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2. ASPETTI PSICOLOGICI E RELAZIONALI NELLA GRAVIDANZA E NEL PARTO

2.5 Attaccamento perinatale e parto

Il parto è un evento che travolge tutta la famiglia compreso il bambino che è sottoposto a molteplici sollecitazioni e cambiamenti, dalle pressioni meccaniche alle contrazioni uterine che spingono la testa sull'apertura pelvica ancora bloccata, il cordone ombelicale può essere di intralcio o stretto a collo, si trova a contatto con abbondante materiale biologico come sangue, muco, liquido amniotico, urina e poi improvvisamente esposto alla luce esteriore, con frequente rescissione prematura del cordone ombelicale o esperienza di anestesia, forcipe e manovre ostetriche invasive.

Tutto questo può non essere nemmeno mediato dal calore e dalla sicurezza del corpo materno e dagli ormoni che si propagano attraverso le pressioni sulla sua pelle in caso di cesareo, rendendo ancora più stressante l'evento.

evidenziato come nel 90% dei casi la nascita fosse un evento vissuto con totale coscienza e che i suoi pazienti fossero in grado di ricordarla e riviverla sotto ipnosi: per verificarne l'attendibilità confrontò i ricordi delle madri in ipnosi, della vita perinatale, trovando incredibile concordanza. Questo lavoro lo portò a dedurre che il cervello e il sistema nervoso di un neonato sono attive e ricettive già prima del parto e che in questa esperienza è già capace di una elaborazione che si imprime nella memoria.

Alcune di queste memorie riaffiorano spontaneamente intorno ai 3 anni in cui il bambino è in grado di esprimersi correttamente:

Testimonianza di Katy e sua madre, entrambe poste sotto ipnosi dal terapeuta, diversi anni dopo l’accaduto.

In sala parto

Katy: “E’ una stanza abbastanza grande, con tante cose argentate. Sembrano tutti abbastanza indaffarati. Penso ci siano quattro o cinque persone. Mi stanno tirando, mi tirano. Il dottore è agitato... nervoso.”

Madre: “E’ una stanza grande e gelida. Riesco a vedere la sua testa che esce dalla vagina. Ci sono due dottori... Ci sono alcune infermiere... Controllano la testa... la testa è fuori.”

Katy: “Mi hanno messa sulla pancia, quasi scaraventandomi su di lei. Lui sta parlando con la mamma. Sembra vada tutto ok e che lei stia bene. Lui sembra ancora nervoso; mi ha sollevata e mi ha data a qualcun altro.”

Madre: “Me l’hanno messa sulla pancia in qualche modo ma la stanno ancora tenendo. Riesco a vederla... molto sangue e una stoffa bianca. Sta piangendo.”

Il neonato però non ha molti strumenti di reazione e espressione delle sue emozioni e la mancanza di sensibilità da parte di genitori e operatori può essere predittiva di patologie e morbosità future.

Nel suo libro Vita segreta prima della nascita Thomas Verny (1981) riflette sugli aspetti che collegano le esperienze prenatali con quelle postnatali:

“in breve, quindi, benché siano importanti gli stress esterni affrontati dalla donna, è chiaro che la cosa più importante sono i sentimenti nei riguardi del figlio. I suoi pensieri e le sue sensazioni sono il materiale sul quale il nascituro si modella. Quando sono positivi e favorevoli, il bambino riesce a superare molto più facilmente qualsiasi situazione di difficoltà...

stato considerato come un fenomeno unico e insolito, è in realtà il prolungamento di un contatto che ha avuto inizio molto tempo prima, nell’utero”.

Già il medico francese Frédérik Leboyer , celebre per il suo libro Per una nascita senza

violenza (2017), dimostrò che creando un ambiente accogliente, partendo dal contesto

luci-suoni e ponendo come fondamentale che il bambino restasse con la madre pelle a pelle e che il cordone venisse tagliato a respirazione regolarizzata, potesse prevenire l'elaborazione traumatica dell'evento da parte di entrambi consentendo l'instaurarsi precoce di un legame duraturo e protettivo.

Così Michel Odent introduce il concetto di salute primale (1982) che va dal concepimento fino alla fine del primo anno di vita sostenendo che le modalità interattive del caregiver in questo periodo hanno importanti termine sull’equilibrio psicofisico del bambino .

Egli sostiene fermamente la necessità dove possibile di un parto naturale per la produzione del “cocktail di ormoni dell’amore” (ossitocina, prolattina, endorfine) che contribuiscono alla formazione del legame di attaccamento.

Maurer inoltre sostiene che tutte le pratiche di medicalizzazione e le prime precoci cure fornite al neonato impediscono l'imprinting, quel momento unico teorizzato da Lorenz (1967) secondo cui c'è un momento preciso dell'evoluzione in cui avviene, e procrastinarlo o ostacolarlo fa sì che si perda un'occasione unica.

Sondra Ray e Bob Mandel nel libro Nascita e Personalità (1996) elencano 16 ipotetiche tipologie di nascita con le relative caratteristiche:

-Nascite premature, incubatrici, travagli lunghi e nascite in ritardo darebbero vita a persone insicure e fragili, spesso immature, che sentono sempre separazione fra sé e gli altri restano bloccate in relazioni di dipendenza e ansia da separazione.

-Nascite veloci o trattenute genererebbero persone impazienti, diffidenti, inclini alla rabbia e alla frustrazione e all'iperattività .

-Nascite indotte possono dar vita a soggetti indolenti, pieni di risentimento per non essersi sentiti rispettati nei propri tempi, inclini al ritiro, al delegare e all'apatia.

-Nascite con cesareo vedono persone caratterizzate da conflitti e progetti interrotti, senza riuscire a portare a termine le cose e con un gran bisogno di contatto.

-Nascite con anestesia generano inconsapevolezza in soggetti che faticano a mettere a fuoco le situazioni e sopprimono le emozioni.

timorose e schive al contatto fisico.

-Nascite podaliche rendono confusiva la percezione del piacere/dolore in soggetti inclini al senso di colpa con difficoltà nell'intimità.

-Nascite con cordone intorno al collo genera individui che si sentono soffocati dall'intimità e a disagio a contatto con le loro emozioni inclini al panico

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