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DIFFICOLTA’ RESPIRATORIE IN GENERE

DIFFICOLTA' RESPIRATORIA NEI BAMBINI

Una difficoltà a respirare si chiama dispnea. Una piccola dispnea colpisce bambini anche quando hanno un semplice raffreddore, in questi casi ovviamente non c'è da preoccuparsi.

Cosa diversa è invece una difficoltà respiratoria importante. In questi casi più rari è importante saper misurare la frequenza respiratoria del bambino. Come fare? Mettere il bambino a riposo, appoggiare una mano sulla bocca del suo stomaco tenendo nell'altra mano l'orologio, contare un respiro ogni volta che il torace si solleva, fare questo per 1 minuto e ripetere poi la misurazione per altre tre volte.

Le dispnee nei bambini possono essere di origine broncopolmonare, otorinolaringologica, neurologica, metabolica o cardiaca. Tra le cause broncopolmonari figurano le affezioni bronchiali (asma, bronchite cronica, presenza di un corpo estraneo o di un tumore) e polmonari (edema acuto, infezione o tumore, embolia polmonare) ma anche le anomalie della pleura (pleurite, pneumotorace) o della gabbia toracica (scoliosi grave), che creano un ostacolo ai movimenti dei pol moni.

Le cause otorinolaringologiche consistono soprattutto nella laringite per il bambino.

Le cause neurologiche sono essenzialmente il coma e alcune malattie del sistema nervoso. Tra le cause metaboliche può figurare una diminuzione dell’ossigenazione tissutale, come quella che si manifesta nel corso di emorragie. Infine, talvolta la dispnea ha ripercussioni anche sul cuore, dando luogo in particolare a insufficienza cardiaca.

La dispnea assume forme diverse a seconda della causa.

Una bradipnea (respirazione troppo lenta) con difficoltà inspiratorie rivela una causa laringea, mentre con difficoltà in fase di espirazione segnala ostruzione bronchiale dovuta all’asma; la polipnea (respirazione troppo rapida) è invece caratteristica di alcune anemie.

Quando la sua causa è cronica, tende all’aggravamento ed è difficile da curare (per esempio, bronchite cronica), la dispnea evolve sempre allo stesso modo: se all’inizio insorge solo dopo sforzi di una certa entità, in seguito si estende a quelli meno intensi e talvolta finisce per persistere anche a riposo. Poiché la dispnea è un segno col legato a numerose cause, il suo valore diagnostico è relativo e occorre tenere conto del contesto e dell’esame clinico (dolore toracico, febbre ecc.), talvolta completato da una radiografia del torace e da un’elettrocardiografia.

DISPNEA NOTTURA PAROSISSTICA

La dispnea può essere episodica ed improvvisa tale, per esempio, da svegliare da un sonno profondo.

Si parla, allora, di dispnea notturna parossistica. Si verifica, di solito, in bambini che soffrono di scompenso cardiaco (durante il giorno, infatti per scarsa efficienza del muscolo cardiaco si ha passaggio di liquido dalle vene ai tessuti molli, creando quel caratteristico gonfiore che questi pazienti hanno spesso alle caviglie; di notte si ha un riassorbimento di questo liquido grazie alla posizione sdraiata: il cuore si trova dinnanzi una gran massa di sangue da pompare che è superiore alle sue capacità e che, quindi, congestiona i polmoni dando luogo alla comparsa di quella tipica difficoltà a respirare che viene chiamata dispnea).

La dispnea notturna parossistica si può tuttavia verificare anche nei bronchitici cronici (perchè durante la notte si accumula catarro; infatti questi pazienti respireranno meglio soltanto dopo aver tossito ed espettorato). In altri casi la dispnea è presente o diventa molto accentuata solo quando il paziente è sdraiato: si parla, allora, di ortopnea. Questo tipo di dispnea è caratteristico degli asmatici durante l’attacco o dei bronchitici cronici ma può essere presente anche nei cardiopatici.

COME PREVENIRE LA DISPNEA

Alcuni ricercatori australiani hanno pubblicato sull’American Journal of Public Health la notizia secondo cui l’uso di biancheria da letto priva di materiali sintetici sembra ridurre il rischio dello sviluppo della dispnea nei bambini. Questi dati, secondo l’autore principale della ricerca, L.F.

Trevillian, sottolineano il ruolo importante dell’ambiente per la qualità del sonno del bambino e per evitare l’insorgere dell’asma. Indicano inoltre la necessità di un maggiore sforzo di sanità pubblica per garantire ambienti ottimali per il sonno dei bambini e capaci di contribuire alla prevenzione della patologia. Trevillian (Australian National University, Canberra) e colleghi sono giunti a questa conclusione dopo avere studiato i risultati relativi a 883 bambini che, neonati nel 1988, erano stati inclusi in un sondaggio e avevano quindi preso parte a uno studio sull’asma nel 1995.

