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L'atelier “La Manica Lunga” presso la “Fondazione istituto ospedaliero di Sospiro Onlus”,

LE ISTITUZIONI PIONIERISTICHE NELLA CONSIDERAZIONE DELL'ARTE IRREGOLARE DUE NAZIONI A CONFRONTO: SVIZZERA E ITALIA

SCHEDA RIASSUNTIVA DELLA COLLEZIONE DI ART BRUT A LOSANNA Collection de l’Art Brut

3.1 L'atelier “La Manica Lunga” presso la “Fondazione istituto ospedaliero di Sospiro Onlus”,

L'atelier prende il nome dalla sua collocazione architettonica: manica in architettura si riferisce a un sistema in forma tubolare con funzione di conduttura, che è esattamente la percezione di chiunque si affacci sul lungo corridoio arrotondato dalla volta in cui si trova il laboratorio. Il laboratorio/atelier “La Manica Lunga” ha sede presso una fondazione a Sospiro in provincia di Cremona che ospita soggetti “limitati socialmente”, in tutto ci sono ottocento ospiti. Cinquecento sono disabili intellettivi, il resto sono anziani. La cosa che li accomuna è il loro allontanamento sociale, condizione che peggiorera la loro salute. È infatti molto più facile peggiorare quando non ci si sente utili e non si è attivi. Gli obiettivi principali del centro sono prevenire i danni dell'inattività intellettuale e dell'isolamento sociale. Ciò avviene tramite l'espressività emotiva. Di conseguenza il bisogno di esprimersi va riconosciuto come necessità al malato e inoltre gli deve essere dato lo spazio adatto per farlo al meglio. La fondazione ha donato i mezzi ai malati per poter fare ciò, trasformando l'atelier in un centro di attività per il riconoscimento artistico dei soggetti che vi lavorano. Inizialmente, nel 1995, è partito come un progetto temporaneo, a cui partecipa Paola Pontiggia, l'attuale responsabile del laboratori, risultando così sempre coinvolta nella storia e nello sviluppo di questa realtà. Nelle prime esperienze il suo ruolo era quello di “animatrice”, doveva realizzare in ogni reparto un laboratorio che potesse fungere da elemento catalizzatore e attivare l'interesse dei residenti in reparto.

In questo primo stadio l'esperienza doveva servire come momento di gratificazione, apprendere le conoscenze di base dell'espressione grafica, senza particolari ambizioni per il prodotto finito. In questo modo i partecipanti avrebbero avuto la soddisfazione di aver creato qualcosa, così da aumentare la loro autostima. L'attività si è poi evoluta quando il numero di partecipanti è aumentato ed è diventato un lavoro quotidiano. All'interno di questo gruppo con il tempo si è potuto arrivare all'individuazione di soggetti con cui poter fare un lavoro di sviluppo artistico più complesso e terapeutico, per valorizzare le loro innate capacità artistiche.

È grazie a questi artisti e al duro lavoro della loro responsabile, aiutata da Bianca Tosatti (storica dell'arte che si occupa di Outsider Art) e Marco Trabucchi (figlio dello psichiatra responsabile per l'Atelier di Verona, quello in cui lavorava Carlo Zinelli), che l'atelier si è strutturato in modo tale da diventare un punto di snodo per la ricerca e la formazione (si stanno costruendo una biblioteca che raccolga testi sull'outsider art e un archivio delle opere), ma sopratutto un appoggio per le attività internazionali (come acquisti da parte di musei non italiani ed eventi espositivi). Gradualmente questa realtà sta assomigliando sempre di più a una regolare galleria d'arte che promuove e afferma l'arte dei suoi “protetti”.

Nel 2002 sono riusciti ad organizzare una prima collettiva nelle stanze della fondazione intitolata “Arte Oltre”. Questo significa che in sette anni il laboratorio è cresciuto talmente tanto da avere il materiale necessario e di qualità per un’esposizione significativa. Un traguardo per i partecipanti del laboratorio. Da questo momento in poi l'attività ha preso sempre più piede ed infatti iniziano le partecipazioni e le richieste delle opere dell'atelier a mostre internazionali.

