• Non ci sono risultati.

IMPIANTO IDROELETTRICO BUDRIESSE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "IMPIANTO IDROELETTRICO BUDRIESSE"

Copied!
62
0
0

Testo completo

(1)

VIS S.r.l.

IMPIANTO IDROELETTRICO

“BUDRIESSE”

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.

RELAZIONE INTEGRATIVA

Comune Castelnuovo Bocca d’Adda (LO) Data maggio2020

File 2020SIA001INT

GRUPPO DI LAVORO:

Engineering S.r.l.

Con la collaborazione della dott.ssa Giovanna Fontana, biologo analista ambientale

(2)

Indice

1. PREMESSA ... 3

2. APPROFONDIMENTI RICHIESTI DALLA COMMISSIONE TECNICA VIA (nota prot. 27669/CTVA del 21/10/2019) ... 4

2.1. Evidenziare quali modifiche sono intervenute nel quadro programmatico rispetto alla precedente istruttoria e quali differenze ha introdotto la realizzazione della conca di navigazione con riferimento alla coerenza del progetto con i vigenti strumenti di pianificazione. ... 4

2.2. Approfondimento su gestione ed organizzazione del cantiere, traffico indotto e impatti generati, movimentazione e deposito materiali. ... 5

2.3. Elaborazione del Piano utilizzo delle Terre e Rocce di Scavo ... 10

2.4. Approfondimenti in merito alle alternative di progetto per la realizzazione della conca di navigazione. ... 11

2.5. Effettuare la progettazione idraulica dei sistemi di riempimento e svuotamento della conca di navigazione, redigere i protocolli di manovra indispensabili per assicurare efficienza e sicurezza... 12

2.6. Approfondimenti in merito all’impatto prodotto dalla conca di navigazione sul bosco ripariale presente nell’area demaniale dove è prevista la realizzazione dell’opera. ... 12

2.7. Approfondimenti sui potenziali effetti erosione, innalzamento della falda e diminuzione di habitat determinati dalla realizzazione e dall’esercizio della conca di navigazione ... 17

2.8. Integrazioni/chiarimenti richieste da Regione Lombardia con nota T.2019.0042311 del 25/10/2019 ed eventuali altri enti. ... 17

3. CHIARIMENTI RICHIESTI DALLA REGIONE LOMBARDIA (nota T.2019.0042311 del 25/10/2019) ... 17

3.1. Aspetti generali ... 17

3.2. Accessibilità del sito... 30

3.3. Quadro programmatico ... 33

3.4. Gestione delle terre da scavo e qualità dei terreni. ... 42

3.5. Biodiversità. ... 42

3.6. Acque sotterranee. ... 45

3.7. Acque superficiali. ... 48

3.8. Acque superficiali. ... 48

3.9. Gestione dei sedimenti. ... 50

3.10. Rapporto con altre derivazioni. ... 51

3.11. Geologia, geotecnica e sismica. ... 51

3.12. Paesaggio e beni architettonici culturali. ... 52

3.13. Salute Pubblica. ... 55

3.14. Rumore. ... 56

3.15. Comparto agricolo forestale. ... 57

3.16. Piano di Monitoraggio Ambientale. ... 58

4. ALLEGATI ... 62

(3)

1. PREMESSA

La presente documentazione è stata redatta in risposta alla richiesta di integrazioni e approfondimenti formulata dal del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare con nota U.0003994.21 del 21.10.2019 in seno al procedimento VIA (ID_VIP: 4672) riguardante il progetto definitivo dell’impianto idroelettrico sul fiume Adda denominato “Budriesse”, da realizzarsi nell’omonima località in Comune di Castelnuovo Bocca d’Adda (LO), proposto da VIS S.r.l..

(4)

2. APPROFONDIMENTI RICHIESTI DALLA COMMISSIONE TECNICA VIA (nota prot. 27669/CTVA del 21/10/2019)

La Commissione Tecnica VIA con nota prot. 27669/CTVA del 21/10/2019 richiede approfondimenti relativi alla documentazione già prodotta in sede di procedimento VIA.

Nel presente capitolo vengono affrontati e approfonditi gli argomenti così come proposti nella nota della Commissione.

2.1. Evidenziare quali modifiche sono intervenute nel quadro programmatico rispetto alla precedente istruttoria e quali differenze ha introdotto la realizzazione della conca di navigazione con riferimento alla coerenza del progetto con i vigenti strumenti di pianificazione.

In riferimento al quadro programmatico (file 2019SIA005QPGM) in sintesi di seguito le modifiche intervenute ai piani/programmi tra la precedente istruttoria e l’attuale:

- Parco Adda Sud: è avvenuta una modifica con d.g.r. 25 luglio 2016 - n. X/5472 “Variante al piano territoriale di coordinamento del Parco Adda Sud” (d.g.r. n. 1195/2013) - Modifica delle norme tecni- che di attuazione, in esecuzione della sentenza del Consiglio di stato n. 00817/2016 reg.Prov.Coll.n.03785/2015 reg.ric.” e successiva “Errata corrige”, Deliberazione di Giunta regionale 25 luglio 2016 - n. X/5472 - “Variante al piano territoriale di coordinamento del Parco Adda Sud (d.g.r.

n. 1195/2013) - Modifica delle norme tecniche di attuazione, in esecuzione della sentenza del Consi- glio di stato n. 00817/2016 reg.prov.coll. n. 03785/2015 reg.ric.”.

- In data 20.05.2013 il Parco Adda Sud ha avviato, in collaborazione con la provincia di Cremona, il procedimento per la stesura del Piano di Indirizzo Forestale (PIF) relativamente alla porzione di Parco sita in Provincia di Cremona. Pertanto, il PIF approvato con Delibera di Giunta regionale n. X/6320 del 6 marzo 2017 (Approvazione del Piano di Indirizzo Forestale del Parco Regionale dell’Adda Sud, limitatamente alla porzione in Provincia di Cremona, ai sensi dell’art. 47 c. 4 della LR 31/2008 e contestuale concessione di deroghe alle Norme Forestali Regionali, ai sensi dell’art. 50 c. 6 della LR 31/2008) riguarda la porzione di area protetta posta prevalentemente in sinistra idrografica del fiume Adda e costituisce parte integrante del PIF di Cremona.

- Con D.M. del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 10 Novembre 2017, è stata adottata la Strategia Energetica Nazionale 2017, il piano decennale del Governo italiano per anticipare e gestire il cambiamento del sistema energetico.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha inviato l’8 gennaio 2019 alla Commissione europea la Pro- posta di Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC),

(5)

- L’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo) ha predisposto, ai sensi della Direttiva 2007/60/CE rece- pita nel diritto italiano con D.lgs. 49/2010, il Piano per la valutazione e la gestione del rischio di alluvione (PGRA). Nella seduta di Comitato Istituzionale del 17 dicembre 2015, con deliberazione n.4/2015, è stato adottato il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) e nella seduta di Co- mitato Istituzionale del 3 marzo 2016, con deliberazione n.2/2016, è stato approvato il PGRA. Nella seduta di Conferenza Istituzionale Permanente del 20 dicembre 2019 è stato esaminato il primo ag- giornamento delle mappe della pericolosità e del rischio del PGRA2021 (Art. 6 della Direttiva 2007/60).

- Con Delibera n. 6990 del 31 luglio 2017 è stato approvato il PTUA 2016 che costituisce la revisione del precedente PTUA 2006 approvato con Deliberazione n. 2244 del 29 marzo 2006.

In riferimento al quadro programmatico aggiornato, come riportato nel par. 3.6 del file 2019SIA005QPGM, il progetto aggiornato con l’inserimento della conca di navigazione non modi- fica la coerenza dello stesso con gli strumenti di pianificazione vigenti.

2.2. Approfondimento su gestione ed organizzazione del cantiere, traffico indotto e im- patti generati, movimentazione e deposito materiali.

Tra i documenti progettuali nella relazione “delle attività di cantiere” sono illustrate le attività di cantiere necessarie a realizzare l’impianto, in particolare vengono descritte le attività di cantiere e le relative opere provvisionali in maniera approfondita al fine di individuare le soluzioni tecniche in grado di minimizzare gli impatti ambientali del progetto, con particolare riferimento alla fase di realizzazione.

Al par. 3.4 della citata relazione è descritto l’insediamento di cantiere.

Per evitare il depositare per tempi lunghi in zona golenale il materiale e i mezzi necessari all’esecu- zione dei lavori, le aree del cantiere principale sono state divise in due, rappresentate nei disegni di progetto:

• l’area operativa, dove si svolgeranno le attività edificatorie, necessariamente in golena;

• l’area di deposito, ubicata oltre l’argine maestro e adeguatamente recintata, dove potranno essere collocati i materiali d’utilizzo non immediato, nonché ricoverati i mezzi meccanici a fine gior- nata.

