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Atelier digitale n. 4

13 - 15 anni

Raccontarsi con la tecnologia: come trovare nuove immagini e parole?

l’obiettivo principale del programma dell’atelier digitale è:

• contribuire a costruire una nuova narrazione personale per i ragazzi e le ragazze a rischio dispersione scolastica;

• sperimentare un uso creativo della tecnologia finalizzato ad aumentare le proprie capacità di esprimersi;

• migliorare l’autostima e la fiducia in sé e negli altri di ragazzi e ragazze in situazioni di vita faticose.

6 ore

1. macchina fotografica;

2. webcam sul computer;

3. app/software BeFunky per creare collage;

4. registrazione video e audio, anche con il cellulare.

Saper parlare di sé, sapersi auto-narrare in modo nuovo, grazie all’uso creativo e imprevedibile della tecnologia per evitare di ripetere lo stesso racconto identitario.

Questo atelier digitale mira a stimolare gli adolescenti a concepire sempre nuove narrazioni per descriversi e raccontarsi. il rischio infatti è che gli adulti usino sempre le stesse parole per descrivere i ragazzi e la narrazione finisce per chiudersi, specie nel caso di ragazzi e ragazze difficili. Questo atelier digitale prova a prendere alcune possibilità offerte dalla tecnologia per rimettere in circolo parole e immagini che usiamo per raccontarci, per pensare a noi stessi, per progettare la nostra vita. l’attività sviluppa un percorso che rimbalza tra lavoro singolo, in coppia e collettivo.

Questo atelier digitale cerca di far vivere un’esperienza positiva ai ragazzi facendo sentire loro che si può prendere parte, “fare parte” della comunità in modo positivo e accogliente, con nuove parole e immagini per raccontarsi e per immaginarsi. contribuisce a prevenire la dispersione scolastica perché permette di toccare con mano le proprie risorse positive, di riconoscerle e condividerle. propone all’adulto di non interrompere mai la narrazione sui ragazzi:

ogni volta c’è sempre qualche aspetto positivo su cui fare leva e la storia può essere raccontata con nuove parole.

età

domAnde chiAve

obiettivi

temPo

soFtWAre e APP dA usAre

Argomento PrinciPAle

breve PresentAzione

PArteciPAzione civicA

lo spazio viene allestito creando uno spazio centrale pieno di oggetti strani, iper-colorati (possibilmente monocolore: un contenitore di plastica rosso; un pezzo di stoffa blu; uno scolapasta verde…). in un angolo viene disposto un computer con la possibilità di usare la webcam per scattare foto.

Sono necessari oggetti che stimolino il gioco e il travestimento necessariamente monocolore. almeno un computer con la webcam.

Questo atelier digitale è stato ispirato da:

• Vinz Beschi, artista multimediale, con l’esperienza puzzleSmartphone realizzata insieme a irene

tedeschi e che è stata oggetto di formazione anche al personale di Zaffiria;

• La ricerca fotografica e educativa di Irene Angenica e Sara lorusso che hanno giocato prima di noi con gli algoritmi di Google.

il collegamento principale è con Google e con la ricerca immagini: nel caso dell’atelier digitale si

preparazione dello spazio per l 'atelier

materiali necessari

principali

ispirazioni emerse dal lavoro di

ricerca precedente la progettazione dell 'atelier digitale

collegamenti

con i mass media

Si è scelto di fare dei micro video nei quali i ragazzi e le ragazze raccontavano in cosa si sentivano davvero bravi a livello tecnologico. a turno, mentre un compagno registrava, gli altri ascoltavano e

pensavano a come avrebbero risposto al momento del loro turno.

Grazie al racconto verbale e alla proposta di scrittura alla stessa domanda: in questo modo, in due momenti diversi (all’inizio e alla fine dell’atelier digitale) gli studenti possono pensare alle proprie capacità e passioni e c’è anche tempo per aggiungere qualcosa che all’inizio non era venuto in mente.

Quali oggetti ci interessano di più?

agli studenti viene chiesto di scegliere un massimo di tre oggetti: possono incuriosire, divertire, piacere…

come intendi valorizzare le capacit à

e le conoscenze dei tuoi studenti?

come immagini di fare il punto della situazione sulle conoscenze e abilit à degli

studenti all ’inizio dell 'atelier?

proporre la

domanda starter dell 'atelier digitale

con quale azione

laboratoriale

e concreta viene

avviata la ricerca?

a questo punto vengono invitati a giocare con questi oggetti davanti alla webcam per farsi degli autoritratti.

a mano a mano la cartella sul desktop si riempie delle immagini degli adolescenti. ciascuno davanti a un computer pesca le proprie immagini dalla cartella in condivisione e le trascina su Google immagini.

I computer avevano già impostati dei filtri per proteggerli il più possibile da immagini inadeguate.

il vantaggio dell’algoritmo è l’abbinamento ad altre immagini grazie alla lettura del colore: in questo modo, immagini impreviste e imprevedibili appaiono ai ragazzi che scelgono di scaricare quelle che

useranno per il collage autobiografico. Una volta scelte tutte le immagini, agli studenti viene dato il tempo di esplorare il sito www.befunky.com/it per creare i collage.

tutti i collage vengono proiettati al buio e in un gioco di ombre e riflessi ogni ragazzo e ragazza propone una nuova narrazione di sé, meno controllata perché suggerita anche dalle immagini che l’algoritmo di Google ha collegato agli autoritratti. anche in questo caso viene realizzato un breve video di ogni presentazione/narrazione.

agli studenti viene chiesto se vogliono pubblicare sui social questa parte del lavoro: la domanda in realtà serve a far loro valutare come hanno vissuto l’esperienza, emergono dettagli rispetto all’intimità che si sta costruendo: dall’autoscatto alla narrazione al buio/penombra il raccontare e l’essere ascoltati ha creato un clima molto positivo in cui tutti sono riusciti a svolgere quanto previsto.

lavoro attivo degli studenti

presentazione dei risultati

analisi dei risultati

Si esce poi nel giardino. Si concedono 30 minuti per scegliere dettagli belli da fotografare: unica regola, devono essere davvero dei dettagli.

