Luciana Bartolini Liceo classico “Visconti”, Roma
Riflettendo a posteriori sulle motivazioni che mi hanno portato ad aderire al pro- getto “Le biotecnologie in medicina: aspetti scientifici ed etici. Spunti per un’azione didattica” promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), riconosco che due sono state preminenti:
• il desiderio di sperimentare l’efficacia didattica del metodo “Problem-Based Lear- ning” (PBL);
• l’opportunità di verificare quanto questa pratica incida nell’orientare lo studente verso scelte universitarie di ambito scientifico.
Il mio interesse in questo caso era particolarmente vivo per il ruolo di docente delegato all’orientamento da me ricoperto nella scuola di appartenenza, il liceo classico “Visconti” di Roma.
Rispetto al secondo punto, poiché ho condiviso questa esperienza con la clas- se II E che non è classe terminale non sono ancora in possesso di elementi suffi- cienti a esprimere una valutazione. Mi piace tuttavia riportare la testimonianza scrit- ta di tre studentesse “…. con questa ricerca alcuni di noi hanno ricevuto altri spun- ti per la futura scelta universitaria e, magari un giorno, chissà, saremo noi a pro- porre un testo per un concorso in biotecnologie”!
Fase di progettazione
Il corso di aggiornamento organizzato il 4 e il 5 novembre 2002 presso l’ISS ha fornito presupposti teorici ed esperienziali riguardo alla metodologia di applicazio- ne del PBL, oltre a spunti di riflessione sulle implicazioni etiche legate allo sviluppo delle tecniche di genetica molecolare.
Rientrata a scuola ho riferito sui temi trattati nel suddetto corso chiedendo alla classe II E la disponibilità a impegnarsi in un lavoro che avrebbe avuto queste caratteristiche:
• lavoro sperimentale;
• articolato sulle biotecnologie;
• da svolgersi anche in orario extracurricolare ; • gestito da loro stessi;
• in collaborazione con l’ISS; • con produzione di relazione finale.
In questo momento non ho ritenuto necessario entrare nel merito dell’operatività secondo il PBL, mentre ho ritenuto di dover essere molto chiara nel definire l’impe- gno al quale erano chiamati nel caso avessero accettato, poiché a questo paradig- ma sono sempre stati improntati i nostri rapporti, che sono di reciproco rispetto e fiducia.
Due studentesse presenti alle relazioni esposte nel secondo giorno presso l’ISS, hanno dato subito la loro adesione, assumendo contemporaneamente il ruolo di mediatori con il resto della classe. Durante la discussione è emersa qualche riser- va in relazione a impegni extracurricolari proposti da altri docenti. In conclusione la classe ha aderito alla proposta.
Fase attuativa
I tempi di attuazione non sono stati immediatamente successivi alla proposta, per l’approssimarsi delle verifiche scritte curricolari e la chiusura del trimestre. Dopo la pausa natalizia ho ripreso l’argomento questa volta presentando il meto- Vignette tratte dal fumetto creato dagli alunni della II E del liceo classico “Visconti” di Roma, sulla produzione di vaccini transgenici
A
B
C
do PBL come strumento didattico innovativo che lascia allo studente la libertà di dirigere la sua formazione organizzando le conoscenze attorno a un argomento secondo una costruzione logica personale. Le fasi sono: Chiarire i termini del pro- blema; definire il problema; analizzare il problema; sistematizzare le ipotesi; for- mulare obiettivi di apprendimento; studio individuale; sintetizzazione/comprensio- ne del problema.
Ho proposto quindi il problema di “Un colloquio delicato”, sia sotto forma di narrazione che come concept cartoon (vedi p. 18 e p. 28). Nel primo caso, al ter- mine, sono espresse delle domande che circoscrivono il problema e guidano nella direzione delle risposte. Nel secondo caso gli studenti vengono stimolati a proporre sull’argomento delle questioni che troveranno risposta nelle loro ricer- che.
Sebbene ci fosse una buona dose di curiosità attorno alla nuova proposta didat- tica e il desiderio di sperimentarsi, il lavoro procedeva stentatamente. A una preci- sa domanda sulla caduta di entusiasmo mi è stato risposto, dapprima, adducendo improbabili difficoltà organizzative poi, più sinceramente, che avevano l’impressio- ne di lavorare su argomenti già trattati: “Le malattie a trasmissione mendeliana e le analisi da fare in gravidanza sono già state trattate l’anno scorso e riprese all’inizio di quest’anno”.