Nell’area di deposito sarà anche installato un impianto di betonaggio, dove sarà impiegato in gran parte il materiale di risulta (essenzialmente sabbia e ghiaietto) proveniente dagli scavi, dopo essere stato lavato e corretto con un adeguato dosaggio di ghiaia d’adeguata pezzatura per ottenere una curva granulometrica appropriata. In questo modo si conseguirà il duplice scopo di ridurre i quantitativi d’inerte per calcestruzzo da approvvigionare e di materiale di risulta degli scavi da smaltire, riducendo drasticamente i trasporti da e verso il cantiere.

(6)

Proprio per questo motivo s’è scelto di installare tale impianto, che dal punto di vista economico risulterebbe conveniente solo per quantitativi di calcestruzzo alquanto maggiori di quelli previsti nel progetto.

Nell’area di deposito sarà realizzato anche un pozzo per l’approvvigionamento d’acqua necessario all’impianto di betonaggio, per la vagliatura, per bagnare le piste di accesso e di cantiere allo scopo di ridurre al minimo le polveri sollevate dal transito dei mezzi di trasporto e d’opera; lo stesso pozzo sarà utilizzato per l’approvvigionamento dell’acqua necessaria ai servizi del cantiere.

Inoltre, qui troveranno posto una o più baracche di cantiere, che costituiranno il recapito dell’esecu- tore delle opere e il ricovero dell’attrezzatura di piccole dimensioni e della documentazione di pro- getto, nonché la sede per le riunioni di cantiere con la Direzione Lavori e con il Coordinatore per la sicurezza.

Gli approvvigionamenti idrici per il personale avverranno tramite un pozzo, già necessario per gli usi produttivi, mentre l’acqua potabile verrà erogata da specifici dispenser ricaricati con acqua minerale.

Si tratterà di un pozzo per il quale verrà richiesta specifica autorizzazione/concessione, limitato all’ac- quifero più superficiale, ampiamente disponibile rispetto ai prelievi necessari.

Infine, non è previsto alcuno scarico idrico, perché le acque di risulta dell’impianto di vagliatura saranno riutilizzate in un ciclo chiuso, per l’impianto di betonaggio e per irrorare le piste di cantiere e le strade di accesso, mentre le acque provenienti dai servizi igienici saranno totalmente stoccate e allontanate da imprese specializzate.

Nella fase iniziale dei lavori sarà anche approntato un cantiere temporaneo in sponda sinistra allo scopo di realizzare i manufatti previsti in quest’area, in particolare la conca di navigazione e le sco- gliere di massi a protezione delle scarpate di monte e di valle.

Si ritiene opportuno realizzare queste opere prima d’entrare nel fiume con le ture necessarie a co- struire lo sbarramento mobile, per evitare che l’aumento di velocità dell’acqua, che potrebbe verifi- carsi durante tali fasi di lavoro, possa provocare danni per erosione alla sponda sinistra in corrispon- denza della briglia esistente.

S’evidenzia che nell’ambito dell’area operativa sarà realizzato un approdo per chiatte, il mezzo di trasporto che sarà impiegato, quando le condizioni idrologiche lo consentiranno, per allontanare dal cantiere parte del materiale di scavo in esubero e, allo stesso modo, approvvigionare il cantiere degli inerti di pezzatura maggiore per il confezionamento dei conglomerati cementizi e di altro materiale, di dimensioni e/o quantità cospicue, necessario al cantiere. In tal modo si riuscirà a ridurre al minimo la necessità dei trasporti su gomma, a tutto vantaggio della viabilità delle zone circostanti al cantiere, con ricadute positive anche per quanto concerne le emissioni acustiche e di gas di scarico.

(7)

In definitiva, contestualmente all’esecuzione degli scavi il materiale sarà subito selezionato tra la frazione idonea al riutilizzo in cantiere, che andrà direttamente nell’area di deposito al di fuori della fascia golenale, e quella destinata all’allontanamento, che sarà invece caricata sulla chiatta ormeg- giata nella zona operativa di cantiere quando le condizioni idrologiche e in particolare i livelli dell’Adda e del Po saranno tali da consentire la navigazione.

Da ultimo si precisa che la movimentazione del materiale da costruzione sarà effettuata con autogrù e scavatori semoventi, al fine d’evitare la permanenza in area golenale di strutture fisse, quali i tralic- ciati delle gru a bandiera tipiche di cantiere, nonché del consistente basamento di calcestruzzo armato necessario per sorreggerle.

Il materiale di scavo destinato al riutilizzo sarà accumulato nell’area di deposito appositamente costi- tuita al di fuori della fascia golenale, dove una volta selezionato potrà essere destinato all’impianto di betonaggio, ai rinterri o al trasporto verso i siti individuati.

Sono inoltre previste aree di stoccaggio nell’area operativa per il deposito dei materiali d’immediato utilizzo, quali ferro di armatura, elementi dello sbarramento e carpenteria metallica. Tutte le strutture provvisorie saranno smantellate alla fine dei lavori con la riduzione in pristino dei luoghi.

Si precisa che le fasi di cantiere sono descritte tramite elaborati grafici dalla 15_004794 alla 29_004808 presenti nel progetto allegato alla documentazione di VIA.

L’area di intervento è raggiungibile attraverso la strada sterrata che passa sull’argine maestro in sponda destra, già ora percorribile da normali mezzi di cantiere, con accessi sia da monte che da valle.

Per salire e scendere dall’argine stesso e accedere all’area operativa e a quella di deposito saranno realizzate le apposite rampe rappresentate negli elaborati grafici già citati. Si precisa che mentre la pista d’accesso all’area golenale, realizzata nella direzione del flusso d’acqua, rimarrà come accesso all’impianto, quella d’ingresso all’area di deposito sarà invece asportata a fine lavori, riportando in pristino l’area interessata a tale scopo.

Per la costruzione dello sbarramento è prevista la realizzazione di piste in alveo in modo che materiale depositato presso le aree di cantiere e mezzi meccanici arrivino comunque dalla sponda destra; solo le strutture della spalla sinistra, saranno realizzate prima, accedendo dalla strada arginale in sponda sinistra.

Tali piste hanno carattere esclusivamente provvisionale e quindi saranno completamente rimosse in modo graduale una volta completati i lavori.

Come detto in precedenza, il trasporto dei materiali da e verso il cantiere sarà effettuato tramite chiatte per quanto possibile; la stima di dettaglio dei quantitativi trasportati e del numero di viaggi necessari è riportata nello Studio di Impatto Ambientale. In ogni caso i mezzi di cantiere circoleranno princi- palmente tra le aree di deposito e le zone operative, senza interferire con la viabilità locale; questa

(8)

sarà coinvolta limitatamente al trasporto dei materiali residui, rispetto a quelli su chiatta, per la co- struzione dell’impianto e delle forniture elettromeccaniche (turbine, generatori, paratoie, ecc.), per le quali potranno es-sere previsti trasporti speciali.

È previsto l’utilizzo dei seguenti mezzi e attrezzature di cantiere:

• 2 escavatori cingolati

• 1 escavatore cingolato con benna mordente

• 1 escavatore con braccio da 20 m (oppure a fune tipo Ruston) per il carico e lo scarico delle chiatte

• 1 pala gommata

• 2 autocarri

• 1 chiatta per il trasporto del materiale via fiume

• 1 autogrù da 50 t

• 1 centralina di betonaggio, completa di trattamento e selezione degli inerti

• 1 autobetoniera

• 2 pompe per calcestruzzo

• 2 macchine per la realizzazione dei diaframmi

• 2 macchine per la realizzazione del jet-grouting

• 2 macchine per l’infissione e il recupero delle palancole

• 1 silo per la malta d’iniezione del jet-grouting

• 1 silo per il cemento

• vasche di accumulo e decantazione dei fanghi bentonitici

Nello SIA (file 2019SIA001QAMB_1,2,3) sulla scorta delle informazioni presenti nel progetto defi- nitivo e sopra riassunte, nonché i dati a disposizione sulla piattaforma regionale sono stati valutati gli impatti sulla matrice atmosfera.

L’opera in progetto, una volta completata, non avrà alcun impatto sull’atmosfera neppure a scala locale; al contrario, nel bilancio globale, la produzione di energia da fonte rinnovabile sortirà il noto effetto positivo sull’atmosfera risparmiando anidride carbonica di risulta dall’impiego di combustibili fossili.