Si stimolano gli studenti a osservare in modo originale.

Gli studenti stanno in giardino, con il cellulare in mano. Durante la sperimentazione, all’inizio non sapevano cosa fotografare: “non c’è niente”. poi una ragazza ha fotografato il bordo di una sedie blu metalizzata, dicendo che sembrava una costellazione.

La sfida è stata lanciata e gli studenti hanno iniziato a fotografare macchie nei muri, scritte, sassi, fiori, ombre. Scaduti i 30 minuti, rientrati in aula, ogni studente mostra le proprie fotografie agli altri. Solo a questo punto viene fatta la richiesta di progettare un nuovo autoritratto che integri sia il cellulare sia la fotografia scattata: i ragazzi e le ragazze posizionano i cellulari sul proprio viso (sugli occhi, sulle labbra, in fronte) e scattano altre foto su di sé.

Vengono proiettate nuovamente le foto che ora cominciano a essere da loro definite “foto artistiche”.

Viene favorito lo scambio verbale tra loro: non c’è un invito esplicito a parlare. il docente/operatore proietta. Domanda a livello tecnico come è stata realizzata la foto scelta per il proprio autoritratto e lascia agli studenti la libertà di decidere se dire molto o poco di quello scatto. Solitamente viene anche raccontato il perché, il “cosa ha fatto venire in mente”.

seconda azione laboratoriale

lavoro attivo degli studenti

presentazione dei risultati

analisi dei risultati

Viene chiesto di lavorare a coppie. Viene accennato che ora dovranno lasciarsi guardare e fotografare:

occorrono foto delle varie parti del viso.

la domanda starter: dite che riusciamo a fare un unico ritratto collettivo? tutti noi in una sola faccia? Mentre rispondono categorici “è impossibile” si mettono al lavoro.

a turno, ogni compagno fotografa occhi, naso, bocca, orecchini, dettagli del viso dell’amico e dell’amica. è un guardarsi e lasciarsi guardare, con la tecnologia anche invadente che si avvicina per prendere il dettaglio ma che a loro non sembra dare fastidio.

Viene lasciato un tempo abbastanza lungo: all’inizio c’è un po’ di vergogna che deve essere smaltita, alla fine la ricerca della foto perfetta per ogni dettaglio.

Si torna tutti in cerchio e ogni studente appoggia il proprio cellulare sul tavolo: chi sceglie la foto di un occhio, chi del naso, chi della bocca… a mano a mano viene composto il viso accostando tra loro i cellulari.

ogni volta che una foto scorre anche il cellulare viene riposizionato: parte un gioco di puzzle di cellulari dove prima eri naso poi diventi occhio. con calma e in sintonia i ragazzi e le ragazze si aiutavano ogni volta a ricostruire il viso.

Realizzazione di un video di ritratti collettivi con dettagli individuali. Un po’ di ognuno e come risultato un noi.

Si è sciolta la paura di non essere abbastanza belli e belle, nel “noi”, in un benessere percepito anche dalla

terza azione laboratoriale

lavoro attivo degli studenti

presentazione dei risultati

analisi dei risultati

in questo atelier digitale vengono usate le possibilità fotografiche dei cellulari e dei computer, un software molto semplice e viene chiesta la scrittura su Word.

l’originalità non è quindi nella tecnologia – come in altri atelier digitali – ma è nell’uso che ne viene fatto.

l’algoritmo di Google che seleziona per noi e ci apre la porta ad immagini che non avremmo avuto in mente per l’auto-narrazione; un dettaglio fotografico e l’intero device che entra come protesi naturale nel nostro autoritratto; l’uso delle parole e il pensare sempre guidato dall’immagine, dalla combinazione di elementi, dall’osservazione e scelta prima di tutto visiva.

Realizzazione di un prototipo di mostra finale con il lavoro degli studenti. Gli studenti hanno allestito nella sala di musica la mostra in realtà aumentata e hanno fatto da guide al pubblico di genitori e insegnanti che nel pomeriggio dello stesso giorno è venuto a vederla.

ogni giorno scattiamo foto al mondo che ci circonda.

Gli adolescenti ogni giorno hanno la possibilità di scattare foto a se stessi per comporre, sui social network, un tentativo di racconto identitario.

Questo atelier digitale ha voluto spronare una nuova narrazione, nuovi stimoli e idee per esprimersi, un nuovo modo di guardarsi ancor prima di scattarsi un selfie.

la valutazione qualitativa è stata lasciata al racconto libero degli studenti, alla loro voglia o desiderio di esprimersi e condividere. ogni studente è riuscito a vivere tutte le fasi di progetto e a partecipare attivamente, in modo inclusivo e includente.

approccio a nuove app e software

qual è il legame tra l 'atelier digitale e la vita quotidiana degli studenti?

come immagini la

valutazione finale?

conclusione