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PRESIDENTE:

Grazie, Sindaco. Assessore Calabrese, prego.

ASSESSORE CALABRESE:

Grazie, Presidente. Ringrazio innanzitutto tutti i Consiglieri comunali per il voto favorevole alla delibera precedente. Ringrazio ovviamente l'ingegner Vitucci e l'ingegner Fresa per la disponibilità e vi presento i tecnici progettisti di un altro lavoro importantissimo, di un altro progetto definitivo strategico per la nostra città: l'architetto Michele Sgobba e il professor Piccinni. Consentitemi di ringraziare anche l'Ufficio Lavori Pubblici per il supporto, che è prezioso per i lavori e per la continuità di questo progetto.

Questo progetto, denominato: "Riqualificazione paesaggistica del litorale attraverso la realizzazione di un impianto per il trattamento delle acque di prima pioggia", è finalizzato a migliorare la qualità delle acque balneabili ed è comprensivo di sistemazione del tratto terminale del canale H. L'obiettivo dell'amministrazione Cannito per quanto riguarda questo progetto è riqualificare paesaggisticamente il litorale di Barletta, migliorare la qualità delle acque balneabili, garantire sicurezza e salubrità anche in caso di emergenza o di sversamenti accidentali di sostanze inquinanti, integrare gli impianti con il contesto prossimo alla linea costiera e mitigare le opere esistenti. È un'opera stratega proprio dal punto di vista infrastrutturale perché ci consentirà, nella programmazione dell'amministrazione, di riqualificare quell'intera area, come ho detto precedentemente.

Si pone all'attenzione del Consiglio comunale l'approvazione del "Progetto definitivo dell'opera di riqualificazione paesaggistica del litorale di Barletta come frontiera ecologica attraverso la realizzazione di un impianto per il trattamento delle acque di prima pioggia finalizzato a migliorare la

qualità delle acque balneabili e comprensivo di sistemazione del tratto terminale del canale H, interessato da fenomeni di erosione costiera e insalubrità - Stralcio H, litoranea di Ponente". Inoltre l'approvazione del suddetto progetto definitivo costituisce adozione della variante allo strumento urbanistico generale di questo Comune, ai sensi dell'articolo 19 del DPR 327/2001, dell'avvenuta approvazione della variante e dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio in riferimento all'articolo 10, comma 2, dello stesso DPR.

Non voglio dilungarmi perché, essendo un argomento prettamente tecnico, lascio la parola ai tecnici.

Grazie.

PRESIDENTE:

Prego.

Arch. SGOBBA:

Ringrazio per le parole lusinghiere che ha avuto nei miei riguardi. È vero che io con Barletta ho un rapporto particolare perché il primo lavoro importante l'ho fatto a Barletta, con il Sindaco Salerno, con il programma di recupero urbano e il PRUSST, due grandi progetti che sono andati in porto e hanno visto Barletta emergere rispetto ad altre realtà. Mi ha molto lusingato questa cosa, lo ringrazio molto.

Quando abbiamo visto il bando di gara che riguardava questo argomento importante del canale H (un intervento molto importante per la città perché risolve una criticità forte, quella che ogni pioggia determina una situazione di inquinamento sulla costa, con tutti i problemi connessi) ho chiesto la collaborazione di uno dei massimi esperti del settore, il professor Piccinni, per cercare di affrontare questo problema che era complesso (c'erano problemi ambientali e paesaggistici da affrontare e da risolvere, non per niente il provvedimento precedente non aveva avuto l'approvazione dal punto di vista paesaggistico e dalla Soprintendenza) con la competenza tecnica del professore. Abbiamo partecipato, abbiamo avuto la fortuna di vincere e abbiamo portato avanti questo provvedimento fino ad oggi con l'ottenimento di tutti i pareri. Il professore ha preparato una serie di diapositive che spiegano bene il progetto e cosa abbiamo fatto, per cui lascerei la parola a lui che vi spiegherà bene la parte tecnica dell'intervento.

