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Approfondimento su gestione ed organizzazione del cantiere, traffico indotto e impatti generati,

Nel documento IMPIANTO IDROELETTRICO BUDRIESSE (pagine 5-10)

2. APPROFONDIMENTI RICHIESTI DALLA COMMISSIONE TECNICA VIA (nota prot. 27669/CTVA del

2.2. Approfondimento su gestione ed organizzazione del cantiere, traffico indotto e impatti generati,

Tra i documenti progettuali nella relazione “delle attività di cantiere” sono illustrate le attività di cantiere necessarie a realizzare l’impianto, in particolare vengono descritte le attività di cantiere e le relative opere provvisionali in maniera approfondita al fine di individuare le soluzioni tecniche in grado di minimizzare gli impatti ambientali del progetto, con particolare riferimento alla fase di realizzazione.

Al par. 3.4 della citata relazione è descritto l’insediamento di cantiere.

Per evitare il depositare per tempi lunghi in zona golenale il materiale e i mezzi necessari all’esecu-zione dei lavori, le aree del cantiere principale sono state divise in due, rappresentate nei disegni di progetto:

• l’area operativa, dove si svolgeranno le attività edificatorie, necessariamente in golena;

• l’area di deposito, ubicata oltre l’argine maestro e adeguatamente recintata, dove potranno essere collocati i materiali d’utilizzo non immediato, nonché ricoverati i mezzi meccanici a fine gior-nata.

Nell’area di deposito sarà anche installato un impianto di betonaggio, dove sarà impiegato in gran parte il materiale di risulta (essenzialmente sabbia e ghiaietto) proveniente dagli scavi, dopo essere stato lavato e corretto con un adeguato dosaggio di ghiaia d’adeguata pezzatura per ottenere una curva granulometrica appropriata. In questo modo si conseguirà il duplice scopo di ridurre i quantitativi d’inerte per calcestruzzo da approvvigionare e di materiale di risulta degli scavi da smaltire, riducendo drasticamente i trasporti da e verso il cantiere.

Proprio per questo motivo s’è scelto di installare tale impianto, che dal punto di vista economico risulterebbe conveniente solo per quantitativi di calcestruzzo alquanto maggiori di quelli previsti nel progetto.

Nell’area di deposito sarà realizzato anche un pozzo per l’approvvigionamento d’acqua necessario all’impianto di betonaggio, per la vagliatura, per bagnare le piste di accesso e di cantiere allo scopo di ridurre al minimo le polveri sollevate dal transito dei mezzi di trasporto e d’opera; lo stesso pozzo sarà utilizzato per l’approvvigionamento dell’acqua necessaria ai servizi del cantiere.

Inoltre, qui troveranno posto una o più baracche di cantiere, che costituiranno il recapito dell’esecu-tore delle opere e il ricovero dell’attrezzatura di piccole dimensioni e della documentazione di pro-getto, nonché la sede per le riunioni di cantiere con la Direzione Lavori e con il Coordinatore per la sicurezza.

Gli approvvigionamenti idrici per il personale avverranno tramite un pozzo, già necessario per gli usi produttivi, mentre l’acqua potabile verrà erogata da specifici dispenser ricaricati con acqua minerale.

Si tratterà di un pozzo per il quale verrà richiesta specifica autorizzazione/concessione, limitato all’ac-quifero più superficiale, ampiamente disponibile rispetto ai prelievi necessari.

Infine, non è previsto alcuno scarico idrico, perché le acque di risulta dell’impianto di vagliatura saranno riutilizzate in un ciclo chiuso, per l’impianto di betonaggio e per irrorare le piste di cantiere e le strade di accesso, mentre le acque provenienti dai servizi igienici saranno totalmente stoccate e allontanate da imprese specializzate.

Nella fase iniziale dei lavori sarà anche approntato un cantiere temporaneo in sponda sinistra allo scopo di realizzare i manufatti previsti in quest’area, in particolare la conca di navigazione e le sco-gliere di massi a protezione delle scarpate di monte e di valle.