Appoggiandosi al lavoro già svolto, i ricercatori hanno sviluppato un modello teorico di esposizione agli acari della polvere delle abitazioni in base alla composizione della biancheria da letto. La biancheria meno ospitale per gli acari è quella composta da materiali naturali, che non contiene alcun materiale sintetico né, come è assai comune in Australia, pelle di pecora. La categoria successiva era la biancheria che conteneva un tipo di materiale sintetico, pelle di pecora o entrambi. Il materiale legato alla maggiore esposizione agli acari della polvere delle abitazioni è risultato essere quello con almeno due tipi di materiale sintetico, con o senza pelle di pecora. Circa il 64% dei bambini sono stati esposti a un unico materiale sintetico, il 27% a biancheria da letto in fibra naturale e il resto a biancheria sintetica composita.

A 7 anni, i bambini esposti alla biancheria composita avevano evidenziato una probabilità doppia, rispetto ai bambini con biancheria naturale, di soffrire di problemi di dispnea o di dispnea notturna.

È anche emersa una relazione tra l’aumentata esposizione a questo genere di biancheria e una dispnea più acuta. Trevillian ha concluso che questi dati confermano le raccomandazioni attualmente diffuse secondo cui è bene utilizzare biancheria da letto a basso tenore di allergeni per i neonati.

BRONCHITE

La bronchite è un’infezione dei piccoli passaggi presenti nei polmoni (bronchioli), di solito causata da un’infezione virale.La bronchiolite è stagionale e compare più spesso nei mesi d’autunno e d’inverno. E’ una causa molto comune di ricovero ospedaliero durante l’inverno ed agli inizi della primavera. E’ stato stimato che nel primo anno di vita più della metà di tutti i bambini è stata esposta a RSV.

CAUSE:

Colpisce prevalentemente i bambini di età inferiore ai 2 anni, costringendo spesso ricovero ospedaliero quando contratta nei primi 6 mesi di vita; il periodo più a rischio è infatti fra i 3 ed i 6 mesi.

E’ una comune, e a volte anche grave, malattia causata principalmente dal virus respiratorio sinciziale (RSV). Altri virus che potrebbero causare la bronchiolite sono:

• adenovirus,

• virus dell’influenza,

• virus responsabili di parainfluenza.

Sebbene l’RSV generalmente causi solo lievi sintomi in un adulto, può causare problemi molto più severi nei bambini.

I fattori di rischio principali sono:

• l’esposizione al fumo di sigaretta, • età inferiore ai 6 mesi,

• vivere in condizioni affollate, • non essere mai stati allattati al seno, • famigliarità per l’asma,

• nati prematuri (prima delle 37 settimane di gestazione) SINTOMI:

Alcuni bambini hanno un’infezione associata a pochi e lievi sintomi iniziali, principalmente rinorrea (naso che cola) e sintomi comuni alle classiche malattie invernali, che tende a risolversi spontaneamente.

In casi più severi la bronchiolite inizia con una leggera infezione respiratoria superiore che, in 2 o 3 giorni, può svilupparsi in una crescente difficoltà a respirare che causa affanno ed una forte tosse ansimante.

Il ritmo di respirazione può aumentare di molto (tachipnea) ed il bambino potrebbe diventare irritabile o dall’aspetto ansioso. Se la malattia è abbastanza grave il viso potrebbe assumere colore bluastro (cianotico) richiedendo immediato intervento medico.

L’aumentata difficoltà respiratoria si manifesta visivamente a livello della narici e delle costole (rientramenti intercostali), segno che il malato soffre per aumento degli sforzi nella respirazione.

Questo può essere spossante per il bambino ed i neonati possono diventare cosi stanchi da avere difficoltà nel mantenere il respiro.

I sintomi tipici della bronchiolite includono:

• pelle bluastra dovuta alla mancanza di ossigeno (cianosi), • tosse, affanno, respiro corto, o difficoltà di respirazione, • febbre,

• retrazioni intercostali,

• respirazione accelerata (tachipnea), • rientramenti intercostali,

• sibili.

Possono infine manifestarsi otite media, congiuntivite e faringite.

TRASMISSIONE

Il virus si trasmette da persona a persona tramite il diretto contatto con le secrezioni nasali o tramite le goccioline aerotrasportate.

La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 10 giorni.

PREVENZIONE

La maggior parte dei casi di bronchiolite non sono facilmente prevenibili perché i virus che causano la malattia sono diffusi nell’ambiente. Porre molta attenzione nel lavarsi le mani, soprattutto dove ci sono bambini, può aiutare a prevenire la diffusione dei virus che causano le malattie respiratorie.

Soprattutto i membri della famiglia con un’infezione respiratoria dovrebbero stare molto attenti ad evitare il contagio. Lavate spesso le mani, soprattutto prima di toccare il bambino.

Al giorno d’oggi, non è ancora disponibile un vaccino contro l’RSV.

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