Prof. PICCINNI:

Buonasera. Lo scopo di questo progetto è già stato illustrato sia dall'Assessore che dal collega. Mi preme ribadire un altro aspetto. Questo è un adempimento alla legge 152/2009, il Codice dell'ambiente, che prescrive che le fognature urbane di tipo separato come queste, cioè quelle di drenaggio urbano e quelle delle acque di prima pioggia, debbano essere dotate di un sistema di trattamento prima del loro scarico nel corpo idrico ricettore. In effetti, oltre al miglioramento dell'ambiente, che è una cosa che noi tutti quanti auspichiamo anche per la città di Barletta, e al valore di cui già i colleghi vi hanno parlato, c'è anche un adempimento legale da fare per togliere dalla non regolarità questi scarichi che attualmente vengono sversati direttamente a mare senza alcun trattamento e con tutti i problemi che voi conoscete molto meglio di me perché li vivete.

Del resto questa situazione di inquinamento derivante dalle acque di prima pioggia comporta anche un divieto di balneazione – che sicuramente esiste perché la norma lo impone – nella fascia di rispetto di almeno 200 metri dallo sbocco a sinistra e a destra, ma che di fatto viene disatteso perché la gente non lo sa che là c'è lo scarico della fogna o perlomeno se ne accorge soltanto nel momento in cui c'è lo sversamento. È un vincolo all'uso del territorio che il più delle volte viene volutamente scordato, ci scordiamo volutamente dell'esistenza di questo vincolo, che invece esiste. Ben venga che non ci siano state sino ad ora situazioni che abbiano costretto il Sindaco a dover prendere provvedimenti drastici.

La situazione del canale H voi la conoscete molto meglio di me. Del resto lo sbocco a mare era un vecchio alveo dove ora convergono tutte le principali canalizzazioni di fognature di drenaggio urbano, la fognatura pluviale dell'abitato, in particolare di quelli che sono i bacini contrassegnati con A, B, C e parte anche del G, che progressivamente confluiscono fino a sfociare successivamente nel canale H.

Sono bacini di 162, 100, 300, complessivamente stiamo parlando di oltre 550 ettari di superficie urbana, che significa che è vittima di tutte le nostre cattive abitudini dell'uso del suolo che noi facciamo, dall'uso del suolo dovuto agli animali che portiamo per strada a fare i loro bisogni alle sigarette che lasciamo, ai gelati che cadano dalle mani dei bambini. Nel momento in cui piove, evidentemente, soprattutto quelle che noi definiamo acque di prima pioggia dilavano tutte queste sostanze, arricchendosi in maniera tale da divenire più inquinate di quelle delle stesse acque reflue urbane. Abbiamo dei picchi di inquinamento di BOD anche è nell'ordine di 400, 500, quando invece il BOD nelle acque reflue urbane normalmente è di 250. Questi sono i picchi delle acque di prima pioggia. Poi le acque successive a quelle di prima pioggia, evidentemente troveranno il suolo più dilavato e quindi non si arricchiranno di queste sostanze per cui possono essere sversate nei corpi idrici superficiali senza trattamento.

Il problema era l'intercettazione delle acque di prima pioggia, che poi sono anche le più frequenti perché la maggior parte degli eventi meteorici che si verificano dalle nostre parti sono eventi di piccole piogge di quattro, cinque, dieci minuti. Le piogge abbondanti sono meno frequenti, le più frequenti sono proprio quelle che comportano la realizzazione di acque di prima pioggia. Per questo abbiamo proposto un sistema che intercetti queste acque nei collettori, le sottragga allo scarico principale, le adduca in una vasca di trattamento e le restituisca nel canale H trattate. Non dico depurate perché non è così, trattate sì, trattate secondo quelle che sono le disposizioni del Regolamento regionale n. 13 a cui ci siamo attenuti, quindi abbiamo collettori, pozzetti di derivazione, pozzetti confluenti, impianto di trattamento. E poi ovviamente ci sarà anche una sistemazione perché è stata colta questa occasione per sistemare un'area che risulta degradata.

