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Nel distretto idrografico Appennino meridionale ricadono interamente10 i territori delle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria e delle relative province (fig. 5.1).

Figura 5.1 – Inquadramento delle province e delle stazioni di rilevamento idrometriche

Fonte: elaborazioni SIGRIAN-INEA

10 Nel distretto ricadono parzialmente anche le province di L’Aquila e Chieti in Abruzzo e di Frosinone, Latina e Roma

nel Lazio, che sono state incluse nell’analisi nel distretto Appennino centrale, in relazione alla prevalenza di territorio. Unica eccezione è la provincia di Frosinone, che al momento non è stata considerata data la strutturazione della nota per regione nel caso del Sud.

38 5.1 Campania

Le precipitazioni eccezionali verificatesi sul territorio campano durante l’ultimo trimestre del 2010, con particolare riferimento agli eventi piovosi dei giorni 8-10 novembre, che verranno descritti in dettaglio in seguito, hanno avuto pesanti ripercussioni sull’agricoltura campana. I territori interessati sono quelli dei bacini del fiume Sarno, del fiume Sele e del Tanagro.

Nel bacino del fiume Sarno sono stati registrati danni in numerosi comuni dell’Agro nocerino- sarnese, vasta area pianeggiante situata a Nord–Ovest della provincia di Salerno a forte vocazione agricola, attraversata dal fiume Sarno e dai suoi affluenti. Il fiume Sarno è straripato con cedimento degli argini in località Loreto Ortolonga e in numerosissimi casi è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. In particolare, le aree danneggiate ricadono nei comuni di Scafati, San Marzano sul Sarno, Angri, San Valentino Torio, Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Mercato San Severino. Le piogge intense hanno dato luogo ad esondazioni dei corsi d’acqua Solofrana, Canale dei Mulini, Torrente Casarzano, Cavaiola e rio Sguazzatorio, affluenti del fiume Sarno. Sono stati registrati danni alla rete scolante principale a causa delle acque del torrente Solofrana tracimate in diversi punti e in particolare nei Comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio (località S.Pasquale, Starza) e Mercato San Severino (località Pandola). In quest’area gli allagamenti, dovuti alla tracimazione degli argini in muratura o, in qualche caso, alla rottura degli stessi, hanno provocato l’allagamento di vaste aree urbane ed agricole, nonché delle infrastrutture presenti. Per quanto riguarda i danni diretti all’agricoltura, da una prima stima le aree interessate dagli allagamenti si estendono complessivamente per circa 165 ha ripartiti in quattro distinte aree, destinati prevalentemente alla produzione di ortive da pieno campo (cipolle, finocchi, scarole, broccoli, ecc.), a colture floricole in serra ad alto reddito (iris, curcuma, calla, garofano) e a coltura protetta (ortive, soprattutto lattuga). Nell’area comprendente i comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Mercato San Severino, Cartel San Giorgio e Rocca Piemonte alla località Starza sono state danneggiate aree coltivate anche per produzioni frutticole (loti e agrumi). Per un conteggio complessivo dei danni, oltre alle colture in atto, sarebbero da considerare i deterioramenti delle sistemazioni agrarie, la riduzione della fertilità dei suoli e la perdita di scorte. Le cause degli eventi calamitosi appena descritti vanno ricercate, oltre che nei fenomeni atmosferici eccezionali, anche nell’insufficienza delle sezioni idrauliche della rete, che andrebbe ristrutturata e potenziata. L’impermeabilizzazione dei suoli avvenuta negli ultimi decenni, dovuta all’espansione dei centri urbani, ma anche alla stessa realizzazione di impianti serricoli, ha aumentato i quantitativi di acqua che si riversano con maggiore intensità nei corsi d’acqua, perché non più assorbiti dai terreni. Le carte del rischio e della pericolosità idraulica redatte dall’Autorità di bacino del fiume Sarno mettono bene in evidenza le esigenze di potenziamento della rete. Nel Piano per l’assetto idrogeologico viene indicato che il volume aggiuntivo degli invasi necessario a mitigare il rischio idraulico esistente è di circa 3 milioni di m3.

