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Lucienne Peiry: storica dell’arte irregolare, direttrice e ambasciatrice della collezione di Art Brut a Losanna

3. LA PAROLA AGLI ARTISTI: DALLE AVANGUARDIE A JEAN DUBUFFET

4.3 Lucienne Peiry: storica dell’arte irregolare, direttrice e ambasciatrice della collezione di Art Brut a Losanna

Lucienne Peiry inizia i suoi studi sull'Art Brut lavorando alla sua tesi di dottorato in storia dell'arte sulla collezione di Losanna nel 1996. Il suo testo, non ancora tradotto in italiano, “L'Art Brut, the origins of outsider art” è stato pubblicato nel 2001 per la casa editrice Flammard. Questo dato è indicativo sull'aumento d’interesse nei confronti di questa branca dell'arte contemporanea nel corso degli ultimi vent’anni. Infatti la stessa storica ricorda in un'intervista rilasciata al giornale svizzero “Le Courrier” del 5 aprile 2013, come nel periodo delle sue ricerche di dottorato il materiale sulla collezione fosse insufficiente.

È stata poi direttrice della stessa collezione fino al 2012, subentrando a Michael Thévoz e passando in seguito il testimone a Sarah Lombardi108. Non abbandona la collezione ma si dedica alla ricerca e ai rapporti internazionali,

facendo da portavoce agli incontri e ai congressi organizzati all'estero. Ha tenuto delle lezioni sulla storia dell'Art Brut al politecnico di Losanna EPFL la scorsa primavera (A.A. 2012/2013). Recentemente ha scoperto, con l'aiuto di collaboratori, un artista del Benin, Ezechiel Messou, al quale è riuscita a comprare 120 opere raccolte in due quaderni. L'artista avrà una sua personale a Losanna nel 2014.

L'idea di Peiry dell'Art Brut è molto legata alla tradizione, ovvero alla teoria di Dubuffet, il quale ne esalta il distacco totale dalla cultura e dalla tradizione, ma di questo aspetto ne apprezza particolarmente l'indipendenza estetica. La studiosa, ad esempio, sottolinea spesso il fatto che questi artisti non abbiano un pubblico se non loro stessi e che di conseguenza il loro linguaggio non nasca per essere immesso nel mercato dell'arte proprio perché la loro ispirazione alla creazione viene da un impulso incontrollabile. Sono trasgressivi perché non fanno come l'artista di professione contemporaneo che crea un prodotto a seconda delle richieste di mercato. Oggi la ricerca di artisti outsider si basa su queste caratteristiche,

106 La Biennale di Venezia. 55a Esposizione internazionale d'arte. Il Palazzo Enciclopedico, catalogo a cura di Massimiliano Gioni,

(Venezia, Giardini della Biennale e Arsenale), op. cit., p.23.

107 V. Tanni, Viaggio al centro dell’immagine. Gioni racconta la sua Biennale, in “Artribune”

<http://www.artribune.com/2013/05/viaggio-al-centro-dellimmagine-gioni-racconta-la-sua-biennale/> (consultato in data 19.12.2013).

108 Entrambi direttori della collezione di Losanna, il primo ha preceduto Peiry ed è stato il fondatore del museo della Collezione a

48 infatti sono criteri applicabili anche alle nuove acquisizioni del museo che quando? ha assunto un nome specifico per differenziarsi dalla collezione originaria, cioè “Collection Neuve Invention” di Losanna: “The museum’s selections and acquisitions are based on the following five criteria: sociological marginality, cultural verginity, the disinterested character of the work, artistic autonomy and inventivness”109.

Come riassume la stessa storica in una conversazione con Giorgio Bedoni, nel libro intitolato Visionari, arte, sogno e

follia in Europa, alla domanda su come lei interpreti oggi nel panorama attuale dell'arte e dei cambiamenti sociali la nozione originaria di 'Art Brut', così come l'aveva concepita Jean Dubuffet, Peiry risponde:

