4. Approfondimento:
Gli accordi commerciali bilaterali dell’Unione
Europea con i Paesi meno avanzati e gli effetti sul mercato comunitario del riso
4.1 Gli accordi commerciali bilaterali dell’Unione Europea con i Paesi meno avanzati e gli effetti sul mercato comunitario del riso
Nell’ambito delle trattative per il commercio internazionale, l’Unione Europea sta aprendo il proprio mercato ai Paesi appartenenti alle economie meno avanzate attraverso una serie di accordi bilaterali. Nel corso del 2012 l’Unione Europea ha concluso un accordo di libero scambio con i Paesi Andini (Perù e la Colombia), entrato in vigore dal 1° marzo 2013, e un accordo con l’Associazione dei Paesi Centroamericani (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama ed El Salvador) la cui applicazione provvisoria è iniziata dal 1°
ottobre 2013 con le prime aperture nei confronti di Costa Rica ed El Salvador. L’applicazione provvisoria ha poi riguardato Nicaragua, Panama e Honduras e, infine, dal 1° dicembre 2013 anche il Guatemala. Per questi Paesi il regolamento Ue n. 924/2013 prevede l'apertura e le modalità di gestione di un contingente tariffario annuo per il riso di 20.000 tonnellate cumulative in esenzione del dazio, che verrà aumentato di 1.000 tonnellate ogni anno. L'esenzione riguarda il riso semigreggio, il riso semilavorato o lavorato dei gruppi Lungo A e Lungo B, parboiled e non parboiled. In via di discussione è il negoziato con i
“Paesi del Mercosur”, come il Brasile, l’Argentina e l’Uruguay, che sono importanti produttori di riso.
Altri accordi bilaterali che stanno influenzando fortemente il mercato europeo e italiano del riso, creando tensioni anche all’interno della filiera risicola italiana, sono le concessioni rivolte ai paesi EBA (Everything but arms), in particolare Cambogia e Myanmar. Si ricorda che tali concessioni fanno parte del “Sistema di preferenze generalizzate” stabilito dall’Unione Europea per aiutare i Paesi in via di sviluppo. La Cambogia ha beneficiato delle concessioni dal 1°
settembre 2009, anno della completa liberalizzazione del regime a favore dei Paesi meno avanzati. Prima di quella data vigeva un
contingente d’importazione di soli 6.695 tonnellate e per le importazioni effettuate al di fuori del contingente il dazio era ridotto dell’80%.
Per quanto riguarda il Myanmar, il regolamento UE n. 607/2013 del Parlamento e del Consiglio del 12/6/2013 ha stabilito la revoca delle misure restrittive che erano state imposte nel 1997 a causa della violazione dei diritti umani (in particolare dei lavoratori) da parte del regime militare del Myanmar, sospendendo il Paese dal Sistema di preferenze generalizzate. Nel giugno del 2013 l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha constatato un miglioramento significativo della situazione nel Myanmar, cosicché l’Unione Europa ha potuto reinserirlo nella lista di Paesi che possono esportare nell’Unione Europea in esenzione dazio.
Risultato di queste agevolazioni è stato un netto incremento delle importazioni europee dai Paesi EBA, che nelle ultime quattro campagne sono cresciute a ritmi sempre più sostenuti. Dal 2009, primo anno della completa liberalizzazione delle importazioni dai Paesi meno avanzati, si è osservato un netto incremento delle importazioni di riso lavorato provenienti dalla Cambogia, che sono passate da circa 6.000 tonnellate della campagna 2008/09 a oltre 195mila tonnellate della campagna 2012/13 (tabella 4.1). Il boom delle importazioni dalla Cambogia ha trainato la crescita dell’import totale proveniente dai Paesi EBA, che è passato dalle 10mila tonnellate della campagna 2008/09 a quasi 216mila tonnellate nella campagna 2012/13. Il peso della Cambogia sul totale dei volumi esportati in Europa dai Paesi EBA è oscillato tra il 58% della campagna 2008/09 al 91% della campagna appena conclusa, toccando il massimo del 98% nell’annata 2010/11. Dal 2011 sono iniziate anche le prime importazioni dal Myanmar, che si sono attestate a quasi 36mila tonnellate, incidendo per il 24%
sull’import europeo dai Paesi EBA. Nell’ultima
campagna si sono tuttavia più che dimezzate,
scendendo a 16mila tonnellate, con un peso dell’8%.