Un’altra area a vocazione agricola fortemente danneggiata a causa degli eventi atmosferici dei giorni 8-10 novembre è quella ricadente nel bacino del fiume Sele, un comprensorio attraversato dal Sele e dal suo affluente Calore. Nella piana del Sele sono praticate colture intensive sia protette che

39 in pieno campo, mentre in una vasta area situata più a monte, data la forte vocazione zootecnica, sono molto diffuse le colture foraggere. I fiumi Calore e Sele, straripati in più punti, hanno allagato ampie zone della piana interessante i comuni di Battipaglia, Eboli, Capaccio, Serre, Controne, Albanella ed Altavilla Silentina. Inoltre, in più zone collinari si sono verificati dissesti idrogeologici che hanno interessato essenzialmente opere di bonifica montana, strutture ed infrastrutture delle aziende agricole (comuni di Colliano, Buccino, Bellosguardo, Ottati, Laurino, Piaggine, Monteforte, Campora, Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Sacco, Sicignano degli Alburni, Aquara, Postiglione, Controne, Sant’Angelo a Fasanella e Castelcivita). Sono stati in particolare danneggiati 3 km di una condotta dell’acquedotto del basso Sele, mentre l’allagamento ha interessato decine di abitazioni, nelle frazioni di Gromola e Ponte Barizzo, in particolare nelle località Ciurlito e Trantalone, oltre che a Isca Tonda di Albanella. Nell’esondare il fiume Sele ha rotto gli argini in più punti allargando il letto, erodendo, asportando e trasportando terreni. Inoltre, tutto il territorio della piana del Sele è stato interessato da una violenta mareggiata che ha provocato dei gravi danni alle strutture terricole. In più località della provincia di Salerno l’acqua ha raggiunto altezze superiori a 2 metri costringendo molte persone ad abbandonare le proprie case e mettendo a rischio numerosi capi di bestiame specie negli allevamenti della piana del Sele. I livelli idrometrici registrati sui fiumi Calore, Sele, Tanagro e Sarno, in particolare tra il 9 e 10 novembre, sono stati superiori ai 700 cm., con punte di 830 cm sul fiume Calore nel comune di Albanella. Dal punto di vista delle produzioni agricole si stima11

che le aree interessate dagli allagamenti si estendono complessivamente per circa 4.000 ettari. Nel solo comune di Capaccio, in sinistra Sele, circa 1.000 ettari sono stati interessati dalla piena che ha completamente sommerso le colture presenti quali carciofi, insalata, finocchi, cavolfiori, scarole, broccoli e colture foraggere. Sono state danneggiate, inoltre, circa 15 aziende zootecniche bufaline, che hanno riportato seri danni sia al patrimonio zootecnico che alle scorte di foraggi per gli allevamenti. Anche nel comune di Eboli in destra Sele sono stati circa 1.000 gli ettari completamente sommersi dalla piena con danni in particolare alle produzioni di carciofi, insalata, finocchi, cavolfiori, scarole, broccoli, comprese le colture foraggere. Danneggiate anche le colture arboree presenti, specie nella zona di Femmina morta e di San Vito dove gli impianti arborei sono stati completamente sommersi. Ingenti danni anche alle strutture serricole presenti nella zona, oltre a strutture ed infrastrutture rurali. Completamente sommerso anche il territorio ricadente nel comune di Serre compreso tra la sinistra del fiume Sele e la destra del fiume Calore per un’estensione complessiva di circa 900 ha. Le colture interessate sono: colture foraggere, oltre ad ortive quali insalata, finocchi, cavolfiori, scarole, broccoli. Nel comune di Altavilla Silentina i danni hanno interessato un territorio di circa 1.000 ettari che si estende in sinistra del fiume Calore. Completamente sommerse dalla piena le colture foraggere molto diffuse in quest’area, oltre alle ortive quali insalata, finocchi, cavolfiori, scarole, broccoli. Si registrano anche in questi ultimi due comuni danni alle strutture ed infrastrutture rurali. In destra del fiume Calore la località Isca, nel comune di Controne, è stata completamente sommersa dalla piena con danni che hanno interessato un territorio di circa 100 ettari nel quale erano presente specialmente colture foraggere ed il fagiolo, produzione tipica della zona. Infine, nella zona colpita sono stati registrati consistenti danni al patrimonio zootecnico della Piana del Sele che interessano circa 26