Si ritiene opportuno realizzare queste opere prima d’entrare nel fiume con le ture necessarie a co-struire lo sbarramento mobile, per evitare che l’aumento di velocità dell’acqua, che potrebbe verifi-carsi durante tali fasi di lavoro, possa provocare danni per erosione alla sponda sinistra in corrispon-denza della briglia esistente.

S’evidenzia che nell’ambito dell’area operativa sarà realizzato un approdo per chiatte, il mezzo di trasporto che sarà impiegato, quando le condizioni idrologiche lo consentiranno, per allontanare dal cantiere parte del materiale di scavo in esubero e, allo stesso modo, approvvigionare il cantiere degli inerti di pezzatura maggiore per il confezionamento dei conglomerati cementizi e di altro materiale, di dimensioni e/o quantità cospicue, necessario al cantiere. In tal modo si riuscirà a ridurre al minimo la necessità dei trasporti su gomma, a tutto vantaggio della viabilità delle zone circostanti al cantiere, con ricadute positive anche per quanto concerne le emissioni acustiche e di gas di scarico.

In definitiva, contestualmente all’esecuzione degli scavi il materiale sarà subito selezionato tra la frazione idonea al riutilizzo in cantiere, che andrà direttamente nell’area di deposito al di fuori della fascia golenale, e quella destinata all’allontanamento, che sarà invece caricata sulla chiatta ormeg-giata nella zona operativa di cantiere quando le condizioni idrologiche e in particolare i livelli dell’Adda e del Po saranno tali da consentire la navigazione.

Da ultimo si precisa che la movimentazione del materiale da costruzione sarà effettuata con autogrù e scavatori semoventi, al fine d’evitare la permanenza in area golenale di strutture fisse, quali i tralic-ciati delle gru a bandiera tipiche di cantiere, nonché del consistente basamento di calcestruzzo armato necessario per sorreggerle.

Il materiale di scavo destinato al riutilizzo sarà accumulato nell’area di deposito appositamente costi-tuita al di fuori della fascia golenale, dove una volta selezionato potrà essere destinato all’impianto di betonaggio, ai rinterri o al trasporto verso i siti individuati.

Sono inoltre previste aree di stoccaggio nell’area operativa per il deposito dei materiali d’immediato utilizzo, quali ferro di armatura, elementi dello sbarramento e carpenteria metallica. Tutte le strutture provvisorie saranno smantellate alla fine dei lavori con la riduzione in pristino dei luoghi.

Si precisa che le fasi di cantiere sono descritte tramite elaborati grafici dalla 15_004794 alla 29_004808 presenti nel progetto allegato alla documentazione di VIA.

L’area di intervento è raggiungibile attraverso la strada sterrata che passa sull’argine maestro in sponda destra, già ora percorribile da normali mezzi di cantiere, con accessi sia da monte che da valle.

Per salire e scendere dall’argine stesso e accedere all’area operativa e a quella di deposito saranno realizzate le apposite rampe rappresentate negli elaborati grafici già citati. Si precisa che mentre la pista d’accesso all’area golenale, realizzata nella direzione del flusso d’acqua, rimarrà come accesso all’impianto, quella d’ingresso all’area di deposito sarà invece asportata a fine lavori, riportando in pristino l’area interessata a tale scopo.

Per la costruzione dello sbarramento è prevista la realizzazione di piste in alveo in modo che materiale depositato presso le aree di cantiere e mezzi meccanici arrivino comunque dalla sponda destra; solo le strutture della spalla sinistra, saranno realizzate prima, accedendo dalla strada arginale in sponda sinistra.

Tali piste hanno carattere esclusivamente provvisionale e quindi saranno completamente rimosse in modo graduale una volta completati i lavori.

