• Non ci sono risultati.

b) L’apporto digitale all’agency: l’agire nella dimensione ecologica.

La valorizzazione del prodotto, la decodificazione e generazione di pratiche condivise, il “presiedere a una casa mobile” e la riflessività e specificità dell’agire indicano una trasformazione profonda dell’agire artigiano: esso non è più distinguibile nettamente come soggetto (artigiano), artefatto (strumento) e oggetto (prodotto) (Rivoltella e Rossi, 2019). Prima della Prima Rivoluzione industriale il fabbro batteva con il martello, lo strumento, sul ferro rovente, il futuro prodotto, e vi era la relazione tra artigiano e strumento e tra strumento e oggetto. Conseguentemente lo strumento diventava il mediatore tra soggetto e oggetto. Nel “new maker” il rapporto bidimensionale (soggetto-artefatto e artefatto-oggetto) assume carattere circolare, permettendo l’interazione diretta tra soggetto e oggetto: diventa un sistema complesso in cui il sistema eccede la somma delle sue componenti. Questo aspetto permette di porre l’accento sull’agire ecologico a cui è chiamato l’artigiano: le potenzialità e i limiti delle azioni non dipendono dai singoli elementi, bensì dalle loro interazioni. La qualità dell’agire lavorativo non assume valore grazie all’acquisto di strumenti high- tech o di materiali aventi qualità superiore, bensì varia a seconda di come l’artigiano significhi, dia valore, alle relazioni con essi. Qui l’artigiano è chiamato ad assumere l’indicazione illuminista di Diderot “nell’Encyclopédie” (cit. in Sennet, 2008): le tecnologie diventano talmente interne al sistema uomo-macchina-ambiente da essere considerate come un elemento antropologicamente costitutivo (Rivoltella e Rossi, 2019). Si traduce nell’invito di procedere al di là della logica riduzionistica e deterministica. L’attenzione va posta non tanto sulle singole cause ed effetti che dipendono da un determinato contesto, ma sul sistema e sulle modalità locali e globali con cui la struttura si evolve (Bateson, 1988). Mentre nella modernità tradizionale il lavoratore operava all’interno di contesti definiti e di un sistema di pratiche esplicite in cui il significato dell’agire era esplicito e decodificato, nella post-modernità è la persona a dover governare la complessità di un sistema di conoscenza implicite e in continuo cambiamento, in modo tale da dare senso al suo agire grazie ai suoi “funzionamenti”, fronteggiando situazioni sempre inedite.

Le tecnologie digitali mutano le possibilità e le potenzialità intrinseche nello stesso strumento: i robot digitali sono in grado inviare e ricevere input divenendo essi stessi spazi d’azine più che di mediazione (Rivoltella e Rossi, 2019). Al contrario del procedimento analogico, il sistema digitale porta con sé la creazione di una realtà trasformata e aumentata: diventa un sistema omeostatico digitale in grado di auto-regolazione grazie alla ricorsività tra percezione e azione, similmente ai sistemi viventi. La gestione e l’elaborazione delle informazioni digitali, di natura computazionale o

91

neurale (Bertuglia e Vaio, 2013), che avvengono sono scandite e rese fruibili dagli strati o layer. Ciò che determina la qualità, piuttosto che la fruibilità, del sistema digitale è la possibilità data al soggetto di controllare e gestire i processi di elaborazione delle informazioni: più l’utente ha la possibilità di partecipare e determinare il processo, maggiore sarà la qualità posseduta dal sistema, al contrario, un minor grado di partecipazione corrisponde a un minor grado qualitativo. Da una parte la produzione di informazioni si è allontanata dall’utente, che si affida al controllo digitale per l’elaborazione di grandi moli di dati, e allo stesso tempo sono accresciute le informazioni che accompagnano il prodotto e i layer che connettono produzione e utilizzazione.

La presenza di strati autonomi e interagenti non modifica solo i singoli artefatti o strumenti, bensì diventa parte integrante dei sistemi di impresa e delle strutture sociali. I componenti che strutturano e formano l’industria intelligente, dai sensori e macchine al lavoratore, vengono tutti connessi alla catena del valore formando il “sistema infofisico”75, un piccolo mondo ecologico. Le informazioni aggregate emergono e vengono trasmesse dalle etichette, le quali, oltre a narrare la storia del prodotto, permettono la trasmissione delle informazioni, creando relazioni tra le diverse componenti e con l’utente finale, il destinatario. L’agire dell’artigiano non può più prescindere dalle app e dai robot della Smart Industry poiché sono parte integrante del processo di significazione del prodotto. Allo stesso tempo l’orizzonte e lo spazio d’azione artigianale si amplia e amplifica. Gli strati dei robot dell’industria 4.0 forniscono gli strumenti aggreganti e operanti, mentre il contenuto è dato dal contesto di relazioni emergenti tra le persone: l’agire ecologico artigiano, se inserito adeguatamente nell’industria intelligente, può condividere il suo expertise e guidare l’azione verso un agire sempre inedito, e quindi innovativo, grazie al suo saper fare pratico e alla sua osservazione riflessiva. Affinché la tecnologia digitale possa essere considerata integrande alla catena di valore del prodotto e potenziare l’agire dei lavoratori è necessario che essa sia trasparente, ovvero se esplica la logica con cui è costruite e se il codice sorgente è aperto, e abilitante se rende l’utente abile alla partecipazione attiva, alla strutturazione dell’azione e del suo contesto. Le potenzialità delle tecnologie digitali permettono di fondere l’ampia complessità del pensiero con la necessaria semplicità dell’agire. In questo sistema complesso l’agency dell’artigiano può assumere appieno il significa di agire ecologico in quanto inserita e pienamente valorizzata. Per poter significare le proprie azioni, rispetto al resto della rete relazione e al contesto sempre in ridefinizione, ovvero la propria identità è necessaria anche la formazione del carattere dell’artigiano. Infatti,

75 L’infosfera è uno spazio di azione in cui l’agire si compie liberamente e direttamente all’interno del sistema e mette

92

l’Apprendimento 3 si può dare solamente quando la persona si è appropriata dell’Apprendimento 0, 1 e 2. Il rapporto tra artigiano e strumento si viene a caratterizzare come ricorsivo: le rispettive interazioni implicano la modificazione di entrambi. I sistemi di azione dei due attori vengono a strutturarsi come schemi mentali d’azione di Piaget durante il processo di “equilibrazione”76: a seguito delle azioni le informazioni della conoscenza acquisita vengono a formare gli “schemi d’azione”, dispositivi di organizzazione della conoscenza che permettono di organizzare le nostre azioni, le abitudini, queste, a loro volta, durante l’agire vengono modificate dalle nuove informazioni (Piaget, 1952). L’assimilazione è il processo di accumulazione delle informazioni, mentre l’accomodamento consiste nell’adattamento delle nuove informazioni agli “schemi d’azione”.

76 “Equilibrazione: è il processo che permette di raggiungere l’equilibrio cognitivo integrando in totalità

unificate e stabili la varietà di esperienze vissute. Piaget descrisse il meccanismo dell’equilibrazione per spiegare il modo in cui i bambini muovono da uno stadio di pensiero al successivo”.

JACOMUZZI A., Psicologia delle età della vita, CUSTOM PUBLISHING, Mc Graw Hill Education, Università Ca’Foscari Venezia Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali.

93