Durante la fase di cantiere, invece, il transito di mezzi, le operazioni di scavo e trasporto, nonché le locali lavorazioni (betonaggio, vagliatura inerti ecc.) avranno ricadute sulla qualità locale della ma- trice ambientale, che sono state valutate in modo quantitativo per individuare le migliori azioni di mitigazione dell’inevitabile impatto temporaneo.

(9)

Al fine dell’inquadramento dello stato della matrice aria nel SIA è stata considerata la macrocategoria tipologica territoriale definita da Regione Lombardia (zonizzazione prevista dal D.Lgs 155/2010) in cui si colloca l’impianto in progetto.

Gli impatti potenziali sono stati valutati considerando la collocazione dell’impianto e le relative aree di cantiere, come fonte di emissione puntuale, individuando eventuali bersagli sensibili.

Relativamente alla viabilità di cantiere (che incide sulla qualità dell’aria in termini di polveri e di emissioni), sono stati presi in considerazione i percorsi definiti nel progetto, individuando i bersagli sensibili in base alle modalità di trasporto scelte.

La caratterizzazione meteo-climatica è stata condotta individuando la stazione meteorica più rappre- sentativa, in termini di vicinanza, e la successiva elaborazione dei dati di velocità e direzione del vento, di pioggia e di temperatura, previa eliminazione degli outlier.

Per la ricerca della stazione per l’acquisizione dei dati si è fatto riferimento all’archivio della rete meteorologica di ARPA Lombardia. Nello specifico sono stati utilizzati i dati rilevati alla stazione ubicata in Spinadesco (via Cesare Battisti, 1) in quanto, oltre ad essere la più vicina all’area in oggetto (distante circa 4,6 km), possiede al contempo sia i sensori di velocità e direzione del vento che quelli di precipitazione.

Per la stima delle emissioni, come anticipato sopra, è stato supposto che, data la tipologia di opera in progetto, eventuali ripercussioni sull’ambiente atmosferico siano da attendersi esclusivamente nella fase di cantiere. Di conseguenza si è fatto riferimento ai territori comunali di Maccastorna e Crotta d’Adda in quanto interessati dai percorsi dei mezzi pesanti in ingresso e in uscita dal cantiere. I due comuni si collocano negli ambiti prevalentemente rurali della Pianura e sono caratterizzati da un’in- tensa attività agricola.

Al fine della valutazione dello stato attuale delle emissioni nei due comuni interessati e la sua varia- zione dovuta alle attività di cantiere del progetto sono stati considerati gli inquinanti e le macrocate- gorie/attività dell’inventario INEMAR prevalenti per la matrice rurale e di interesse per gli aspetti cantieristici: agricoltura, trasporto su strada, altre sorgenti mobili e macchinari.

I dati completi sono riportati nel file 2019SIA001QAMB_1,2,3). Nel cap. 1.3 è riportato il calcolo delle pressioni attese dal progetto (aggiornato con l’inserimento della conca) nella fase di cantiere sull’atmosfera, valutando anche il traffico indotto e considerando 3 scenari diversi.

Dai risultati si osserva e conclude quanto segue:

· SCENARIO 1: si produrrà un incremento massimo del 32% rispetto ai mezzi pesanti e del 5 % sulla totalità del traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 5% rispetto ai mezzi pesanti e del 1

% sulla ExSS234 (rif. 2008);

(10)

· SCENARIO 2: si produrrà un incremento massimo del 10,6% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,7 % sulla totalità traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 1,5% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008);

· SCENARIO 3: si produrrà un incremento massimo del 7,4% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,2 % sulla totalità del traffico giornaliero medio sulla SP196 (rif. 2007), del 1,0% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008).

Lo scenario 3 scelto in fase di Studio di Impatto Ambientale permette di ridurre notevolmente gli impatti per la realizzazione dell’opera.

Infine, al fine di stimare la concentrazione di PM10 in funzione della distanza del recettore si è fatto riferimento alle Linee ARPAT (All.1 del DGP 213/09 – Provincia di Firenze), come richiesto nella fase istruttoria del precedente procedimento di VIA ID_VIP 3046 da Regione Lombardia (nota n.

65078 del 12/12/2015). Dai risultati, ai fini del PM10, emerge che:

- utilizzando lo scenario 1 il progetto non è compatibile al rispetto del limite,

- con lo scenario 2 il progetto è compatibile ma richiede l’applicazione di un monitoraggio presso il recettore durante i lavori,

- con lo scenario 3 (quello proposto nel SIA) il progetto risulta compatibile ma richiede l’applicazione di un monitoraggio presso il recettore durante i lavori e garantendo le modalità di buona tecnica per la mitigazione delle polveri in fase di cantiere quali: bagnatura periodica, pulizia delle superfici pul- verulente dell’area di cantiere e delle strade di transito, copertura con teli di materiali da scavo collo- cati su autocarri durante le fasi di trasporto, predisposizione di aree di lavaggio ruote autoveicoli e copertura con teli dei cumuli di terra stoccati.

In conclusione, la costruzione dell’opera sarà effettuata nei modi e nei tempi previsti nel quadro pro- gettuale. Tutte le operazioni che si effettueranno in fase di cantiere costituiscono potenziali fonti di emissioni

riconducibili al tipo polverulento legato al tipo di attività, al tipo di materiale e alla meteorologia.

La temporaneità delle operazioni, la distanza dei recettori e la tipologia di materiali movimentati escludono impatti significativi. Mentre durante la fase di esercizio l’impianto non genera emissioni in aria.

2.3. Elaborazione del Piano utilizzo delle Terre e Rocce di Scavo In allegato Piano di Utilizzo ai sensi del DPR n. 120/2017.

(11)

2.4. Approfondimenti in merito alle alternative di progetto per la realizzazione della conca di navigazione.

Nel capitolo 5 del Quadro progettuale allegato al SIA presentato (file 2019SIA004QPGT) sono state analizzate varie alternative progettuali valutate durante la fase di progetto definitivo e poi descritte, suddividendole per maggiore chiarezza d’esposizione in base alla problematica o alla componente dell’impianto interessata (scelta del macchinario idroelettrico, scelta della tipologia e configurazione del sistema di sgrigliatura, del passaggio dei pesci, della centrale, sulla scelta della linea elettrica di allacciamento alla rete di distribuzione, nonché le scelte tecnologiche).

In generale le scelte progettuali sono basate su considerazioni tecniche ed economiche, mirate a ri- durre gli impatti complessivi del progetto, cioè essenzialmente gli ingombri globali, le opere civili richieste, gli scavi ed i costi di realizzazione e gestione.

La presente revisione del progetto, come precedentemente esposto, ha inserito la realizzazione della conca di navigazione come richiesto dalle prescrizioni AIPO della precedente procedura di VIA, in sostituzione dell’originario passaggio per le barche realizzato con un paranco sempre in sponda cre- monese.

La progettazione della conca si è basata sull’effettiva navigabilità dei tratti di fiume a monte e a valle della chiusa, è stata quindi presa a riferimento la barca “KitBus”, un’imbarcazione a basso impatto adottata dal Consorzio Navigare l’Adda, con le seguenti caratteristiche:

_ larghezza massima: 5,0 m _ lunghezza: 13,50 m

_ pescaggio minimo: 0,50 m _ dislocamento 7 t

_ numero massimo di passeggeri: 50

Nell’eventualità che in futuro siano impiegate barche di dimensioni maggiori, s’è scelto di aumentare la lunghezza e larghezza di riferimento, portandole a 18 e 6,50 metri rispettivamente, e di incremen- tare il pescaggio fino a 2,50 metri.

Ad ogni buon conto l’opera è concepita per consentire anche il passaggio delle canoe, con alcuni accorgimenti (ormeggi a diversi livelli, collegati da scale) descritti al § 6.2.5 del quadro progettuale.

La tipologia e le dimensioni della conca sono state quindi condivise con AIPO.

Ad oggi l’alternativa progettuale alla conca è la soluzione progettuale proposta nella precedente pro- getto del 2015 valutato con la precedente istruttoria con il paranco per il passaggio dei natanti di piccole dimensioni in sinistra idraulica dello sbarramento.

(12)

2.5. Effettuare la progettazione idraulica dei sistemi di riempimento e svuotamento della conca di navigazione, redigere i protocolli di manovra indispensabili per assi- curare efficienza e sicurezza.

La progettazione idraulica di dettaglio della conca di navigazione, come la redazione dei protocolli di manovra sono parte del progetto esecutivo che verrà redatto nella fase successiva alla procedura di VIA e che metterà a punto in modo minuzioso e operativo anche tutte le prescrizioni scaturite dalla presente fase di valutazione ambientale.