Il progetto prevede quello che voi vedete. I collettori mantengono il loro funzionamento. I tratti rossi sono quelli di nuova realizzazione. Le acque vengono derivate, progressivamente collettate e adotte all'impianto di trattamento che vedete in basso a destra della slide, e poi restituite. Anche questi tratti di collettore raccoglieranno delle acque che noi non abbiamo intercettato. Questi, però per una superficie inferiore, li raccoglieremo in questo punto con un piccolo impianto di sollevamento, ma stiamo parlando di un pozzetto di sollevamento; riportiamo anche queste acque in testa all'impianto in modo da separare completamente le acque di prima pioggia dalle acque successive a quelle di prima pioggia, che invece possono andare tranquillamente allo scarico.

Le aree interessate dall'intervento sono quelle che vedete qui. Vi anticipo la domanda che sicuramente verrà fatta, anche perché già è stata posta in altre sedi: perché vi siete andati a mettere proprio qui e non vi siete andati a mettere in un altro posto? Perché quello è il punto naturale di convergenza di tutto il sistema. Il canale H altro non è che il residuo di un vecchio alveo. Quando Barletta era soltanto la zona vecchia, era un corso d'acqua né più, né meno, quindi tutte le acque tendevano ad andare qui.

Questo è anche quello che abbiamo ritrovato nelle carte del Comune.

Dobbiamo dire la verità, quando abbiamo vinto la gara di cui parlava il collega Sgobba, la soluzione progettuale non era questa. Il sistema di trattamento, che comunque è un'opera volumetricamente importante, era stato posizionato all'interno di un cortile di una scuola. Quando abbiamo cominciato a vedere le carte abbiamo detto: scusate, ma non è che vogliamo un attimo rivedere la soluzione e andare verso una soluzione che sia un po' più razionale? In effetti, è uscito fuori che la prima soluzione che lo stesso Comune aveva proposto era proprio questa. Questo lo tengo a dire perché il progetto originario sviluppato dai tecnici del Comune secondo me era assolutamente corretto. Poi, per motivi che non so e non voglio sapere, non mi interessano, la vasca di trattamento...

(Intervento fuori microfono)

Prof. PICCINNI:

Noi abbiamo ritenuto di dover aderire a quello che era il progetto redatto perché ci sembrava la soluzione idraulicamente più corretta.

Queste sono le aree che verranno interessate da questi collettori, che saranno tutti superficiali, che non

significa fuori terra, ma molto in alto. Normalmente le fognature le facciamo mettendole a una profondità di 1 metro e mezzo, 2 metri, per questi collettori invece avevamo bisogno di quota perché dovevamo trattare e poi restituire a mare. Se non volevamo fare sollevamenti ulteriori, ma mantenere tutto un funzionamento a pelo libero, dovevamo guadagnare quota e quindi questi sono tutti canali superficiali.

Complessivamente la quantità di acque di prima pioggia da trattare non è un piccolo volume, stiamo parlando di 2 metri cubi al secondo, che è una bella quantità. Questo perché la superficie è ampia, stiamo parlando di 550 ettari fortemente urbanizzati.

Qui vedete il pozzetto di derivazione, qui vedete il collettore esistente. Realizziamo questo pozzetto con questa zona ribassata, per cui quando arriveranno le acque di prima pioggia verranno avviate verso il collettore di scarico. Quando il collettore di scarico sarà riempito, questa valvola chiuderà e quindi l'acqua – ovvero le acque successive a quelle di prima pioggia – verrà riavviata verso lo scarico principale. Questo è l'andamento.

Qui abbiamo messo un diametro circolare, qua andiamo con dei cunicoli bassi e larghi proprio per mantenerci in quota in modo da evitare che lo sbocco finale di questa vasca debba richiedere un sollevamento.

La vasca è stata dimensionata. Alla fine è uscita fuori una lunghezza utile di 25 metri per far sedimentare particelle di 0,2 millimetri, secondo quello che prescrive il Regolamento regionale. Questa è la vasca. L'opera principale è questa che voi vedete, con un ciglio a 2,22 metri sul livello del mare e quota terreno in adiacenza di 1,70 metri. Questo significa che il bordo della vasca sporgerà dal terreno di 50 centimetri. Solo questa zona che è un edificio chiuso, che contiene la parte di trattamento delle acque residue. Ha una quota maggiore, ma è di dimensione inferiore. Complessivamente stiamo parlando di 38 metri di lunghezza per 11 di larghezza, quindi è un'opera che si estende molto.

