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ASCANIO PICCOLOMINI

Nel documento W.^x\ L! ^ >v. 1^ y«s V '-J^- - (pagine 80-97)

Arcirescovo di Siena (1)

IL BORGHESI

IN

RISPOSTA

I", che lungo Permessoor sodo, orgelo Pergir,doveaMortealtri fura,

Eschifardolorosa aspra ventura,

Mentrecolmiopensiersicangiail pelo;

Per le,sol d' eternartiaccesoin zelo Cui senno,eh'ad ogn'alma inferma, impura Soccorre, ede'più saggiil grido oscura,

11 picciolsaper mioricopro, e velo

;

Inteprimierod'Abbiaeccelso onore Valorsupremoa virtùsacra aggiunto Sovrailcorsomortai regnaesoggiorna.

Tu fonla fronte dipiù fregiadorna,

temedesmo,etutta Italiaonore,

Ched'altainvidiailcord'Apolloè punto.

(i) Buonpoeta toscano,di cuisihannoRimesparsi»

nelle Raccoltedeltempo Morì nel 1597.

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XXVI.

Al medesimo.

(CopianellaBibliotecaPalatina)

Mirabil contento e piacere si m'ha recato la gratiosa lettera di V. Ecc.: poi eh' io discerno, che ella, che io, trattone il Sereniss. Gran

Duca, mio

doppio signore, sopra tutti gli huomini del

Mondo

ho meritamente in venera-tone, cortesemente va perseverando in portarmi amore; e si degna d' usar

1'opera mia.

Ho

parlato a' parenti dei due paggi trovati dal Brunomontani;

ho esaminati i fanciulli stessi, e n'ho volutoprender informatione da' lor

Mae-stri e da altri, et in

somma

io reputo che essi, i quali e per madre e per padre son Gentilhuomini, siano per dover fare cotal riuscita, che V. Ecc.

111. ne sia per rimanere appagala.

Un

Gentilhuomo, a cui prima che a tutti gli altri, fu parlato d'

un

suo figliuo-lo, per lo servigio di V. Ecc. et al quale s'è dato parola, non si truova al presente a città. Vi s'aspetta fra quat-tro o sei giorni: al suo ritorno io gli

parlerò, e stabilirò. Scriva adunque V. Ecc. quello che &'habbia a fare;

perciocché alla ricevuta della sua tutti e tre questi paggi saranno in concio per fare quanto da lei

mi

sarà ordi-nato. Fino a qui non

mi

sono avve-nuto a persona, che io habbia stimata sufficiente a potere esercitar dicevol-mente1' uficio di Cappellano e di

Mae-stro de'Paggi. Del mio stato e de'miei studi, io non posso al presente dare a V.Ecc. particolar notitia: imperciocché framezza ora mi conviene ( e due vol-te la settimana sostengo questo

nobile et onorato, quanto grave, e faticoso carico) andar nelle pubbli-che scuole a leggere, dopo la qual lettione io debbo ritrovarmi al riguar-devol maestrato de'quattro Conserva-dori dello Stato Sanese; in

un

de'quali è piacciuto alla benignità di Sua Al-tezza di elegger la

mia

persona per uno anno.

Ma

le dirò solamente, che io mediante le mie lunghe, continue, diligenti fatiche

mi

sono avvezzato in si fatta maniera, che da molte opere mie, tutti gli amatori e seguaci delle toscane lettere son per doverne ricevere infinito e

comodo

, e profitto. Riser-bomi a darne fra pochi giorni intera

75 contezza a V. Ecc., sperando che ella hahbia a sentirne assaicontentamento.

Et a lei, di cui le virtù singolari e

J

\

valore esquisitosarannodallamia penna

e dalla mia lingua perpetuamente lo-dati e celebrati , io con affettuosa

ri-verenza m' inchino.

Di Siena a'

XXII

di Maggio 1595.

Di

V. Ecc. 111.

Devotissimo Servidore da dovero Il Borghesi.

XXVII.

Al medesimo.