Essendo la realizzazione della conca un onere imposto da AIPO al Proponente come condizione im- prescindibile per il rilascio del parere idraulico favorevole, il proponente in questa fase si è dunque occupato della progettazione preliminare per stabilirne le quote e dimensioni e quindi valutare i costi di realizzazione, posti a suo carico, nonché a fornire un livello tale di dettaglio da consentire la com- piuta valutazione degli impatti ambientali in conformità con quanto definito dalla norma di VIA.

Si ritiene inoltre che la progettazione di dettaglio della conca, ma soprattutto la redazione dei proto- colli di manovra, non possa essere accollata al Proponente, specialmente in questa fase, prima che sia accertata la compatibilità ambientale (sulla quale poco o nulla influiscono gli aspetti di dettaglio in argomento) del progetto aggiornato con l’inserimento della conca.

2.6. Approfondimenti in merito all’impatto prodotto dalla conca di navigazione sul bo- sco ripariale presente nell’area demaniale dove è prevista la realizzazione

dell’opera.

Non viene interessato alcun bosco per la realizzazione dell'intero progetto.

Nello specifico, la conca, che si i rammenta che è opera prescritta da AIPO, è prevista in alveo;

la quota del muro di sponda arriva solo 20 cm oltre il normale livello di ritenuta e la sua estensione longitudinale è di 75 m, interessando al massimo una stretta fascia di 15 m2 di superficie ripariale, che peraltro sarebbe sommersa di frequente anche senza le opere in progetto.

L'eventuale eliminazione di alberi, che si ribadisce non appartengono ad alcuna formazione boschive nè altra formazione rilevata nel PIF del Parco Adda Sud, di recente approvazione, viene conteggiata e compensata con il mantenimento in piedi di mantenere in piedi parte di un impianto ex REG. CEE 2080 degli anni 80, a specie di pregio miste, per il quale il proprietario ha già ottenuto autorizzazione al taglio da Parte del Parco Adda Sud (atto protocollo n. 00014620 del 04/02/2015). La misura è proposta nell'ambito dello SIA.

(13)

Alle pagine seguenti si riporta stralcio della tavola di progetto con le sezioni che illustrano quanto sopra detto e l'immagine satellitare dell'area e stralcio della Carta Forestale, con specificate le tipolo- gie forestale, dal geoportale regionale.

Tra gli elaborati del PIF vigente disponibili sul sito del Parco Adda Sud - https://www.parcoadda- sud.it/portale/piano-indirizzo-forestale.html della Tav. 2 Carta delle tipologieforestali e dei sistemi verdi MANCA il settore c7d5, relativo all'area di progetto.

Negli studi di valutazione degli anni precedenti, risulta comunque che sul tratto di sponda interessata nessuna formazione boscata è indicata; la formazione igrofila a monte della traversa, corrisponde alla formazione particolare non classificabile nella carta forestale regionale; si tratta comunque di forma- zione NON boscata perché le formazioni boscate non classificabili sono indicate con diverso colore, e si trovano in sponda destra.

Gli effetti del rigurgito a monte della traversa sulle formazioni vegetali presenti in alveo e sulla sponda sono stati esaminati nel dettaglio nello SIA e nello Studio ai fini della Valutazione di Incidenza.

https://www.cartografia.servizirl.it/viewer32-3D/

(14)

stralcio da tavola di progetto TAV.41_005743A - sezioni

(15)

carta forestale regione lombardia dal geoportale regionale http://www.geoportale.regione.lombardia.it/canali-tematici

La legenda alla pagina seguente

(16)

In tabella sono riportate tutte le informazioni relative alle formazioni nell''intorno dell'area di progetto e la corrispondete voce di legenda.

Le formazioni sono riportate procedendo da valle verso monte.

Descrizione delle formazioni

Corrispondente voce in legenda

CATEGORIA FORE- STALE

Formazioni particolari

LEGENDA Saliceti CODICE TIPO 177

TIPO FORESTALE Pioppeti di pioppo nero in via di naturaliz- zazione

CATEGORIA FORE- STALE

Formazioni antropogene

LEGENDA Formazioni antropogene non robinieti CODICE TIPO 200

TIPO FORESTALE Aree boscate non classificate CATEGORIA FORE-

STALE

Non classificabile

LEGENDA Aree boscate non classificate CODICE TIPO 999

TIPO FORESTALE Formazioni particolari non classificabili CATEGORIA FORE-

STALE

Formazioni particolari

LEGENDA Altre formazioni particolari CODICE TIPO 99915

TIPO FORESTALE Rimboschimenti di latifoglie CATEGORIA FORE-

STALE

Formazioni antropogene

LEGENDA Formazioni antropogene non robinieti CODICE TIPO 192

(17)

2.7. Approfondimenti sui potenziali effetti erosione, innalzamento della falda e diminu- zione di habitat determinati dalla realizzazione e dall’esercizio della conca di navi- gazione

La realizzazione e l’esercizio della conca non modificano il livello di monte di progetto, mantenuto dallo sbarramento mobile, quindi anche i livelli della falda, ampiamente studiati con modellistica all’interno del SIA. Dai risultati degli studi non emergono effetti di erosione con l’inserimento della conca. Il prolungamento del muro in sponda sinistra non interessa habitat; complessivamente viene interessata vegetazione spondale per soli 15m2, come illustrato al punto precedente, non rilevata come formazione nel PIF del Parco.

2.8. Integrazioni/chiarimenti richieste da Regione Lombardia con nota T.2019.0042311 del 25/10/2019 ed eventuali altri enti.

Si rimanda al cap. 3 della presente relazione.

3. CHIARIMENTI RICHIESTI DALLA REGIONE LOMBARDIA (nota T.2019.0042311 del 25/10/2019)

La Regione Lombardia, con nota T.2019.0042311 del 25/10/2019, ha richiesto alcuni approfondi- menti relativi alla documentazione già prodotta in sede di procedimento VIA; nel presente capitolo vengono affrontati e approfonditi gli argomenti così come proposti nella nota regionale.

In riferimento a quanto riportato nella premessa della nota citata, si evidenzia che il progetto valu- tato in questa sede è lo stesso progetto già proposto nella procedura precedente di valutazione di impatto ambientale con la sola aggiunta della conca di navigazione.

3.1. Aspetti generali

• Il Proponente Indichi puntualmente le osservazioni (e il soggetto che le ha espresse) che hanno por- tato a ciascuna modifica progettuale intervenuta rispetto al progetto per la concessione agli atti, ai sensi degli artt. 25 e 26 del r.r. 2/2006, al fine di valutare la sostanzialità o meno delle modifiche.

Riprendendo quanto illustrato nella Relazione tecnica particolareggiata (file “rel01tec15” del giugno 2015) e già esplicitata anche nella precedente valutazione istruttoria, si fa presente che ogni scelta impiantistica e costruttiva del progetto è stata riconsiderata nel dettaglio rispetto al precedente pro- getto di massima per concessione, principalmente allo scopo d’accogliere e ottemperare le varie

(18)

prescrizioni, o anche solo commenti e osservazioni, riguardanti gli aspetti ambientali, che sono state espresse sul progetto di massima dai vari uffici competenti nel corso del percorso autorizzativo già affrontato.

Ulteriormente si è cercato di migliorare alcuni aspetti legati all’affidabilità e alla sicurezza della de- rivazione, soprattutto nelle situazioni di piena del fiume.

A proposito del percorso autorizzativo, si sottolinea che il progetto definitivo mantiene inalterati i parametri caratteristici della domanda di concessione posta in istruttoria e cioè:

 la portata massima di concessione, pari a 120,0 m3/s

 il salto nominale di concessione, pari a 3,0 m;

 le zone di presa e di restituzione, situate a cavallo della traversa, cosicché l’impianto continua a configurarsi come puntuale (on-flow).

Ferma restando la portata massima indicata, la portata media dipende dai rilasci previsti, che sono aumentati da 0,35 m3/s - rilasciati dalla scala pesci - agli attuali 4 m3/s circa, suddivisi tra sfioro dalla traversa (2,53 m3/s), dal ventolino (0,396 m3/s) e alimentazione della scala pesci (1,045 m3/s). Di conseguenza la portata media diminuisce da 97 a 86,72 m3/s e la potenza nominale si riduce da 2.852,94 a 2.550,59 kW.