40 allevamenti con una consistenza complessiva di circa 8.500 capi. Da una prima stima risultano circa 100 capi morti, ben 14 allevamenti evacuati. Non ufficialmente quantificati gli animali smarriti e i danni alle scorte aziendali, oltre che a strutture e infrastrutture.

Un’altra vasta area danneggiata dagli eventi calamitosi di novembre ricade nel bacino del fiume Tanagro nel Vallo Di Diano, confinante con gli Appennini, il Cilento e la Basilicata. La rete idrografica del fiume Tanagro ha straripato in più punti causando, in particolare, danni nei comuni di Sala Consilina, Polla, San Rufo, Teggiano, Sant’Arsenio, San Pietro al Tanagro, Sassano, Caggiano, Padula, Buonabitacolo, Pertosa, Atena Lucana ed Auletta, interessando complessivamente circa 3.500 ettari. Inoltre in più zone collinari e montane, essenzialmente dei comuni di Montesano sulla Marcellana, Teggiano e San Rufo, si sono verificati dissesti idrogeologici che hanno interessato opere di bonifica montana, strutture ed infrastrutture delle aziende agricole. Tenuto conto che il Vallo di Diano è un comprensorio a vocazione zootecnica e che le operazioni preliminari e di semina delle colture cerealicole e foraggere erano già state effettuate grazie al decorso meteorologico favorevole che ha preceduto l’evento calamitoso, i danni maggiori hanno riguardato proprio queste produzioni che sono state irreparabilmente compromesse. Si prospettano, quindi, conseguenze negative sui risultati economici della prossima stagione agraria. Sono state seriamente compromesse anche le coltivazioni orticole autunno–vernine in pieno campo, come broccoli, finocchi, insalate, radicchio, aglio, cipolla ecc., la cui zona di produzione ricade, in particolare, nei comuni di Sala Consilina, Sassano e Teggiano. Numerose aziende agricole interessate dagli allagamenti hanno subito danni sia di tipo strutturale alle pertinenze aziendali (stalle, fienili e magazzini) sia per perdita diretta di prodotto (fieno, sementi, mangimi, attrezzature, animali soprattutto di bassa corte ed altro). Le abbondanti precipitazioni e i forti venti forti hanno inoltre causato un’ingente cascola dei frutti pendenti, in particolare negli oliveti prossimi alla raccolta. Per quanto riguarda le infrastrutture, si sono registrati danni consistenti soprattutto a carico delle strade interpoderali e opere di bonifica idraulica con fenomeni di erosione e frane diffuse. I fenomeni alluvionali hanno interessato i canali di sgrondo principali ed i fossi secondari riempiti da detriti e fango che ne hanno inevitabilmente compromesso la funzionalità.

Le problematiche descritte trovano riferimento in un quadro meteorologico che si è presentato spesso anomalo nelle province campane. Partendo dai dati delle temperature, a ottobre queste si sono mantenute su valori abbastanza prossimi alla media climatica, sia per quanto riguarda le temperature minime che le massime (graf. 5.1). Nel mese di novembre, invece, le temperature minime sono risultate più alte della media di circa 1-2 °C quasi in tutte le province campane, mentre nel mese di dicembre i valori minimi sono stati più bassi dei valori climatici medi.

41 Grafico 5.1 - Temperature minime medie mensili ottobre-dicembre 2010 e media climatica

0 2 4 6 8 10 12 14 16

NAPOLI AVELLINO BENEVENTO CASERTA SALERNO

°C Ottobre 2010 Media climatica ottobre Novembre 2010 Media climatica Novembre Dicembre 2010 Media climatica Dicembre

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Per quanto riguarda le temperature massime, si è avuto un andamento in linea con quello climatico (graf. 5.2), ad eccezione del mese di novembre, in cui sono stati registrati dei valori leggermente superiori alla media in tutte le province.

