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ATTACCO ACUTO DI ASMA

Definizione di asma

L'attacco d'asma è dovuto alla contrazione delle pareti dei bronchi, all'interno dei quali si riduce lo spazio necessario al passaggio dell'aria. Alla broncocostrizione si aggiunge il rigonfiamento (edema) e l'infiammazione della parete interna che riveste i bronchi, dove si accumula un muco denso che ostacola ulteriormente la circolazione dell'aria. Una volta che questo processo è innescato, entro pochi minuti appaiono i tipici sintomi di un attacco d'asma.

Una crisi asmatica può essere minore, con sintomi che migliorano con il trattamento domestico prescritto dal medico, oppure grave.

Gli attacchi di asma lievi sono generalmente più comuni. Di solito, le vie respiratorie riconquistano pervietà nel giro di qualche minuto o comunque entro alcune ore dopo il trattamento.

Le gravi crisi asmatiche sono meno comuni, ma durano più a lungo, determinano sintomi più severi e richiedono immediata assistenza medica. Un grave attacco d'asma che non migliora con il trattamento domestico può diventare un'emergenza sanitaria che mette in pericolo la vita stessa dell'asmatico.

Riconoscerne i sintomi risulta quindi fondamentale; è comunque importante riconoscere e trattare anche i sintomi più lievi sintomi di un attacco d'asma, in modo da prevenire episodi gravi e mantenere l'asma sotto controllo.

Riconosci i sintomi "precoci".

Le persone che soffrono di asma cronica a volte hanno un respiro ansimante, soffrono di dispnea e devono usare dei farmaci per tenere sotto controllo i sintomi. Un attacco acuto, invece, è differente, perché si manifesta con diversi gravi sintomi che durano più tempo e richiedono un'immediata attenzione medica.

Tra i sintomi premonitori di un attacco puoi notare:

 Prurito al collo.

 Sensazione di irritabilità o stato irascibile.

 Sensazione di nervosismo.

 Senso di spossatezza.

 Occhiaie pesanti.

Sintomi dell’inizio dell’attacco di asma

 Difficoltà a parlare.

 Dispnea (difficoltà di respiro) grave o respiro accelerato, soprattutto di notte o al mattino presto, accompagnato da tosse.

 Colorazione grigia o bluastra di labbra e unghie.

 Cianosi e pallore.

 Agitazione intensa.

 Iperdistensione delle narici durante il respiro.

 Muscoli del collo e del costato evidenti durante l'inspirazione.

 Tachicardia severa.

 Difficoltà a camminare.

 Sibili durante la respirazione (fischi) soprattutto durante l’espirazione.

 Senso di pesantezza o di costrizione del torace.

Nei bambini più piccoli i sintomi dell'asma non sono specifici, cioè non indirizzano subito verso il suo riconoscimento. Di solito, infatti, la malattia si presenta con una tosse secca e stizzosa, che può sembrare una manifestazione delle tante infezioni respiratorie virali, frequenti nella stagione invernale

Fattori scatenanti

 Allergeni:. Gli allergeni (acari, pollini, peli o piume di animali, alimenti) sono gli agenti che causano le allergie di varia natura; sono sostanze innocue per le persone non allergiche, ma possono determinare sintomi specifici soprattutto a carico della pelle (dermatite atopica, orticaria…) e dell’apparato respiratorio (asma, rinite…) negli individui che si sono sensibilizzati ad esse.

 Polvere: La polvere di casa è costituita da diverse componenti che possono comprendere fibre, spore fungine, pollini, insetti e loro feci, detriti animali, acari e feci di acaro. Gli allergeni degli acari domestici sono presenti sul corpo degli insetti, nelle loro escrezioni e rappresentano i principali allergeni presenti nella polvere di casa.

 Acari: si nutrono di detriti epidermici umani ed animali. Gli acari si trovano quindi sui pavimenti, nei tappeti, nei materassi, nelle tende e nei tessuti per l’arredamento. Le condizioni che ne consentono la crescita sono una temperatura compresa tra i 22° e 26°C ed un’umidità relativa superiore al 55%.