Come detto in precedenza, il trasporto dei materiali da e verso il cantiere sarà effettuato tramite chiatte per quanto possibile; la stima di dettaglio dei quantitativi trasportati e del numero di viaggi necessari è riportata nello Studio di Impatto Ambientale. In ogni caso i mezzi di cantiere circoleranno princi-palmente tra le aree di deposito e le zone operative, senza interferire con la viabilità locale; questa

sarà coinvolta limitatamente al trasporto dei materiali residui, rispetto a quelli su chiatta, per la co-struzione dell’impianto e delle forniture elettromeccaniche (turbine, generatori, paratoie, ecc.), per le quali potranno es-sere previsti trasporti speciali.

È previsto l’utilizzo dei seguenti mezzi e attrezzature di cantiere:

• 2 escavatori cingolati

• 1 escavatore cingolato con benna mordente

• 1 escavatore con braccio da 20 m (oppure a fune tipo Ruston) per il carico e lo scarico delle chiatte

• 1 pala gommata

• 2 autocarri

• 1 chiatta per il trasporto del materiale via fiume

• 1 autogrù da 50 t

• 1 centralina di betonaggio, completa di trattamento e selezione degli inerti

• 1 autobetoniera

• 2 pompe per calcestruzzo

• 2 macchine per la realizzazione dei diaframmi

• 2 macchine per la realizzazione del jet-grouting

• 2 macchine per l’infissione e il recupero delle palancole

• 1 silo per la malta d’iniezione del jet-grouting

• 1 silo per il cemento

• vasche di accumulo e decantazione dei fanghi bentonitici

Nello SIA (file 2019SIA001QAMB_1,2,3) sulla scorta delle informazioni presenti nel progetto defi-nitivo e sopra riassunte, nonché i dati a disposizione sulla piattaforma regionale sono stati valutati gli impatti sulla matrice atmosfera.

L’opera in progetto, una volta completata, non avrà alcun impatto sull’atmosfera neppure a scala locale; al contrario, nel bilancio globale, la produzione di energia da fonte rinnovabile sortirà il noto effetto positivo sull’atmosfera risparmiando anidride carbonica di risulta dall’impiego di combustibili fossili.

Durante la fase di cantiere, invece, il transito di mezzi, le operazioni di scavo e trasporto, nonché le locali lavorazioni (betonaggio, vagliatura inerti ecc.) avranno ricadute sulla qualità locale della ma-trice ambientale, che sono state valutate in modo quantitativo per individuare le migliori azioni di mitigazione dell’inevitabile impatto temporaneo.

Al fine dell’inquadramento dello stato della matrice aria nel SIA è stata considerata la macrocategoria tipologica territoriale definita da Regione Lombardia (zonizzazione prevista dal D.Lgs 155/2010) in cui si colloca l’impianto in progetto.

Gli impatti potenziali sono stati valutati considerando la collocazione dell’impianto e le relative aree di cantiere, come fonte di emissione puntuale, individuando eventuali bersagli sensibili.

Relativamente alla viabilità di cantiere (che incide sulla qualità dell’aria in termini di polveri e di emissioni), sono stati presi in considerazione i percorsi definiti nel progetto, individuando i bersagli sensibili in base alle modalità di trasporto scelte.

La caratterizzazione meteo-climatica è stata condotta individuando la stazione meteorica più rappre-sentativa, in termini di vicinanza, e la successiva elaborazione dei dati di velocità e direzione del vento, di pioggia e di temperatura, previa eliminazione degli outlier.

Per la ricerca della stazione per l’acquisizione dei dati si è fatto riferimento all’archivio della rete meteorologica di ARPA Lombardia. Nello specifico sono stati utilizzati i dati rilevati alla stazione ubicata in Spinadesco (via Cesare Battisti, 1) in quanto, oltre ad essere la più vicina all’area in oggetto (distante circa 4,6 km), possiede al contempo sia i sensori di velocità e direzione del vento che quelli di precipitazione.