Si fa presente che queste variazioni dei parametri non si configurano come varianti sostanziali della concessione richiesta; infatti, con riferimento al R.R. 2/2006 (Disciplina dell’uso delle acque super- ficiali e sotterranee) della Lombardia e in particolare all’art. 25 - Varianti:

ai sensi del comma 2 sono considerate varianti sostanziali - e vengono istruite come le nuove conces- sioni - quelle che comportano:

- modifiche sostanziali delle opere di raccolta, regolazione, presa e restituzione o della loro ubicazione;

- diversa destinazione d’uso o nuovo utilizzo della risorsa che comporti a sua volta una modifica delle opere di derivazione e una significativa variazione qualitativa/quantitativa delle acque restituite;

- aumento della quantità d’acqua prelevata che renda necessaria la valutazione dell’inte- resse dei terzi ...;

il comma 3 prevede che le varianti non riconducibili alle ipotesi di cui sopra siano considerate non sostanziali e istruite con la procedura semplificata di cui all’art. 26;

infine il comma 4 precisa che, per utilizzare più razionalmente il corso d’acqua o per rendere la deri- vazione meglio compatibile con l’ambiente, anche in accoglimento di modifiche richieste in istrutto- ria da soggetti preposti alla tutela paesistica ambientale o di adeguamenti emersi in sede di procedura di VIA, l’autorità concedente può invitare i richiedenti a modificare i rispettivi progetti anche in modo

(19)

sostanziale, sottoponendo ove necessario le domande così modificate alla procedura semplificata.

Dal comma 2 sopra riportato si evince che il caso in esame non ricade nelle varianti sostanziali; in particolare non vi è alcun aumento del prelievo d’acqua che richieda la valutazione degli interessi di terzi, ma al contrario v’è un minor prelievo medio annuo per l’aumento dei rilasci. Si tratta quindi di una variante non sostanziale ai sensi del comma 3.

Peraltro, alla fine dell’iter autorizzativo i parametri della concessione (in particolare i rilasci e quindi la portata media e tutto ciò che ne consegue, in primis la potenza nominale) potrebbero essere ancora diversi, in funzione delle eventuali prescrizioni espresse sul progetto da parte degli enti competenti in fase di VIA; ai sensi del comma 4, anche queste eventuali modifiche andranno istruite come va- rianti non sostanziali.

Di seguito sono illustrate le modifiche intervenute rispetto al progetto di massima sulla base dei prin- cipi sopra richiamati

Sbarramento

La differenza principale rispetto al progetto di massima è la suddivisione dello sbarramento in tre campate, anziché una unica, al fine di garantire una maggiore affidabilità e sicurezza d’esercizio.

Questo vale sia per le condizioni piena, in cui il graduale abbattimento di una campata alla volta rende di fatto impossibile l’eventualità che tutto lo sbarramento resti accidentalmente sollevato, sia per le condizioni di normale esercizio, in cui la regolazione del livello sarà agevolata dal fatto di avere più campate anziché una molto lunga e inoltre s’evita l’intempestivo abbattimento dell’intero sbarra- mento.

Oltre a ciò, sono stati inseriti alcuni elementi funzionali all’efficienza e all’affidabilità d’esercizio della derivazione, non previsti nel progetto di massima, quali la paratoia sghiaiatrice con ventolino in sommità.

Infine, nella revisione progettuale del 2019, recependo la prescrizione espressa da AIPO nel proprio parere del febbraio 2018, è stata inserita una conca di navigazione - la cui tipologia e dimensione è stata preliminarmente condivisa con la stessa AIPO - in sinistra idraulica dello sbarramento, in luogo del paranco per le piccole imbarcazioni previsto nel progetto definitivo allegato all’istanza di VIA del 2015.

Opera di presa

La progettazione definitiva dell’opera di presa è stata molto approfondita, sviluppando soluzioni che riducono considerevolmente gli impatti ambientali e allo stesso tempo assicurano l'efficienza e l'affi- dabilità d'esercizio, favorendo il fluire delle piene nell'area di golena interessata dalle opere in

(20)

progetto. In particolare:

- sono stati eliminati i 2 imponenti sgrigliatori, che sporgevano dal piano di campagna, dando luogo a un notevole impatto visivo, e che potevano costituire intralcio al fluire dell’acqua durante le piene; al loro posto è stata progetta una macchina speciale, installata sotto il livello di campagna, che non solleva il materiale sgrigliato ma si limita a spostarlo verso valle;

- le paratoie d’imbocco sono state spostate a monte e installate anch’esse sotto il piano di campagna, adottando una tecnologia che evita la presenza di aste e cilindri sporgenti, a be- neficio dell’impatto ambientale e dell’idraulica del fiume;

- è stata eliminata la griglia a barre verticali, alta oltre il piano di campagna, sostituendola con una a barre orizzontali completamente subacquea. Oltre all’evidente vantaggio dal punto di vista dell’impatto visivo, la griglia a barre orizzontali, per di più disposta tangenzialmente rispetto al flusso del fiume, risulta essere la tipologia più idonea a favorire l’allontanamento delle specie ittiche dall’opera di presa, sia in arrivo da monte sia uscenti dallo sbocco di monte del passaggio. Inoltre, per ridurre ulteriormente il rischio di mortalità o comunque di danni per impatto dei pesci contro le griglie, saranno impiegati elementi di griglia con se- zione priva di spigoli vivi.

- l’adozione della griglia orizzontale consente anche l’eliminazione del rilevante impatto am- bientale connesso con l’asportazione, lo stoccaggio in golena, l’allontanamento mediante autocarri e il deposito in discarica del materiale che si deposita sulle griglie. In tal senso va anche l’introduzione della barriera paragalleggianti, non prevista in sede di progetto di mas- sima, che svolge anche un’importante funzione di sicurezza riguardo all’accidentale avvici- namento d’imbarcazioni alle bocche di presa.

Passaggio per i pesci

Nel progetto di massima era presente una scala pesci caratterizzata da una notevole estensione longi- tudinale. La soluzione prevista nel progetto definitivo, frutto d’approfondite valutazione specialisti- che, assicura la funzionalità idraulica ed ecologica del manufatto, riducendone però l’ingombro lon- gitudinale grazie a un andamento planimetricamente articolato. Questo importante aspetto consente di ridurre la lunghezza totale della derivazione, che è criticamente connessa con la lunghezza in pianta del passaggio pesci, consentendo di restituire le portate turbinate in corrispondenza del piede della traversa, il che garantisce un ulteriore effetto di attrazione dell’ittiofauna. Inoltre, viene naturalmente mantenuta la continuità idraulica del fiume, senza bisogno di ulteriori rilasci a tal fine.

Canali di carico (§ 7.4)

(21)

Nel progetto di massima v’erano due soli canali, però di larghezza circa doppia degli attuali, che si sviluppavano a cielo aperto. In questo caso le modifiche consistono nella riduzione, o meglio nell’eli- minazione totale, dell’impatto visivo, perché la canalizzazione si sviluppa interamente sotto il piano di campagna, coperta da una soletta che sostiene un congruo rinterro (1,5 m) di terreno vegetale che può essere proficuamente vegetato.

Centrale e restituzione (§ 7.5)

Rispetto al progetto di massima, anche il layout della centrale è stato rivisto nell’ottica di minimizzare l’ingombro dell’area golenale e l’impatto visivo; questo obiettivo è stato ottenuto sviluppando un edificio del tipo “sommergibile”, tutto sotto al piano campagna tranne la torretta d’accesso, di dimen- sioni ridotte grazie all’integrazione della scala con i camini d’aerazione. Inoltre, rispetto ai due gruppi generatori previsti nel progetto di massima, l’adozione di quattro gruppi di minori dimensioni ha consentito di ridurre considerevolmente gli scavi sottofalda, che sono i più impattanti dal punto di vista ambientale per la necessità di opere provvisionali di consolidamento e di pompaggi.

Ulteriormente è stato compattato tutto l’insieme “centrale - restituzione” in modo da garantire la re- stituzione delle portate turbinate al piede della traversa.

Linea elettrica (§ 7.5)

Nel progetto definitivo è stata completamente eliminata la cabina di consegna prevista nei pressi della centrale in area golenale, spostandola nei pressi della strada provinciale. Questo comporterà la rea- lizzazione di 2,3 km di linea totalmente interrata da parte del Committente, che però in questo modo avrà anche la possibilità di accedere alle nuove possibilità prospettiche di autoconsumo.

Si rimarca come la soluzione adottata, con la linea tutta interrata e la cabina costruita in adiacenza e in analogia ad una esistente, per di più in un’area di scarso pregio ambientale e di facile accesso dalla vicina strada provinciale, sia ottimale dal punto dell’inserimento visivo e appunto ambientale.

