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Aperto, ma non disarmato: la dimensione esterna del mercato unico L'apertura agli scambi e agli investimenti mondiali è fondamentale per la

Nel documento UNA NUOVA STRATEGIA PER IL MERCATO UNICO (pagine 97-101)

GENERARE CONSENSO SU UN MERCATO UNICO PIÙ FORTE

3.8. Aperto, ma non disarmato: la dimensione esterna del mercato unico L'apertura agli scambi e agli investimenti mondiali è fondamentale per la

prosperità a lungo termine dell'Europa. L'economia europea è la prima esportatrice mondiale di investimenti esteri diretti (IED), con il 36% degli IED nel 2006, e per la prima esportatrice mondiale di merci, con una percentuale del 16,2% delle esportazioni globali. In seguito alla creazione di catene globali del valore e alla frammentazione geografica dei processi di produzione, le economie dell'UE sono sempre più interdipendenti rispetto al resto del mondo, in particolare alle economie emergenti. Il 65% delle merci importate dall'UE sono fattori per la fabbricazione di altri prodotti dell'UE.

Eppure l'Europa ha sentimenti ambivalenti riguardo alla dimensione esterna del suo mercato unico. Gli Stati membri e le industrie dell'UE sono perfettamente consapevoli degli enormi vantaggi offerti sulla scena globale da un mercato unico su scala europea: questo fa dell'UE una destinazione estremamente attraente per gli investimenti stranieri e le conferisce una posizione di forza nei negoziati con i partner commerciali sull'accesso ai mercati. Il mercato unico crea un ambiente concorrenziale che permette alle imprese europee di espandersi all'estero.

Allo stesso tempo, molti pensano che le imprese europee siano soggette a un regime rigido in materia di aiuti di Stato, mentre i concorrenti nel resto del mondo possono beneficiare di varie forme di sostegno pubblico meno controllate. Società europee operanti in settori come la costruzione navale, l'industria aerospaziale e i semiconduttori si lamentano spesso del fatto che le restrizioni a cui sono sottoposte nei loro paesi le collocano in una posizione di svantaggio nella competizione globale con concorrenti meno vincolati. Al sentimento di discriminazione provato dalle imprese europee che operano su mercati stranieri si aggiunge la concorrenza sleale: all'estero le sovvenzioni sono concesse in modo meno trasparente e le gare sono maggiormente dirette a mantenere gli appalti pubblici all'interno dei mercati nazionali. Un altro settore considerato problematico è quello dei diritti di proprietà intellettuale. Infine, l'aumento degli investimenti sponsorizzati dallo Stato alimenta la preoccupazione che i beni dell'UE siano troppo esposti a divenire preda di investitori stranieri nei settori che sono stati liberalizzati.

Per riconciliare questi sentimenti ambivalenti circa l'incidenza del mercato unico sulla posizione dell'UE nel mondo, l'Europa deve coordinare meglio le iniziative volte ad espandere lo spazio competitivo delle sue imprese con gli sforzi di creare una parità di condizioni normative a livello mondiale. La politica commerciale comune conferisce all'UE il potere e gli strumenti giusti per agire efficacemente sulla scena globale; questi strumenti vanno usati per difendere e

promuovere gli interessi europei in maniera attiva e determinata di fronte ai partner commerciali, in modo da assicurare l'accesso ai mercati e favorire la convergenza normativa.

Promuovere la convergenza normativa e la trasparenza delle politiche di sovvenzione a livello globale

La comunicazione del 2006 "Europa globale" mostra chiaramente come il rifiuto del protezionismo all'interno del mercato unico debba essere accompagnato da un attivo programma volto ad aprire i mercati e a garantire una parità di condizioni per gli scambi commerciali. Su questo piano i risultati non sono stati all'altezza delle ambizioni. L'Europa dovrebbe dedicare più risorse e più capitale politico all'impegno per eliminare gli ostacoli oltre frontiera, dalle specifiche tecniche ai diritti di proprietà intellettuale, affrontando in via prioritaria la questione delle sovvenzioni. Occorre impegnarsi di più per aumentare la trasparenza e rafforzare le regole internazionali in materia di sovvenzioni, sia a livello multilaterale, sia nel quadro degli accordi bilaterali e regionali. L'UE non può dare alle sue imprese l'impressione di rimanere l'unica zona del mondo in cui le norme in materia di concorrenza e di aiuti di Stato vengono applicate con rigore. Il dibattito mondiale sul modo di uscire dalla crisi costituisce un'occasione da non perdere.