Per la stima delle emissioni, come anticipato sopra, è stato supposto che, data la tipologia di opera in progetto, eventuali ripercussioni sull’ambiente atmosferico siano da attendersi esclusivamente nella fase di cantiere. Di conseguenza si è fatto riferimento ai territori comunali di Maccastorna e Crotta d’Adda in quanto interessati dai percorsi dei mezzi pesanti in ingresso e in uscita dal cantiere. I due comuni si collocano negli ambiti prevalentemente rurali della Pianura e sono caratterizzati da un’in-tensa attività agricola.

Al fine della valutazione dello stato attuale delle emissioni nei due comuni interessati e la sua varia-zione dovuta alle attività di cantiere del progetto sono stati considerati gli inquinanti e le macrocate-gorie/attività dell’inventario INEMAR prevalenti per la matrice rurale e di interesse per gli aspetti cantieristici: agricoltura, trasporto su strada, altre sorgenti mobili e macchinari.

I dati completi sono riportati nel file 2019SIA001QAMB_1,2,3). Nel cap. 1.3 è riportato il calcolo delle pressioni attese dal progetto (aggiornato con l’inserimento della conca) nella fase di cantiere sull’atmosfera, valutando anche il traffico indotto e considerando 3 scenari diversi.

Dai risultati si osserva e conclude quanto segue:

· SCENARIO 1: si produrrà un incremento massimo del 32% rispetto ai mezzi pesanti e del 5 % sulla totalità del traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 5% rispetto ai mezzi pesanti e del 1

% sulla ExSS234 (rif. 2008);

· SCENARIO 2: si produrrà un incremento massimo del 10,6% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,7 % sulla totalità traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 1,5% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008);

· SCENARIO 3: si produrrà un incremento massimo del 7,4% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,2 % sulla totalità del traffico giornaliero medio sulla SP196 (rif. 2007), del 1,0% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008).

Lo scenario 3 scelto in fase di Studio di Impatto Ambientale permette di ridurre notevolmente gli impatti per la realizzazione dell’opera.

Infine, al fine di stimare la concentrazione di PM10 in funzione della distanza del recettore si è fatto riferimento alle Linee ARPAT (All.1 del DGP 213/09 – Provincia di Firenze), come richiesto nella fase istruttoria del precedente procedimento di VIA ID_VIP 3046 da Regione Lombardia (nota n.

65078 del 12/12/2015). Dai risultati, ai fini del PM10, emerge che:

- utilizzando lo scenario 1 il progetto non è compatibile al rispetto del limite,

- con lo scenario 2 il progetto è compatibile ma richiede l’applicazione di un monitoraggio presso il recettore durante i lavori,

- con lo scenario 3 (quello proposto nel SIA) il progetto risulta compatibile ma richiede l’applicazione di un monitoraggio presso il recettore durante i lavori e garantendo le modalità di buona tecnica per la mitigazione delle polveri in fase di cantiere quali: bagnatura periodica, pulizia delle superfici pul-verulente dell’area di cantiere e delle strade di transito, copertura con teli di materiali da scavo collo-cati su autocarri durante le fasi di trasporto, predisposizione di aree di lavaggio ruote autoveicoli e copertura con teli dei cumuli di terra stoccati.

In conclusione, la costruzione dell’opera sarà effettuata nei modi e nei tempi previsti nel quadro pro-gettuale. Tutte le operazioni che si effettueranno in fase di cantiere costituiscono potenziali fonti di emissioni

riconducibili al tipo polverulento legato al tipo di attività, al tipo di materiale e alla meteorologia.

La temporaneità delle operazioni, la distanza dei recettori e la tipologia di materiali movimentati escludono impatti significativi. Mentre durante la fase di esercizio l’impianto non genera emissioni in aria.

2.3. Elaborazione del Piano utilizzo delle Terre e Rocce di Scavo

Nel documento IMPIANTO IDROELETTRICO BUDRIESSE (pagine 5-10)

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