetti a mettere l’amica in contatto con Prezzolini. Nel volume Lettere a Villa Santa Maria. Epistolario Lavinia Mazzucchetti-Giulio Caprin (Edizioni Museo ugo Giudi, Forte dei Marmi 2014) il curatore Gianfranco Casaglia racconta che «Nel 1921 Lavinia Mazzucchetti scrisse a Giuseppe Prezzolini, chiedendogli qualche lavoro a Roma per la Mitzky, austriaca ma da anni a Monaco, studiosa dotata ed intelligente» (p. 15). Come Mazzucchetti anche Mitzky sembra aver avuto fin dal 1926 una casa di vacanze a Ronchi Poveromo, il posto di villeggiatura toscano preferito da entrambe e luogo di ritrovo pre- diletto per famigliari e amici.

15Lettera s.d. di D. M. a L. M. (ArchMaz, nuova acquisizione).

16«[…] il 10% di sovrapprezzo che mi concedi come provvigione di acquisto è dav- vero sufficiente». Lettera s.d. di D. M. a L. M. (ArchMaz, nuova acquisizione).

17«Von Martinetti’s Wünschen [habe ich] Simmel, Philosophie des Gelds, u. Som- bart, Juden, nach Graz schicken lassen. Der ‛mod. Kapitalismus’ (4 gr. Bde) kostet 600 M. Schreib, ob er es trotzdem will. – ich kann es mit Rabatt haben, wobei ich aber selbst verdienen möchte.» («Dei desiderata di Martinetti ho fatto spedire a Graz Simmel, La filosofia del denaro, e Sombart, Ebrei. Il ‛capitalismo mod.’ (4 gr. volumi) costa 600 M. Scrivigli se lo vuole comunque. – posso averlo scontato, ma vorrei guadagnarci qualcosa anche io.») Lettera s.d. di D. M. a L. M. (ArchMaz, nuova acquisizione).

Michele Scherillo, docente di Letteratura italiana, «der Bang’sche Goe- the»; diversi volumi sono commissionati da Giuseppe Antonio Borgese,

ironicamente soprannominato «Arciduca Borgese»18, dal direttore del

«Convegno» Enzo Ferrieri, dalla casa editrice treves e da alcune alunne di Mazzucchetti. Altri libri sono destinati alle amiche Emma Sola (1894- 1971), Margarete Rothbarth (1887-1953) e Irene Riboni (1892-1968).

Dalle lettere emerge con chiarezza che Mitzky e Mazzucchetti face- vano parte di un affiatato gruppo di giovani studiose, italiane e tedesche, che sviluppano nel tempo un efficace modello di supporto reciproco, sia offrendosi a vicenda ospitalità incondizionata tra Germania, Italia, Francia e Svizzera, che cercando di rendere possibile l’una all’altra la collabora- zione al maggior numero possibile di periodici e procacciando traduzioni da spartirsi; è molto probabile, ad esempio, che proprio grazie a Marga- rete, detta Grete, Rothbarth, storica di formazione e stretta collaboratrice del deputato Friedrich Naumann, Mitzky potesse vantare buoni rapporti con la rivista «Die Hilfe», da lui fondata nel 189619. Rothbarth era impe-

gnata soprattutto per conto della sezione tedesca della Società delle Na- zioni, in particolare a Parigi (dove Mitzky va a trovarla), prima di essere costretta a spostarsi a zurigo per sfuggire alla guerra20. L’amica traduttrice

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18Il comportamento di Borgese è spesso oggetto di critica da parte di Mitzky: «Es sieht Borgese ganz gleich, dass er mit keinem Wort davon spricht, mich dem Merlin-Verlag als Übersetzerin zu empfehlen, nachdem ich mich so sehr für ihn bemüht hatte, dass er sich mir doch wirklich moralisch verpflichtet fühlen könnte. oder wartet er, dass ich mich ihm eigens antrage? [...]» («È proprio tipico di Borgese non spendere nemmeno una parola sulla possibilità di raccomandarmi come traduttrice alla casa editrice Merlin, dopo che ho fatto talmente tanto per lui che potrebbe davvero sentirsi moralmente in obbligo verso di me. o aspetta che sia io a autocandidarmi?»). La casa editrice Merlin di Heidelberg in ef- fetti pubblicherà due opere dello scrittore: La Tragedia di Mayerling (Mondadori, 1925) nel 1927 e Rubé (treves, 1921) nel 1928. Nessuna delle due risulta tradotta da Dora Mitzky (Lettera di D. M. a L. M., Poveromo, 14 agosto 1926, ArchMaz, nuova acquisizione).

19Anche per altri contributi a periodici, Rothbarth coinvolge l’amica Mitzky che scrive a Mazzucchetti: «Liebes Mäuschen, auch das letzte Heft der ‛Frau’ schicke ich, worin Grete und ich als Beaumont und Fletcher auftreten – natürlich hat sie das gedei- chselt, mir macht’s Spaß. Ich soll dieser tage für eine Hamburger zeitschrift ‛Das de- mokratische Dtld.’ e. Artikel über Lloyd George schreiben – Gott allein weiß, wie ich dazu kommen soll [...]» («Caro topino, ti mando anche l’ultimo numero di ‛Frau’, nel quale Grete ed io compariamo come Fletcher e Beaumont – ovviamente per sua inizia- tiva, e io mi diverto. Prossimamente dovrei scrivere un articolo su Lloyd George per la rivista di Amburgo ‛Das demokratische Dtld’. – Dio solo sa come farò»). Lettera di D. M. a L. M., Graz, 9 gennaio s.a. (ArchMaz, nuova acquisizione).