Mi pare che parole di Bianca Tosatti, contenute nella brochure de “La Manica Lunga”, riassumano pienamente l'approccio fin ora illustrato, indicando “La Manica Lunga” come:

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“ un luogo in cui si crede fortemente che le capacità artistiche presenti nelle persone disagiate e sofferenti possano attivare progetti di abilitazione umana e professionale. Questo non significa proporre una nuova terapia, ma piuttosto valorizzare quei talenti naturali che la malattia non ha completamente soffocato, per inserirli nel complicato mercato umano degli scambi economici, emotivi, sentimentali. […] La fondazione di Sospiro si rivolge alle aree di confine per approfondire e sperimentare strategie innovatrici per fronteggiare fenomeni di marginalità”146

Esistono l'arte e gli artisti, a prescindere dal malato, questa è in nuce l'idea che mi ha trasmesso la direttrice del laboratorio. Paola Pontiggia mi racconta di come è venuta a contatto con personalità geniali, come è il caso di Antonio dalla Valle (cfr immagine. n. 6,7,8), durante la sua esperienza di lavoro nel laboratorio creativo. Secondo lei quando l'artista viene prima del malato si parla quasi automaticamente di genio artistico (sostanzialmente simile a quello che Szeemann diceva: “se c'è “Gesamtwerk”, l’opera totale, c'è l'artista”). Lei ammira moltissimo il progetto artistico totale di Antonio, talmente tanto da considerarlo il suo “maestro”. Della Valle non si limita a produrre opere: ogni suo gesto, dal taglio di capelli agli oggetti che trova quotidianamente, hanno un significato “mistico” nel senso che non appartiene alla realtà che viviamo noi tutti i giorni. Quando era ancora ricoverato al manicomio di Pergine, metteva una particolare cura nella decorazione del suo corpo. Si rasava meticolosamente e totalmente, curiosamente, solo una metà del suo corpo. Oppure la “fissazione” di non poter ingerire o immettere sostanze nel suo corpo se non tramite un oggetto di transizione. In un certo senso il lavoro fatto con Antonio è molto ridotto poiché lui stesso aveva una formazione e un profilo già consolidato. L'impegno di Paola si è indirizzato invece sul rapporto umano. Antonio è una persona molto riservata. Non si fida di chiunque. Solamente quando capisce che gli viene riconosciuta una certa “autorità” e una particolare attenzione ai suoi gesti, parte di un tutt'uno con la sua arte, lascia che questa persona si avvicini. Paola ricorda il gesto del “sacco” come un momento decisivo, in cui Antonio finalmente aveva accettato la sua presenza.“... ricordo di avergli proposto la costruzione di un sacco dove poter metter la sua borsa e lui mi fece cenno di assenso. Durante il mio lavoro di cucito mi osservava attentamente ed era compiaciuto che io gli avessi dedicato tempo e lavoro. Finito il sacco, ha accettato di mettervi la borsa e lo ha usato fino a quando si è rotto.”147 Per l'artista la sua borsa è il suo universo.

Qualsiasi cosa trovata vagando per lo spazio della fondazione veniva pazientemente raccolta e messa via per essere utilizzata quando l'opera lo richiedesse.

Attualmente il lavoro e il rapporto di fiducia che si è instaurato tra l’artista e il personale è stato spazzato via a causa di un medico che ha vietato ad Antonio di usare la sua borsa, il suo mondo. Lui ha preso questo divieto come un affronto alla sua persona ed ora frequenta la fondazione solo un paio di volte al mese. Purtroppo ci sono medici che curano i pazienti con l'idea di adattare la malattia alla normalità, senza cercare di capire come il soggetto cerca di trovare sue soluzioni personali per sopravvivere.

Antonio dalla Valle inizia a frequentare l'atelier nel 1997, in questo periodo ha lavorato su fogli di cm 70x100 (è molto preciso sulle misure delle richieste di materiale che fa) e che una volta riempiti, venivano messi via nella sua borsa. Dopo un anno, inizia a lasciare parti del suo lavoro in laboratorio. Paola decide di sistemare questi frammenti in un libretto che poi è stato consegnato all'artista. Questo gesto di apprezzamento da parte della coordinatrice ha stretto il rapporto con l'artista. La serie di disegni procede e si evolve: inizia a usare quaderni che riempie totalmente o

146 “La Manica Lunga, officina creativa”, pubblicazione/brochure Fondazione di Sospiro p. 11 147 Ibidem, p. 18

71 parzialmente di parole, sia con senso che solo come segno grafico. Una volta completati, sono avvolti in nastro adesivo trasparente, la loro “tomba”: in questo periodo Antonio assegnava una “vita” alle sue creazioni: nel momento in cui venivano messe “via” erano morte, nessuno le poteva più vedere. È per questo che per esempio le prime sculture non esistono più.

