W ELFARE STATE
3.3. Assistenti sociali e beneficiari dei servizi sociali: quale rispetto?
Nella seconda parte analizzeremo la relazione di aiuto che si instaura fra cittadini ed assistenti sociali. In questo ultimo paragrafo, dedicato al rispetto nella relazione, è sembrato opportuno non indagare direttamente la relazione ma vedere gli effetti del rispetto attraverso l'idea che i cittadini italiani hanno della modalità con cui vengono
170 R. Sennett, Rispetto. La dignità umana in un mondo di diseguali,op. cit. p. 187.
171 M.L. Piga, Tra sistema e persona, formare alle professioni di aiuto, in n A. Fadda, A. Merler, (a
cura di), Politiche sociali e cultura dei servizi, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 179.
aiutati gli stranieri. Un possibile rischio derivante dal fatto che le persone, come già ampiamente evidenziato, si sentano colpite nella loro autostima e nel loro rispetto è quello che si inneschi “un gioco di rispetto a somma zero”: negare ogni rispetto all'altro per riuscire ad affermare il proprio valore. La diseguaglianza porta a mettere in dubbio e in discussione la propria identità e la propria percezione di sé. Così l'unica modalità trovata per alleviare la percezione negativa di se stessi é osteggiare e attaccare l'altro173.
Alla fine del progetto Perla sono stati condotti, nei quattro territori in cui si era svolto il progetto, i focus group ai partecipanti. Nei territori di Carrara, Livorno e Pistoia erano presenti al focus dei beneficiari, sia cittadini italiani che stranieri. Alla sollecitazione, da parte del conduttore, se doveva essere tenuto conto della nazionalità nel far accedere al progetto la risposta è stata che “siamo tutti uguali” e quindi tutti avevano lo stesso diritto di poter partecipare. Al focus group di Prato invece erano presenti, quasi tutti i partecipanti avevano nel frattempo trovato un'occupazione, soltanto tre persone, entrate da pochi mesi nel progetto e ancora in tirocinio, tutte di nazionalità italiana. In questo caso la risposta è stata diversa:
“C174
: Eh non lo so la nazionalità(può essere un requisito)? 3: Eh 2: Italiana C: (ride) Dici di privilegiare 3: Lasciamo perdere non sono razzista però su certe cose 1: Neanche io sono razzista però di molte volte sono agevolati di più gli stranieri 3: Eh, appunto 1: Va a chiedere un italiano eh tu ti devi arrangiare da te perché tu sei italiano 3: Con la scusante che noi siamo sul territorio quindi abbiamo tutti quelli che arrivano da fuori non hanno niente però hanno più di noi dopo (ride) quindi 2: Compreso la casa 1: Io mi son sentita dire non mi hanno dato una casa ho dormito una settimana in macchina con mio figlio c’aveva 3 anni (:..) hanno dato casa a una famiglia extracomunitaria a me mi dicevano che non ce n’erano io lo sapevo quali erano le case vuote e gliele indicavo quando ho visto che gliel’hanno data a una, di quelle case che gli indicavo io, ad una famiglia extracomunitaria gli ho detto “Perché gliel’avete data mi avevate detto che non ce ne erano” “E’ un fatto politico” Caspita a me mi fate dormire con il bambino in macchina una settimana (sottolinea il fattore tempo) (…) E’ un fatto politico? Non si pensa più (...) al proprio popolo (...) 1: Quindi io penso son del parere che prima vanno aiutati gli italiani se poi avanza qualcosa aiutiamo anche gli altri, non che hanno la precedenza gli altri.” (FGBenT4)
