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Capitolo II: DALL'UNITÀ DI METODO ALL'INDIVIDUALISMO METODOLOGICO

II.3. L'individualismo metodologico

II.3.3. Von Hayek

Stretti da un grande rapporto di amicizia Popper ed Hayek hanno in comune anche molti ele- menti di approccio teorico alle scienze sociali. L'attacco allo scientismo delle scienze sociali ad esempio è un elemento che come abbiamo visto ricopre un ruolo centrale nella stesura di

Miseria dello storicismo. Ma, come cercheremo di evidenziare, questo rapporto non è sempre

privo di attrito, e le due prospettive presentano, a nostro parere, alcuni punti di divergenza non trascurabili. Prendendo sempre spunto dalle parole di Cubeddu:

“von Hayek ritiene che la percezione del mondo esterno avvenga tramite «sensazioni e concezioni che risultano organizzate in una struttura mentale comune a tutti». Il compito della scienza diventa così quello di una perenne rielaborazione della «visione che l'uomo ha del mondo esterno». La scienza sociale teorica pertanto non dovrà occuparsi delle «re- lazioni tra cose», ma del modo in cui la percezione e la conoscenza del mondo esterno de - terminano sia l'agire individuale e collettivo, sia i loro effetti involontari. Vale a dire che essa non dovrà occuparsi tanto delle «cose in sé» , quanto del modo in cui la «cosa», con - figurandosi nelle menti degli agenti induca ad agire”. 56

Secondo Hayek l'individualismo metodologico è strettamente connesso con il soggettivismo, e con la concezione soggettivista ed intersoggettiva della cultura che Hayek mutua da Weber. Si potrebbe definire l'approccio hayekiano come il tentativo di inserire elementi sociologici in campo economico, come la distribuzione sociale della conoscenza nel principio soggettivo di scelta. La critica di Hayek si sviluppa contro l'oggettivismo, che egli reputa quasi sinonimo di positivismo, tipico dell'approccio behaviurista o psicoanalitico, che porta a trattare i fatti so- ciali come oggetti fisici. La proposta di Hayek è quella di un approccio basato sulla compren-

sione intuitiva.57 Citiamo un passo di Hayek, riportato da Popper in Miseria dello storicismo

per rafforzare la sua tesi dell'unità di metodo, nello stesso tempo sembra però nascondere una critica proprio alla comprensione intuitiva. La citazione è tratta da Scientism and the Study of

Society:

“Il fisico che desiderasse capire i problemi delle scienze sociali ricorrendo ad un analogia con il suo campo, dovrebbe immaginare un mondo in cui conoscesse per mezzo dell'osservazione diretta l'interno degli atomi, ma in cui non avesse la possibilità di fare

esperimenti con frammenti di materia , e in cui potesse osservare le reazioni reciproche soltanto di relativamente pochi in un periodo di tempo limitato. Con la sua conoscenza dei vari tipi di atomo egli potrebbe costruire di tutti i vari modi in cui gli atomi possono combinarsi in unità più grandi, e potrebbe ottenere che questi modelli riproducessero con sempre maggiore precisione tutti i tratti visti quelle poche volte che gli fosse stato possi- bile osservare fenomeni più complessi, ma le leggi del macrocosmo che egli deriverebbe dalla sua conoscenza del microcosmo rimarrebbero sempre deduttive; la sua conoscenza limitata dei dati della situazione complessa non gli permetterebbe quasi mai di predire l'esito preciso di una situazione particolare; ed egli non potrebbe mai verificare le leggi con esperimenti controllati -al contrario, esse potrebbero essere confutate dall'osservazio- ne di avvenimenti che secondo la sua teoria potrebbero essere impossibili”.58

Popper concorda indubbiamente con il carattere ipotetico-deduttivo del rapporto tra osserva- zioni micro e modelli macro; questi ultimi infatti non possono mai essere confermati per mez- zo della sperimentazione ma solo confutati da dati che entrano in contraddizione con la teoria sperimentata. Ma non esita a evidenziare alcuni punti di divergenza:

“È indubbiamente vero che abbiamo una conoscenza più diretta dell'interno dell'atomo umano che no degli atomi fisici ma tale conoscenza è intuitiva. In altre parole ci serviamo della conoscenza che abbiamo di noi stessi per formulare ipotesi, riguardo ad alcune per- sone o a tutte”. 59

