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LE BIOTECNOLOGIE: UN’ESPERIENZA IN CLASSE

Lucia Amico, Isabella Albanese e Giuseppina Mannino Liceo classico “Ruggero Settimo”, Caltanissetta

Come è nata l’esperienza

Avevamo partecipato circa due anni fa al progetto promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sul tema “Le nuove droghe” (1) con risultati positivi. L’esperienza infatti ha interessato sia gli alunni sia noi docenti. Il metodo PBL è stato accolto con favore dai ragazzi - come è emerso dalle opinioni espresse nei questionari finali di gradimento - e ha soprattutto permesso di superare il nozioni- smo, sviluppando in loro capacità di riflessione. Di conseguenza abbiamo aderito al progetto dell’ISS, ancorato questa volta agli aspetti scientifici ed etici delle biotec- nologie in medicina.

L’azione didattica

Il lavoro è stato svolto in due classi in tempi diversi (negli anni scolastici 2001- 02 e 2002-03 ).

Nel primo anno ha partecipato la V B (attuale I B). Il lavoro è stato preceduto da una spiegazione sul metodo “Problem-Based Learning” (PBL). Il punto di partenza è stato la visione del film Jurassic Park e il problema consisteva nello stabilire e individuare eventuali errori nella terminologia scientifica utilizzata per spiegare la ricomparsa dei dinosauri nella nostra epoca.

Un caso da risolvere

Nel film Jurassic Park i visitatori del parco vengono invitati a vedere un filmato, nel quale si spiega come sia stato possibile riportare in vita i dinosauri. Sebbene fantascientifica, la spiegazione ha una sua logica ma contiene degli errori nell’uso della terminologia specifica: “Questa resina fossile, che noi abbiamo chiamato ambra, ha atteso milioni di anni con la sua zanzara dentro… fino all’arrivo degli scienziati del Jurassic Park. Servendosi di tecnologie fantascientifiche gli scienziati hanno estratto il sangue conservato nelle zan- zare e… tombola! DNA di dinosauro! Un intero filamento di DNA contiene tre milioni di codici genetici! Se guardiamo delle schermate come questa (sul video appaiono delle sequenze di DNA ogni secondo), per otto ore al giorno, impiegheremo due anni per vedere un intero filamento di DNA… È proprio lungo! E siccome è molto vecchio è anche pieno di interruzioni… ed è qui che la nostra ingegneria genetica entra in gioco. Supercomputer e sequenziatori di geni elaborano il filamento nel giro di pochi minuti e la grafica della realtà virtuale ci mostra le interruzioni nella sequenza del DNA. Ci siamo serviti del DNA completo di un rospo per riempire le interruzioni e completare il codice. E ora possiamo creare un baby dinosauro...”

Posto il problema abbiamo raccolto le varie ipotesi espresse dai ragazzi, le abbiamo sistematizzate e abbiamo divisi gli alunni in 3 gruppi, ogni gruppo coor- dinato da un insegnante nel ruolo di facilitatore. In maniera del tutto autonoma è poi partita la ricerca dei ragazzi. Gli studenti, dopo uno studio approfondito sul DNA (struttura, duplicazione e metodi di analisi), hanno concentrato la loro atten- zione sulle tecniche del DNA ricombinante e sulle applicazioni in medicina, agri- coltura ambiente e industria. Arrivando alla conclusione che un essere vivente non è soltanto un insieme di geni manipolabili e che scienza e fantascienza sono confuse in assenza di conoscenze di base. I ragazzi hanno anche cercato di documentarsi sugli aspetti bioetici, raccogliendo, sull’argomento, le considerazio- ni espressa da personaggi della Chiesa, del mondo lavoro e della scuola. Un CD- Rom dal titolo Dubium initium sapientiae riporta il lavoro svolto. Alla fine dell’anno scolastico i ragazzi hanno esposto l’esperienza realizzata, in un convegno pres- so l’ISS, dove hanno partecipato anche altre scolaresche e ricercatori dell’ISS esperti del settore.

Successivamente gli studenti hanno dato una dimostrazione dei risultati e delle potenzialità del metodo seguito presentando il lavoro svolto agli insegnan- ti delle scuole di Caltanissetta, che partecipavano al corso “Le biotecnologie in medicina: aspetti scientifici ed etici. Spunti per un’azione didattica”, tenutosi presso la nostra scuola nei giorni 1° e 2 aprile 2003. L’iniziativa, alla quale sono stati dedicati articoli nella stampa locale (Figura 1), ha suscitato molto interesse nei presenti.