Grafico 5.2 - Temperature massime medie mensili ottobre-dicembre 2010 e media climatica

5 7 9 11 13 15 17 19 21 23

NAPOLI AVELLINO BENEVENTO CASERTA SALERNO

°C Ottobre 2010 Media climatica Ottobre Novembre 2010 Media climatica Novembre Dicembre 2010 Media climatica Dicembre

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Per quanto riguarda le precipitazioni, è particolarmente interessante osservare quanto si è verificato nel mese di novembre, nel corso del quale le precipitazioni cumulate presentano valori di gran lunga superiori alle medie stagionali del trentennio di riferimento, con notevoli scostamenti dalla media in tutte le province campane. I valori massimi si sono registrati nella provincia di Caserta, dove sono caduti 336 mm di pioggia, un valore che supera di 194 mm il dato climatico di riferimento del periodo. In tutte le province le precipitazioni sono state molto elevate, oltre i 200 mm e di circa 100 mm superiori al dato climatico medio.

42 Grafico 5.3 - Precipitazioni medie mensili ottobre-dicembre 2010 e medie climatiche

0 50 100 150 200 250 300 350 400

NAPOLI AVELLINO BENEVENTO CASERTA SALERNO

mm Ottobre 2010 Media climatica Ottobre Novembre 2010 Media climatica Novembre Dic 2010 Media climatica dicembre

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Infine, va evidenziato che nei giorni intorno alla metà di novembre il passaggio sul mar Tirreno di un intenso flusso di correnti caldo-umide e instabili ha determinando il susseguirsi di eventi estremamente perturbati con precipitazioni eccessivamente concentrate in alcune aree e forti venti di libeccio caratterizzati da una velocità media di 7-8 m/s e con raffiche superiori ai 30 m/s12 che hanno determinato intense mareggiate lungo le coste esposte a sudovest. La caratteristica principale del fenomeno che ha determinato la gravità dei danni è stata la forte concentrazione in 24-72 ore degli eventi piovosi, tale da determinare già in fase previsionale un certo stato di allerta. Da parte della Protezione civile sono stati emessi svariati avvisi di condizioni meteo avverse con conseguenti probabili criticità in diverse aree a rischio idrogeologico. Le misurazioni13 puntuali delle precipitazioni effettuate nei giorni immediatamente successivi hanno confermato il raggiungimento di valori critici registrati principalmente nei bacini idrografici dell’alto Sele e dell’alto Calore Irpino, sui versanti dei monti Picentini, della Valle Caudina e del Vallo di Diano ed in prossimità dei fiumi Tanagro e Bussento. In numerose stazioni le precipitazioni cumulate hanno superato i 200 mm nell’arco delle 72 ore. I picchi più significativi sono stati rilevati in provincia di Avellino nelle stazioni di Senerchia, Montella e S. Martino Valle Caudina, dove in questo intervallo di tempo sono caduti rispettivamente ben 372 mm, 360 mm e 356 mm. Secondo i dati della Rete Agrometeorologica regionale nella stazione di Montella nel corso della sola giornata del 9 novembre sono caduti ben 171,2 mm di pioggia.

In provincia di Salerno, invece, i picchi più alti di pioggia sono stati registrati nelle stazioni di Sanza, Rofrano e Mercato san Severino, dove sono caduti rispettivamente 293 mm, 262 mm e 230 mm di pioggia cumulata tra l’8 ed il 10 novembre. Questi dati sono particolarmente significativi se paragonati ai valori degli ultimi 5 anni in quanto mai nello stesso periodo in nessuna delle stazioni

12

Come si evince dai dati rilevati dalla rete ondametrica regionale (Boe oceanografiche di Punta Carena e Torre La Punta, situate al largo della costa, rispettivamente, di Anacapri e Pollica). Dati forniti dalla Protezione Civile.

43 della rete regionale della Protezione Civile sono state rilevate concentrazioni così elevate di pioggia nell’arco di 72 ore.