Continuando il paragone con la fisica possiamo dire che mentre Hayek è interessato al proces- so soggettivo che porta il fisico, impossibilitato all'osservazione dell'interno dell'atomo, alla formulazione di ipotesi mediante “l'immaginazione simpatetica o intuizione”, per Popper tale processo soggettivo è totalmente indifferente. Infatti ciò che interessa la scienza è solamente “l'ipotesi che le sue intuizioni possono avergli ispirato e anche questa solamente a patto che sia ricca di conseguenze e atta a poter essere provata”.60 Esprimendo tale concetto con un lin-

guaggio che Popper svilupperà in seguito si potrebbe dire che la scienza non è interessata alle

motivazioni ad agire, quanto ai contenuti oggettivi di pensiero. Perché i primi possono essere

provati solo mediante la comprensione intuitiva mentre i secondi avendo carattere oggettivo possono essere sottoposti a critica. Questo aspetto viene ripreso anche in una nota al capitolo 14 de La società aperta, in cui è possibile riscontrare una critica generale all'approccio econo-

58 F. A. von Hayek, Scientism and the study of Society, pp. 289 e sgg., citato in K. Popper, Miseria dello stori-

cismo, cit., pp. 138-139.

59 Ivi, pp. 139-140. 60 Ivi, p. 140.

mico della scuola austriaca:

“Ritengo opportuno aggiungere qui un'osservazione a proposito dell'asserzione spesso ri- petuta, che le scienze sociali operano con un metodo diverso da quello delle scienze natu- rali, in quanto noi conosciamo gli «atomi sociali», cioè noi stessi , per conoscenza diretta, mentre la nostra conoscenza degli atomi fisici è solo ipotetica. Da questa premessa si trae spesso la conclusione (lo fa per esempio Carl Menger) che il metodo della scienza socia- le, poiché fa uso della nostra conoscenza di noi stessi è psicologico o magari «soggettivo» in opposizione ai metodi «oggettivi» delle scienze naturali. A questa affermazione possia- mo replicare: certamente non c'è alcuna ragione per cui non si debba usare qualsiasi cono- scenza «diretta» che possiamo avere di noi stessi. Ma tale conoscenza è utile nelle scienze sociali solo se generalizziamo, cioè se presupponiamo che quello che sappiamo di noi stessi è valido anche per gli altri. […] Eppure dal punto di vista del metodo scientifico, un ipotesi sociale suggerita dall'auto-induzione […] non è in condizione diversa da quella di un ipotesi fisica suggerita al fisico da una specie di intuizione di quello che sono gli ato- mi. E in entrambi i casi, questa intuizione è un affare privato dell'uomo che propone l'ipo- tesi. Ciò che è «pubblico» e importante per la scienza è semplicemente la questione se le ipotesi possono essere controllate dall'esperienza e se resistono a tali verifiche”.61

È indubbio che nell'approccio all'individualismo metodologico Popper si ponga in conflitto con la scuola economica; l'oggettività è un punto fermo nell'epistemologia e nella metodolo- gia popperiana, e soprattutto nella formulazione della teoria della conoscenza avrà un ruolo fondante per la teorizzazione del realismo metafisico del Mondo3.62

Più ricco di sfumature e spunti di riflessione è il rapporto con Weber, infatti nonostante sia un autore poco citato da Popper, sembrano avere molte affinità. Ma come ormai abbiamo già più volte fatto presente tipico dell'analisi popperiana è che ad ogni punto in comune con un autore è possibile riscontrare anche un elemento di divergenza. Come fa notare A. Borghini, Popper nei confronti di Weber “non è cosi drastico, [come nell'analisi di altri autori] ma è pur sempre

61 Questo rimanda al ruolo della sperimentazione tramite le asserzioni di controllo intersoggettive delle asser- zioni-base. La citazione è presa da K. Popper, La società aperta e i suoi nemici, Vol.II, Armando Editore, Roma, 1973, p. 426.

62 La differenza tra la conoscenza soggettiva di Hayek e la conoscenza oggettiva di Popper è resa molto bene da questo passaggio di Calvin Hayes: “The major differences between the concepts of knowledge in Popper and hayek are, first the difference between subjective, objective and intersubjective concepts of knowledge, and second the focus. […] Popperian knowledge can be stored on a computer database but that of concern to Hayek cannot, or least there is a significant residue that cannot be”. C. Hayes, Popper, Hayek and the Open

orientato a offrire un giudizio riduttivo sull'opera del sociologo tedesco, tacciata di incomple- tezza e di mancanza di quella intuizione finale che avrebbe consegnato il suo autore ad un ruolo maggiormente significativo della storia del pensiero sociale”.63I debiti di Popper nei

confronti di Weber sono molti e si riscontrano nelle affinità più evidenti relative alla selettività della spiegazione storica e quindi di riflesso all'avalutatività, la causazione, lo sviluppo di un principio di razionalità, la costruzione di strumenti euristici per mezzo di idealtipi e l'approc- cio individualistico alla spiegazione storica. Un'analisi dettagliata di questo rapporto di scam- bio richiederebbe un lavoro a sé ed un tipo di approccio ai testi degli autori diverso da quello che possiamo offrire in questa tesi. In questo capitolo ci limitiamo ad analizzare la relazione che i due autori hanno nei confronti dell'individualismo metodologico.

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