Questa sua caratteristica di avere bisogno di ammettere qualcuno alla partecipazione della sua vita, lo porta ad essere molto riservato. Per questo motivo si è reso necessario dedicargli uno spazio tutto dedicato a lui, uno studio. Solo dopo qualche tempo ha iniziato a scrivere sui muri, rendendo così lo spazio adatto alle sue esigenze.

La sua scultura è fatta dei materiali che raccoglie nel suo sacco. Ci sono vari gruppi, gli obelischi, costruzioni in cartoncino realizzate partendo da un bristol cm 70x100, interamente scritto su entrambi i lati, arrotolato e ricoperto di nastro adesivo. Una volta fatto ciò gli elementi vengono incastrati assieme. Costruisce anche forme di plexiglas come “contenitori” dei materiali che raccoglie. Questo ha permesso di sviluppare un'attenta ricerca sui volumi e sulle forme. Fino ad arrivare alla forma ideale per la conservazione dei suoi effetti personali, materiale vario e scritti. Infine c’è la tipologia delle “griglie” di plastica, costruzioni elaborate formate da uno scheletro di base che col tempo si arricchisce di materiali. La creazione può durare anche mesi. Un’Altra forma interessante sono le palle di stoffa: formate da pezzi di fettuccia, spago, ritagli di stoffa etc.. annodati uno all'altro. Il cuore di questa palla è fatto di pezzi di pennarelli fusi assieme. Le opere si solito vengono srotolate dall'artista all'interno del giardino della fondazione.

Le opere di Antonio sono state esposte durante gli anni in alcune mostre temporeanee148, grazie all'impegno di Paola

Pontiggia e Bianca Tosatti. Sono state anche aggiunte alle opere al MADMusé di Liegi149.

Con altri membri dell'atelier, invece, è stato fatto un lavoro di sviluppo su particolari tematiche. Per esempio con Luciano Trebini, da delle “semplici” ricerche segniche e narrative, Paola Pontiggia è riuscita a sviluppare una sequenza narrativa tramite l'inserimento di riquadri sui fogli, così da creare una successione più “razionale” ed evidente delle immagini. Il suo linguaggio si è evoluto in un vero e proprio stile ( cfr immagine n. 4,5). L'a-temporalità, come ho illustrato nella sezione dedicata alle teorie degli psichiatri, è una caratteristica tipica della produzione brut, il fatto che Luciano riesca a mantenere una sequenza e un filo narrativo, dopo un lavoro fatto dalla responsabile con l'inserimento della griglia di successione nelle opere, qualcosa di veramente molto semplice, è un grande passo in avanti. Le sue opere risultano inconfondibili, i suoi disegni vengono eseguiti a biro e raccontano la storia dei personaggi ritratti, in un secondo momento vengono legati assieme con il nastro adesivo.

Dopo questa fase, Luciano si è interessato ad altri materiali e tecniche. Usa supporti nuovi come cartone, tela con colori acrilici e pennelli a punta larga. Il colore assume matericità: è una massa che va esplorata per le sue qualità di peso e di reazione al supporto. In questo modo prende coscienza di tutte le qualità che il colore possiede e del loro significato emozionale. Nella fase più recente, Luciano usa in combinazione colore e il nero, in cui quindi la ricerca del colore è

148 Antonio dalla Valle ha partecipato a varie mostre, collettive e anche monografiche. “Arte oltre” (2002) ovvero la collettiva

dell’atelier “La Manica Lunga” a Cremona, “Outsider Art in Italia” (2003) presso Finarte-Semenzato a cura di Bianca Tosatti e “Ecritures Imagées” (2004) al museo “Art en Marge” di Bruxelles, per citarne alcune. Una personale nel 2004 a Bruxelles è stata organizzata presso il museo “MAD”. Risale al 2009 la partecipazione dell’artista a “Due ma non Due” organizzata da Gustavo Giacosa, anche curatore dell’esposizione del 2012 “I banditi dell’arte” presso Halles Saint Pierre.

149 Il MADMusé è un museo dedicato all’arte outsider, marginale e autodidatta di Liegi, Belgio. Possiede una collezione

72 giunta a maturazione per essere usata sui suoi personaggi: sprazi di colore vengono inseriti solamente in certi punti e solamente in certi punti.