Il livello idrometrico registrato in alcune sezioni idrauliche è significativo della portata dell’evento. Nella sezione idraulica di Albanella tale livello ha raggiunto un valore pressoché doppio rispetto al valore massimo riscontrato nello stesso periodo di riferimento negli ultimi cinque anni. Stesso andamento si è verificato nella sezione di Persano Sele, anche in questo caso il livello raggiunto dal corso d’acqua pari a 582 cm rappresenta un valore molto più elevato rispetto al valore massimo verificatosi nell’ultimo quinquennio pari a 295 cm. Nel bacino del fiume Sele la Protezione Civile ha stimato un livello di afflusso nelle 72 ore di circa 477 milioni di m3 , con un valore massimo di escursione del pelo libero di 7,50 metri.

Nel bacino del Tanagro, invece, tale valore ha raggiunto i 6 metri, con picchi dei livelli idrometrici registrati a Sala Consilina, Auletta e Sicignano degli Alburni ed un afflusso complessivo di circa 274 milioni di m3.

Per quanto riguarda l’andamento delle disponibilità idriche del trimestre, di seguito sono riportati (tab. 5.1) i dati dei principali invasi campani messi a diposizione dai Consorzi Velia, Destra Sele e Ufita, operanti sui territori dei bacini rispettivamente dell’Alento, del Sele e dell’Ufita. La tabella consente di mettere a confronto i valori del 2010 con quelli dello stesso periodo del 2009.

Tabella 5.1 – Riepilogo dello stato di riempimento dei principali invasi campani

INVASO Capacità Utile M ln mc 01/10/2010 Scarto rispetto al 01/10/2009 01/11/2010 Scarto rispetto al 01/11/2009 01/12/2010 Scarto rispetto al 01/12/2009 Diga Alento 26,000 12,436 -2,581 11,398 -1,351 28,737 16,493 Diga Fabbrica 1,100 0,394 -0,407 0,425 -0,394 1,049 0,262 Diga Carmine 3,100 1,679 0,106 1,846 0,756 3,026 2,402 Diga S. Giovanni 0,250 0,156 0,000 0,138 0,021 0,135 -0,032 Diga Le Fosse 0,055 0,02 -0,005 0,015 -0,005 vuota -0,018

Tot. Bacino Alento 30,505 14,685 -2,887 13,822 -0,973 32,947 19,107

Traversa Persano

Bacino del Sele 1,500 1,500 0 1,500 0 1,500 0

Diga Macchione

Bacino Ufita 0,585 0,465 0,115 0,500 0,130 0,525 0,145

Fonte: elaborazioni Inea su dati Consorzi di bonifica e irrigazione Destra Sele, Velia e Ufita, 2010

5.2 Molise

L’andamento meteorologico dell’ultimo trimestre 2010 ha avuto in Molise alcune implicazioni sul settore agricolo. Le temperature rigide e la neve, che hanno interessato la prima parte del mese di dicembre, hanno provocato danni alle strutture (rottura di tubazioni) e l’abbassamento delle temperature sotto lo zero e le gelate hanno avuto un effetto negativo sugli ortaggi in pieno campo quali cavoli, verze, cicorie, broccoli e carciofi, oltre ad impedire o rendere difficoltose le semine.

44 Durante il trimestre, infatti, così come nel trimestre precedente, sono state osservate alcune anomalie climatiche che hanno riguardato sia le temperature che le precipitazioni.Per quanto riguarda le temperature massime, nel mese di ottobre il dato medio regionale ha mostrato valori di poco inferiori alla media del periodo mentre le minime sono risultate sostanzialmente in linea con la media climatica (graf. 5.4). Al contrario, nel mese di novembre i valori medi delle temperature massime e minime sono risultati al di sopra delle media stagionale (+1,7°C le massime e +2,1°C le minime). Successivamente nel corso del mese di dicembre, sia le massime che le minime registrate sono risultate leggermente inferiori alla media climatica del periodo in esame (graff. 5.4 e 5.5).

