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CAPITOLO 2 LE ARTROPATIE DEL CANE

2.4 Artropatie infiammatorie non infettive immunomediate

Le patologie articolari immunomediate comprendono tutte le patologie, ad eziologia nota e non, in cui le caratteristiche citologiche e istologiche testimoniano un coinvolgimento del sistema immunitario. (Robert L.et al., 2001) Di solito si tratta di poliartriti, raramente di patologie che coinvolgono poche articolazioni o una soltanto.

I meccanismi immunopatogenetici alla base di queste artriti non sono completamente noti, ma sembrano essere coinvolti sia fenomeni autoimmunitari che fenomeni di ipersensibilità di tipo III, dovuti alla formazione di immunocomplessi (Carter S.D.et al., 1989)

Gli immunocomplessi possono formarsi direttamente all’interno dell’articolazione e/o a livello sistemico, e raggiungere solo dopo la localizzazione articolare; in questa sede gli immunocomplessi fissano il complemento a livello della membrana sinoviale e del liquido articolare. La cascata del complemento che si è innescata causa un danno locale al tessuto e libera sostanze ad azione chemiotattica per i polimorfonucleati. Queste cellule migrano in massa all’interno dell’articolazione, dove fagocitano gli immunocomplessi e rilasciano sostanze biologicamente attive che causano ulteriore danno al tessuto.

I fenomeni suddetti, che si hanno nella risposta immunitaria fisiologica volta all’eliminazione di antigeni estranei, nel caso di patologie immunomediate danno origine a un processo che non si interrompe e provoca così danno alle strutture articolari.

Il danno articolare che consegue si può manifestare con una sintomatologia acuta oppure cronica.

In questa seconda eventualità dobbiamo ricercare la causa in una continua o ricorrente presenza dello stimolo antigenico, oppure in qualche fenomeno che coinvolga un’alterazione dei meccanismi di feedback negativo del sistema di difesa immunitaria, che normalmente entrano in gioco una volta che l’antigene è stato eliminato.

In alcuni casi un danno iniziale al tessuto articolare può essere la causa dell’esposizione o dell’alterazione di determinati autoantigeni, con rottura della tolleranza del sistema immunitario e formazione di autoanticorpi. Poiché gli autoanticorpi non possono essere eliminati, ci può essere un’ulteriore formazione di immunocomplessi con l’istaurarsi di uno stato di infiammazione cronica (Bennet D., 2004).

Nelle artropatie infiammatorie del cane si riscontrano in genere molti autoanticorpi come il fattore reumatoide, gli anticorpi antinucleo e quelli anticollagene. Lo stimolo che innesca il meccanismo sopra descritto sembra essere costituito da un agente infettivo, che può essere localizzato in una qualsiasi altra sede del corpo rispetto alle articolazioni, e che stimola la formazione di immunocomplessi circolanti.

E’ possibile che, in seguito ad infezione articolare e successiva eliminazione dell’agente patogeno, si verifichi il persistere dei suoi antigeni in cavità articolare, i quali forniscono una continua stimolazione della risposta immunitaria.

Nel cane e nel gatto sappiamo poco per quel che riguarda la predisposizione genetica a queste patologie; è stato però osservato che patologie articolari immunomediate si ritrovano più comunemente in alcune razze come Spaniel, Pastore Tedesco, Akita inu e altre.

Studi svolti sulle poliartriti canine immunomediate hanno fatto supporre un coinvolgimento del virus del cimurro nell’avvio del processo patologico. Antigeni del cimurro sono stati osservati all’interno dei precipitati di

immunocomplessi rinvenuti in liquidi sinoviali di articolazioni affette dalla patologia, e negli stessi liquidi sinoviali è stata mostrata la presenza di elevati livelli di anticorpi anti-cimurro .In questi studi sul liquido sinoviale la conta cellulare dei polimorfonucleati, indice dell’infiammazione articolare, era direttamente proporzionale con i livelli di anticorpi anti- cimurro. Infine, analisi immunoistochimiche mostravano la presenza di antigeni anti-cimurro all’interno di macrofagi delle articolazioni patologiche studiate (Bennet D., 2004).

Spesso, nella poliartrite, oltre alle manifestazioni locali di infiammazione articolare quali zoppia, tumefazione e dolorabilità, si osservano segni sistemici come febbre, letargia, inappetenza e interessamento di organi e tessuti extra articolari, con dermatiti, glomerulonefriti, meningiti, miositi, anemia. Animali affetti da poliartrite spesso sono portati alla visita per una febbre di origine sconosciuta. In alcuni casi non è evidenziabile clinicamente il coinvolgimento articolare.

Le artropatie immunomediate sono divise in due categorie, quelle erosive e quelle non erosive, a seconda che il quadro radiografico presenti o meno segni di distruzione ossea.

Tuttavia, dato che la patogenesi è spesso la stessa, è possibile che in realtà si tratti solo di espressioni diverse di una stessa patologia, e che la diversa manifestazione clinica dipenda dal soggetto in causa (Bennet D., 2004), (Robert L.et al., 2001)

2.4.1- Alterazioni del liquido sinoviale in corso di artropatie infiammatorie immunomediate

Per fare diagnosi di poliartrite immunomediata è necessario eseguire artrocentesi da più articolazioni, anche se clinicamente apparentemente indenni, ed esaminare le cellule presenti.

In corso di tali patologie il liquido sinoviale si presenta generalmente aumentato di volume, torbido, con un colore alterato e viscosità diminuita. La conta cellulare appare aumentata e la popolazione di cellule che appare predominante è costituita da granulociti neutrofili.

Per la maggior parte queste cellule non presentano alterazioni picnotiche, diversamente da quanto osservato in corso di artriti settiche (Robert L.et al., 2001).Nelle patologie croniche si osserva la presenza di un numero più elevato di cellule mononucleate, che possono arrivare a costituire la popolazione predominante nel campione.

Questo possiamo dire essere il quadro citologico “di base” a cui possono aggiungersi caratteristiche peculiari delle diverse patologie, come la presenza delle già citate cellule LE nel Lupus Eritematoso Sistemico, e dei ragociti nell’artrite reumatoide.

Queste cellule, che rappresentano neutrofili modificati, se messe in evidenza nei preparati citologici sono fondamentali per l’identificazione del particolare tipo di artropatia immunomediata in corso. (Bennet D., 2004), (Robert L.et al., 2001)

Quanto detto fino adesso mostra come l’esame citologico del liquido sinoviale sia un aiuto prezioso nella formulazione della diagnosi in corso di

Tuttavia, l’analisi microscopica non permette la differenziazione delle diverse popolazioni cellulari presenti nel campione, lasciando dei dubbi nella classificazione di elementi che presentano caratteristiche morfologiche simili.

I linfociti, ad esempio, possono talvolta essere confusi con i sinoviociti o con macrofagi non attivati, con il rischio di non effettuare la stima corretta delle popolazioni presenti nel campione

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