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Materiali e metodi

2.3 Archiviazione dat

L'archiviazione dei dati qui illustrata ha seguito i programmi e le metodiche utilizzate dal Centro CE.TU.S. di Viareggio. I dati provenienti dal gruppo “Delfini Metropolitani” dell'Acquario di Genova sono stati archiviati utilizzando metodiche differenti, ma sempre analoghe, specificate più avanti.

Dati cartografici

Le tracce registrate tramite GPS vengono scaricate ed archiviate sul computer mediante il software MapSource (programma di proprietà della Garmin) utilizzante estensione .mps/.gdb per salvare i file. Una volta salvati rotta e waypoint di avvistamento, i files vengono convertiti in formato .gpx (standard di interscambio, formato aperto importabile in numerosi software) mediante il software GPSBabel. Per analisi dati e la visualizzazione si utilizza il software OpenCPN (Fig. 11).

Fi g. 1 1 : es em pi o d i ca rt in a c o n p u nt i d i a vvi s ta m en t o r ea li z z a ta co n Op en C PN.

OpenCPN è un programma opensource pensato prevalentemente per la navigazione marittima e quindi utilizzato anche a bordo interfacciandolo con il pilota automatico, per la realizzazione di precisi transetti di ricerca. Le mappe utilizzate sono le C-Map93, contenenti tutte le informazioni relative a batimetria, ausili di navigazione, linee di costa ed informazioni topografiche di base. Il software consente di caricare e visualizzare contemporaneamente diversi files contenenti punti e tracce precedentemente salvati in formato .gpx.

L'Acquario di Genova si serve dei software OziExplorer ed ArkView 9.3 per archiviazione ed analisi dei dati geo-referenziali.

Le informazioni principali estrapolate sono: miglia percorse, tempo e velocità di percorrenza, coordinate geografiche degli avvistamenti.

Questi dati, assieme a quelli contenuti nelle schede cartacee compilate a bordo, servono ad aggiornare un apposito DataBase,

creato con Access 2003, costituito di 4 tabelle tra loro collegate: Uscite

Avvistamenti Pescherecci Individui

Le prime tre tabelle possono essere compilate immediatamente poiché i dati sono subito disponibili grazie alle schede cartacee e al dato cartografico scaricato.

Nella tabella “Uscite” (Fig. 12) sono inseriti i dati riferiti a: ID uscita, data, file rotta, avvistamento, raccolta dati fotografici, specie, miglia percorse, ora di inizio e fine, presenza pescherecci, note.

Fi g. 1 2 : Ta be lla “ U sc ite ” .

Nella tabella “Avvistamenti” sono inseriti dati riferiti a: ID avvistamento, data, specie, tot individui, presenza piccoli, coordinate

geografiche dell'avvistamento, minuti di osservazione, file rotta, raccolta dati fotografici, presenza individui foto-identificati, associazione pescherecci, ID uscita, note.

Nella tabella “Pescherecci” sono inseriti dati riferiti a: ID uscita, data, avvistamento, specie, presenza pescherecci, coordinate geografiche, attività del peschereccio (in movimento con strascico, in movimento senza strascico, fermo) (Fig. 13).

Fi g. 1 3 : Ta bel la “ Pe sc her ecc i” .

Per compilare la tabella “Individui” è invece necessario procedere all'analisi del materiale fotografico attraverso la foto- identificazione. In questa tabella ogni delfino è identificato da un codice univoco come ad esempio TTCC001 o TTDM001, dove TT sta per Tursiops truncatus, CC per Centro CE.TU.S. / DM per Delfini Metropolitani, 001 è un numero progressivo. Nel file sono riportate tutte le date di avvistamento in cui gli individui sono stati foto-

identificati.

La presenza di due gruppi di studio differenti (Centro CE.TU.S. ed Acquario di Genova) in aree limitrofe e ristrette ha portato ad una parziale compresenza in entrambi i database degli stessi delfini, a cui sono stati assegnati due nomi diversi.

Per questo progetto di tesi si è resa quindi necessaria la creazione di un'ulteriore tabella, definita “Individui Santuario Pelagos”, in cui unire gli individui dei due gruppi e assegnare loro un codice univoco di identificazione Santuario Pelagos (ad esempio TTSP001) sovrastante quello eventualmente assegnato dai due gruppi di ricerca allo stesso individuo. Questa tabella permette la ricostruzione dell'intera cronostoria di avvistamento dello stesso delfino nelle diverse aree in studio. (Fig. 14).

Nella tabella è stato assegnato inoltre un codice univoco identificativo Santuario Pelagos ad ogni singolo avvistamento, di cui è stato specificato se in associazione con pescherecci. La tabella contiene anche informazioni sul sesso, se determinato, degli individui catalogati.