Grafico 5.4 – Temperature massime medie mensili ottobre-dicembre 2010 e media climatica

0 5 10 15 20 CAMPOBASSO ISERNIA C Ottobre 2010

Media climatica Ottobre Novembre 2010 Media climatica Novembre Dicembre 2010 Media climatica Dicembre Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Grafico 5.5 – Temperature minime medie mensili ottobre - dicembre 2010 e media climatica

0 2 4 6 8 10 12 CAMPOBASSO ISERNIA C Ottobre 2010

Media climatica ottobre 2010 Novembre 2010 Media climatica Novembre 2010 Dicembre 2010 Media climatica Dicembre 2010 Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Per quanto riguarda le precipitazioni, su cui è disponibile solo il dato di novembre, si sono contraddistinte per gli eccezionali cumulati: in particolare, a livello regionale, i cumulati medi hanno superato del 165% quelli climatici (graf. 5.6).

45 0 50 100 150 200 250 300 350 CAMPOBASSO ISERNIA mm Novembre 2010 Media climatica Novembre

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

In relazione alla disponibilità di acqua, analizzando il volume invasato nella Diga di Ponte Liscione (graf. 5.7), emerge come nel mese di ottobre i valori siano diminuiti progressivamente. Dalla seconda decade di novembre e fino alla prima decade di dicembre, invece, grazie alle precipitazioni, il lago ha mostrato livelli crescenti e poi un volume pressoché costante fino alla fine del trimestre in esame.

Grafico 5.7 – Volumi di invaso del lago di Ponte Liscione, ottobre – dicembre 2010

110,00 112,00 114,00 116,00 118,00 120,00 122,00 124,00 126,00 m s.m. Livello m s.m.

Fonte: elaborazione INEA su dati Molise Acque, 2010

I valori registrati presso le stazioni di rilevamento sui corsi d’acqua mostrano un andamento positivo. Le altezze dei fiumi Biferno, Trigno, Volturno e Quirino si sono mantenute costanti e al di sopra dello zero convenzionale fino alla seconda decade di novembre, momento in cui hanno mostrato una tendenza all’aumento, con presenza di picchi significativi, in corrispondenza dei maggiori eventi precipitativi che hanno causato esondazioni di canali e corsi d’acqua minori (graff. 5.8 e 5.9).

46 Grafico 5.8 – Altezze idrometriche (in m) del fiume Biferno, ottobre – dicembre 2010

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 H ( m )

BIFERNO (Castropignano) BIFERNO (Lucito) BIFERNO (Altopantano)

Fonte: elaborazione INEA su dati Regione Molise-Centro Funzionale della Protezione civile, 2010

Grafico 5.9 – Altezze idrometriche (in m) dei fiumi Quirino, Trigno e Volturno, ottobre – dicembre 2010

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 H (m )

TRIGNO VOLTURNO QUIRINO

Fonte: elaborazione INEA su dati Regione Molise-Centro Funzionale della Protezione civile, 2010

5.3 Puglia

L’andamento anomalo dei parametri climatici nel corso del trimestre ottobre-dicembre 2010 ha avuto pesanti ripercussioni anche sull’agricoltura pugliese. Sin dal mese di ottobre, infatti, le piogge hanno imperversato su tutta la regione provocando allagamenti in diverse zone che hanno reso difficoltose le operazioni colturali tra cui la semina. In alcune zone interne sono stati rilevati anche smottamenti e frane. Inoltre, il grande freddo, giunto all’improvviso a metà dicembre, non ha risparmiato nessuna delle provincie pugliesi e ha messo in ginocchio soprattutto le colture orticole e frutticole. I maggiori danni sono stati riportati in provincia di Brindisi, dove una gelata ha danneggiato pesantemente le carciofaie e le colture orticole quali cavoli, broccoli e verdure. È stata denunciata una stima di perdita intorno al 70% della produzione di carciofi. Si è trattato di eventi calamitosi di eccezionale gravità che hanno provocato danni anche nella provincia di Foggia.

47 La barbabietola è una delle colture che hanno sofferto maggiormente l’andamento anomalo delle condizioni meteorologiche. Le gelate di dicembre, infatti, hanno in parte distrutto le

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