(Originale nelT ArchiviodiParma)

Io

mando

a V. Ecc. quattro Sonetti, da

me

composti e presentati nella ve-nuta de'miei Serenissimi Principi in questa Città. Se i predetti componi-menti piaceranno aV. Ecc., io

mi

farò a credere,

come

essi non siano indegni affatto di molte esquisite lodi, che so-no state loro attribuite. L' altr' ieri T ingegnosissimo e valorosissimo Sig Dv Virginio Orsino, con cui ( la sua

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buona mercede ) io converso famiglia-' rissimamente,

mi

disse: « Borghesi, io vo" recitarvi

un

Sonettod' un gran Ca-valiere, il qual so, che voi a gran ra-gione sopra

modo

onorate et apprez-zate, evoi forse riconoscerete lo stile. Io 1'ascoltai di gradoe forte

commen-dai la compositione:

ma

non

apponen-domi

all'Autore, il Sig. D. Virginio

mi

significò esserdi Y.Ecc. della qual per buona pezza

tenemmo

gratioso ra-gionamento. Questo Prence, secondo eh' egli afferma, ha vedute più parti dell'

Enone

, la qual non poco lauda et essalta. Io veramente provo gran dispiacere di non haver novella di V.

Ecc. alla qual per lo genero di Mad.a Orindia ultimamente scrissi, e mi do-glio eh'ella non mi faccia, come solea, partecipe de'nobili frutti del suo pe-regrino ingegno, e non m' impieghi in qualche affare ov' io la possa nobil-mente servire.

Non

vo'restar di dirle, che il Cardinal Borghesi è mio fratel consubrino (1). Et a V. Ecc., abbondan-tissima di suprema gloria, io bacio

in-(1) Questo Cardinale Borghesi fu assunto alPonti ficatocol numedi Paolo V.

77 chifievolmente la veste.

Di Siena

a' 17 di Giugno 1596.

Di V. Ecc. 111.

Devoliss. et Obbl. Servidore in eterno Il Borghesi.

XXVIII.

A

Don Cesare d'Esle.

(Originalenell"Archivio Palatino)

Per haver non indegna occasione di fare scrivendoriverenza aV. Ecc. 111.

,

e di reducerle a

memoria

che io, che in buona parte riconosco la tranquil-lità del mio statoda lei, vivo con ar-dentissimo disio di potere adoperarmi ne' suoi servigi; ora io le

mando

una mia Oratione (1), in cui si tratta di

(1) In unalettera antecedentescritta a I).Ferrante Gonzaga nel 15U3, il borghesi accenna allasua terza Orazione alloradata allestampe:quest' altra che qui sitrovamemoratasarebbe dunque una quarta, ignota al Mazzucchelli e adaltribibliografi che ne segnano solamentetre? Essa è intitolata: Orazione intorno aglionori edaipregi della PoesiaedellaEloquenza

,

efustampatainSiena dal Bonetti in quello stesso anno 1596.

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materie solite d' haversi in pregio da Principi gloriosi,

come

ella è. Et

al-l'eroica persona di V. Ecc. 111. inchi-nevolmente io bacio le generose mani.

Di Siena a' XII di Luglio 1596.

Di V. Ecc. III.

Devotiss. et Obligatiss. Servidore Il Borghesi.

XXIX.

A

ì). Ferrante Gonzaga.

(Originalenell'ArchiviodiParma)

La

lettera di V. Ecc. che m'assicura della sua gratia, che m'è vie più pre-giata, che i ricchissimi tesori de gli avari, m' ha recato mirabil piacere e contento, se non se in quanto

m

1ha

porta molestia per darmi novelladella morted'

un

vostroGgliuolo; perciocché T eroica virtù vostra

mi

ha stretto di così forti legami, che io sono sforzato a divenir partecipe di qualunque sua fortuna, o buona o rea. Io sto deside-rosamente aspettando. che V. Ecc. 111.

mi mandi qualche sua compositione

.

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come

da lei mi si promise.

E

vivocon ardentissimo desiderio, che vi dispo-gliate una volta a fornir lavostra Eno-ne, della quale io vo predicando gran cose, e tutte vere. Saràcon questauna Orazione intorno alla quale ho lungo spatio, e con faticosa isquisita indu-stria affaticato; e la quale ho speranza, che debbia (a parlar liberamente col

mio virtuosissimo Sig.

Don

Ferrando) far conoscere al

mondo

eh' io mi sono straordinariamente avvanzato in questi gratiosi e nobili studi. Credo che V.

Ecc. habbia a veder volentieri il pre-detto componimento; si per essere

mol-to antico e devoto vostro servidore,

per trattarsi in esso de'meriti , e del valor della Eloquenza e della Poesia;

nelle quali due soprane facoltà voi ri-uscite meraviglioso; e per essere in-titolato a degnissimo Principe che

for-temente vi

ama

, e vi onora. V. Ecc.

