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L’APPRENDIMENTO PER PROBLEMI IN III LICEO SCIENTIFICO AL “SARROCCHI” DI SIENA

Maria Risitano

Liceo scientifico tecnologico “T. Sarrocchi”, Siena

La classe prescelta per partecipare al progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è stata la III del liceo scientifico tecnologico per la congruità della tematica proposta con quanto affrontato in quest’anno di corso (la genetica dagli esperimenti di Mendel alle biotecnologie, con le problematiche connesse).

Un primo problema è stato trovare la giusta collocazione del Problem-Based Learning (PBL), dovendo conciliare lo sviluppo del programma e la scadenza costitui- ta dalla presentazione del lavoro al seminario che si è svolto il 9 maggio 2003 presso l’ISS. Alla fine il momento più adatto è sembrato quello in cui, dopo aver concluso la genetica classica, dovevamo inoltrarci nello studio della chimica del gene.

Alla classe, divisa in due gruppi di sette persone è stato proposto il problema PBL (vedi p. 28).

Nel ruolo di facilitatore ho aiutato a superare qualche momento di perplessità circa il da farsi e, sia per il tempo relativo a disposizione, sia per la vastità e com- plessità dei contenuti del problema, ho scelto di privilegiare l’aspetto metodologico piuttosto che l’acquisizione di molte conoscenze tecniche, spingendo a curare soprattutto l’iter di risoluzione del problema stesso.

Pertanto, insieme ai ragazzi, si è cercato di mettere a fuoco i nodi salienti da scio- gliere e di individuare i passi da compiere, che sono schematizzati nella Tabella 1.

Successivamente, i ragazzi hanno ricercato il materiale, sul libro di testo, su enciclopedie mediche e su Internet.

Lettura del problema

Analisi dei dati in possesso

Individuazione dei dati mancanti e formulazione di domande mirate soprattutto a definire gli aspetti rilevanti della malattia (caratteristiche generali, ereditarietà, diagnosi, cure tradizionali e terapia genica, ecc.)

Acquisizione di informazioni sulla fibrosi cistica, sulla terapia genica, sui test diagnostici

In rapporto a quanto emerso, ricerca e calcolo di probabilità che il bambino sia affetto

Acquisizione di informazioni su possibili analisi del DNA per determinare le condizioni di portatore sano della madre

In base ai risultati, valutazione di una possibile terapia genica o di altro tipo per il bambino

I risultati della ricerca sono stati discussi per scegliere quali materiali potessero essere i più adatti e completi, per fare una selezione dei contenuti da inserire ed elaborare quanto appreso (in quest’ultima fase c’è stata una suddivisione del lavo- ro per temi fra i componenti del gruppo).

Nello scegliere i materiali è stato cercato quello che in modo più esauriente, ma anche sintetico e diretto rispondesse alle domande poste dal problema, senza inol- trarsi in dettagli complessi e anche difficili.

I risultati dei due gruppi sono stati integrati in un unico di lavoro e i ragazzi sono passati alla realizzazione del CD-Rom, inserendo testi, schemi, immagini per la pre- sentazione presso l’ISS.

Poco prima del seminario, è stato stabilito da loro stessi il criterio per la presen- tazione ed è stata curata e provata la presentazione stessa.

Le impressioni degli studenti

A completamento del lavoro, sono state espresse, discusse, rappresentate su lucidi dagli studenti alcune valutazioni sugli aspetti positivi e negativi dell’esperien- za, che sono state presentate al seminario a conclusione della presentazione della relazione “Un problema delicato… dalle biotecnologie una nuova speranza” e che vengono di seguito schematizzate nella Tabella 2.

Le impressioni dell’insegnante

Ritengo che poco ci sia da aggiungere a una valutazione così puntuale e since- ra, se non per sottolineare gli aspetti di questo metodo che credo più meritevoli di attenzione per la loro ricaduta didattica, quali lo stimolo a lavorare insieme, condi-

Lati positivi

Utilizzo di un nuovo metodo di studio Documentazione e ricerca personale Utilizzo del PC e acquisizione di manualità in alcuni programmi Rielaborazione dei dati trovati

Interazione con i compagni Condivisione di idee e strumenti Divisione e organizzazione del lavoro Confronto dei propri materiali con gli altri e decisione collettiva sui dati da utilizzare Saper lavorare in gruppo

Pianificazione ed esposizione del progetto Estrazione dei dati salienti

Schematizzazione

Nascita di un interesse maggiore e visione più concreta degli argomenti studiati

Migliore apprendimento dell’argomento grazie alla ricerca, all’elaborazione e allo studio personale

Lati negativi e difficoltà

Utilizzo di molte ore scolastiche ed extrascolastiche

Difficoltà nella gestione del lavoro data dalla ricerca collettiva Approccio didattico inizialmente difficile

Nuovo metodo di lavoro Nuovi argomenti più specifici nel campo delle biotecnologie

videndo idee, strumenti, responsabilità, la motivazione allo studio determinata dalla concretizzazione dei contenuti studiati, che vengono inseriti in un contesto vicino alla realtà degli studenti, nonché la messa in atto di processi di apprendimento più validi e duraturi.

Effettivamente, è sempre in qualche modo sorprendente vedere come, cam- biando il contesto in cui si opera, anche studenti non proprio “modello” per atten- zione e partecipazione attiva, si diano da fare mettendo a disposizione del gruppo qualche abilità altrimenti nascosta e dimostrando un certo senso di responsabilità. Queste considerazioni porterebbero alla conclusione di un utilizzo di routine del metodo che però va incontro, a mio avviso, ad alcune difficoltà.

Innanzitutto questa appena raccontata era un’iniziativa sperimentale che preve- deva lo sbocco della presentazione al seminario: se, da una parte, questo ci ha condizionato sotto il profilo del tempo, ha costituito un indubbio stimolo, una meta a cui tendere e quindi ha aiutato a completare il lavoro. Resta da vedere quanto questo sarebbe ripetibile nella prassi ordinaria, senza che vi fosse assuefazione e, con essa una certa tendenza alla dispersione. Inoltre, come rilevato dai ragazzi, per un lavoro fatto bene occorre tempo, organizzazione, lavoro a casa oltre che a scuo- la (specie davanti a contenuti complessi) e tutto questo trova non pochi ostacoli, considerando lo stile di vita degli studenti di oggi e le richieste di impegno da parte delle altre discipline. Né è da trascurare la difficoltà di “inventare” problemi da pro- porre che siano adatti, coinvolgenti, ecc.

Penso, in conclusione, che una sperimentazione come questa sia utile e vada continuata: innanzitutto perché, mettendo in comune le competenze e le esperien- ze di realtà diverse costituisce un’importane occasione di arricchimento per tutti. Poi perché offre agli studenti oltre alla possibilità di un nuovo approccio allo studio, l’opportunità di affacciarsi, da protagonisti, su un mondo diverso da quello frequen- tato, toccando con mano quanto avviene nel mondo scientifico e ricavandone ele- menti di riflessione e di orientamento oltre che un’indubbia gratificazione.

Quanto all’applicazione in ambito scolastico, si potrebbe pensare all’individua- zione di alcune importanti tematiche (anche pluridisciplinari), come sono state que- ste sulle biotecnologie, o in passato sulle dipendenze, per introdurre lo studio avva- lendosi di questa tecnica, integrandola per gli approfondimenti con la didattica tra- dizionale.

LO STUDIO DELLE BIOTECNOLOGIE ALL’ISTITUTO