 Animali domestici: liberano allergeni attraverso le secrezioni (saliva), le escrezioni (urine) e i detriti epidermici.

 Pollini: gli allergeni provengono principalmente dagli alberi, dai prati e dalle erbe infestanti.

La concentrazione dei pollini nell’aria varia nelle diverse località, ma in genere i pollini degli alberi prevalgono in primavera. I pollini di piante erbacee vengono rilasciati in primavera e in estate, mentre quelli delle composite (artemisia ed ambrosia) prevalgono in autunno.

 Alimenti: i più comuni allergeni sono le proteine del latte vaccino, uovo, pesce, frutta secca, insaccati, crostacei, fragole, ciliegie, albicocche, pesche e arachidi.

 Funghi, muffe e lieviti possono agire come allergeni inalatori. Il buio, l’umidità e le aree scarsamente ventilate rappresentano un ottimo substrato per la crescita dei funghi negli ambienti interni.

 Virus: le infezioni respiratorie virali costituiscono una delle cause principali di peggioramento dei sintomi asmatici. Nel caso del raffreddore va precisato che le ricadute sono molto frequenti in quanto i virus che lo determinano sono molto numerosi. I principali virus correlati al peggioramento dei sintomi asmatici sono i cosiddetti virus respiratori. L' infezione virale respiratoria è in genere contagiosa e si trasmette con lo starnuto e attraverso goccioline diffuse nell'ambiente con la respirazione attraverso la bocca. Il raffreddore comune si può contrarre in tutte le stagioni, ma particolarmente in inverno ed in ambienti chiusi (scuola, casa ecc.).

 Esercizio fisico: inteso non solo come attività sportiva vera e propria ma anche come attività ludico-ricreativa, costituisce uno dei più frequenti fattori scatenanti il peggioramento dei sintomi asmatici nei bambini e nei giovani.

 Fattori ambientali: Fumo (attivo e passivo). Il fumo passivo prodotto dal tabacco, che brucia a temperatura superiore, è particolarmente irritante per la mucosa bronchiale. Il fumo materno durante la gravidanza, associato al fumo di un altro componente familiare dopo la nascita del bambino, aumenta il rischio per i bambini di sviluppare asma e respiro sibilante. Inquinamento atmosferico, sia inquinanti degli ambienti esterni (smog industriale, ozono, ossidi di azoto, inquinamento automobilistico) che quelli degli ambienti interni (ossidi di azoto, monossido di carbonio, anidride carbonica da riscaldamento e cucine alimentate a metano, legna carbone, e così via).

Le allergie sono caratterizzate da una risposta infiammatoria agli allergeni; locale o sistemica. I sintomi locali tipici sono:

 Naso: rigonfiamento delle mucose nasali starnuti e scolo liquido (rinite allergica).

 Occhi: arrossamento e prurito della congiuntiva (congiuntivite allergica).

 Vie aeree inferiori: irritazione, broncocostrizione, attacchi d'asma.

 Pelle: dermatite allergica come eczemi, orticaria, neurodermite (parzialmente) e dermatite da contatto. In questi casi la somministrazione di eventuali farmaci è subordinata alla certificazione medica.

Cosa fare

• Se ha con se il farmaco, aiutatelo ad assumerlo.

• Rimanete con lui fino a quando non migliora.

• Se non migliora entro pochi minuti chiamare il 118.

I farmaci utilizzati sono broncodilatatori ads azione rapida somministrabili tramite aerosol o le più comuni bombolette spray predosate, il farmaco presente può essere inalato con 5-10 atti respiratori.

Come utilizzare la bomboletta spray

• Agitare bene.

• Togliere il cappuccino dal boccaglio.

• Mettere il boccaglio nella bocca del paziente.

• Inclinare la testa del pazionete leggermente indietro e farlo respirare lentamente.