Quest'opera è inserita nell'ambito di un'area che è stata prevista completamente piantumata tutto intorno, quindi questi 50 centimetri di calcestruzzo che verranno fuori dal piano campagna saranno completamente occultati dalle piantumazioni previste e dalla sistemazione a verde che si andrà a fare, meno questo edificio che risulterà comunque fuori terra, ma non è una grossa cosa, è sicuramente meno dell'impianto di sollevamento che Acquedotto Pugliese ha prospicente al lungomare, che è questo qui che vedete qua.

Le vasche sono state previste senza copertura. Su questo c'è stato un confronto. La mia proposta è di farle senza copertura perché purtroppo in queste vasche ci va a finire di tutto e di più; se queste vasche sono scoperte, basta che mi affacci, ne vedo la loro condizione, se sono pulite o sono sporche, e quindi posso intervenire anche facilmente per pulirle; se invece queste vasche sono coperte la loro manutenzione richiederà delle ispezioni frequenti e maggiori difficoltà. Noi le abbiamo previste scoperte, ma si possono anche coprire facilmente. Qua vedete degli esempi di vasche coperte con pannelli in PRFV oppure in alluminio. Sarà una scelta che ci verrà anche dalla stessa amministrazione in fase di progettazione esecutiva prevedere o meno le coperture di queste vasche. Se si vogliono coprire, si possono coprire. Io personalmente lo sconsiglio perché quando abbiamo queste vasche coperte e l'occhio non vede, poi tutti quanti ci scordiamo che cosa può essere successo, che cosa ci può essere dentro e poi ci troviamo di fronte a situazioni di inquinamento non previste, non volute.

Ovviamente, come vi dicevo, anche la foce del canale H viene sistemata.

Complessivamente questo è l'inquadramento dell'opera.

Arch. SGOBBA:

Abbiamo cercato di dare una continuità al percorso. Per percorrere la parte sabbiosa bisogna passare dentro al canale e uscire, invece noi abbiamo realizzato sopra un percorso che consente di passare da una parte all'altra senza che ci sia questo problema. Poi nella foce abbiamo creato un sistema che consente, con una piantumazione, con degli elementi arborei, con arbusti e delle palificate in legno, di controllare questo alveo e di lasciarlo intatto, tenendo anche conto di una caratteristica del sito, nel senso che quando non ci sono piogge si crea una specie di laghetto naturale perché il mare porta la

sabbia, quando piove invece si apre. Questo sistema consente di lasciare inalterato questo ecosistema particolare che c'è in questa zona, come tutte le essenze arboree sono state inserite recuperando le essenze arboree che ci sono in luoghi analoghi a questo, scegliendo essenze arboree autoctone.

CONSIGLIERE LOSAPPIO:

Praticamente si riempie di acqua questa vasca? È questo che io voglio capire. Come funziona esattamente? Perché mi pongo il problema secondario che se si riempie può rappresentare un rischio per qualcuno che si può avvicinare e cose di questo genere, come un bambino eccetera. Vorrei capire bene questo fatto.

Prof. PICCINNI:

La vasca è profonda ed è tutta interrata. Il bordo vasca esce di 50 centimetri dal piano campagna.

L'acqua entra da qui, attraversa questo sistema, che altro non è che un dissabbiatore, e fuoriesce. A fine evento, l'acqua che rimane intrappolata qua dentro (che è quella che si è raccolta, i sedimenti eccetera) attraverso una pompa viene portata in questo sistema di trattamento dove abbiamo ancora la separazione delle sabbie e delle altre sostanze inquinanti, e poi i residui (...), in modo che a fine evento, nell'arco di 24-48 ore, questa vasca sarà nuovamente asciutta, pronta ad accogliere un altro evento. Qui abbiamo un sistema di griglie che tratterrà tutto il materiale grossolano, che quando arriva verrà poi raccolto in questi cassonetti e questi cassonetti verranno smaltiti come rifiuti solidi urbani.

CONSIGLIERE LOSAPPIO:

Questa è la domanda che volevo porre ulteriormente, però già mi ha dato la risposta, cioè praticamente la sedimentazione di elementi che possono stare nell'acqua... Va bene, ha detto già la risposta. Grazie.

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