Elemento Progetto preliminare Progetto definitivo Motivazione delle

progettuale (gennaio 2010) (maggio 2019) modifiche apportate

Sbarramento

1 campata da 135 3 campate da 42,5 m Maggiore sicurezza in caso d'a- nomalie

Ciglio a quota 35,50; nessuno sfioro

Ciglio a quota 35,45; 5 cm di

sfioro Riduzione impatto ambientale

Nuova paratoia piana sghiaia-

trice Maggiore affidabilità d'esercizio

Nuovo ventolino sopra la para-

toia piana Maggiore affidabilità d'esercizio

Conca di navigazione Accoglimento della prescrizione di AIPO del febbraio 2018

(22)

Opere di presa

Sgrigliatori 2 grandi verticali al di sopra del piano campa- gna

Uno sgrigliatore orizzontale in- teramente sotto il piano campa- gna

Minimizzati gli impatti ambien- tali e annullato l'ostacolo al fluire delle piene

Paratoie al di sopra del piano

campagna Paratoie interamente al di sotto

del piano campagna Minimizzati gli impatti ambien- tali e annullato l'ostacolo al fluire delle piene

Paratoie con cilindri spor-

genti Paratoie con cilindri inglobati

nella struttura Minimizzati gli impatti ambien- tali e annullato l'ostacolo al fluire delle piene

Griglia verticale sporgente dal piano campagna

Griglia orizzontale interamente sommersa

Minimizzati gli impatti ambien- tali e annullato l'ostacolo al fluire delle piene

Nuova barriera paragalleggianti Deviazione surnatanti; sicurezza navigazione

Canali di carico

Due larghi canali a cielo aperto

Quattro canali tombati più stretti

Eliminazione totale dell'impatto visivo

Protezione dall'insabbiamento

Recupero di estesa area a verde

Passaggio pesci

ΔH di progetto 4,20 ΔH di progetto 4,50 m Migliore funzionamento a fiume basso

Lunghezza in pianta ~100 m Lunghezza in pianta 55 m Possibilità di restituire a piede traversa

Scarico a valle traversa Scarico a valle traversa Mantenuta la continuità idraulica Non c'è lo scarico di fondo Portata d'attrazione dallo sca-

rico di fondo Maggiore efficienza della scala pesci

Centrale e restitu- zione

Edificio parzialmente inter-

rato Edificio totalmente interrato Annullato l'impatto visivo

Nuova torretta d'accesso inte-

grata e di particolare pregio ar- chitettonico

Impatto visivo minimizzato

Gruppi generatori: 2 con dia- metro ruota di 3,6 m

Gruppi generatori: 4 con dia- metro ruota di 2,4 m

Ridotti scavi e pompaggi in fase esecutiva

Canale di restituzione lungo

~40 m Canale di restituzione lungo

~20 m Restituzione al piede traversa,

mantenendo la continuità idrau- lica

Linea elettrica

Cabina di consegna nei pressi

della centrale Cabina di consegna in un'area

industriale Annullato l'impatto ambientale

Linea interrata a cura e pro-

prietà ENEL Linea interrata a cura e pro-

prietà VIS Possibilità di fornitura d’energia a imprese locali

Tabella 01: tabella riassuntiva delle varianti - Cfr. promemoria “Incontro Prov. Lodi” dell’ottobre 2015.

• integrare il quadro progettuale prevedendo il rilascio di una portata di 100 l/s da sfiorare per ogni metro di lunghezza del ciglio della traversa, oltre a quella rilasciata dal passaggio per pesci, per ga- rantire adeguate condizioni di movimentazione ed ossigenazione e lo svolgersi dei normali processi autodepurativi caratteristici delle acque correnti.

La richiesta espressa nel 2010 dal Dipartimento Agricoltura e Ambiente Rurale della Provincia di Lodi fa genericamente riferimento al principio di non deterioramento della Direttiva Europea

(23)

2000/60/CE e al primo paragrafo dell’allegato A alla D.G.R. 16065 del 2004, il quale prescrive semplicemente di inserire le disposizioni per la tutela della fauna ittica nei disciplinari delle con- cessioni nuove o rinnovate. Nel frattempo, il quadro normativo - regionale, nazionale e comuni- tario - si è ulteriormente aggiornato, dotandosi di strumenti operativi che forniscono criteri e linee guida per l’applicazione dei principi generali di tutela dell’ecosistema fluviale e dell’ittiofauna stabiliti nella DGR.

Nello specifico, mentre il PTUA (prima versione del 2006 e aggiornamento del 2016) disciplina la tutela qualitativa e quantitativa delle acque, la tutela dell’ittiofauna ittica è regolata dai piani ittici provinciali e da linee guida. A livello regionale il riferimento principale è sicuramente la pubblicazione Quaderni della ricerca n. 125 - Interventi idraulici ittiocompatibili: linee guida.

Come ampiamente illustrato nella Relazione tecnica su ecologia e ittiofauna - in particolare ai cap. 3, 4, 5, 8 e 13 - a cura del dott. Marco Parolini e del prof. Nicola Saino del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, questa e altre pubblicazioni sono state prese in considera- zione per la definizione dello stato di fatto (caratterizzazione del fiume e delle specie ittiche target) e delle caratteristiche progettuali del passaggio per pesci integrato nella struttura dell’impianto idroelettrico.

Inoltre, dal punto di vista tecnico:

 non è applicabile il concetto di DMV, o meglio la portata rilasciata coincide con quella derivata, che viene restituita esattamente al piede della traversa, grazie alla configurazione compatta dell’impianto (che era un obiettivo primario della progettazione definitiva ed è figlia, non da ultimo, del lavoro di gruppo svolto con il Dipartimento di Ecologia dell’Uni- versità di Milano per la revisione progettuale della scala pesci);

 nel progetto è stato comunque previsto uno sfioro diffuso lungo lo sbarramento, ma con una lama d’acqua di 5 cm, corrispondente a 2,53 m3/s totali, portata che garantisce il ma- scheramento a fini estetici della struttura senza compromettere eccessivamente la produ- zione di energia rinnovabile assicurata dall’impianto;

 in media per circa tre mesi all’anno lo sbarramento mobile sarà in parte o del tutto abbas- sato, sicché lo sfioro effettivo sarà maggiore di quello previsto in condizioni di portate medie e basse, fino a coincidere con l’intera portata in arrivo in condizioni di piena, con lo sbarramento totalmente abbattuto.

In conclusione, la richiesta dal Dipartimento Agricoltura e Ambiente Rurale della Provincia di Lodi di rilasciare 100 l/s per metro di sbarramento non ha fondamento tecnico né normativo e non porterebbe alcun beneficio ambientale rispetto a quanto previsto nel progetto.

(24)

Per maggior chiarezza, le due immagini sotto riportate mostrano che l’impianto in progetto scarica esattamente al piede della traversa esistente, salvaguardando senza dubbio alcuno la continuità idraulica del fiume, poiché in definitiva sottende solo il tratto artificiale occupato dallo sbarra- mento stesso. Risulta altresì evidente che non è possibile scaricare più a monte, se non demolendo parte della traversa, col risultato di minarne la stabilità.

Come ulteriore notazione, si fa presente che il rilascio del DMV (secondo gli scriventi del tutto ingiustificato alla luce di quanto sopra esposto) creerebbe solo problemi dal punto di vista

(25)

ambientale e non solo perché decurterebbe in modo inaccettabile la produzione d’energia rinno- vabile a parità di impatti. Si tenga infatti presente che il rilascio sopra la traversa causerebbe forti turbolenze a valle della stessa, le quali disorienterebbero i pesci, rendendo difficile l’individua- zione del percorso verso la scala di rimonta, come hanno evidenziato i consulenti del Dipartimento di Ecologia dell’Università di Milano in fase di stesura del progetto. Per questo motivo è stato lasciato solo uno sfioro continuo di 5 cm su tutta la larghezza dello sbarramento, sufficienti ad avere un efficace effetto di schermatura estetica di questa parte dell’opera e allo stesso tempo tollerabili dal punto di vista della risalita dell’ittiofauna.

L’altra possibilità teorica di rilascio del DMV sarebbe stata dallo scarico di fondo, ma in questo caso l’acqua finirebbe esattamente nella sezione d’uscita del canale di restituzione, dove lo scarico di fondo appunto sbocca necessariamente per evitare demolizioni nella traversa esistente, come evidenziato dalle immagini sopra riportate.

In definitiva si conferma che un eventuale rilascio aggiuntivo rispetto a quanto previsto in pro- getto non aggiungerebbe, nella migliore situazione, alcun valore ambientale al progetto, se non addirittura andare a costituire un peggioramento dal punto di vista della migrazione dei pesci.

• fornire riscontro a quanto rappresentato nelle osservazioni del Comune di Crotta d’Adda [pubblicate nel portale VIA-VAS del MATTM], segnatamente in relazione ai punti A.1, A.2, A.3, A.4.2, A.4.3, A.4.4.

A.4.5, A.4.6., A.6, A.7 e D.16.

Di seguito le osservazioni/risposte ai punti richiesti.