173
R. Sennett, Rispetto. La dignità umana in un mondo di diseguali, op. cit. p. 59.
Gli italiani, se non sono in presenza di stranieri, rivendicano, anche con affermazioni forti, un diritto di “precedenza”. Gli immigrati, secondo quanto dichiarato da questi beneficiari, sembrano non dover avere tale prerogativa perché sembrano possedere, anche se presenti in un pese che non è il loro, maggiori risorse degli autoctoni. Quello che stupisce, dalle parole riportate, è che l'ipotesi che esistano maggiori risorse da dedicare agli immigrati, sembra avvalorata anche dagli operatori. Sulla base di quanto viene affermato da alcuni di essi, circa i criteri di assegnazione degli alloggi, esisterebbe una volontà politica che porterebbe ad avvantaggiare e a privilegiare, nell'allocazione delle risorse scarse esistenti, gli stranieri. Quanto affermato dagli italiani, partecipanti al focus, non sembra però avvalorato dai dati dei sistemi informativi dei servizi sociali di Firenze, Prato e Pistoia (dal 1998 al 2003)175.
Gli stranieri, nei tre Comuni toscani, rappresentano, negli ultimi anni, circa un decimo degli assistiti. Un altro aspetto rilevante che emerge dall’analisi dei dati degli archivi dei servizi sociali è la quantità media degli importi e la durata media dell’erogazione dei contributi economici. Se ci limitiamo a considerare, per i tre Comuni, solo l’assistenza economica, la quota degli stranieri che hanno avuto accesso alle prestazioni cresce fino al 20,3% a Firenze, fino al 17,6% a Prato e fino al 18,5% a Pistoia, ma soprattutto negli anni gli importi medi erogati tendono ad aumentare, anche se rimangono inferiori a quelli corrisposti agli assistiti italiani.
Fig.1 Importi medi per utente corrisposti dal Comune di Pistoia per anno per interventi economici
175
Le elaborazioni sono tratte da E. Cioni (a cura di), Primo report (draft version) Vulnerabilità sociale e carriere di povertà nell’area metropolitana, Versione per uso interno, aprile 2007.
Fonte: Elaborazione dati OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Fig. 2 Numero medio di giorni di assistenza per utente Comune di Pistoia
179 102 126 179 173 174 171 147 136 160 0 5 0 10 0 15 0 2 0 0 19 9 9 2 0 0 0 2 0 0 1 2 0 0 2 2 0 0 3 Italiani Stranieri
Fonte: Elaborazioni OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Fig. 3 Importi medi per utente corrisposti dal Comune di Firenze per anno per
859 838 716 889 963 687 592 713 841 666 € 0 € 200 € 400 € 600 € 800 € 1.000 € 1.200 1999 2000 2001 2002 2003 Italiani Stranieri
interventi economici € 819,23 € 861,44 € 844,46 € 833,25 € 847,74 € 407,07 € 469,14 € 505,35 € 594,67 € 710,65 € 0,00 € 100,00 € 200,00 € 300,00 € 400,00 € 500,00 € 600,00 € 700,00 € 800,00 € 900,00 € 1.000,00 1999 2000 2001 2002 2003 Italiani Stranieri
Fonte: Elaborazione dati OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Fig. 4 Numero medio di giorni di assistenza per utente Comune di Firenze
106 117 111 104 107 42 49 53 59 75 0 20 40 60 80 100 120 140 2000 2001 2002 2002 2003 Italiani Stranieri
Fonte: Elaborazione dati OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Fig. 5 Importi medi per utente corrisposti dal Comune di Prato per anno per interventi economici
€ 682,26 € 770,30 € 709,01 € 651,60 € 415,87 € 565,20 € 662,83 € 519,66 € 0,00 € 100,00 € 200,00 € 300,00 € 400,00 € 500,00 € 600,00 € 700,00 € 800,00 € 900,00 2000 2001 2002 2003 Italiani Stranieri
Fonte: Elaborazione dati OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Fig. 6 Numero medio di giorni di assistenza per utente Comune di Prato
114 85 95 68 57 80 68 48 0 20 40 60 80 100 120 2000 2001 2002 2003 Italiani Stranieri
Fonte: Elaborazione dati OSP su anagrafi comuni e archivi dei servizi sociali
Nel 1999 si assiste ad una netta differenza di erogazione di contributi fra utenza italiana e quella straniera. Infatti, come risulta dai grafici sopra riportati, la differenza degli importi annuali risulta essere di circa 412 euro a Firenze, di circa 293 euro a Prato mentre a Pistoia di circa 172. Quest'ultimo Comune sembra avere un andamento diverso rispetto agli altri due nei quali esiste la tendenza, negli anni, ad aumentare gli importi erogati agli stranieri. Infatti nel 2003 la differenza di contributi
erogati fra autoctoni e stranieri si attesta, a Firenze e Prato, sui 130 euro annuali. Anche Pistoia eroga, fino al 2002, contributi di poco inferiori a quelli corrisposti agli italiani (il valore si attesta sui 48 euro annuali) mentre nel 2003 si assiste ad un notevole incremento della differenza circa 297 euro annuali.
