Conclusioni e prospettive future
Il progetto IPA in Italia ha dimostrato che, seb-bene esistano numerosi dati, sul territorio na-zionale è presente ancora una forte disomoge-neità di conoscenza botanica. Circa il 30% delle 3504 celle della griglia utilizzata per le analisi dei dati puntuali non presenta alcuna segnala-zione di specie e/o habitat rispondenti ai criteri del progetto. Tale carenza di informazioni ha co-stituito, in alcuni casi, una limitazione nel pro-cesso di definizione delle IPA e deve rappre-sentare uno stimolo a sostegno di specifiche campagne di raccolta dati finalizzate a colmare le lacune presenti. Infatti, il progetto ha iden-tificato delle aree di alto valore conservazioni-stico, indicando nello stesso modo, quali siano le aree dove è necessario migliorare le cono-scenze di base.
I dati raccolti a livello regionale per specie di piante vascolari e habitat e i siti IPA segnalati dai
referenti forniscono un importante contributo per le future integrazioni degli allegati della Di-rettiva Habitat, la Convenzione di Berna e le li-ste rosse nazionali e per il miglioramento delle conoscenze delle comunità d’interesse conser-vazionistico a livello regionale e nazionale.
Dall’analisi dei dati raccolti potranno emergere nuovi elementi per la se-lezione di habitat e specie da comunicare a livello europeo. Ad esempio, Ephedra nebrodensis subsp. nebrodensis non è inclusa in alcuna conven-zione internazionale né li-sta rossa, ma è li-stata indi-cata come entità di interesse regionale in cin-que regioni italiane: Basi-licata, Marche, Puglia, Umbria e Sardegna, di-mostrandone il valore conservazionistico nazio-nale.
La proposta di nuove li-ste rosse non rientra in
21 Ephedra nebrodensis Guss. subsp. nebrodensis (foto E. Farris).
Chara tomentosa L. (foto N. Abdelahad).
alcun modo negli obiettivi del progetto IPA, ma per alcuni gruppi tassonomici il progetto ha rappresentato l’occasione di iniziare a valutare la possibilità di selezionare elenchi di specie im-portanti per il territorio italiano.
Per i funghi, è stata ribadita l’importanza delle 42 specie già selezionate e proposte per poter essere incluse nella Convenzione di Berna. Per le alghe d’acqua dolce è stata effettuata, per la prima volta in Italia, una valutazione preliminare delle specie che potrebbero essere incluse in una lista rossa; infatti, per questo gruppo non esiste ad oggi una lista rossa nazionale, né eu-ropea. Le 400 specie di alghe d’acqua dolce, di cui 344 Desmidiacee e 56 Diatomee, presenti nei 42 biotopi proposti quali IPA, sono tutte potenziali candidate ad una lista rossa italiana.
Per le piante vascolari, il valore conservazioni-stico regionale formulato dai referenti regionali può indirizzare una valutazione su base regionale delle specie incluse nelle liste rosse nazionali.
Le ricerche migliorano costantamente
l’informazione sulla distribuzione di habitat e specie di interesse conservazionistico. Per questo motivo la selezione delle specie e degli habitat di maggior valore è un processo in continuo aggiornamento e si giova della ricerca scientifica di base e delle esplorazioni del territorio.
E’ il caso, ad esempio, del fungo Rhizopogon rocabrunae, un fungo ipogeo ectomicorrizico non incluso nell’attuale elenco delle specie IPA, ma
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Rhizopogon rocabrunae vive nei boschi di conifere dove fruttifica in tarda primavera ed estate; la popolazione di Testa d’Alpe, nelle Alpi Liguri, è l‘unica finora segnalata con certezza per l’Italia (foto G. Baiano).
Habitat dunali presso Bonifica Ramitelli (CB) (foto G. Pelino)
sicuramente potenziale candidato:
rarissimo in Europa è stato re cen -temente segnalato presso le Alpi Liguri.
Il progetto IPA risponde a molti degli obiettivi indicati nella Strategia Glo-bale per la Conservazione delle Piante (GSPC) e nella Nuova Strategia Euro-pea (Planta Europa, 2008). L’individua-zione delle IPA sul nostro territorio for-nisce lo strumento necessario per poter valutare il grado di protezione of-ferto alle aree importanti per la diver-sità vegetale individuate. Più del 50%
delle IPA ricade in aree protette s.l.
(GSPC target 5) ma al momento non è noto se almeno il 50% delle IPA sia gestito in maniera appropriata.
Inoltre, il progetto IPA risponde al tema delle specie minacciate ed alla loro conservazione in situ (GSPC, target 7): i dati raccolti durante il progetto permettono di conoscere se le specie selezionate siano incluse in aree protette per almeno il 60%, anche se ad oggi non è noto se la ge-stione di tali aree sia coerente con la conservazione delle specie minac-ciate.
La presenza di IPA esterne alla rete delle aree protette evidenzia il va-lore della naturalità diffusa sul terri-torio italiano, dove le IPA rappresen-tano serbatoi di biodiversità utili per la definizione delle reti ecologiche.
Assicurare una migliore connettività degli habitat naturali ed adottare un approccio a scala di paesaggio, offre
alle specie e agli habitat vulnerabili ai cambia-menti climatici maggiori possibilità di
adatta-mento e contrasta gli effetti dell’isolaadatta-mento dovuto alla frammentazione.
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Chara gymnophylla A. Braun (foto N. Abdelahad)
In conclusione, il programma di identifica-zione delle IPA è stato realizzato con netto anticipo rispetto ai tempi richiesti dalla European Strategy for Plant Conservation (entro il 2014), ma rimane ancora non com-pletata la formulazione di una strategia nazionale per la conservazione delle aree importanti per le piante.
Gli obiettivi futuri, per rispondere efficacemente all’agenda globale post-2010 per la conserva-zione del nostro patrimonio botanico, preve-dono la promozione di nuove ricerche di base per integrare ed aggiornare i dati disponibili
sulla distribuzione reale di specie (piante va-scolari, briofite, alghe, licheni, funghi) ed habi-tat; oltre ad una verifica della percentuale di territorio attualmente sottoposta a tutela, o adeguatamente gestita (gestione che potrebbe essere sia attiva che passiva a seconda delle ne-cessità di conservazione), che deve raggiungere il 10% all’interno di ogni ecoregione, come fis-sato dalla GSPC. Altro importante obiettivo è quello di aumentare l’integrazione tra IPA e stra-tegie di gestione del territorio, per contribuire in maniera positiva sia alla conservazione della biodiversità che al valore dei servizi eco sistemici forniti.
Tulipa australis (foto E.Panfili)
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