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Asserzioni base: decisioni e convezioni metodologiche di controllo

Capitolo I: I FONDAMENTI FILOSOFICI ED EMPIRICI DELL'UNITÀ DI METODO

I.2. La struttura empirica del metodo

I.2.3. Asserzioni base: decisioni e convezioni metodologiche di controllo

Appare chiaro adesso il ruolo che hanno le asserzioni-base, queste sono necessarie per decide- re se una teoria può essere falsificabile, quindi considerabile come empirica, inoltre hanno il ruolo di corroborare le ipotesi falsificanti. Le asserzioni-base dunque svolgono la funzione di

88 Ivi, p. 76. 89 Ivi, pp. 76-77. 90 Ivi, p. 83.

controllo di una teoria, queste si differenziano da semplici asserzioni singolari dedotte da as- serzioni puramente universali. Se prendiamo l'asserzione universale “tutti i cigni sono bian- chi”, da essa non può essere derivato niente di osservabile, possono essere derivate solo asser- zioni esemplificative come: “Se c'è un cigno nel punto k, allora c'è un cigno bianco nel posto

k”, o “al posto k, non c'è nessun cigno o c'è un cigno bianco”. Queste proposizioni così formu-

late secondo Popper “non possono adempiere all'ufficio di asserzioni di controllo”, perché non sono falsificatori potenziali: infatti per verificare l'asserzione “tutti i cigni sono bianchi” dovremmo raggiungere “ un numero esorbitante, e addirittura infinito di verificazioni, una volta che si accetti come fatto che la parte preponderante del mondo è vuota di cigni”.92 Ma la

loro formulazione negativa, può essere considerata una asserzione-base e può adempire alla funzione di controllo se soddisfa alcuni criteri di formulazione:

1. “a) da un asserzione universale senza condizioni iniziali non può essere dedotta nes- sun'asserzione-base. D'altra parte b) un'asserzione universale e un asserzione base pos- sono contraddirsi reciprocamente. La condizione b) può essere soddisfatta soltanto se è possibile derivare la negazione di un'asserzione base dalla teoria che essa contraddi- ce. Da questa e dalla condizione a) segue che un'asserzione base deve avere la forma logica tale che la sua negazione non possa essere a sua volta un'asserzione-base”.93

2. “Possiamo ora formulare la seguente regola che riguarda le asserzioni base: le asser-

zioni base hanno la forma di asserzioni singolari esistenziali. Questa regola dice che

le asserzioni singolari soddisferanno la condizione a), perché un asserzione singolare esistenziale non può mai essere dedotta da un'asserzione strettamente universale, cioè da un asserzione stretta di non esistenza. Esse soddisferanno anche la condizione b), […] da ogni asserzione singolare esistenziale si può derivare un asserzione puramente esistenziale, semplicemente tralasciando ogni riferimento a una qualsiasi regione sin- gola dello spazio e del tempo; e come abbiamo visto, un asserzione puramente esisten- ziale può davvero contraddire una teoria”.94

Oltre a queste condizioni logiche le asserzioni base devono inoltre soddisfare una condizione materiale. Questa condizione concerne l'evento, “l'evento che, come dice l'asserzione base sta accadendo nel luogo k”. Questo deve essere un evento osservabile, o meglio “controllabile in- tersoggettivamente mediante l'osservazione”. Popper ci chiarisce che con il termine osservabi-

92 Ivi, p. 95. 93 Ivi, p. 94. 94 Ivi, p. 96.

le non vuole aprire nuovamente le porte allo psicologismo, ma intende “«evento che implica la posizione e il movimento di corpi fisici macroscopici»”. 95

Le asserzioni base sono decisioni metodologiche, accettate intersoggettivamente in conformi- tà con procedimenti e regole metodologiche che legano teoria ed esperimento. Una di queste regole che secondo Popper veste un ruolo di primaria importanza è la seguente: “Non dobbia- mo accettare asserzioni-base a casaccio – cioè asserzioni base logicamente sconnesse – ma dobbiamo accettare le asserzioni base che incontriamo mentre controlliamo teorie, mentre sol- leviamo, a proposito di queste teorie, questioni euristiche a cui si deve dare una risposta me- diante l'accettazione di asserzioni-base”.96

Quello che ci preme sottolineare, e l'importanza che riveste la teoria, infatti al contrario “dell'empirista ingenuo”, il punto di partenza secondo Popper non sono le nostre esperienze, ma i nostri punti di vista ed i problemi teorici. Le nostre esperienze, tramite le asserzioni-base, o di controllo, sono sempre legate alle teorie a cui fanno riferimento. “È dunque il teorico a mostrare la strada allo sperimentatore”. Lo sperimentatore non riveste però un ruolo passivo, infatti “anche il suo lavoro è in gran parte teorico. La dottrina domina il lavoro sperimentale, dalla sua pianificazione iniziale ai tocchi finali che esso riceve in laboratorio”. Continua poi in nota Popper:

“le asserzioni riguardanti i risultatiti sperimentali, sono sempre interpretazioni, dei fatti osser- vati; sono sempre interpretazioni alla luce delle teorie. […] È sempre ingannevolmente facile trovare verificazioni di una teoria e per cui se non vogliamo ragionare in circolo, dobbiamo assumere un atteggiamento altamente critico verso le nostre teorie. L'atteggiamento consiste nel cercare confutarle”. 97

A maggior ragione se il controllo di una teoria dipende dunque da assersioni-base, le quali di- pendono a loro volta dalle nostre decisioni metodologiche.

I.2.4. Il trilemma di Fries: una possibile soluzione

A questo punto è possibile offrire una soluzione al trilemma di Fries, il quale lo ricordiamo si configurava come l'impossibilità di uscire dal dogmatismo senza ricorrere ad un regresso all'infinito allo psicologismo. La soluzione è possibile se accettiamo che la falsificazione o la corroborazione di una teoria deve arrestarsi intorno ad alcune asserzioni base che noi “deci-

95 Ivi, p. 97. 96 Ivi, p. 101.

diamo di accettare”. Se così non fosse “equivarrebbe ad una «babele delle lingue»”, e l'intero edificio della scienza crollerebbe in rovina.

Accettare le definizioni base “come soddisfacenti o sufficiente mente controllate” più che ag- girare il dogmatismo sembra confermarlo. In realtà sostiene Popper questo è un dogmatismo

innocuo, “perché se ce ne fosse bisogno sarebbe facile sottoporre queste asserzioni ad ulteriori

controlli”. Anche il regresso all'infinito è reso innocuo, in quanto la catena infinita di deduzio- ni possibili è un modo di mettere alla prova le nostre teorie, avvicinandoci per gradi alla veri- tà. Infine lo psicologismo viene evitato perché anche se le asserzioni base hanno un legame con le nostre esperienze percettive, non sono formulate in maniera da essere giustificate sulle nostre esperienze. “Le esperienze possono motivare una decisione, e quindi l'accettazione o il rifiuto di un'asserzione, ma un'asserzione-base non può essere giustificata da esse, più di quanto non possa essere giustificata battendo il pugno sul tavolo”.98

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