Inoltre se si considera che la durata media dei periodi di assistenza, per quanto riguarda gli immigrati, è inferiore in tutti e tre i Comuni (2 mesi e mezzo per gli stranieri contro 3 mesi e mezzo per gli italiani a Firenze nel 2003; quasi 2 mesi per gli stranieri contro un po’ più di 2 mesi per gli italiani a Prato nel 2003; poco più di quattro mesi per gli stranieri contro quasi 6 per gli italiani a Pistoia nel 2003), sembra potersi dire che c'è essenzialmente la stessa modalità di erogazione dei contributi per quanto riguarda la durata.
Infatti nei Comuni di Firenze e Prato, per quanto riguarda gli stranieri, in cui la durata media oscilla dai 2 mesi ai tre mesi e mezzo l’importo medio mensile è circa sui 250 euro mentre nel Comune di Pistoia in cui la durata media oscilla intorno ai 4 mesi l’importo è notevolmente inferiore: circa 159 euro mensili. Anche in questo caso sembra riproporsi la stessa modalità, da parte degli operatori dei tre Comuni, di usufruire delle risorse disponibili. Infatti nel Comune di Pistoia c'è una presa in carico per un periodo maggiore rispetto agli altri due Comuni ma vengono erogati contributi per un importo inferiore. Gli immigrati che si rivolgono ai servizi sociali di Firenze e di Prato prendono circa 625 nei mesi in cui sono in carico mentre a Pistoia circa 636 euro. Se confrontiamo i contributi mensili dati agli italiani ( circa 273 euro a Prato, 284 a Firenze e 161 a Pistoia) possiamo affermare che se pur di poco (la differenza si attesta in media sui 15 euro) questi ultimi raggiungono contributi economici maggiori rispetto agli stranieri. Il problema più evidente è costituito, non dalla categoria che usufruisce di maggiori risorse, ma dal numero esiguo delle persone che possono ottenerli e dagli importi molto bassi. Possiamo quindi affermare che non viene messa in atto dagli operatori un diverso modo di applicare le politiche sociali ma si assiste ad una certa uguaglianza di trattamento degli utenti e un uguale lettura e messa in atto, da parte degli operatori, delle modalità di welfare176.
La difficoltà che esiste fra italiani e stranieri pone di riflesso l'attenzione sulla
modalità in cui avviene il rispetto con i professionisti. Oltre che dalle azioni previste dalle politiche la relazione è resa complessa anche dalla posizione asimmetrica in cui si trova l'assistente sociale. Questa non è determinata solo dalla sua collocazione nell'ente ma anche dal suo status sociale. La diversa posizione sociale comporta una diseguaglianza che può portare ad una compassione che deve essere gestita perché non ferisca. La modalità suggerita da Sennett è quella di riconoscere che non possiamo comprendere tutto dell'altro ma quello che non capiamo lo accettiamo ugualmente:
“L'autonomia (…) non è semplicemente un agire; essa richiede anche una relazione nella quale una parte accetta di non essere in grado di comprendere qualcosa dell'altro. L'accettare che non si possa comprendere qualcosa dell'altro garantisce l'eguaglianza nella relazione. L'autonomia presuppone connessione ed estraneità, vicinanza e impersonalità. E' proprio questo elemento dell'autonomia che viene escluso nella storia della burocrazia del welfare.177”