La precedenza francese del G20 nel 2011 offre l'opportunità di porre la questione all'ordine del giorno e suscitare un dibattito su scala mondiale.

L'Europa dovrebbe anche insistere per maggiori interventi nell'ambito dell'OMC, dove i partner commerciali dell'UE non si conformano ancora in maniera ottimale agli obblighi di notifica e trasparenza. L'UE dovrebbe altresì guidare il dibattito sulle sovvenzioni nell'ambito dell'OCSE, premendo affinché siano elaborati codici di condotta e orientamenti comuni. Andrebbe sfruttato pienamente il potenziale del consiglio economico transatlantico per promuovere la convergenza con gli Stati Uniti e il Canada.

Parallelamente, l'Europa dovrebbe intensificare gli sforzi per mettere sul tavolo dei negoziati bilaterali le questioni relative a sovvenzioni e normative.

Disposizioni sulle sovvenzioni figurano in tutti gli accordi di libero scambio (ALS), ma sono prive di peso e raramente applicate nella pratica. L'ALS concluso recentemente con la Corea segna un cambiamento di impostazione:

contiene infatti obblighi "OMC plus" sulle sovvenzioni, che instaurano maggiori salvaguardie contro le sovvenzioni sleali sulla base di uno scambio di informazioni e di un dialogo regolare volto a sanare eventuali conflitti. L'UE dovrebbe chiedere che disposizioni analoghe siano incluse in alcuni degli ALS attualmente in corso di negoziato, a cominciare da quelli con l'India, l'ASEAN,

Dovrebbe inoltre insistere affinché i mercati dei suoi partner commerciali siano più aperti sul piano degli appalti pubblici, assicurandosi che gli impegni presi a livello internazionale siano pienamente rispettati. Tenendo conto dell'apertura relativamente superiore dei mercati UE degli appalti pubblici, occorre cercare il modo di aumentare l'influenza dell'Unione nei negoziati internazionali sugli appalti pubblici.

Per lottare contro la concorrenza sleale sul piano fiscale, l'UE dovrebbe inoltre dare un seguito ai lavori del G20 sulla governance in questo settore, tentando di inserire più sistematicamente negli accordi internazionali disposizioni sui tre principi di buon governo in materia fiscale.

Stabilire le regole della concorrenza globale definendo norme e standard in via preventiva

L'Europa dovrebbe inoltre impegnarsi per inserire maggiormente la dimensione internazionale nell'elaborazione delle nuove normative, per agevolare la convergenza a livello globale e per ridurre le barriere che ostacolano l'accesso delle imprese ai mercati esteri. Laddove opportuno, le analisi contenute nelle valutazioni d'impatto su cui si basano le nuove proposte legislative dovrebbero segnalare le soluzioni normative adottate nei sistemi giuridici dei nostri principali partner commerciali.

Infine, l'UE dovrebbe prendere l'iniziativa per quanto riguarda la definizione di standard europei su prodotti e tecnologie innovativi, ad esempio nel settore dei prodotti e tecnologie a bassa emissione di carbonio e delle TIC. Tali standard possono essere difficili da esportare, ma disponendone l'Europa potrebbe influire di più sugli sviluppi a livello internazionale.

Elaborare una nuova politica sugli investimenti esteri diretti a livello dell'UE Gli investimenti costituiscono una parte crescente degli scambi a livello mondiale e hanno ormai un ruolo importante negli accordi bilaterali conclusi dagli Stati membri. Con il trattato di Lisbona, gli investimenti esteri diretti diventano una parte della politica commerciale, che è una politica esclusiva dell'UE. L'UE dovrebbe agire rapidamente e sviluppare una nuova politica globale in materia di investimenti, che serva nella stessa misura gli interessi delle imprese e quelli degli investitori.

Raccomandazioni principali

⇒ Promuovere un programma attivo in materia di accesso ai mercati nell'ambito del G20 e in altri consessi multilaterali, con un'attenzione specifica alle sovvenzioni.

⇒ Insistere perché vengano introdotte disposizioni sulle sovvenzioni negli accordi di libero scambio.

⇒ Insistere per una maggiore apertura dei mercati degli appalti pubblici, in particolare nei paesi BRIC.

CAPITOLO 4

Nel documento UNA NUOVA STRATEGIA PER IL MERCATO UNICO (pagine 97-101)