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LA RICERCA E I METODI UTILIZZAT

RACCOLTA DATI NAZIONALE “MONITORAGGIO CARRIERE E INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI LAVORATIVI DI STUDENTI/ESSE E LAUREATI/E CON DISABILITÀ”

2. Analisi dei dat

2.3 Area Carriera lavorativa: focus sui/sulle laureati/e

L’area Carriera Lavorativa ha l’obiettivo di effettuare un monitoraggio di carriera degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità e di individuare i loro bisogni connessi al mondo del lavoro. Come prima cosa, è stato chiesto di definire il proprio stato occupazionale attuale: il 30,05% dei rispondenti è occupato, il 29,06% è ancora studente, il 27,59% è disoccupato/inoccupato, l’ 11,33% sta contemporaneamente lavorando e studiando e il restante 1,97% è disoccupato ma non in cerca di lavoro (Tabella 17).

Tabella 17 – Situazione occupazionale

Frequenza %

Lavoratore 61 30,05

Studente 59 29,06

Disoccupato in cerca di lavoro 32 15,77 Studente lavoratore 23 11,33 In cerca di prima occupazione 24 11,82 Disoccupato non in cerca di lavoro 4 1,97

Totale rispondenti 203 100,00

Non rispondenti 0 0,00

Totale 203 100,00

Il dato è confrontabile con quello dei laureati senza disabilità, in quanto l’ultimo Rapporto di Almalaurea evidenzia una crescita nel 2016 di coloro che proseguono la formazione dopo la prima laurea e un lieve miglioramento anche nel tasso di occupazione, nonostante la percentuale di laureati disoccupati sia ancora alta da alcuni anni a causa della crisi economica ancora presente. Rispetto alla tipologia di inserimento lavorativo per i laureati occupati, la metà circa di essi, vale a dire il 51,19%, è inserita tramite contratto a tempo indeterminato, come è possibile vedere nella tabella che segue (Tabella 18). Le percentuali sono state ponderate in quanto la domanda prevedeva la possibilità di risposta multipla.

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Tabella 18 – Tipologia di inserimento lavorativo

frequenza %pond. Contratto a tempo indeterminato 43 51,19 Libero professionista/lavoro autonomo 5 5,95 Contratto a tempo determinato 5 5,95

Borsa lavoro 3 3,57

Stage retribuito 3 3,57

Lavoro occasionale/a chiamata 2 2,38

Co.co.pro 2 2,38

Apprendistato 1 1,90

Totale rispondenti 64 76,89

Non rispondenti 20 23,81

Totale 84 100,00

Anche per i laureati senza disabilità si registra un aumento del lavoro autonomo; il tempo indeterminato, invece, che è ancora molto presente per i laureati con disabilità (forse anche grazie alle agevolazioni economiche legate al loro inserimento) ha avuto in generale una significativa contrazione.

Come si può vedere invece nella successiva Tabella 19, i canali maggiormente utilizzati per la ricerca dell’impiego sono stati, nell’ordine, la ricerca attiva (33,33%), l’aiuto della famiglia e della rete di conoscenze (9,52%), il collocamento mirato (8,33%), e la Scuola/Università (7,14%). La domanda prevedeva una modalità di risposta multipla quindi le percentuali sono state ponderate. Tabella 19 – Canali utilizzati per ricercare esperienze lavorative

frequenza % pond. Autonomamente/ricerca attiva 28 33,33

Famiglia/rete di conoscenze 8 9,52

Collocamento mirato 7 8,33

Scuola/Università 6 7,14

Siti di recruiting online/Agenzie per il lavoro online 3 3,57

Agenzie di lavoro 1 1,19

Totale rispondenti 53 63,09

Non rispondenti 31 36,91

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Guardando ai dati delle carriere lavorative ci rendiamo conto che il numero delle persone con disabilità che lavorano è inferiore al numero di coloro che sarebbero in grado di farlo. Quanti lavorano, tuttavia, riescono a farlo con un contratto a tempo indeterminato e hanno utilizzato come canali per la ricerca del lavoro, oltre al collocamento mirato, quelli utilizzati dalla maggior parte della popolazione come la ricerca attiva e il ricorso alla rete delle conoscenze.

Se si incrocia il dato con l’iscrizione alle graduatorie della legge 68, su 124 laureati iscritti alle graduatorie solo 7 ha trovato lavoro grazie al collocamento mirato: un dato che lascia ampi spazi di discussione sulla efficacia dello strumento legislativo, sebbene animato dalle migliori intenzioni giuridiche.

