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ATTIVITÀ’ INTERNA: L’ ACCOGLIENZA E LA VALUTAZIONE

Ai ragazzi si presentano numerosi compiti evolutivi da affrontare richiesti per la loro crescita: il Polo Adolescenti può sostenere i ragazzi in queste trasformazioni.

L’accoglienza è il primo significativo momento che contraddistingue questo servizio sociosanitario e che può determinare la differenza con altre strutture che offrono servizi solo ambulatoriali.

Contempla Infatti un modo di pensare e di agire in cui la struttura attraverso i suoi operatori si pone all’ascolto dei giovani: durante tale attività si fa una prima lettura della domanda presentata, sapendo che ciò che viene portato può nascondere una richiesta più profonda e magari anche diversa.

La raccolta dei dati non è una semplice anamnesi ma si tiene conto della dimensione relazionale e socio-ambientale; il desiderio di sentirsi riconosciuto sin dal primo colloquio costituisce uno degli elementi fondamentali del colloquio di accoglienza, basato sull’assenza di giudizio.

L’importante è distinguere tra giudizio e valutazione dove quest’ultima è invece fondamentale per comprendere risorse e limiti presenti nel giovane utente ed indicare un percorso progettuale.

Questo elemento accompagnato dalla comprensione e rassicurazione facilità la possibilità di porre le basi per un eventuale futuro progetto condiviso.

Attraverso il lavoro integrato operato dai dai professionisti del Polo le funzioni svolte rivolte ai ragazzi sono:

 RICONOSCERE I CAMBIAMENTI CORPOREI ED IMPARARE A COLLEGARLI ED INTEGRARLI CON I CAMBIAMENTI DEL MONDO INTERIORE E QUELLI COGNITIVI

 INDIVIDUARE UNA PROPRIA IDENTITÀ DI GENERE

Più nello specifico i compiti consistono nel:

 DARE E RICEVERE INFORMAZIONI  DECODIFICARE LA DOMANDA  COMPRENDERE LE ASPETTATIVE

 COGLIERE LE RISORSE E LA FRAGILITÀ, LE POTENZIALITÀ E LE DIFFICOLTÀ DELL’ADOLESCENTE

 VERIFICARE LE RISORSE FAMILIARI E DEL TERRITORIO CHE POSSONO SOSTENERE IL PERCORSO DI CRESCITA DELL’ ADOLESCENTE

La società moderna impone all’adolescente scelte sempre più numerose e difficili, di conseguenza sorge la necessità di un maggior numero di esperienze e di tentativi di adattamento.

Con il tentativo di differenziarsi dai genitori per costruire la propria identità, gli adolescenti iniziano a prendersi cura di sé, della propria salute sessuale, a verificare se il loro sviluppo prosegue normalmente; nel caso inizi una relazione di coppia come potersi proteggere da malattie sessualmente trasmissibili, da gravidanze indesiderate, precoci, di come vivere e costruire il rapporto di coppia; nell’ambito delle relazioni si preoccupano di come affrontare e prendersi cura dei rapporti con gli amici, i genitori il/altri adulti.

Dopo un primo colloquio d’accoglienza l’operatore che ha accolto i/la ragazzo/a ne discute con l’equipe multidisciplinare o con la specialista (la ginecologa) al fine di effettuare un primo confronto circa la difficoltà presentata.

In seguito, con l’eventuale assegnazione della situazione, è necessario effettuarne un approfondimento attraverso la raccolta di altri dati e di altre letture del In seguito, con l’eventuale assegnazione della situazione, è necessario effettuarne un approfondimento attraverso la raccolta di altri dati e di altre letture del problema, se disponibili, al fine di predisporre una valutazione del caso.

L’operatore/gli operatori coinvolti valutata la necessità di una presa in carico predispone/ predispongono un progetto individualizzato favore dell’adolescente condividendolo con lui/lei e/o la famiglia, se coinvolta.

Se si tratta di adolescenti minorenni con problematiche rilevanti che comportano il trovarsi o l’incorrere in situazioni di rischio i genitori vanno coinvolti e, in alcuni casi è necessario attivare forme di tutela che sono in capo ai comuni dell’AULSS 3.

Le risposte possono contemplare una consulenza, un sostegno psicosociale a motivo di una difficoltà legata al percorso di crescita tipica della fase adolescenziale, ad affrontare i compiti evolutivi ed i nuovi ruoli sociali; o ancora un invio o collaborazione che interessa un altro servizio o una proposta di psicoterapia breve da condividere con il giovane.

In realtà negli ultimi tempi le situazioni che si presentano al Polo evidenziano una complessità che richiede un intervento a lungo termine con il coinvolgimento in un secondo tempo del/dei genitore/i che viene proposto e motivato all’adolescente, spesso restio ad accettarlo col rischio che egli stesso abbandoni il percorso iniziato.

Questo aspetto si acuisce maggiormente in caso di rapporto conflittuale con i genitori, quando il dialogo è diventato insostenibile e l’atteggiamento aggressivo domina nella relazione.

D’altro canto, a prescindere da quelle situazioni limite in cui viene coinvolta l’autorità giudiziaria, in alcuni casi risulta giuridicamente impossibile raccogliere il consenso solo da parte del minorenne: compito del servizio è quello di individuare dei punti di mediazione tra figli e genitori aiutando entrambi alla consapevolizzazione della disfunzionalità comunicativa che intercorre nella loro relazione e della necessità di agire un cambiamento nelle dinamiche e nei fattori che la caratterizzano.

Spesso i cambiamenti travolgenti e turbolenti dei figli colgono i genitori impreparati ed imbarazzati: è importante per questo far leva sugli aspetti di resilienza presenti in ognuno dei soggetti coinvolti nel percorso di aiuto e sugli aspetti affettivi interni alla loro relazione.

L’età adolescenziale è quella in cui il disagio si connota in termini più generali e tali da richiedere una forte integrazione da parte dei diversi attori, del pubblico e del privato sociale e di quanti si occupano di questa popolazione.

Il Polo offre consulenza ed assistenza alle coppie genitoriali e monogenitoriali sempre più diffuse assieme alle famiglie separate ed ai nuclei ricomposti; il beneficiario diretto od indiretto rimane l’adolescente.

La crisi legata alla separazione dei genitori è spesso accompagnata da serie relazioni conflittuali e da disagi psico-sociali sempre più importanti (vedi la sindrome da alienazione parentale e nel caso di ragazzi ricongiunti si aggiunge il lutto dell’abbandono del caregiver): di questa problematica se ne occupano anche gli operatori del Consultorio Familiare con i quali si instaurano rapporti di collaborazione.