la produzione di legno del villaggio o la produzione della frutta messe al servizio della scuola, è possibi- le incamminarsi sulla buona strada.
Questi esempi dovrebbero spingere lo Stato a fa- vorire un ambiente propizio che permetta la pro- mozione delle alternative al posto dello schema di sviluppo dell’educazione attuale, che potremmo definire “classico”.
Inoltre, l’educazione allo sviluppo sostenibile si pre- occupa delle questioni di uguaglianza e giustizia e tutela la concretizzazione del diritto all’istruzione. Così come si occupa attraverso l’educazione in- clusiva, dell’accesso all’istruzione dei bambini che vivono in strada: i Talibés 6, i bambini lavoratori, i disabili, permettendo in questo modo l’aumento dell’attenzione rivolta all’educazione non formale (1% del budget educazione).
Migliorare la qualità dell’educazione
La qualità dell’educazione è uno dei grandi pro- blemi del sistema d’istruzione senegalese, come dimostrano le seguenti statistiche 7: solo il 59,1% degli alunni termina la scuola primaria, e il 47,5% ottiene il brevetto di fine carriera della scuola me- dia e il 42,2% termina la scuola secondaria supe- riore. Le bocciature e gli abbandoni sono significa- tivi: su 100 alunni nella scuola elementare circa il 7,7% ripete l’anno e l’11,5% abbandona gli studi. Alla scuola media, che dura 4 anni, il tasso di ri- petizione al primo anno è del 13% e al quarto del 26,1%, mentre gli abbandoni sono rispettivamen- te del 4,8% al primo anno e 23,8% al quarto 8. Eppure, fra le priorità del sitema educativo si parla di «creazione delle condizioni di un’educazione di qualità a tutti i livelli d’insegnamento e formazione 9». Quindi, una delle sfide dell’educazione allo svilup- po sostenibile è di contribuire a risolvere i proble- mi legati alla qualità del sistema d’istruzione sene- galese. Dei passi in avanti si sono già fatti.
Infatti, la riforma dei curriculum dell’educazione di base e la generalizzazione a tutti i livelli del siste- ma rappresentano un elemento importante. Così, anche l’approccio per competenze, che si appog- gia sul vissuto degli allievi accompagnandoli nel- la risoluzione dei problemi quotidiani e provando dopo ogni tappa d’apprendimento ad integrare tutte le competenze acquisite, partecipa alla co- struzione di una dinamica di qualità. Il collega- mento delle competenze acquisite nelle differenti discipline, che avviene nella fase d’intergrazione, contribuisce alla costruzione di una panoramica dei problemi e alla comprensione dei processi dell’avvenire. Questa dinamica ci sembra portare verso un maggiore interesse all’apprendimento e a una maggiore pertinenza.
La qualità dell’educazione contribuisce anche alla lotta contro l’esclusione, elemento chiave nell’educazione allo sviluppo sostenibile. Infatti la scarsa qualità scoraggia e costituisce un fattore d’esclusione. Ed è propio quello che Finozzi rim- provera al sistema educativo: avere sempre meno un ruolo di preparazione alla vita attiva e sempre più un ruolo d’esclusione o di produzione di titoli inutili nel mondo reale.
Una delle grandi aspettative é il miglioramento dei risultati scolastici, grazie a questo processo, ma secondo noi, la qualità dell’educazione non si puo ridurre alle performances scolastiche e oltrepassa le competenze trasmesse dall’insegnamento.
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Un talibé è uno studente o discepolo della scuola co- ranica. In Senegal, le famiglie indegenti affidano i loro figli alle scuole coraniche per permettergli di accedere all’educazione. Ma a volte alcuni bambini sono costretti a elemosinare per sopravvivere e vengono maltrattati da marabutti mal intenzionati.