Tabella 4.1: Importazioni di riso lavorato in tonnellate (incluse le rotture di riso) dell’Unione Europea dai Paesi EBA
Fonte: Commissione Europea
Si osserva inoltre che le importazioni dalla Cambogia in piccole confezioni, tra i 5 kg e i 20 kg, sono aumentate nelle ultime due campagne del +56%, passando da circa 27mila tonnellate della campagna 2011/2 alle 42mila tonnellate della campagna 2012/13. Nello stesso periodo, anche le importazioni dalla Cambogia in confezioni di oltre 20 kg sono cresciute del +48%, passando da 30mila tonnellate a oltre 45mila tonnellate.
Questa dinamica ha provocato una netta riduzione del dazio medio all’importazione:
questo è sceso a dai 105,48 €/t della campagna 2008/09, precedente alla completa liberalizzazione dell’import dai PMA, a 72,51 €/t registrato a maggio 2013, segnando un calo del
‐31%. Tra giugno e agosto 2013 si è registrata un’ulteriore diminuzione del dazio medio all’importazione al valore minimo di 68,65 €/t.
Analizzando la destinazione delle esportazioni dai Paesi EBA per Stato Membro, va osservato come l’Italia sia destinataria del 3% di esse (grafico 4.1).
Al primo posto si trova invece la Francia, cui è destinato un quarto delle esportazioni dei Paesi EBA. Segue la Germania, con una quota pari al 23%. Un peso minore (12%) è rappresentato dai Paesi Bassi. Belgio, Gran Bretagna, Estonia e
Romania sono presenti con una quota ciascuno inferiore al 10%.
Grafico 4.1: Ripartizione percentuale tra gli Stati Membri delle esportazioni di riso lavorato dei Paesi EBA
Fonte: Commissione Europea
I risoni esportati dai Paesi meno avanzati entrano dunque in concorrenza, dal punto di vista dell’export, con il riso italiano. A risentirne maggiormente, infatti, sono le varietà italiane da export, in particolare i Tondi. Sul fronte degli scambi con l’estero, le importazioni nazionali di riso semilavorato o lavorato provenienti dalla Cambogia, totalmente assenti nel 2009, sono iniziate nel 2010 con 238 tonnellate nel primo semestre e sono giunte a 4.622 tonnellate ad agosto del 2013. Si osserva inoltre come dal 2012, su base semestrale, i volumi importati siano aumentati progressivamente: nel primo semestre 2012 si attestavano a 837 tonnellate, nel secondo del 2012 a 1.059 tonnellate e nel primo 2013 a 1.789 tonnellate. Inoltre, nel bimestre luglio‐agosto 2103 hanno toccato le 2.833 tonnellate (Fonte: Istat).
La rapida crescita dell’import con dazi agevolati è fonte di preoccupazione per gli attori della filiera risicola italiana. Si ricorda inoltre che sono in corso altri negoziati con grandi produttori di riso come l’India, la Thailandia, il Vietnam, gli Stati Uniti e il Giappone. Al riguardo, il 7 novembre 2013 l’Ente Risi ha presentato al Mipaaf un dossier relativo alle importazioni di riso dai PMA:
esito della riunione è stata la volontà della filiera di chiedere alla Commissione Europea l’applicazione della clausola di salvaguardia per il
2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 Cambogia 5.915 2.809 1.987 6.012 28.617 98.986 108.784 195.544
Myanmar 35.938 16.420
Altri 3.628 4.414 4.898 4.268 2.940 2.362 2.321 3.972 0
3% 14% Francia
Germania
ripristino dei normali dazi della tariffa doganale comune prevista nel regolamento (CE) n.732/2008. In particolare, all’art. 23 comma 1 si prevede che “i prodotti di cui ai capitoli da 1 a 24 della tariffa doganale comune, originari di paesi beneficiari, possono essere oggetto di uno speciale meccanismo di sorveglianza per evitare perturbazioni del mercato comunitario. La Commissione, su richiesta di uno Stato membro o di propria iniziativa, decide quali siano i prodotti cui applicare tale meccanismo di sorveglianza”. Ai sensi dell’art. 20 comma 1 si dispone inoltre che
“qualora un prodotto originario di un paese beneficiario sia importato a condizioni tali da causare o da minacciare di causare gravi difficoltà a un produttore comunitario di prodotti simili o direttamente concorrenti, i normali dazi della tariffa doganale comune possono essere ripristinati in qualsiasi momento per detto prodotto, su richiesta di uno Stato membro o su iniziativa della Commissione”.