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Prima di passare all’inventario dei Libri Canonici, ritengo utile premettere una breve introduzione che dia qualche cenno sulla struttura generale dell’archivio e sugli estremi cronologici di riferimento. L’archivio storico della parrocchia di S. Sisto Papa e Martire è conservato, per la maggior parte dei pezzi, in un armadio posto in un piccolo studio della canonica parrocchiale, adiacente alla chiesa. Alcuni pezzi sono stati depositati, invece, nell’archivio arcivescovile, che a partire dal XVII secolo cominciò ad assumere la funzione di archivio di concentrazione, raccogliendo la documentazione proveniente da numerosi enti ecclesiastici della diocesi. L’arcivescovo Sallustio Tarugi, in occasione della visita pastorale degli anni 1610 - 1613, ordinò di consegnare alla curia arcivescovile i registri canonici “non più vigilanti”, dimostrando una particolare sensibilità per la conservazione dei libri parrocchiali più antichi. Disposizioni come questa furono adottate dagli arcivescovi pisani, durante i secoli XVII e XVIII, per salvaguardare la documentazione prodotta dagli enti ecclesiastici della diocesi, facendo ritirare dalle parrocchie molto materiale, come i libri canonici 24.

L’archivio della parrocchia di S. Sisto è molto consistente e conserva, oltre al fondo oggetto di questa tesi, anche i seguenti fondi aggregati:

- Compagnia di S. Rocco;

- Parrocchia di S. Iacopo degli Speronai; - Parrocchia di S. Felice;

Data la vastità dell’archivio, il mio lavoro si è limitato all’inventario dei Libri Canonici della parrocchia di S. Sisto e della soppressa parrocchia di S. Iacopo degli Speronai, ma, per una maggiore completezza, ritengo comunque opportuno fornire dei brevi cenni sui fondi aggregati e sugli enti che li hanno prodotti.

La chiesa di S. Rocco fu edificata nel 1575 sopra l’antica S. Pietro in Cortevecchia, che doveva essere addirittura più antica del 1027, data della sua prima attestazione. A partire dal 1578, per volere di un suo rettore, il canonico Giuseppe Ciampolini, la nuova chiesa fu affidata alla Compagnia di S. Rocco, che era stata costituita pochi anni prima25. Essa vide la soppressione nel 1782; la chiesa fu adibita a sacrestia dell’adiacente chiesa di San Sisto. A partire da questa data la storia delle due chiese cominciò ad essere strettamente congiunta. La confraternita riprese poi le sue attività nel 1801 per volere di Ferdinando III.

La Compagnia di S. Rocco era stata istituita per onorare il culto del santo che, nella seconda metà del Trecento, visitò numerose città dell’Italia centro-settentrionale, colpite dall’epidemia di peste, conosciuta come «Peste Nera», guarendo molti malati, tra i quali anche un cardinale, che lo presentò al papa. L’altare maggiore in marmi e stucco bianco a parete della fine del XVIII secolo conserva, custodito dentro una teca, un Crocifisso ligneo, offerto da una comitiva francese di passaggio a Pisa (S. Rocco, secondo la tradizione più accreditata, era originario di Montpellier) alla repubblica pisana; il municipio lo donò, in seguito, alla chiesa. Il 4 gennaio del 1630 questo crocifisso fu portato in processione per la città e tenuto esposto nei due giorni seguenti: la città fu allora risparmiata da un’ennesima pestilenza. Nel 1805, il 3 e 4 maggio, si

celebrò il solenne triduo per rendere grazie del fatto che la città fosse stata risparmiata dalla terribile epidemia che aveva colpito, invece, gravemente la vicina Livorno. Da allora il 3 maggio si cominciò a celebrare ogni anno la festa del «Miracolo del SS. mo Crocifisso»26.

Il fondo «Compagnia di S. Rocco» conserva n. 52 registri e n. 2 buste di carte sciolte; in questi documenti troviamo gli elenchi degli ascritti, i verbali delle adunanze, le vacchette delle messe, ed altro materiale, che documenta l’attività dell’associazione dal 1575 al 1951.