7 Relazione nazionale sulla situazione dell’educazione 2009, DPRE
8 Idem
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Oltre i risultati scolastici :
per un mondo più giusto e solidale
La qualità dell’educazione si rivolge alle questioni fondamentali, alle finalità dell’educazione stessa. Perchè educare? Chi educare e come farlo ? La no- stra visione del mondo determina le risposte a que- ste domande. La legge d’orientamento del 1991 costituisce una risposta ma i vari cambiamenti nel mondo e nella società senegalese inducono a una correzione. Vi sono alcune tracce da seguire: • la considerazione di valori condivisi, che ci per-
mette di adattarci ad un mondo in continuo cam- biamento caratterizzato, per un lato, dalla globa- lizzazione e dall’altro da ripieghi indentitari, • le minacce, in particolare : ambientali, sociali,
culturali ed economiche,
• le interdipendenze la costruzione di relazioni di soldiarietà a livello locale, nazionale e internazio- nale.
Riteniamo, quindi, che oggigiorno la qualità dell’edu- cazione deve considerare l’allievo sia a livello indivi- duale sia a livello relazionale, cioé considerare le dif- ferenti interdipendenze nella famiglia, nella comunità d’appartenenza, nella società, insomma nel mondo delle interdipendenze in generale. Come scrive Jac- quard “la vita di ognuno partecipa a un grande dise- gno collettivo, la costruzione dell’umanità 10 “ o ancora
“[si tratta] di insegnargli a partecipare alla costruzione dell’umanità e, per questo, [...] incoraggiarlo a diven- tare creatore di sé stesso, a uscire da sé stesso per diventare un soggeto che sceglie il suo futuro, e non un oggetto che subisce la sua fabbricazione 11”. Così l’educazione alla solidarietà internazionale ha un senso particolare per gli alunni senegalesi a cau- sa della storia del Senegal, in particolare pensiamo alla casa degli schiavi di Gorée, e prova a spezzare le strategie del dono, molte volte mascherate con il nome di solidarietà internazionale. È in questa pro- spettiva che l’educazione allo sviluppo sostenibile deve contribuire a dare valore a ciò che abbiamo da donare agli altri.
La sfida per una società aperta, responsabile e solidale
Tenendo in conto lo sviluppo sostenibile ed insi- stendo su certi aspetti, in particolare la dimensio- ne sociale e culturale, riteniamo opportuno che ci sia un lavoro importante da eseguire basato su questa visione :
“Uno sviluppo che garantisca alle generazioni pre- senti e future il miglioramento delle capacità di benessere (sociali, economiche o ecologiche) per tutti, attraverso la ricerca di equità, da un lato nella distribuzione intragenerazionale di queste capacità, e dall’altro nella trasmisssione intergenerazionale delle stesse 12”.
L’educazione allo sviluppo sostenibile e alla solida-
rietà internazionale deve perciò poter contribuire a una società aperta e responsabile. Si tratta di svi- luppare un’educazione alla cittadinanza che tenga in conto la realtà del mondo di oggi e di domani. Ire- ne Drolet, mentre riceveva il premio UNESCO per la pace nel 1999, segnalava che la scuola deve non solo, educare e trasmettere conoscenze e valori, ma soprattutto, deve insegnare agli alunni il saper fare e saper essere tentando di transformare attitudini, abitudini, comportamenti e attrazzando gli alunni all’esercizio di una democrazia per una società più giusta, più equa, più ecologica, più sostenibile. Questa è, in verità, la sfida più importante dell’edu- cazione allo sviluppo sotenibile e alla solidarietà in- ternazionale in Senegal.
10 Jacquard A., L’héritage de la liberté, Éditions du Seuil, Parigi, 1991.
11 Jacquard A., Inventer l’homme, Éditions Complexe, Bruxelle, 1984, p. 212.
12 Sen A., Commodities and Capabilities, Oxford India Pa- perbacks, OUP, Oxford, 1987.
Cerimonia tradizionale d’iniziazione dei giovani alla vita, alla solidarietà di gruppo e al rispetto della natura: da rivedere nell’ambito dell’educazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà internazionale