• Non ci sono risultati.

GLI STRUMENTI OPERATIVI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO NELLE AZIENDE

4.5 Assicurazione dei credit

All’interno dei molteplici rischi aziendali oggetto di assicurazione (danni, furto/incendio, vita ecc.), negli ultimi anni – complici i recenti avvenimenti e una sempre minore fiducia nella solvibilità delle controparti – si è sviluppata in modo particolare l’assicurazione sui crediti commerciali.

Una serie di compagnie specializzate, con uffici sparsi in giro per il mondo, concedono polizze che vanno a coprire l’azienda da una moltitudine di rischi che un’azienda, specialmente se operante sui mercati esteri, si trova a dover affrontare, tra i quali:

- Mancato pagamento parziale o totale della merce;

- Mancata o ritardata restituzione di cauzioni, depositi o anticipazioni;

- Indebita escussione di garanzie rilasciate all’acquirente (per anticipi, partecipazione a aste d’appalto, performance, manutenzione ecc.)

- Produzione, ivi compresa la revoca della commessa;

- Sequestro, confisca o comportamenti arbitrari da parte del Paese estero; - Distruzione o danneggiamento di beni;

- Investimenti in società estere come mezzo di espansione internazionale di aziende italiane.

Le tipologie di assicurazione dei crediti si suddividono essenzialmente in:

- Breve termine, riguardanti operazioni e dilazioni solitamente inferiori ai 180 giorni, e in ogni caso non superiori ai 360;

- Medio termine, per dilazioni comprese tra 12 e 60 mesi, in operazioni regolate in genere da titoli cambiari (Promissory Notes).

Per quanto riguarda i contratti di assicurazione per il breve termine, essi sono tradizionalmente caratterizzati da alcuni principi:

- Scoperto obbligatorio: la percentuale di copertura non raggiunge mai il 100% dei crediti assicurabili, ma può oscillare tra il 60 e l’85%; questo per fare in modo di coinvolgere l’assicurato nell’assunzione dei rischi, affinché anch’egli ponga una maggiore attenzione alla valutazione e alla selezione della clientela;

- 59 -

- Globalità: l’assicurato non può selezionare i clienti il cui rischio sia da trasferire alla compagnia e quali invece siano da escludere, ciò significherebbe una maggiore assunzione di rischi da parte della compagnia. In alcuni casi è possibile circoscrivere la copertura a determinati canali di vendita (grossisti, dettaglianti, GDO ecc.), a particolari aree geografiche o a crediti per importi superiori ad una certa cifra;

- Predisposizione di un limite di fido da parte della compagnia assicurativa: servizio molto comodo offerto all’azienda assicurata successivamente alla valutazione del cliente, con indicazione anche delle dilazioni massime che è consigliabile concedere;

- Perdita definitiva: la funzione di questo tipo di copertura assicurativa è prevenire il rischio di insolvenza della controparte, non la volontà del debitore a pagare (per motivi diversi dall’insolvenza), né il ritardo nel pagamento. La perdita quindi si può dichiarare tale quando si dichiari l’insolvenza di diritto del debitore, ma solitamente le compagnie ritengono come “Evento generatore di sinistro (EGS)” anche l’insolvenza di fatto, intendendo come tale l’inadempimento contrattuale da parte del debitore, il ritardo superiore ai 180 giorni (limite di tempo oltre il quale il credito entra in sofferenza), la risoluzione arbitraria o il mancato ritiro delle merci, salvo poi riservarsi il diritto di svolgere azioni di recupero del credito

I costi per una polizza di questo tipo possono variare in funzione della rischiosità media del settore di riferimento e della singola impresa (collegata anche alla sua capacità di selezionare la clientela e alle sue esperienze storiche nei pagamenti), della ripartizione del fatturato nei vari Paesi, della tipologia di prodotto venduto (un bene prodotto su commessa, con varie specifiche richieste dal cliente sarà più facilmente oggetto di contestazioni, verifiche ecc.), delle dilazioni concesse e del grado di rischiosità degli strumenti di pagamento richiesti (ad esempio, titoli di credito garantiti faranno calare il rischio e di conseguenza il tasso richiesto).

Per quanto invece concerne le vendite con dilazioni di media durata, compresa tra i 12 e i 60 mesi, (prevalentemente forniture di impianti e macchinari, prodotti ad uso durevole), l’operazione connessa a questo genere di crediti prende il nome di “supplier credit”: questa consente di strutturare delle condizioni di pagamento

- 60 -

favorevoli per i clienti che avessero necessità di effettuare degli investimenti, tutelandosi al contempo con sufficienti garanzie. Inoltre, questa “sensibilità finanziaria” e la professionalità nell’affrontare i mercati esteri sono viste di buon occhio anche dagli istituti di credito, che potrebbero accettare lo sconto di titoli di credito a tassi agevolati, fornendo preziosa liquidità per investimenti, ricerca & sviluppo ecc.

Per un Paese dalla forte vocazione industriale come l’Italia, questo è uno strumento senza dubbio molto utile, ma tuttora scarsamente utilizzato: prendendo come riferimento le imprese con fatturato superiore ai 2 milioni di euro, per un totale di circa 150.000 soggetti giuridici, solamente 10.00062 di questi fa ricorso a mezzi di

natura assicurativa per i crediti commerciali; all’interno di questo mercato inoltre, il 50% del giro d’affari appartiene ad un solo player, mentre la quota rimanente viene ripartita fondamentalmente tra altri 3 players. Concentrandosi sui dati sull’assicurazione dei crediti per le esportazioni le cifre calano ulteriormente. L’operazione di credito fornitore a medio termine, o supplier credit, prevede solitamente la corresponsione di una quota di anticipo da parte dell’acquirente, come prova del suo impegno nel portare avanti la trattativa e considerata soprattutto l’onerosità in termini di tempo e di costi di una produzione di un macchinario o di un impianto su commessa; la parte restante del prezzo di vendita può essere regolata con lettera di credito o con titoli di credito (promissory notes), meno tutelanti ma anche meno costosi. Questa dilazione, se concessa a controparti estere non particolarmente affidabili dal punto di vista della solvibilità, o residenti in Paesi a rischio, può essere assoggettata ad assicurazione, a fronte del pagamento di un premio.

In alternativa al supplier credit, che è assimilabile ad un finanziamento concesso dal soggetto esportatore all’acquirente del Paese estero, con l’assunzione dei relativi rischi, esiste il cosiddetto credito acquirente o buyer credit, che prevede la concessione di un finanziamento da parte di una banca italiana (singola o in pool con altri istituti) al compratore estero o ad una banca estera che svolga un ruolo di tramite nell’operazione (cosiddetto post – financing). Questa è una tipologia di

- 61 -

operazione internazionale che può garantire ritorni economici per tutti i soggetti coinvolti.

Specialmente per tipologie di beni venduti con regolazione a medio-lungo termine, ovvero beni ad utilità pluriennale, è essenziale essere in grado di offrire al cliente il giusto prodotto e con il corretto piano di pagamento, personalizzato ed adatto alle sue esigenze (piani per il futuro, espansione commerciale, flussi di cassa attesi ecc.); questo naturalmente richiede una serie di competenze in ambito finanziario – bancario, ma consente di cogliere molteplici possibilità quando i mercati presentano le situazioni più variegate (inflazione, sistema bancario, regime fiscale, agevolazioni pubbliche per gli investimenti/per la crescita ecc.).