Il fondo «Parrocchia di S. Iacopo degli Speronai» è costituito da n. 3 registri: si tratta dei Libri Canonici compilati all’epoca in cui questa chiesa aveva cura d’anime. Essi sono tutti precedenti all’annessione del suo territorio alla parrocchia di S. Sisto, avvenuta, come è già stato detto, nel 1756 e riguardano un arco temporale che va dal 1635 al 1756. A questi vanno aggiunti i tre pezzi più antichi che si conservano in Archivio Arcivescovile, che coprono gli anni dal 1595 al 1672. Globalmente, quindi, il fondo è costituito da n. 6 unità, con documentazione dall’anno 1595 all’anno 1756.

È più difficile ricostruire il motivo della presenza nell’archivio della parrocchia di S. Sisto di vacchette delle messe della parrocchia soppressa di S. Felice. Una chiesa intitolata ai SS. Felice e Regolo, attestata a partire dal 1070, si trovava ai confini sud-orientali dell’area di Cortevecchia, lungo una delle strade che conducevano alla piazza degli Anziani (Tav. I). Il piccolo palazzo neogotico che si affaccia sull’odierna via Ulisse Dini, in cui ha sede attualmente un’agenzia della Cassa di Risparmio di Pisa,

Sacro Pisano, riporta la notizia che patroni di questa chiesa erano il priore

di San Pietro in Vinculis e la famiglia Della Set, e che essa, nell’anno 1785, fu profanata e i suoi parrocchiani furono aggregati alla nuova prioria di S. Frediano. Sembrerebbe, dunque, più ovvio che queste vacchette fossero state unite all’archivio di questa parrocchia. Ma la perplessità si scioglie, quando si legge che, all’epoca della sua soppressione, il parroco di S. Felice era Andrea Girei, il quale fu nominato priore di S. Sisto l’anno successivo. Si può quindi ipotizzare che il sacerdote continuasse ad ufficiare le messe previste dai benefici di cui era stato titolare nella nuova chiesa di cui era stato nominato rettore. Gli estremi cronologici del fondo «Parrocchia di S. Felice» vanno dal 1695 al 1816, anno precedente alla morte del priore Girei.

Nell’archivio di S. Sisto sono conservati i fondi di tre congregazioni: la “Congregazione di Maria SS. ma Madre della Purità”, eretta in S. Sisto, della quale troviamo due registri, che riportano rispettivamente gli elenchi delle sorelle ascritte e i suffragi celebrati dal 1870 al 1918; la “Congregazione del SS. mo Crocifisso”, anch’essa eretta in S. Sisto, il cui fondo è formato da due registri, i quali riportano gli elenchi dei fratelli e delle sorelle ascritti dal 1859 al 1875; la “Congregazione del Volto Santo”, eretta in S. Rocco, di cui, per gli anni dal 1862 al 1895 abbiamo un solo registro che riporta l’elenco degli ascritti e una busta di carte sciolte attestanti l’attività dell’associazione.

Ho trovato il materiale in un ordine che separava il fondo “Compagnia di S. Rocco” dal fondo “Parrocchia di S. Sisto”, unito agli altri fondi sopraelencati. Una seconda ripartizione era stata compiuta in modo da separare i registri e le vacchette dalle filze. Inoltre, il materiale si trovava parzialmente riordinato per serie e cronologicamente; pertanto nel lavoro di riordino e di ricostruzione della struttura complessiva, in particolare

dei libri canonici, non ho incontrato grosse difficoltà, eccetto quella di separare dal materiale dell’archivio il materiale non documentario, costituito da diverse pubblicazioni, per lo più attinenti alla storia della chiesa di S. Sisto ed alla storia di Pisa medievale (si tratta dei testi dei discorsi, che si sono tenuti in vari anni in occasione della celebrazione del «Die di Santo Sisto»). Troviamo anche dei breviari precedenti al Concilio Vaticano II e un manoscritto dal titolo «Vita della Grande Madre di Gesù ricavata da varie revelationi di Santi dal Padre Annibale Marchetti della Compagnia di Gesù» del secolo XVIII.

Nel corso della ricerca, poi, di testimonianze utili a ricostruire la storia della chiesa e della parrocchia, mi sono imbattuta in buste di documenti molto recenti, ma molto confusi, spesso anche mischiati a documenti più antichi.

Il fondo “Parrocchia di S. Sisto”, quello a cui ho dedicato il mio lavoro di inventariazione, è abbastanza vasto: esso consta di n. 105 registri e n. 23 filze. Oltre alla sezione «Libri Canonici», composta da n. 67 pezzi, a cui vanno aggiunti i due pezzi che sono conservati in Archivio Arcivescovile (di questa sezione parlerò più diffusamente in seguito), gli altri registri e vacchette riguardano:

- gli «Obblighi di Messe», serie composta da n. 30 vacchette, che copre un arco temporale che va dal 1774 al 1964;

- l’amministrazione dei beni parrocchiali (n. 8 pezzi, che riguardano campioni di beni, doti e note di elemosine).