“Il creatore d'Art Brut di oggi non è più quello di ieri. Gli sconvolgimenti economici e politici della fine dell'Ottocento e della prima metà del novecento hanno favorito l'insorgere di produzioni artistiche di protesta. Augustin Lesage si è avvicinato allo spiritismo durante la rivoluzione industriale e le sue opere sono animate da apparizioni ultraterrene. Giovanni Battista Podestà, che ha subito l'esodo rurale ed è stato testimone degli inizi del capitalismo, ha trovato una fonte di ispirazione nella spiritualità medievale, creando delle opere cariche di valenze utopiche e sacre. Vahan Poladian, vittima della diaspora e dell'esilio ha fatto risorgere i fasti di un'Armenia perduta. In generale, si può dire che l'Art Brut è nata e cresciuta nella dissidenza, tra soggetti che rifiutavano la società industriale nascente. L'insorgere dell'Art Brut è stato favorito dal relativo isolamento in cui vivevano le popolazioni rurali dell'Europa occidentale dell'inizio del novecento; tale condizione si è rivelata propizia alla creazione di universi immaginari autonomi, completamente sganciati dalla cultura dominante. Oggi, il contesto artistico e sociale sono cambiati. Tuttavia, la società occidentale contemporanea, tesa al rendimento e alla competitività, non si è liberata dagli emarginati e di altre forme di devianza. Ne ha create altre. Tra i nuovi esclusi ci sono per esempio, le persone anziane che, sottratte a ogni funzione sociale, appaiono come i paria di oggi, come Hans Kruesi, Francis Mayor, Josef Hofer.”

NB non riportare l’inervista pari pari ma “giocare” con l’inserzione di commenti o introduzioni per riportare le sue parole, ad esempio Quando Bedoni le chiede poi se come direttrice della Collezione continui la ricerca di nuovi autori e se, riscontri elementi nuovi o comunque differenti nelle acquisizioni più recenti rispetto alle opere che si potrebbero ormai definire tipiche come i lavori di Aloise, di Woelfli, di Madge Gill, lei precisa:

“è la ricorrenza di certi elementi nuovi che mi stupisce nei nuovi creatori che abbiamo scoperto. Impregnati di un'ignoranza benefica e feconda, questi artisti inventano dei modi singolari. Nuovi sono i soggetti iconografici, lo stile, il sistema di prospettiva, che creano delle forme di espressione radicalmente personali. Come i classici dell'Art Brut, gli artisti recenti non provano nessun bisogno di ottenere un riconoscimento e un'approvazione in ambito sociale e artistico. Le loro creazioni rispondono esclusivamente a una potente necessità interiore e comportano un violento carattere di protesta. Penso ad artisti come Antonio della Valle in Italia, Judith Scott negli Stati Uniti, Kunitso Matsumoto in Giappone. Tutti questi artisti sono viventi e attivi, e provano che l'Art Brut lo è come loro. […] sono affascinata dalla produzione di Judith Scott. Le sue opere riproducono dei feticci evocatori di pratiche magiche e sembrano dotate di un potere di vita o di morte; racchiudono un segreto che l'artista nasconde con cautela. Judith Scott è sordomuta, trisomatica, e la sua arte rappresenta il suo unico modo di espressione.”110

109 Lucienne Peiry, Art brut, the origins of Outsider Art, op. cit., p. 197-198. “La selezione del museo e le acquisizioni sono basate sui

cinque criteri seguenti: la marginalità sociologica, la verginità culturale, il carattere disinteressato dell’opera, l’autonomia artistica e l’inventiva” (tradotto liberamente dalla scrivente).

49 E forse, aggiungo io, è proprio questa integrità che attira il pubblico, sempre più informato dai media sull’influenza del mercato dell’arte nelle opere d’arte contemporanee, verso l'artista trasgressivo, che al contrario ricorda romanticamente l'artista vero, che non riesce a fare a meno di essere espressivo.

L'artista brut ha qualcosa da raccontare e questo spesso è legato ai trascorsi e alle vicende della sua biografia: il più delle volte sono degli esclusi che hanno scelto l'isolamento artistico. Il loro linguaggio parla una lingua che arriva a tutti, si tratta del simbolismo, che emotivamente scuote il profondo di chi guarda. Questa comunicazione, secondo Peiry, in una mostra va raccontata ed è per questo che nelle esposizioni curate da lei usa molto i video per comunicare al pubblico visitatore. Ecco come riassumere con le sue stesse parole, tratte da un’intervista del giornale “Le Courrier” del 5 aprile 2013 questi concetti:

“Les auteurs d’Art brut sont souvent à l’écart, ce sont des laissés-pourcompte, des inadaptés, qui n’ont pas le droit à la parole. Par le dessin, la sculpture, ils s’emparent de ce droit avec beaucoup de liberté et d’audace.”111

111 L. Peiry, <http://www.notesartbrut.ch/> (consultato in data 19.12.2013); “Gli autori di arte brut sono spesso emarginati,

sono dei isolati, dei diasadattati che non hanno il diritto alla parola. Tramite il disegno, la scultura, si impadroniscono di questo diritto con molta libertà e d’audacia.” (tradotto liberamente dalla scrivente)

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CAPITOLO 2

LE ISTITUZIONI PIONIERISTICHE NELLA CONSIDERAZIONE DELL'ARTE IRREGOLARE. DUE