20Per maggiori notizie su Grete Rothbarth si rimanda al lavoro della germanista ute Lemke che ne sta curando la biografia (‛La femme, la clandestine de l’histoire’ Marga- rete Rothbarth – ein Engagement für den Völkerbund», in «Lendemains», 146, 47, 2012, pp. 45-59).

Emma Sola dal 1926 sarà esule volontaria a Monaco di Baviera per anti- fascismo e tre anni dopo curerà il volume Lesebuch zur deutschen Kultur,

testo, antologia e note (Mondadori, Milano 1929) insieme a Dora Mitzky,

mentre Irene Riboni, filosofa e letterata, sarà coinvolta negli ambienti del- l’antifascimo milanese insieme a Mazzucchetti21; nella corrispondenza ri-

corrono altrettanto spesso i nomi di Lucia Paparella, compagna di corso fiorentina di Mazzucchetti alla Regia Accademia (dove si sono laureate anche Sola e Riboni), anche lei attiva come insegnante e traduttrice, e dell’amica Carolina (Lola) Agnetti, fedele correttrice di bozze, entrambe

precocemente scomparse rispettivamente nel 194822e nel 194723.

Proprio in nome della loro amicizia, Mitzky, soprattutto a partire dal primo dopoguerra, diventa di fatto una specie di corrispondente tedesca esclusiva di Mazzucchetti. Fin dai primi anni in cui si conoscono, intuisce le ottime possibilità di carriera della compagna di corso italiana nella quale intravede il futuro principale punto di riferimento per la letteratura tedesca nel suo paese («Interpretatorin deutschen Schrifttums in Ita- lien»24). La concorrenza è ancora scarsa (soprattutto quando si tratta di

letteratura contemporanea e non di autori ormai canonici), e la sua ecce- zionale conoscenza del tedesco rappresenta un utilissimo strumento di af- fermazione, in particolare nel campo editoriale. Per favorire i suoi primi passi in tale ambito, Mitzky le suggerisce di prendere contatto con i mag- giori editori in modo da poter iniziare a raccogliere un certo numero di

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21Per Sola e Riboni si veda il saggio di Giorgio Mangini, Lavinia Mazzucchetti, Emma Sola, Irene Riboni. Note sulla formazione culturale di tre traduttrici italiane, in Editori e lettori. La produzione libraria in Italia nella prima metà del Novecento, a cura di Luisa Finocchi e Ada Gigli Marchetti, Franco Angeli, Milano 2000, pp. 185-225.

22«Nel 1948, il 24 aprile, moriva Lucia Paparella a quel tempo insegnante all’Istituto Professionale Sassetti di Firenze. [...] La Mazzucchetti doveva tenere una commemora- zione presso la F.I.L.D.I.S. – Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori [a Firenze]» (Lettere a Villa Santa Maria, cit., p. 46). Gianfranco Casaglia riporta anche che «dal gennaio del 1943 – o forse addirittura dal dicembre 1942 – al maggio del 1944» Mazzucchetti «soggiornò in toscana spostandosi tra Poveromo e Firenze» (p. 28); più precisamente, «già dal gennaio 1943 Lavinia abitava a Firenze, ospite dell’amica Lucia Papardella, in borgo Pinti 101» (p. 29).

23Il 28 maggio 1947 Mitzky scrive: «o Vini, Lola ist nicht mehr unter uns!» («Lola non è più tra noi») (ArchMaz, nuova acquisizione). Casaglia riprende una lettera di Maz- zucchetti indirizzata a Lucia Paparella (13 maggio 1947) nella quale «esprime il suo do- lore ricordando che l’amica era stata anche collaboratrice preziosa nelle traduzioni, fino all’ultimo curatrice delle bozze della Novella degli scacchi» (p. 43). Carolina Agnetti risulta anche la traduttrice di un giallo di Edgar Wallace per la casa editrice Mondadori (1930) e di una biografia di Herbert Eulenberg su Cicerone (Marzocco, 1950). Altri dati personali non sono finora noti.

volumi da recensire. Attraverso la sua familiarità con un ambiente ancora sconosciuto a Mazzucchetti, si adopera per conferire maggior peso e cre- dibilità all’amica.

In una lettera senza data, ma presumibilmente del 1920, anno di uscita dell’opera Il libro di Mara di Ada Negri (che Mazzucchetti vorrebbe piaz- zare in Germania per conto dell’editore treves), Mitzky espone il suo piano ed elargisce preziosi consigli:

Wegen Ada Negri: treves ist verrückt. Das Buch kann bestimmt in Dtld. auf keine solche Popularität rechnen, daß man eine erste Auflage von 6000 ris- kieren könnte. und 15-20% vom Verkaufspreis! Ich weiß gar nicht, ob es Sinn hat, bei solchen Bedingungen überhaupt einen Versuch zu machen. Ihr

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