Lo studio dei documenti utili a ricostruire la storia della chiesa di S. Sisto, allo scopo di scrivere il suo già citato opuscolo, ha portato alla formazione di una filza che reca in costola l’annotazione “Ricerche e studi fatti in archivio dal sacerdote Morgantini” e di un’altra intitolata “S. Sisto. cronache dei tempi recenti. Storia di S. Sisto (Corsi – Morgantini)”. Un altro impegno a cui lo stesso parroco si è dedicato è stato la ricerca in archivio di documenti che potessero aiutarlo a fare chiarezza sui legati celebrati in S. Sisto. Al suo ingresso nella chiesa come parroco nel 1915, egli aveva trovato una situazione alquanto confusa riguardo agli obblighi di messe da officiare: non era chiaro quale fosse la rendita relativa a ciascuno di essi, né a chi fosse dovuto il pagamento; egli si accorse, tra l’altro, della mancanza di alcune vacchette. Una volta fatta chiarezza, egli si adoperò nella richiesta, alla Curia Arcivescovile, di riduzione di numerosi legati, per i quali la rendita era divenuta insufficiente al mantenimento delle disposizioni originarie. Questo impegno ha portato alla formazione della filza contrassegnata con l’annotazione “Pii Legati – Studi ricerche incartamenti”, riportata sulla costola. Le altre filze raccolgono ciascuna un numero consistente di documenti, assemblati senza un preciso criterio, ma con lo scopo di dare ad essi una successiva sistemazione, che deve essere ancora portata a termine. All’interno delle filze si trovano, infatti, delle cartelline contrassegnate con varie diciture, come, ad esempio, “Documenti vari da esaminare” o semplicemente “Varie”. Dalla calligrafia di queste annotazioni è possibile risalire ancora una volta alla mano di Alessandro Morgantini. Talvolta si trovano all’interno di queste filze anche documenti successivi alla reggenza di Morgantini, probabilmente lasciati in tali posizioni da qualcuno che non ha saputo trovare una più opportuna sistemazione. Alcune delle filze

ancora da riordinare contengono documenti molto recenti, degli anni Ottanta – Novanta del Novecento, riguardanti affari molto diversi.

Pur avendo avuto la possibilità di esaminare, seppure in maniera sommaria, tutto il materiale documentario appartenente alla parrocchia di S. Sisto, mi sono limitata, come ho già avuto modo di accennare, all’esame più approfondito e all’inventario dei libri canonici.

Gli estremi cronologici della sezione “Libri Canonici” della parrocchia di San Sisto vanno dal 1580 al 1953.

In archivio arcivescovile si trovano due registri che contengono le più antiche annotazioni dei morti, dei matrimoni e delle anime della parrocchia. La prima registrazione dei morti e delle anime risale al 1580; invece, per quanto riguarda le registrazioni matrimoniali, la più antica risale al 1612. Non sono presenti, dunque, registrazioni anteriori al Concilio di Trento, che per la prima volta emanò norme che prescrivevano l’obbligo per i parroci di annotare i matrimoni e i battesimi. I volumi più antichi, tra i libri canonici custoditi nella parrocchia, risalgono al 1656 e contengono gli atti di morte e le registrazioni matrimoniali. La tenuta dei registri degli stati d’anime comincia a partire dall’anno successivo, il 1657.

Tutto il materiale da me esaminato si presenta in uno stato di conservazione complessivamente discreto, con situazioni di deterioramento più o meno rilevanti, secondo i singoli pezzi, che saranno evidenziate nelle schede relative ad essi. Si registrano danneggiamenti dovuti non tanto a cause accidentali o all’intervento di agenti esterni,

materiale (lacerazioni delle carte in punti particolari, legature danneggiate).

Prima di passare alla descrizione dettagliata dei singoli pezzi, cominciando dai Libri Canonici della parrocchia di S. Sisto, per passare, poi, ai volumi della parrocchia soppressa di S. Iacopo degli Speronai, è necessario premettere che, nelle schede che descrivono uno per uno i libri canonici, ho riportato le date testuali.

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