L’intervento didattico sulle biotecnologie in medicina è stato proposto quest’an- no alla V B, con un diverso spunto, il pro- blema “Un colloquio delicato” (vedi p. 28).

Il metodo didattico seguito è stato lo stesso già adottato: i ragazzi divisi in 3 gruppi e coordinati ciascuno da un inse- gnante facilitatore, hanno lavorato e affrontato con entusiasmo argomenti non facili, documentandosi con serietà e inte- resse sulle malattie ereditarie in genera- le, sulla fibrosi cistica, sulla tipologia delle analisi da effettuare in gravidanza, sulla terapia genica e sulla bioetica. Infine hanno prodotto un CD-Rom dal titolo “L’esperienza è la madre della scienza” (Alcmane) (Figura 2). Il lavoro è stato poi presentato ad altre scolaresche e a ricercatori esperti in occasione del convegno della settimana delle scienze che si è tenuto presso l’ISS il 6 maggio 2003. Anche in questa occasione gli stu- denti hanno esposto con molta chiarezza e padronanza gli argomenti della loro ricerca facendosi apprezzare per la serietà del loro impegno.

Verifica del lavoro svolto

Entrambe le classi hanno lavorato in maniera autonoma e questo spesso ha creato in loro dei problemi nell’organizzazione e nella scelta delle priorità da trat- tare (potrebbe essere più importante questo argomento o quello?). Non è sem- pre stato facile orientarsi giacché si trattava di temi di attualità che, per la prima volta, non erano stati preceduti da spiegazioni da parte dell’insegnante. Tuttavia sono riusciti a svolgere il lavoro in maniera esaustiva e soprattutto si sono senti- ti protagonisti del loro processo di crescita. Inoltre, lavorare in piccoli gruppi ha favorito lo sviluppo di atteggiamenti costruttivi creando tra loro un clima di colla- borazione.

Valutazione

A lavoro ultimato proponiamo le nostre considerazioni soprattutto sul metodo adottato, il PBL, cogliendone vari aspetti.

Aspetti positivi:

• permette di affrontare il problema senza avere conoscenze specifiche; • autonomia di lavoro da parte degli studenti;

• forte coinvolgimento;

• utilizzo di fonti diverse di informazione;

• maggiore consapevolezza rispetto all’uso e all’abuso delle biotecnologie; • possibilità di lavorare in gruppo;

• maggiore motivazione allo studio rispetto ai metodi tradizionali; • maggiore flessibilità nella discussione;

• potenziamento delle capacità di analisi ed elaborazione;

• acquisizione di un metodo spendibile in qualsiasi contesto scolastico ed extra- scolastico.

Figura 2 - Vignetta tratta dal CD-Rom realizzato dalla V B del liceo classico “Ruggero

Aspetti negativi:

• difficoltà di applicare il metodo ad ogni argomento di studio;

• rischio di interpretazioni sbagliate o troppo generiche a causa del ruolo di facili- tatore dell’insegnante;

• poco tempo a disposizione; • difficoltà nell’organizzazione;

• difficoltà nel ricercare e selezionare le informazioni provenienti da diverse fonti.

Conclusioni

La validità dell’esperienza sul piano didattico si evince dall’entusiasmo, interes- se e partecipazione degli alunni sia nel lavoro di ricerca, di informazioni, sia nella stesura dell’ipertesto.

Hanno potuto sviscerare i problemi in chiave pluridisciplinare, poiché all’azione didattica hanno contribuito docenti di diverse discipline (scienze e lettere).

La produzione del lavoro in forma di ipertesto ha poi permesso loro di acquisire padronanza nelle tecnologie informatiche.

Infine, consideriamo la nostra esperienza un avvio semplice, ma concreto all’o- pera che la scuola è impegnata ad affrontare nel corso dei prossimi anni in base alle direttive ministeriali, opera la cui riuscita dipende dalla preparazione professio- nale di noi docenti. Una preparazione che dovremo mantenere perennemente aggiornata sul piano non solo disciplinare, ma anche etico, sociale, civile e meto- dologico.

Riferimenti bibliografici

1. Amico L, Mannino G. Apprendere con consapevolezza: il PBL e le nuove droghe. In: C. Bedetti, M.C. Barbaro, A. Bertini (Ed.). Le nuove droghe. spunti per un'azione didatti-

IL METODO PROBLEM-BASED LEARNING (PBL)