A.1) Si conferma che per mero errore materiale nella “Relazione tecnica particolareggiata” si riportano i mappali oggetto di intervento (“sono interessati i mappali n. 15, 163, 164, 165, 166, 167, 168 e 169 del Foglio n. 1 del comune di Castelnuovo Bocca d’Adda” – pag.14) tralasciando il mappale 10 del foglio 12 del Comune di Crotta d’Adda, ricompreso invece nella Tavola 31

“C1575A - Estratto mappa con indicazione dei proprietari”. Si conferma che il mappale in que- stione sarà interessato nella fase di cantiere, come identificato nella Tavola 32 “C1564A - Indi- cazione delle aree di intervento” come “Area operativa” per la realizzazione della spalla sinistra dello sbarramento e del muro di sponda della conca.

A.2) Come richiamato anche dalle “Linee guida per la gestione dei cantieri ai fini della protezione ambientale” - Pubblicazione a cura di ARPAT, Settore VIA/VAS della Direzione tecnica – è buona pratica, una volta finite le lavorazioni e smantellato il cantiere, che le aree utilizzate come cantiere e campi base vengano ripristinate tramite il ricollocamento del terreno vegetale accanto- nato in precedenza e l’eventuale ripristino della vegetazione tipica del luogo. Il ripristino dovrà garantire, oltre al risanamento dei luoghi, lo scorrimento e l’allontanamento delle acque

(26)

meteoriche. Durante la dismissione del cantiere e dei campi base (compresi la manutenzione della viabilità esistente e la dismissione di strade di servizio) ai fini del ripristino, dovrà essere rimossa completamente qualsiasi opera, terreno o pavimentazione (unitamente al suo sottofondo) utiliz- zata per l’installazione e la realizzazione delle opere. La configurazione finale è riportata nelle tavole di progetto. La gestione dei materiali di risulta avverrà secondo la norma vigente in materia di rifiuti e/o riutilizzo.

A3) In relazione a questo punto si segnala che l’impianto idroelettrico non intercetta il materiale fluttuante che è presente nel fiume ma quest’ultimo transita, soprattutto durante portate superiori a quelle di funzionamento, oltre la traversa in progetto la quale risulta abbattuta. L’unico materiale intercettato è quello della pulizia delle griglie, che proteggeranno i gruppi idroelettrici appunto dall’eventuale materiale grossolano trasportato in sospensione dalla corrente, che sarà assicurata da uno sgrigliatore mobile, il cui pettine agirà sempre in direzione orizzontale e spingerà il mate- riale verso la paratoia con ventolino di scarico, evitando l’estrazione dall’acqua del materiale che transiterà a valle. Il pettine per la pulizia della griglia sarà movimentato da una macchina stagna (poiché l’installazione a quota superiore alla massima piena comporterebbe un impatto visivo) predisposta per installarvi - quando è necessario - una pompa per la rimozione del materiale che dovesse depositarsi tra le griglie e i panconi e in particolare negli alloggiamenti dei panconi. In questo ultimo caso quando verrà rimosso il materiale depositato verrà gestito come rifiuto invian- dolo ad apposito impianto di conferimento/recupero ai sensi della normativa vigente.

A.4.2) In merito alla richiesta di un approfondimento sulle reali condizioni di utilizzabilità del trasporto via fiume, si segnala che le ipotesi effettuate ai fini della cantierizzazione e dello spo- stamento del materiale tramite le chiatte menzionate è avvenuto sulla base di contatti con i tra- sportatori locali che effettuano servizio di trasporto del materiale via fiume. Non potendo cono- scere in questa fase i tempi di inizio cantiere, le condizioni idrologiche e in particolare i livelli dell’Adda e del Po, funzione della climatologia del momento, sono state utilizzate valutazioni idrologiche modellistiche e quindi probabilistiche. Per lo studio degli impatti comunque il SIA non ha valutato solo lo scenario con il trasporto mezzo fiume ma i seguenti 3 scenari:

SCENARIO 1: si produrrà un incremento massimo del 32% rispetto ai mezzi pesanti e del 5 % sulla totalità del traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 5% rispetto ai mezzi pesanti e del 1 % sulla ExSS234 (rif. 2008);

SCENARIO 2: si produrrà un incremento massimo del 10,6% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,7 % sulla totalità traffico medio giornaliero sulla SP196 (rif. 2007), del 1,5% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008);

(27)

SCENARIO 3: si produrrà un incremento massimo del 7,4% del traffico rispetto ai mezzi pesanti e del 1,2 % sulla totalità del traffico giornaliero medio sulla SP196 (rif. 2007), del 1,0% rispetto ai mezzi pesanti e inferiore all’1 % sulla ExSS234 (rif. 2008).

Lo scenario 3, è ovviamente quello scelto in fase di Studio di Impatto Ambientale, in quanto permette di ridurre notevolmente gli impatti per la realizzazione dell’opera.

A.4.3) La sicurezza delle opere temporanee di cantiere come lo sono le ture temporanee e di conseguenza la sicurezza idraulica delle aree limitrofe, oltre che dei lavoratori del cantiere, sarà oggetto come per ogni cantiere del Piano di Sicurezza e Coordinamento, nonché di progettazione esecutiva. In quella sede in funzione della climatologia e alla stagionalità abbinata alla data di inizio lavori verrà redatto un sistema di allerta su più livelli abbinato alla stazione metereologica e/o idrometro più vicino e funzionale, verranno impartite le soglie di allerta e le attività da attuare ai fini della sicurezza sia delle aree limitrofe, che delle opere e non da ultimo dei lavoratori.

A.4.4) Le aree del cantiere principale sono state divise in due, rappresentate nei disegni di progetto:

· l’area operativa, dove si svolgeranno le attività edificatorie, necessariamente in golena;

· l’area di deposito, ubicata oltre l’argine maestro e adeguatamente recintata, dove potranno essere collocati i materiali d’utilizzo non immediato, nonché ricoverati i mezzi meccanici a fine giornata.

Nell’area di deposito sarà anche installato un impianto di lavaggio inerti e di betonaggio, dove sarà impiegato in gran parte il materiale di risulta (essenzialmente sabbia e ghiaietto) proveniente dagli scavi, dopo essere stato lavato e corretto con un adeguato dosaggio di ghiaia d’adeguata pezzatura per ottenere una curva granulometrica appropriata. Inoltre, qui troveranno posto una o più baracche di cantiere, che costituiranno il recapito dell’esecutore delle opere e il ricovero dell’attrezzatura di piccole dimensioni e della documentazione di progetto, nonché la sede per le riunioni di cantiere con la Direzione Lavori e con il Coordinatore per la sicurezza.

Le attività svolte nell’area di cantiere esterna alla golena dovrà gestire due tipi di acque reflue:

· le acque di lavaggio dell’impianto di trattamento e betonaggio,

· le acque di scarico dei servizi igienici delle attrezzature di cantiere.

Il progetto prevede per le acque di lavaggio degli inerti l’utilizzo di impianto con completo riuti- lizzo e vasche di decantazione per le acque. Sarà quindi realizzato uno scarico di troppo pieno che si attiverà soprattutto nei periodi piovosi e che convoglierà le acque meteoriche, previa even- tuale separazione delle acque di prima pioggia, nel Collettore Adda Maccastorna. Per lo scarico qui descritto verrà richiesta autorizzazione alla Provincia di Lodi e nulla osta idraulico all’ente gestore del corpo idrico (Consorzio Muzza Bassa Lodigiana).

(28)

Per quanto riguarda gli scarichi delle acque nere derivanti dai servizi igienici, verranno realizzate vasche “chimiche” a tenuta che raccoglieranno i reflui per tutta la durata dei lavori. Il dimensio- namento sarà funzione del tipo di apprestamenti decisi in sede di Piano di Sicurezza e Coordina- mento a cura del Coordinatore della Sicurezza.

Per quanto concerne l’area operativa in golena, si segnala che durante alcune fasi di lavorazione per allontanare dalle zone di lavoro le acque di infiltrazione è previsto l’utilizzo di pompe di aggottamento, posate a più livelli in funzione dei piani di scavo. Nel caso le acque in uscita dalle pompe abbiano torbidità elevata si procederà a convogliarle in vasche di decantazione prima dello scarico nel Fiume Adda. Le pompe di aggottamento ricadono tra le opere provvisionali di cantiere e verranno opportunamente dimensionate e calcolate in fase esecutiva, saranno inoltre oggetto di comunicazione dello scarico temporaneo a carico dell’Impresa esecutrice come previsto dal D.lgs.

152/2006 e s.m.i. e dalle modulistiche provinciali.

La torbidità delle acque è una misura che può essere anche verificata in campo con strumentazione portatile.

Tutti gli scarichi saranno opportunamente confinati e convogliati per evitare dispersioni non con- trollate.