• Azionare la bomboletta spray.

• Chiedere al paziente di respirare lentamente e profondamente.

La risposta allergica sistemica è detta anche "anafilassi": a seconda del livello di severità, può causare reazioni cutanee, broncocostrizione, edema, shock anafilattico con seguente ipotensione, coma e, come estrema conseguenza, morte.

La reazione anafilattica può essere provocata da:

• Punture di insetti: api, vespe, calabroni.

• Ingestione di allergeni: cibi ed alcuni farmaci.

• Inalazione di allergeni: polvere, pollini e polveri chimiche.

• Iniezioni di allergeni: sostanze, come antitossine e farmaci (es. penicillina, vaccini)

• Assorbimento di allergeni: quando alcune sostanze chimiche vengono a contatto con la pelle (es. lattice).

• Edema del viso e delle alte vie respiratorie

• Nausea, vomito, dolore addominale

• In rari casi si può arrivare all'interessamento cardio vascolare e respiratorio con edema laringeo e broncospasmo, shock, arresto cardio-respiratorio.

Cosa fare in bambini/ragazzi a rischio di shock anafilattico

Qualora inizino a comparire nel bambino a rischio i primi sintomi e/o segni di shock anafilattico: - Posizionare il bambino in decubito supino con arti inferiori sollevati e monitorizzarlo (sintomi e segni).

• Chiamare il 118 specificando il tipo di problema al personale sanitario leggendo il certificato medico.

• Iniettare subito il farmaco specifico indicato nella certificazione medica (ADRENALINA)

• Dare comunicazione di tale intervento terapeutico al personale del SUEM all'arrivo.

L’adrenalina è un farmaco che provoca vasocostrizione dei vasi sanguigni inducendo il cuore a battere con maggiore forza e velocità (tachicardia). Ha anche un'azione broncodilatatrice. E' bene ricordare che il farmaco non causa danni significativi, almeno nei bambini se somministrato impropriamente.

Le reazioni che si possono verificare in caso di erronea somministrazione ad un bambino sono riconducibili alle reazioni dovute alla caffeina come nervosismo, tachicardia, iper-reattività, ansia, ecc., sintomi che regrediscono nell'arco di 20 minuti. L'adrenalina deve essere somministrata alla comparsa dei sintomi come voce roca, nausea, vomito e quando si manifestano i sintomi di difficoltà respiratoria, respiro sibilante e/o collasso. L'adrenalina è il trattamento di elezione in caso di reazione di anafilassi perché è in grado di fare regredire prontamente i sintomi.

Inoltre molti soggetti che soffrono di un attacco d'asma si trovano maggiormente a proprio agio quando sono sedute, anziché in piedi o sdraiati. Fai in modo che il paziente sia con la schiena eretta per facilitare l'espansione dei polmoni e migliorare la respirazione. Lascia che si allunghi leggermente in avanti verso di te o verso una sedia per avere un supporto. Alcune persone trovano comodo assumere la posizione del "tripode", piegandosi in avanti con le mani sulle ginocchia, per alleviare la pressione sul diaframma.

Farmaci

I farmaci attualmente disponibili per la terapia dell'asma sono i corticosteroidi per via inalatoria, i β2-agonisti a breve e a lunga durata d'azione (broncodilatatori), gli antβ2-agonisti dei recettori dei leucotrieni, la terapia con anticorpi monoclonali anti IgE e i corticosteroidi orali a basso dosaggio.

Piante medicinali ed integratori utili contro l'asma Oli essenziali, Eucalipto, pino, ginepro,

piantaggine, Efedra, Ginkgo, Ribes nero, issopo, euforbia, Anice

POLMONITE

Con il termine polmonite si definisce una malattia infiammatoria del polmone dovuta ad infezione microbica (virus, batteri o miceti) o secondaria ad irradiazione dello stesso in corso di radioterapia per tumori (tumore polmonare e mammario, linfomi del torace, ecc.). Con il termine broncopolmonite, invece, s’intende unicamente specificare il concomitante coinvolgimento dei bronchi all’evento infettivo-infiammatorio responsabile della polmonite e per questo motivo, nel presente testo, si farà riferimento alla sola polmonite.

