L A DISEGUAGLIANZA SECONDO L ' APPROCCIO DELLE CAPACITÀ
2.4 La povertà nei paesi considerati ricch
La persistenza della povertà in paesi considerati ricchi può essere spiegata con l'esistenza di gravi stati di deprivazione in “spazi” diversi, specialmente reddito e capacità di condurre una vita accettabile, a ribadire una distinzione quanto mai cruciale.
“La deprivazione relativa nello spazio dei redditi può implicare una deprivazione assoluta nello spazio delle capacità.”98
Una persona che con un determinato reddito vive in un paese povero ha - rispetto ad una con il medesimo quantitativo di ricchezza vive in un paese ricco - uno svantaggio che ha ripercussioni diverse sulla vita sociale. Il non riuscire ad acquisire determinati funzionamenti, ritenuti nei paesi occidentali importanti a livello sociale, porta all'inaccessibilità di uno standard di vita ritenuto ragionevole e accettabile. Questo può anche portare ad investire il proprio reddito, come già accennato, in funzionamenti diversi rispetto all'acquisizione di un livello minimo di benessere. E'
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A. K. Sen, “Le ragioni del persistere della povertà nei paesi ricchi” in Guidicini P., G. Pieretti (a cura di), Le residualità come valore, Milano, Franco Angeli, 1993, pp. 309-317.
un aspetto che risulta molto importante per le politiche sociale e per suoi servizi. Spesso le persone che si rivolgono ad essi impiegano il reddito per acquistare vestiti alla moda o il cellulare ultimo modello. Ciò è certo spiegabile anche per la diffusione del lavoro “nero” che rende possibile redditi diversi da quello rilevabile dall'ISEE e la relazione d'aiuto instaurata fra assistente sociale e cittadino dovrebbe essere finalizzata a far emergere tali aspetti. Se emerge invece il fatto che remunerazioni relativamente basse sono impiegate per funzionamenti non essenziali, ad esempio il nutrirsi in maniera adeguata, occorre un lavoro di comprensione delle motivazioni, e di ricerca di altri funzionamenti possibili. Soprattutto dai racconti delle madri, si evidenzia come, il mandare i figli a scuola con vestiti vecchi non alla moda, crei molto imbarazzo, al punto che e talvolta queste donne preferiscono accontentare il figlio nell'acquisto di abbigliamento firmato che pagare ad esempio una bolletta in scadenza. Questo comportamento rientra nell'“apparire in pubblico senza vergogna” di cui parla Sen. Questi ricorda come Adam Smith ne La ricchezza delle nazioni99,
sostiene la necessità di definire il carattere di necessità dei beni a seconda del contesto culturale e sociale di riferimento. In ogni situazione mutano le circostanze di vita considerate decenti, e i conseguenti beni considerati imprescindibili. Secondo Smith le persone possono desiderare di apparire in pubblico senza vergogna100. In
ogni società ci saranno pertanto funzionamenti differenti che garantiranno l'accesso senza vergogna alla vita quotidiana. Se in una collettività il possedere certi prodotti, come nella nostra il cellulare o certi tipi di abbigliamento, è un fenomeno ormai generalizzato, diviene difficile per chi non li possiede sentirsi accettati. Il funzionamento del partecipare alla vita di comunità in un paese ricco richiedere un reddito maggiore rispetto ad un paese povero.101
Un ulteriore aspetto che Sen suggerisce di tener presente, in quanto considerato correlato alla quantità di reddito necessaria per non essere povero specie in un paese benestante, è il far parte di un gruppo da cui non si riesce a prendere le distanze e a d uscirne (grouping)102. Lo svantaggio di non avere un redditto adeguato e di avere
99 Cfr A. Smith, La ricchezza delle nazioni, I Mammut, Milano, 2008 (ed.or., The wealth of nations,
Dent, London).
100 A. K. Sen, “Le ragioni del persistere della povertà nei paesi ricchi”, op. cit., p. 310. 101
Ivi, p. 311.
anche difficoltà a convertire quel reddito in funzionamenti può essere aggravato dall'atteggiamento di coloro che si frequenta. Questo può comportare l'incapacità di trovare le risorse in termini di volontà e coraggio di emanciparsi da tale condizionamento e situazione. Le persone che vivono in una società capitalista si confrontano con il valore della proprietà e del successo come criteri di riconoscimento ed inclusione, e in quello dell'intraprendenza e della forte motivazione come mezzo legittimo di socializzazione. Si tratta di elementi tendenzialmente tipici dell' underclass.
“Una underclass che non soltanto è confinata in una specie di angolo, ma ha anche difficoltà tremende ad uscirne perché vive in una sorta di incapacità di pensare al cambiamento in queste circostanze.”103
In certi contesti, come i quartieri di case popolari, è facile trovare ragazzi che non adempiono all'obbligo scolastico e persone che non hanno fra i principali obiettivi la propria salute. Il dubbio che si pone è che nessuno di loro abbia le capacità personali per mettere in atto tali funzionamenti oppure che siano privi di tali capacità di “funzionare” a causa del contesto in cui vivono.
“Da un lato, sarebbe un terribile errore ritenere che l’agire e l’iniziativa individuale non giochino alcun ruolo nel determinare la possibilità per una persona di uscire dalla povertà ( e qui l’atteggiamento del “biasimare la vittima” ha un qualche elemento di verità), ma d’altra parte commetteremo un terribile errore se imputassimo solo all’individuo questa responsabilità, come se ciò dipendesse da qualche intrinseca qualità della persona.” 104
In tali contesti la deprivazione, come per i cittadini che si rivolgono ai servizi sociali, è una condizione che si perpetua da anni e di generazione in generazione. Può essere che in tali situazioni un individuo perda la libertà nel senso del coraggio di desiderare un diverso tipo di vita, di cambiare. E' anche scorretto pensare che questo stato di cose sia determinato da una incapacità delle politiche sociali di provvedere alla cura del benessere e ai sussidi. Gli obiettivi di una persona deprivata saranno minimi e anche la volontà e il coraggio di mettere in
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Ivi, p. 313.
atto una metamorfosi saranno molto limitati. Occorre pertanto tener conto delle condizioni sociali sottese al grado di capacità personale nel conseguire successo secondo i canoni della collettività di appartenenza o – viceversa – nel rifiutare tale obiettivo in nome di un'autonoma capacità di scelta alternativa circa il senso del proprio percorso biografico105.
CAPITOLO III