111., alla cui gloriosa Persona m' in-chino, viva lunga e fortunata vita.

Di Siena a1 X1III di Luglio 159&.

Di V. Ecc. 111.

Devoliss. et Obligatiss. Servidore Il Borghesi.

80

XXX.

A Roberto Titi.

(BibliotecadiPisa)

La

lettera del Sig. Riccobono (1) era in risposta d'una mia: e perciò non

fa mestieri eh' io gli risponda.

Nondi-meno

ringratio V. S. della profferta intorno a ciò fattami, e le rendo gra-tie assai maggiori della

memoria

che serba della mia persona, e dell'amor che

mi

porta.

La

rendo certa, che al-trettanto io la riamo, che la riverisco assai, e che forte desidero di poterla onorare e servire.

Mando

a V. S. una mia nuova Oratione stampata, nella quale ho mirabilmente faticato.

E

le bacio le mani.

Di Siena a

XIX

di Agosto 1596.

Di V. S. molto magnificae molto eccellente,

Aff. Serv.

Il Borghesi.

(1) Celebre lettoredelloStudio diPadova.

81

Non

vo' ristar di dire a V. S., che

il nuovo Cardinal Borghesi è

mio

fra-tello consultino. Mentre furon qua le loro Altezze, io esposi quattro sonetti, cioè uno per lo Sig. Duca, uno per la Signora Duchessa, uno per la Prin-cipessa Maria, et un altro per la

Du-chessa di Bracciano.

Ne

feci stampar cento cinquanta copie, le quali di su-hito (che invero fur graditi da quei Prencipi straordinariamente) furon di-spensati tutti. Io non ho tempo da re-scrivergli: se V. S. gli vorrà vedere, potrà da molti di cotesti Signori di Cortecheglihebbero, esserneassicurata.

Tre settimane sono io mandai a V.

Ecc. quattromiei Sonetti composti nel-la venuta di S.A.a Siena; e ve gì' in-viai per lo Corrier di Milano, indiriz-zandogli aMantova,

come

farò d' o-gni altra cosa, ove da voi non

mi

sia dato ordine contrario.

Devotiss. servidore da dovero.

Il Borghesi.

B2

XXXI.

.1 Don Ferrante Gonzaga.

(CopianellaBiblioteca Palatina)

Nellapromotione di Mons. Borghesi mio fratello consultino al Cardinalato ho composto un Sonetto, il quale al

presente io

mando

a V. Ecc. 111. an-tico mio Sig. e mio singoiar Protetto-re: recherommi a

somma

gratia d' ha-verne il purgatissimo parer di lei, che

s' intende ottimamente di Poesia To-scana,e che in ogni gloriosa operation d ingegno riuscì mirabilmente giudi-ciosa. Et a V. Ecc. io bacio inchine-volmente la vesta. Di Siena a' 23 di Settembre 1590.

In ogni luogo, in ciascun tempo et in qualunque fortuna

Vevoliss, Sere.

Ir. Bum.mesi.

83

XXXII.

A Don Cesare d'Esle.

{Luogocitato)

AI Sig. Mutio Borghesi mio stretto parente e fratel consultino del Sig.

Cardinal Borghesi, furon mariuolaticon

lettere false de' Geuli di

Roma

da al-cuni furili, che sono imprigionati a Reggio, alquantecentinaiadiscudi. Ora quantunque il Ser. Gran

Duca mio

Signore commetta per lettere partico-lari acodesto ambasciador suo che fac-cia ogni opera in servigio del predetto Sig. Mutio, non di

meno

conlìdato io nella singoiar cortesia di V. Ecc. 111.

mio antico venerato Signore e protet-tore, io vengo a supplicare umilmente V. Ecc. che voglia prestare il suo fa-vore al Sig. Lepido Borghesi mio ni-pote, il qual viene a Ferrara per tal

conto, e procurar particolarmente ehe

il Ser. di Ferrara commetta alGiudice che dee giudicar que' ladroni, che vo-glia subito per giustizia spedir la pre-detta causa. Il che porrò fra gli altri oblighi infiniti che ho con la

magna-84

nimità del valorosiss. Sig.

Don

Cesane

d'Este, vero Principe glorioso. Tra due

tornerò a Siena, ove sfarò aspettan-do d'esser favorito de* comandamenti

di V. Ecc. 111., a cui bacio inchine-volmente la vesta.