A.4.5) Il progetto prevede, in fase di cantiere, l’installazione di un impianto di betonaggio per la realizzazione dei calcestruzzi necessari alla realizzazione delle strutture di progetto. Se lo si ri- tiene opportuno saranno realizzati adeguati sistemi di impermeabilizzazione dell’area dell’im- pianto stesso con sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche.

A.4.6) In fase di cantiere il progetto prevede l’installazione di un impianto di betonaggio, strutture per le maestranze impiegate, ecc.: tali aree non risultano servite da linea elettrica pubblica, si prevede di alimentarle con gruppi elettrogeni che, essendo opere provvisionali, saranno dimen- sionati nel progetto esecutivo. Ai fini della stima delle pressioni attese dal progetto è stata valutata l’area di cantiere suddivisa come (figura sotto riportata):

• l’area operativa, dove si svolgeranno le attività edificatorie, necessariamente in golena;

• l’area di deposito, ubicata esternamente alla golena, dove saranno collocati i materiali d’utilizzo non immediato, ricoverati i mezzi meccanici a fine giornata e allestito l’im- pianto di trattamento inerti e di betonaggio.

(29)

La stima degli impatti sull’atmosfera (cap. 1 del SIA) è stato valutato secondo le linee guida della Regione Lombardia e anche come richiesto da Arpa nella precedente istruttoria con stima para- metrica (Linee ARPAT All.1 del DGP 213/09 – Provincia di Firenze), in entrambi i casi l’im- pianto di betonaggio è stato valutato nel suo complesso. Per quanto riguarda i gruppi elettrogeni, in funzione dell’effettiva potenza, prima dell’inizio dei lavori sarà valutata la necessità di presen- tare l’autorizzazione per le emissioni, come per altri tipi di emissione (silos) legati all’impianto di betonaggio.

A.6) Gli aspetti menzionati sono stati adeguatamente valutati ed esposti nella relazione it- tiologica - redatta dai tecnici del Dipartimento di Ecologia dell’Università Statale di Milano, che hanno collaborato alla progettazione dell’opera per gli aspetti ittiologici - a cui si rimanda per i dettagli.

A.7) Il Progetto di dismissione è stato redatto con gli obiettivi, che hanno guidato anche il progetto dell’impianto, di minimizzare le lavorazioni e quindi gli impatti ambientali a parità di risultato finale. In tal senso pare inutile, o piuttosto controproducente, eseguire nuovamente gli scavi pro- fondi nella zona della centrale solo per demolire le opere murarie sotterranee e poi interrare il tutto. Pertanto si ritiene preferibile la soluzione prevista nel progetto. In merito alla scala pesci, ritenendo valida e condivisibile l’osservazione sul funzionamento in seguito alla rimozione dello sbarramento mobile, si propone di demolire le prime vasche a monte, fino ad arrivare a una quota di soglia pari o inferiore ai 32,50 m s.l.m. dell’alveo attuale (quota mantenuta dalla parte muraria fissa dello sbarramento).

Ad ogni buon conto, trattandosi di uno scenario riferito alla dismissione delle opere al termine della concessione, quindi come minimo (qualora essa non venga rinnovata neanche una volta) tra 30 anni, il primo passo dovrà essere l’aggiornamento delle valutazioni sulle dinamiche

(30)

morfologiche del fiume e degli studi sulle popolazioni ittiche e la loro evoluzione; su tali basi potranno essere rivalutati gli interventi più opportuni per la dismissione delle opere e il reinseri- mento e recupero ambientale.

D.16) I risultati della ricognizione di tutti gli scarichi presenti nel tratto interessato dal rigur- gito, compresi quelli recapitanti il reticolo idrico irriguo e di colatura, sono riportati nelle tav. i07

“planimetria con individuazione del reticolo idrico e di colatura, scarichi e derivazione” e tav. i01

“profili di piena e profili di rigurgito per portate in Adda pari a Q60 e Q124” in cui sono riportate le quote idrometriche indotte dal progetto e tutte le quote rilevate e censite. Per quanto riguarda gli scarichi esistenti, non sono previste interferenze ad eccezione dello scarico del depuratore comunale di Crotta d’Adda che è ubicato ad una quota molto bassa rispetto alla sponda e all’alveo del Fiume e quindi già sommerso per gran parte dell’anno. Essendo la quota di imposta dell’im- pianto di depurazione molto più elevata, si prevede di risolvere la criticità attraverso il rifacimento del tratto terminale della tubazione di scarico con la sua posa ad una quota più elevata. Il progetto del rifacimento della tubazione di scarico del depuratore sarà eseguito con la fase successiva di progettazione esecutiva da allegare alla richiesta di Autorizzazione Unica, che potrà essere avviata a completamento dell’istruttoria di VIA.

3.2. Accessibilità del sito

• integrare gli elaborati progettuali mediante la redazione di una tavola che illustri i percorsi viabilistici utilizzati dai mezzi diretti al cantiere, con l’indicazione degli accessi, stimando altresì il volume di traf- fico atteso per tutta la durata della fase di costruzione; per supportare tale individuazione è utile l’analisi contenuta nel contributo del competente ufficio della Provincia di Lodi.

L’area di intervento è raggiungibile attraverso la strada sterrata che passa sull’argine maestro in sponda destra, già ora percorribile da normali mezzi di cantiere, con accessi sia da monte che da valle. Per salire e scendere dall’argine stesso e accedere all’area operativa e a quella di deposito saranno realizzate le apposite rampe rappresentate negli elaborati grafici di progetto.

Le operazioni di trasporto del materiale da scavo tra il sito di produzione e di utilizzo verranno effettuate in parte su strada mediante autocarro e in parte, quando i livelli idrici dei fiumi Adda e Po o consentiranno, tramite chiatta.

Il materiale di scavo in esubero verrà conferito ai seguenti siti di destino:

 Impianto di trasformazione degli inerti di San Nazzaro - Via Argine San Nazzaro a Monticelli d'Ongina (PC)

 Impianto di trasformazione degli inerti “Podere Stanga” - loc. Gargatano a Piacenza (PC)

(31)

In particolare, il mezzo natante, messo a disposizione dalla ditta Bassanetti, è il “San Giuseppe”, con

lunghezza 49,22 m e larghezza di 9,02 m, con immersione media di 2,00 m.

I percorsi nei due casi (trasporto su strada e via acqua) agli impianti di destino sono indicati nella figura seguente per una distanza complessiva di circa 45 km per il trasporto su strada (di colore rosso) e di circa 15 km per il trasporto via acqua (di colore arancio).

Per quanto riguarda invece il materiale di fornitura verso il cantiere, ci sarà quello per realizzare le opere di protezione spondale in progetto che saranno realizzate in massi.

I massi saranno approvvigionati nelle Cave di Rezzato (BS): cave in attività la cui produzione è com- patibile con le caratteristiche richieste. Il percorso per la consegna del materiale presso il cantiere è riportato graficamente in figura 02: autostrada A4 da Rezzato a Brescia, autostrada A21 fino a Cre- mona e tangenziale Est. SP 10 e successivamente la SP 234 fino al bivio con la SP 47 conduce al ponte di Crotta d’Adda sul Fiume Adda, argine maestro fino al cantiere dell’opera in progetto.

Riferimenti

Documenti correlati

La sala Consiliare è sita al piano secondo della sede municipale, in Via Dante, 1 ed è prioritariamente riservata alle riunioni del Consiglio Comunale, per la celebrazione di

Servizio Sistemi Informativi Pagina: 11/16 Inviare il Nulla Osta firmato alla Ragioneria per il Pagamento Rimandare al Proponente il Nulla Osta.. Servizio Sistemi Informativi

Erogazione di prestazioni sanitarie in forma diretta Autorizzazione mediante l’accesso alla Rete Convenzionata messa a disposizione da MUTUA MBA anche per il tramite

CONSIDERATO che sussistono le condizioni per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico sul suolo delle acque reflue domestiche trattate nell’impianto di depurazione a servizio

I collegamenti elettrici (alimentazione elettrica unità interna 220V/1 – 50 Hz) dovranno essere realizzati con cavi antifiamma ed in prossimità di ogni split dovrà

CRONOPROGRAMMA GENERALE ATTIVITA' Validazione Integrazioni Approvazione e stesura atti Validazione Integrazioni Approvazione e stesura atti Nomina collaudatori Redazione progetto

Accessibilità fisica ai fini della fruizione del servizio e/o della presentazione dell'istanza (non a fini esclusivamente informativi), espressa in termini di

l'opera di derivazione in sponda destra, costituita da un condotto in pres- sione, che per la maggior parte si svi- luppa in galleria e che è corredato, nella testata a monte,