Dati fotografici: foto-identificazione e matching

La Foto-identificazione è una delle tecniche di mark-recapture utilizzabili per effettuare il censimento di popolazioni animali nel loro habitat naturale (Hammond, 1986). Permette di ottenere stime di diversi parametri di una popolazione, tra cui la dinamica (Bearzi et al., 2008), l'abbondanza (Seber, 1982; Hammond & Thompson, 1991.), la distribuzione spaziale (Mead & Poter, 1990; Ballance, 1990), la fedeltà ad un sito, gli spostamenti (Würsig & Jefferson, 1990) e migrazioni (Irvine et al., 1981, Wells et al., 1980), le associazioni tra individui (Slooten et al., 1993), la struttura sociale dei gruppi (Shane et al., 1986; Scott & Chivers 1990), i tassi di riproduzione (Scott et al., 1990), lo sfruttamento dell’ habitat (Ballance, 1992), la distribuzione batimetrica (Gnone et al., 2005).

Questa metodologia si basa sull’analisi fotografica di mark naturali presenti sul corpo dell'animale che ne permettono il riconoscimento in modo non invasivo (Maldini Feinholz, 1994). Questi possono derivare da interazioni intraspecifiche, aggressioni di predatori (McCann, 1974; Heithaus, 2001), o a causa di incidenti con imbarcazioni o attrezzi da pesca (Sears et al., 1990; George et al., 1994; Wells & Scott, 1997; Slooten et al., 2000). Per quanto riguarda i cetacei, in particolare gli odontoceti e il tursiope, la maggior parte delle lesioni è localizzata sulla pinna dorsale e sul peduncolo caudale

(Caldwell, 1955; Irvine & Wells, 1972; Würsig & Würsig,1977; Wells, 1986; Ballance, 1987; Scott et al., 2005). La porzione fotografata in particolare è quindi la pinna dorsale, che è anche la parte del corpo che più facilmente emerge dall’acqua. Soprattutto il profilo posteriore risulta frequentemente rovinato e riconoscibile. Risulta evidente l'importanza di una fotografia di qualità ottimale per aumentare le probabilità di riconoscimento.

Spesso le ferite che gli animali si procurano tendono a subire modifiche durante la guarigione e/o rimarginare senza lasciare segni (Lockyer & Morris, 1990). Le uniche lesioni permanenti sono quelle che interessano i margini della pinna dorsale e che appaiono come lembi o porzioni (tacche) mancanti nel profilo (Scott et al., 1990). Queste tacche più o meno profonde nei tursiopi rendono identificabili più del 50% degli individui (Würsig & Würsig, 1977; Würsig & Jefferson, 1990).

Vengono definiti elementi primari per la foto-identificazione tacche, deformità e forma della pinna dorsale (Wilson et al., 1999); i graffi e le depigmentazioni vengono invece utilizzate solo in associazione con le lesioni permanenti e sono dette lesioni secondarie.

Esempi di lesioni permanenti e secondarie da esaminare durante il processo di foto-identificazione (Tab. 2):

T a b. 2 : es em pi d i p ar a me tr i da co n si d era re p er la f o t o- id e n tif i ca z io ne , m a r ker na tur a li sul la p in na d or sa l e d ei tu rs io pi .

Le fotografie contenute nella cartella di ogni singolo avvistamento vengono suddivise in tante sottocartelle quanti sono gli individui riconoscibili, indicati temporaneamente come “ individuo 1, 2, 3..”. All’interno di que ste cartelle, accanto alle foto utili per la foto-identificazione, sono considerate anche le immagini che in maniera diretta e/o indiretta forniscono informazioni sul sesso degli individui (immagini della regione genitale, associazioni madri- piccoli) e sul loro comportamento. Le foto migliori dei singoli tursiopi, possibilmente una del lato destro e una del lato sinistro della pinna dorsale, sono poi confrontate con le foto degli individui presenti nel catalogo, operazione che prende il nome di matching.

Durante il matching l'individuo in analisi può risultare nuovo quando, identificati i marchi presenti sulla pinna, non compare nel catalogo e viene quindi inserito per la prima volta nel database con relativo codice identificativo e cartella fotografica; si parla invece di

ta cc he f or ma d ef o rm it à

individuo “ricatturato”, se l’animale fotografato viene riconosciuto tra gli individui già identificati. In quest'ultimo caso si aggiorna la cartella fotografica presente con le fotografie migliori del nuovo avvistamento. In questa fase si prendono in esame quante più caratteristiche possibili per confermare il matching e ridurre la possibilità di falsi positivi (Scott et al., 1990a; Wursig & Jefferson, 1990). Numerosi falsi positivi (individui non catalogati che vengono scambiati per individui conosciuti) e falsi negativi (individui catalogati che non vengono riconosciuti) inficiano tutte le analisi successive falsandone i risultati.

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