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Azione collettiva e reiterazione quotidiana

L’azione collettiva non è scontata, dipende infatti dal contesto e da come questo influisce sulle relazioni e la fiducia. Come abbiamo visto Olson mette in evidenza come con incentivi selettivi si possa aiutare la cooperazione, la Ostrom invece mette in luce gli aspetti che possono favorire l’autorganizzazione del gruppo. Per spostarci con piu' decisione verso l'oggetto della nostra ricerca e mettere in evidenza come il quotidiano sia importante all'interno dei processi di azione collettiva per la gestione dei beni, vogliamo introdurre un altro studioso delle

organizzazioni Axelrod (1984) che nei suoi studi dei giochi mette in evidenza come l’abitudine all’interazione sia di fondamentale importanza per la cooperazione. Secondo la sua analisi del 'dilemma del prigioniero' riproposto piu' volte agli stessi attori, Axerold ha dimostrato come un certo legame fiduciario e quindi una predisposizione alla collaborazione si possa costruire prova dopo prova, accertandosi della predisposizione dell'altro con l''esperienza pratica di diversi episodi di collaborazione. Solo in questo modo gli individui possono essere certi del clima positivo e della bassa probabilità di opportunismo che l'ambiente relazionale puo' offrire.

44 Axerold parla di 'strategia colpo su colpo'. La reiterazione del gioco fa si che questo permetta ai giocatori di mettere in atto una strategia stabile, dato che chi decide di cambiare

comportamento, per esempio mettendo in atto atteggiamenti opportunistici, si troverebbe svantaggiato alla 'giocata' successiva, in quanto gli altri giocatori metteranno in dubbio la loro fiducia e il giocatore rischierà di essere escluso dai benefici. Questo é un passo in avanti rispetto alla considerazione di un unico 'colpo' del dilemma del prigioniero, in quanto dimostra che la difficoltà della collaborazione dipende dalla credenza dei singoli sulla continuazione dei rapporti di collaborazione. Tra l'altro a questo tipo di conclusione arrivano diversi studiosi che hanno fatto riferimento alla teoria dei giochi ripetuti, mettendo in evidenza come la

collaborazione non é un evento raro, ma un'eventualità che puo' succedere tra attori che si relazionano abitualmente.

In particolare poi, Axeroal, ha programmato una simulazione al computer di un torneo che metteva in gioco 200 diverse strategie dimostrando che la strategia colpo su colpo risultava quella vincente. Lo studioso ha poi stilato una lista di quali debbano essere le caratteristiche che la strategia colpo su colpo manifesta normativamente. La lista comprende 1) la bontà, in quando questa strategia non comprende mai un approccio aggressivo, 2)la ritorsione, perché non lascia mai impunito un gesto contro la cooperazione, 3) la clemenza, perché comunque é disposta a premiare ogni ritorno alla cooperazione, e 4) la trasparenza, dato che la sua semplicità strutturale rende le regole chiare a tutti i partecipanti. Con le sue parole:

La bontà la salva da tutti i grattacapi, la ritorsione dissuade ogni giocatore da ogni tentativo di defezione, la clemenza contribuisce a ripristinare la reciproca collaborazione e la trasparenza rende questa strategia intelleggibile alla controparte, favorendo cosi la collaborazione di lungo periodo. (Axelrod 1984 p.51)

Questi sono casi di successo per delle regole di comportamento atte ad evitare strategie contro la defezione. Perché cio' che rende difficoltosa la cooperazione é la mancanza di fiducia che permette che si creino relazioni.

In conclusione, le teorie degli autori da noi affrontati, seppur in maniera non approfondita, hanno tutti messo in evidenza che esistono dei comportamenti cooperativi all'interno di gruppi di attori autointeressati, anche in assenza di un'autorità politica che centralizzi la gestione delle risorse e distribuisce I diritti di proprietà. Tuttavia l’azione collettiva non è scontata, dipende dal contesto e da come questo influisce sulle relazioni e la fiducia. Per la Ostrom I modelli ( del prigioniero) sono utili a larga scala, e non in piccola scala. Gli individui possono comunicare ' Pertanto é possibile che possano capire a chi accordare la fiducia, quali azioni avranno le proprie azioni su di sé e sui beni comuni e su come organizzarsi per ottenere benefici e evitare danni' (Ostrom 2006). Inoltre secondo Axelrod 'affinché la cooperazione sia stabile bisogni che

45 il futuro proietti sul presente un' ombra sufficientemente grande'(Axelrod 1984), il che

significa che la probabilità del prossimo incontro sia sufficientemente alta per poter in questo modo sapere che ci sarà la possibilità di collaborare nuovamente. Un gruppo di individui puo' dunque sviluppare, in un 'tempo ragionevole', attraverso la continuità delle relazioni nel quotidiano, schemi di reciprocità per riconoscersi in uno scopo comune , buoni motivi per potersi fidare l'uno dell'altro, regole trasparenti per potersi coordinare e potere agire nell'interesse individuale e allo stesso tempo collettivo.

Allo scopo di conseguire lo sviluppo dell'interazione é opportuno strutturare i rapporti in modo da creare una serie di interazioni frequenti e durature tra determinati soggetti. In questo senso il concetto di pubblico quotidiano, inteso come spazio fisico e virtuale in cui avvengono le interazioni tra gli individui e tra individui e istituzioni ci sembra essere quanto mai calzante, nel percorso della ricerca. In questo spazio si reiterano le relazioni e quindi é proprio qui che dobbiamo andare a cercare per poterne saggiare il livello di cooperazione e di capacitazione degli individui in rapporto alla gestione e la cura dei beni comuni. Ma facciamo un breve passo indietro occupandoci del presupposto fondamentale perché la cooperazione, anche in un ambiente quotidiano, possa avvenire: l'esistenza di capitale sociale.