Per quanto riguarda la coerenza dell’impiego con il titolo di studio, il 35,71% ritiene l’impiego attuale abbastanza/completamente coerente con il proprio titolo di studio; all’opposto il 29,77% lo ritiene completamente incoerente/poco coerente e il 13,09% si pone al centro valutandolo come coerente (Tabella 20).

Tabella 20 – Coerenza impiego con titolo di studio frequenza % Perfettamente coerente 21 25,00 Completamente incoerente 13 15,48 Poco coerente 12 14,29 Coerente 11 13,09 Abbastanza coerente 9 10,71 Totale rispondenti 66 78,57 Non rispondenti 18 21,43 Totale 84 100,00

Il Rapporto Almalaurea evidenzia che in generale c’è una buona corrispondenza tra ambito di studio e inserimento occupazionale per i laureati e che questa tende ad aumentare con il trascorrere del tempo dalla laurea (da 1 a 5 anni), dal momento che soprattutto negli anni immediatamente successivi al conseguimento del titolo è più difficile trovare un impiego in un settore perfettamente attinente al proprio ambito disciplinare.

Sempre rivolgendosi unicamente agli occupati, si è voluto indagare se l’azienda/ente avesse dovuto apportare delle modifiche o acquistare degli strumenti per permettere l’inserimento nell’ambiente di lavoro di una persona con disabilità e, se sì, di che tipo. Come si può vedere nella Tabella 21, nel

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60,72% dei casi le modifiche non sono state necessarie; solo nell’ 8,33% sono state apportate modifiche per necessità, su richiesta della persona con disabilità; nel 7,14% dei casi sono state apportate modifiche su idea dell’azienda per permettere alla persona di lavorare al meglio.

Tabella 21- Necessità di apportare modifiche all’ambiente di lavoro

frequenza %

No 51 60,72

Sì, su mia richiesta/necessità 7 8,33

Sì, su idea dell’azienda per permettermi di lavorare al meglio 6 7,14

Totale rispondenti 64 76,19

Non rispondenti 20 23,81

Totale 84 100,00

Pur essendo il campione raggiunto dalla indagine non così ampio da poter generalizzare i dati raccolti, tuttavia si intravedono delle linee di tendenza. Rispetto alla tematica della domanda corrente, quindi, c’è da chiedersi quali siano gli ostacoli reali alla assunzione di persone con disabilità, se nella gran parte dei casi la frequentazione dei luoghi di lavoro non richiede particolari adattamenti dell’ambiente, nell’ipotesi che questi possano costituire un freno dal punto di vista degli investimenti economici, strutturali od organizzativi.

Per quanto riguarda la tipologia di cambiamenti apportati/strumenti acquistati, la maggior parte degli occupati con disabilità, tra quelli che hanno dichiarato precedentemente di aver avuto bisogno di alcune modifiche o aggiustamenti nell’ambiente di lavoro, dichiara nel 38,46% dei casi che è stato necessario l’acquisto di ausili tecnologici informatici, nel 23,08% dei casi che sono stati apportati cambiamenti strutturali all’ambiente di lavoro e nel 7,69% dei casi che i cambiamenti hanno riguardato piccoli aggiustamenti/attenzioni (Tabella 22). Le presenti categorie sono state create a posteriori sulla base delle risposte aperte fornite dai rispondenti; le relative percentuali sono state ponderate in quanto una stessa risposta è stato possibile, in alcuni casi, inserirla in più categorie.

Tabella 22 – Tipologia di cambiamenti apportati frequenza %pond. Ausili tecnologici/informatici 5 38,46 Modifiche ambiente di lavoro 3 23,08 Piccoli aggiustamenti/attenzioni 1 7,69

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Totale rispondenti 9 65,23

Non rispondenti 4 30,77

Totale 13 100,00

Se dunque in generale il mercato del lavoro vede l’assunzione delle persone con disabilità legata a un costo, i dati in nostro possesso portano a far vedere come in realtà il costo a volte sia minino o nullo e come spesso le richieste riguardino semplicemente attenzioni nelle relazioni e nella comunicazione all’interno dell’ambiente di lavoro da parte del datore di lavoro o dei colleghi che si approcciano al nuovo lavoratore con disabilità (dato estratto dall’analisi delle risposte aperte).