La polmonite microbica colpisce più facilmente soggetti immunologicamente più fragili, quali:

 neonati

 anziani (età superiore a 65 anni)

 pazienti affetti da BPCO e soggetti portatori di patologie respiratorie croniche quali asma bronchiale, bronchite cronica, bronchite bronchiectasica, enfisema e fibrosi polmonare

 pazienti immunodepressi per AIDS

 portatori di tumori maligni

 pazienti in chemioterapia per tumori

 pazienti in trattamento cronico con cortisonici,

 cardiopatici

 portatori di malattie croniche renali

 diabetici

 tossicodipendenti

 alcoolisti

 soggetti sottoposti ad asportazione della milza per malattie ematologiche

La presenza di una mortalità ancora elevata nonostante le terapie antibiotiche giustifica una politica preventiva nelle persone a rischio più che non la semplice cura dei soggetti colpiti.

In funzione della sede prevalente d’infezione, del germe responsabile e delle particolari modalità di trasmissione dell’infezione si possono identificare vari tipi di polmonite:

 polmonite alveolare: colpisce gli alveoli polmonari ed è generalmente dovuta a batteri (frequente riscontro di Diplococcus pneumoniae o pneumococco)

 polmonite interstiziale: colpisce l’interstizio polmonare ed è più frequentemente secondaria ad infezione da parte di virus (es. Clamydia)

 polmonite batterica: riconosce nei batteri la causa dell’infezione

 polmonite virale: riconosce nei virus la causa dell’infezione

 polmonite tubercolare: dovuta alla presenza di Micobatterio della tubercolosi (bacillo di Koch), più frequente nei pazienti immunocompromessi

 polmonite micotica o fungina: riconosce nei funghi (miceti) la causa dell’infezione ed è frequente nei pazienti immunocompromessi

 polmonite comunitaria: colpisce gli ospiti di comunità sociali quali asili, scuole, luoghi di lavoro, ecc.

 polmonite non-nosocomiale: insorgono nei soggetti che hanno contatti limitati o nulli con ambienti o situazioni mediche

 polmonite nosocomiale: colpisce i pazienti ricoverati in ospedale ed è provocata dalla trasmissione di infezioni respiratorie tra pazienti ad opera di batteri già presenti nell’ambiente ospedaliero, spesso molto pericolosi in quanto resistenti a numerosi antibiotici

 polmonite bilaterale: colpisce entrambi i polmoni

 polmonite attinica: colpisce i pazienti sottoposti a radioterapia per tumori e non prevede la presenza di germi responsabili essendo conseguenza delle radiazioni ionizzanti sul polmone interessato

 polmonite “ab ingestis”: nota anche come polmonite da aspirazione, colpisce pazienti con difetti della deglutizione e rigurgito, come capita di vedere negli esiti di ictus cerebrale, in caso di malattie neurologiche degenerative, negli alcoolisti, ecc.

EZIOLOGIA

Si è già detto come la causa più comune di polmonite sia rappresentata da quella microbica. La parte del polmone più frequentemente colpita dall’infiammazione è quella degli alveoli, cellette poste alla fine dei bronchi più piccoli all’interno delle quali avvengono gli scambi dei gas respiratori (ossigeno - O2 e anidride carbonica - CO2). In tale sede possono giungere dall’esterno (o attivarsi dall’interno in pazienti immunocompromessi) germi che iniziano a moltiplicarsi all’interno del polmone per una loro particolare aggressività o per incapacità dell’organismo a far fronte all’infezione sopraggiunta.

In tal modo l’infiammazione che si determina causa la produzione di secreto catarrale infetto (pus) che tende a riempire gli alveoli polmonari in circoscritte porzioni del polmone (focolai), rendendo in questo modo sempre più difficili gli scambi respiratori fino alla comparsa di un’insufficienza respiratoria.