Inaspettatamente le vicende politiche che maturavano in Iraq, il rischio di attacchi terroristici batteriologici hanno prospettato un problema dal forte impatto emotivo:
Il coinvolgimento della classe su questa tematica è stato tale da farmi pensare che quello poteva essere il “nostro problema”. Si trattava di vedere se poteva esse- re accettato dall’ISS in sostituzione del tema proposto.
Il lavoro, avuta l’approvazione il lavoro si è sviluppato in un clima di grande viva- cità: tre studentesse hanno assunto il ruolo di facilitatori all’interno del gruppo di classe e di trait d’union con l’ISS.
Da parte mia ho assunto subito un ruolo esterno lasciando agli studenti la facoltà di analizzare il problema, di delineare gli ambiti e gli strumenti della ricerca secon- do una linea coerente; il mio intervento si sarebbe limitato a controllare di tanto in tanto l’avanzamento del lavoro e la sua condivisione nella classe.
I ragazzi hanno trovato inizialmente qualche difficoltà nella raccolta del materia- le documentario, nonostante l’argomento potesse lasciare supporre il contrario. Si sono quindi rivolti ai curatori del progetto presso l’ISS dai quali hanno ricevuto oltre a spunti tematici e documenti, soprattutto “attenzione come se non fossimo studenti del liceo”. La visita ai laboratori e i contatti con i ricercatori hanno favorito una diver- sa visione della scienza applicata e dai colloqui i ragazzi sono tornati “gasatissimi”. Le ricerche, a partire dall’analisi delle conoscenze pregresse sui virus, si sono sviluppate secondo questi temi:
• i vaccini tradizionali;
• preparazione e uso dei vaccini; • il virus del vaiolo e la malattia;
• il vaccino antivaioloso: cenni storici, preparazione e complicanze.
A questo punto la ricerca avrebbe potuto considerarsi conclusa, ma dalla fre- quentazione con i ricercatori dell’ISS gli studenti erano venuti a conoscenza degli studi in corso per ottenere vaccini sicuri per l’uomo da piante transgeniche e hanno voluto proseguire la ricerca su questa linea:
• inserimento di un gene esogeno nel DNA di un organismo; • piante trasgeniche: campi di applicazione;
• preparazione di vaccini commestibili;
• benefici e meccanismo d’azione di un vaccino a DNA; e infine
• conseguenze dall’applicazione di vaccini ottenuti con mezzi transgenici nel terzo mondo.
Nella seconda fase della ricerca si è inserito uno studente della classe II A, nella quale anche insegno, particolarmente interessato a queste tematiche.
Le singole relazioni sono state presentate a discussione in classe, quindi nella veste definitiva sono state esposte nel seminario conclusivo presso l’ISS.
Per lo svolgimento del lavoro ci si è avvalsi di libri di testo, ricerche di bibliote- ca, riviste scientifiche, enciclopedie, siti Internet e pubblicazioni fornite dall’ISS.
Le sollecitazioni indotte dal progetto ISS hanno avuto un’appendice nella parte- cipazione di due studentesse al progetto d’Istituto del Liceo Visconti. Il tema annua- le era “Giustizia e ragione” e le studentesse hanno presentato una relazione sul tema “Problemi giuridici ed etici posti dalle biotecnologie”.
Segue schema su punti di forza e di debolezza del lavoro, dal punto di vista degli studenti e dell’insegnante.
•Difficoltà a entrare nell’argomento
•Difficoltà nel limitare l’estensione della ricerca
•Poco tempo a disposizione nella fase finale
• Accettare la sfida con se stessi
• Impegnarsi in argomenti di attualità
• Impegnarsi in uno studio più motivato
• Trovare stimolo alla fantasia
• Incrementare le conoscenze
• Sapersi relazionare con gli esperti
• Saper rendere accessibile e sintetico un lavoro scientifico
• Sapersi organizzare
• Sapersi confrontare con studenti di altre scuole
• Difficoltà nella scelta del tema
• Difficoltà nel limitare l’estensione della ricerca e dell’entusiasmo
• Poco tempo
per organizzare il report
• Favorisce l’acquisizione di una metodologia personale
• Sviluppa
Le abilità logiche
L’assunzione di responsabilità La crescita nell’autostima La capacità di collaborazione L’autoefficienza nei processi di valutazione
• Le abilità comunicative
• Può mettere in luce abilità non rilevate
• Accresce il rapporto empatico tra docente e studenti
Secondo gli studenti
Punti di forza Punti critici
Secondo l’insegnante