Di Fiorenza a 29 di Giugno 1597 (1).

Di V. Ecc. 111.

Devotiss. et obi. servidore.

Diomede Borghesi.

(liNoli'Archivio Palatinosiconservanole minute ditre letterescritte,per quanto pare,dalsegretario ducale Montecatini. relativamentea questa vertenza.

Nella prima annunzia al Borghesi diaver dato inca-rico al Giudicedi Reggio, che è grand'huomo da fare, di spedirela causa con ogni possibile celerità.

Nella seconda si contiene1'ufficioa essoGiudicein lai proposilo,perche*non tipossa direche i fore-stieri nonsiano favoritidigiusta spedizione. Nella terzafinalmente siaccompagnaal Borghesi la rispo-sta dc'lGiudice medes»Hx>.

APPENDICE

II Cardinale di Mantova al Principe di Firenze..

{Letteredi diversinellaBibliotecaCapponi

.

Cod. 36)(1).

Io ho gran compassione a

Diomede

Borghesi gentilhuomo Sanese,

non

solo perchè iolo veggo contumacee in dis-grazia di V. Ecc. par la sua disuhi-dienza;

ma

perchè lamala fortuna sua Tha ridotto a tanta necessità, che quello inche gli altri la maggior parte sogliono peccare, per libera volontà

(1) Questa lotterà mirante didata può verosimil-mente riputarsiscritta nel 156G oin queltorno. Per essa veniamo informali cheilBorghesi fu primiera-mente collimato a Porloferraiodonderollo il bando,

rifuggì a Mantovaponendosi solto la prolezione dei principiGonzaga. In questoCardinalediMantova pen-soVabhiaa riconoscereil Card.Federico Gonzaga.

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loro, egli a questa volta è stato sfor-zato di peccarlo, e contro ogni volere, e debito suo;perciocchéquando M. Bai-dinuccioMartellini che fu per

un

tem-po governatore dell'Elba, hebbe unito

il tempo del suo conline a magistrato, questo povero giovane che per il pas-sato s' era vissuto alle spese del go-vernatore, presodi quel

comodo

e non potendo mantenersi del suo , né pro-cacciarsi altrove il vivere in queir I-sola, per non haver a fare mestiero indegno del suo nascimento, eper non morirsi di fame, cadesse nella disgra-zia della disubidienza che ho detta, et

non fini il tempo del suo confine.Hora

egli s

:

è ridotto qua in Mantova ove s'è fatto conoscere per cosi virtuoso e gentile, e di cosi bello spirito che m" ha mosso a far quest' ullitio con

1 E. V. di supplicarla ad haver, com-passione alle sue miserie e. perdonarli questo fallo, che ha commesso, se non perdonar questo alla virtù, la quale so che da V. Ecc. è amata e stimata sopra tutte le cose, almeno per farne a

me un

favore, et una grazia segna-latissima singolarissima, premendo io infinitamente nel

comodo

di questo giovane, quanto in altra sorte di

gra-87 zia che

mi

possa venire al presente dalla sua mano. Supplico dunque Y.

Ecc. se così la mi concede eh' io fac-cia con sua sodisfattione, a voler ri-mettere. M.

Diomede

nella sua grazia eperdonargli ilfallodella disubidienza, con contentarsi, che possa nell'avve-nire stare in casasua; perciocchétutto questo riceverò certo dalla sua beni-gnità per un favor singolare e gratioso.

II.

// Principe Cesare d' Elle al Granduca di Toscana.

(Originalenell'Archivio fiorentino

)

Amo

tanto il Sig.

Diomede

Borghesi per i meriti delle sue virtù, che ancor eh' io stimi soverchio il raccomandarlo alla benignitàdi V. Altezza, m'è non-dimeno forza di supplicarla diquei fa-vori et gratie in honor suo, de' quali allagiornata potrà meritare esser gra-tificato da lei; ch'io, se ben per altro sonoall'Alt. V. obligatissimo, per que-sto

nondimeno

le resterò anco eterna-mente tenuto. Et qui baciandole con

la. debita humiltà le mani, le prego dal Signore felicissimo stato.

Di Ferrara il 25 giugno 1592.

Di V. Altezza ,

Uumiliss. Sere.

Cesake da Este.

Nel documento W.^x\ L! ^ >v. 1^ y«s V '-J^- - (pagine 80-97)