SINTOMATOLOGIA

Spesso la polmonite rappresenta la complicazione di una comune infezione respiratoria delle alte vie aeree e può pertanto iniziare con sintomi non allarmanti, propri di tali quadri di malattia. Nel corso di una successiva evoluzione di questi quadri, la polmonite può presentarsi con i seguenti sintomi:

 febbre: diviene sempre più elevata

 tosse: insistente che non tende a ridursi nel corso dei giorni

 dolore toracico: durante gli atti respiratori e durante gli accessi di tosse, con possibilità talora di riferire il dolore a livello dell’addome nel caso in cui la polmonite interessi le regioni più basse del polmone

 dispnea: respiro frequente e possibile respiro sibilante specie per le forme virali

 stanchezza intensa

 sudorazione

 inappetenza

 febbre del labbro: possibile comparsa di lesioni erpetiche sulle labbra

 catarro: colorato con possibile presenza di sangue

DIAGNOSI

La diagnosi di polmonite e sospettabile sulla base della storia clinica del paziente e dei sintomi riferiti, oltre che dal rilievo dei dati obiettivi nel corso della visita, tra i quali appare particolarmente suggestiva per infiammazione polmonare la presenza di rantoli crepitanti all’auscultazione del torace.

La conferma diagnostica si ottiene attraverso una semplice radiografia del torace in due proiezioni. Tale esame diagnostico dimostra la presenza di un’area infiammatoria meno ventilata, all’interno della quale si rileva la presenza di secreto che tende a rendere l’immagine del polmone meno trasparente.

Gli esami del sangue possono presentare un aumento del numero dei globuli bianchi (granulociti neutrofili nel caso della polmonite batterica e/o dei linfociti nel caso di quella virale), con indici generici di infiammazione di fase acuta talora molto elevati.

Un esame colturale praticato sull’espettorato emesso dal paziente, permette di orientare in modo mirato la terapia antibiotica. Solo in casi particolari è possibile ricorrere ad esame endoscopico dei bronchi con broncoscopio flessibile a fibre ottiche, utile a consentire un’aspirazione dei secreti dal polmone sia a scopo terapeutico (detersione più approfondita del tessuto polmonare infetto) sia a scopo diagnostico (invio del materiale aspirato al laboratorio di microbiologia per l’esame colturale e per l’antibiogramma).

Nel caso di pazienti appartenenti alle categorie maggiormente a rischio per lo sviluppo di polmonite si consiglia un rapido ricorso alla visita medica specialistica qualora, nel corso di infezioni delle alte vie aeree, compaiano sintomi come quelli prima elencati.

TERAPIA

 Terapia farmacologica (antibiotico/antivirale)

La terapia della polmonite batterica è rappresentata dalla terapia antibiotica, meglio se praticata in modo mirato sulla base di un antibiogramma una volta isolato il germe responsabile dell’infezione con l’esame colturale dell’espettorato.

Il paziente dovrà garantire di assumere la terapia antibiotica per tutto il periodo prescritto, senza interrompere il trattamento prima del tempo per evitare la comparsa di pericolose resistenze batteriche.

Sono consigliabili inoltre il riposo assoluto ed una adeguata assunzione di liquidi per bocca.

Nel caso della polmonite virale la terapia sarà rappresentata dall’aciclovir o dal ganciclovir (nel caso di polmonite da virus erpetico), e da terapia generale di sostegno, mentre per le polmoniti micotiche la terapia sarà a base di itraconazolo, voriconazolo o posaconazolo, fino al ricorso alla caspofungina nel caso di polmonite micotica grave (aspergillosi polmonare) in pazienti immunocompromessi.

Tenuto conto del fatto che la polmonite rappresenta spesso una complicanza dell’infezione da virus influenzale, la vaccinazione stagionale antiinfluenzale è vivamente consigliata nel caso di pazienti appartenenti alle categorie a rischio.

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