Di seguito alcune mostre temporanee, parteciapzioni etc.. ordinate per anno per inquadrare meglio il tipo di rapporti e collaborazioni che ha l’atelier con altre istituzioni nazionali e internazionali:

Tabella delle mostre realizzate in collaborazione con l’atelier “La Manica Lunga”:

Data Titolo Luogo Dettagli

2002 “Arte Oltre” Museo Civico Ala-Ponzone, Cremona mostra collettiva negli spazi della

fondazione di Sospiro.

2003 “Outsider Art in

Italia”

Milano Asta/espozione finalizzata alla

riappropiazione della validità artistica degli artisti di diversi atelier in Italia. Ha catturato l'attenzione del pubblico specializzato. Curatrice: Bianca Tosatti.

2004 « Ecritures

Imagées »

Art et Marge, Bruxelles Collettiva di artisti irregolari

provenienti dalle collezioni di Art en

Marge e Kunsthaus Kannen

(Münster- Germania). Partecipazione di Antonio dalla Valle.

2005 “Vision Singulières” Palais de Bozar, Bruxelles Altra collettiva di arte irregolare a cui

prende parte Antonio dalla Valle.

2005 ArtVerona 2005 Verona ArtVerona è la fiera di arte che si

tiene nella città di Verona. A questo proposito, Paola Pontiggia mi ha parlato delle esperienze fieristiche e di quanto sia importante inserire gli artisti che lavorano nel suo atelier nel mercato dell'arte

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2006 Il ritorno” di Antonio dalla Valle al suo logo

natio. È stato un gesto simbolico, che come mi ha raccontato la responsabile dell’atelier, ha molto colpito l’artista.

2006 Personale MAD, Bruxelles Personale dedicata alle opere di

Antonio dalla Valle

2007 Liart Pour Map Riva Monaco Boat Service, Montecarlo Asta benefica Mission Niger. “La

Manica Lunga” apertecipa ad iniziative come questa allo scopo di affermare la posizione degli artisti irregolari nel mercato dell’arte.

2007 “Antonio Dalla

Valle”

Figure blu, Marena di Specchio (Pr) Personale di Antonio dalla Valle

presso la fondazione “Figure Blu” fondata da Bianca Tosatti.

2007 Natal Etic Galleria Rallo, Cremona Personale di un’ altro artista

dell’atelier Luciano Trebbini

2007 “Cardiogramme” MAMAC, Liegi Si tratta di una partecipazione

prestigiosa presso l’ istituzioni di arte contemporanea del Belgio, che nella sua collezione conta opere di artisti outsider.

2008 “Piccole Ali” Galerie Une sardine collée au mur, Ginevra.

Pinacoteca Civica Amedeo Modigliani, Follonica.

Piccola esposizione realizzata nelle gallerie indicate, una svizzera l’altra italiana.

2009 2x2 Forum Outsider

Art

Kunsthaus Kannen, Münster Fiera dedicata all’arte outsider.

2009 “Spiegamenti,

Antonio Dalla Valle”

Pergine (Tn) Si tratta di una mostra significativa

perché “riporta” simoblicamente, con le sue opere, Antonio dalla Valle nel manicomio di Pergine. Dove visse fino al’approvazione della legge Basaglia. Oggi la struttura è stata ridestinata, uno degli spazi ricavati è

74 dedicato all’esposizione.

2010 Human Book Barcellona III festival del libro d'artista.

2010 “Insita” The Slovak National Gallery, Bratislava

2010 Euward5 Haus der Kunst, Monaco Euward è una triennale di arte

irregolare organizzata in

collaborazione con la Haus der Kunst di Monaco. Attualmente è alla 6° edizione. Vengono esposti artisti

irregolari che partecipano

all’assegnazione del premio per il migliore artista outsider che riceve un premio monetario.

2012- 2013

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IMMAGINI

1. Struttura della fondazione che ospita l’atelier “La Manica Lunga”.

’ 2.Iindicazioni per raggiungere le varie sezioni dell’atelier.

76 3. Ccorridoio dell’atelier con allestimento delle opere degli artisti degli atelier.

77 4. Postazione di Luciano Trebini, sono già preparati divisi in quattro parti in modo che quando l’artista desidera disegnare il materiale sia già pronto.

5. Esposizione nel corridoio/galleria dell’opera di Luciano Trebini. Come si può notare nell’allestimento è indicato anche il nome dell’artista.

78 6. Parete dell’atelier con una postazione sulla sinistra.

79 7. Antonio dalla Valle, Scultura di pennarelli enastro adesivo, corde

80 8. Antonio dalla Valle, Scultura di pennarelli enastro adesivo, corde

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CAPITOLO 3