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Le azioni da fare insieme

Nel documento Rapporto 2000 (.pdf 1.4mb) (pagine 79-88)

2. Il ruolo del turismo

2.3 Le azioni da fare insieme

2.3 Le azioni da fare insieme

Rispetto a quanti oggi pensano che esistano delle relazioni tra il turismo e la propria attività, sono in percentuale maggiore (il 45% del totale e quindi circa 90.000 imprese) quelli che pensano che dando spazio e promuovendo il settore potrebbero comunque ottenere dei vantaggi per la loro attività.

In questo caso gli operatori emiliano romagnoli sentono non solo che i vantaggi possono essere derivati allo stesso modo dallo sviluppo del turismo a livello locale e regionale e da quello nazionale.

Il territorio come leva competitiva

45,2%

32,4%

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

c'è una relazione con l'economia turistica regionale

l'impresa otterrebbe vantaggi dalla promozione del turismo regionale

Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

Tab. 15 - I vantaggi derivati d alla promozione dello sviluppo turistico

locale regionale nazionale

Molti 15,0 14,0 12,0

Abbastanza 17,3 16,8 15,5

Pochi 13,9 14,3 15,9

per nulla 53,8 54,8 56,6

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

La percentuale di quelli che otterrebbero abbastanza o molti vantaggi dallo sviluppo del settore supera l’80% tra le imprese che percepiscono una relazione tra la loro attività e il turismo. Inoltre questa stessa percentuale è maggiore tra le imprese tra i 3 e i 5 addetti e quelle con un fatturato compreso tra i 200 milioni e il miliardo.

A livello settoriale si evidenziano tre fasce ben distinte:

- la prima composta dai ristoranti e i bar che quasi all’unanimità (il 90%) affermano che una azione di potenziamento dell’attività promozio nale nel turismo porterebbe dei benefici sia per quelli che operano a livello locale che regionale;

- la seconda che vede insieme imprese dell’industria alimentare, del commercio e dei servizi, che in oltre la metà dei casi intravedono attraverso lo sviluppo del turismo una serie di vantaggi positivi anche per la loro attività. Anche all’interno di questa fascia esistono alcune differenze: per il 29% delle imprese dell’industria alimentare i vantaggi sarebbero molti, per il 24% di quelle del commercio abbastanza, per quelle dei servizi nel 22% dei casi sarebbero comunque pochi;

- la terza fascia che crede poco nel ruolo dello sviluppo del turismo a beneficio della propria attività sia a livello locale che regionale e che riunisce attività agricole, dei trasporti, dell’edilizia e dell’altra industria manifatturiera.

Tab. 16 – I vantaggi dalla promozione del turismo regionale, per settore

Molto abbastanza poco per nulla Totale

servizi immobiliari 27,7 12,0 22,9 37,3 100,0

industria alimentare e delle bevande 28,8 9,6 21,2 40,4 100,0 commercio all’ingrosso e al dettaglio 11,1 24,1 18,7 46,1 100,0 servizi alle imprese e alla persona 12,7 15,5 22,7 49,1 100,0 Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

La distanza tra le fasce evidenziate si giustifica, almeno per alcuni settori, come ad esempio quello agricolo, non tanto in relazione all’impatto che il turismo ha sul settore stesso, quanto piuttosto con la maggior distanza di questi settori nella catena produttore – consumatore evidenziata nella prima fase del lavoro.

La lettura per province evidenzia ancora una volta il gap tra le aree “più forti” dal punto di vista del peso delle presenze turistiche, e all’interno di queste di Rimini. In queste province la percentuale di imprese che non riceverebbe nessun benefic io dall’aumentare la promozione dello sviluppo turistico locale e nazionale è inferiore alla media. Si notano comunque alcune differenze anche all’interno di questo gruppo:

- a Rimini i vantaggi sarebbero molti sia che si incrementasse lo sviluppo turistico a livello locale che regionale;

- a Forlì -Cesena la maggioranza si sposta tra quelli che dicono abbastanza o molto;

- a Ferrara gli operatori sono più indecisi: si spaccano a metà tra quelli che indicano che ci sarebbero molti vantaggi sia il livello locale che nazionale e quelli che dicono invece che di vantaggi ce ne sarebbero pochi;

- a Ravenna i vantaggi sarebbero comunque inferiori alle altre tre province sia che la promozione fosse sviluppata all’interno o all’esterno della regione.

Ma che cosa bisognerebbe fare allora per incentivare e promuovere il turismo?

A tale proposito le azioni dovrebbero riguardare in primo luogo il posizionamento dell’immagine e il marketing territoriale e poi gli accordi tra operatori del settore e di altri settori e la creazione di reti telematiche.

Scarsa importanza invece viene data a possibili accordi internazionali.

La maggioranza condivide dunque il fatto di puntare su azioni che riguardano il posizionamento dell’immagine e dei prodotti: tuttavia si può notare che questi aspetti trovino maggior consenso in alcuni settori, in

particolare nell’industria alimentare e tra le imprese del commercio, e fra le imprese più “piccole” sia in termini di addetti che di fatturato.

Le differenze si fanno rilevanti tra le province: dal minimo di Forlì -Cesena al massimo di Ravenna ci sono quasi 30 punti percentuali di scarto nel dare o meno importanza alla promozione dell’immagine e al marketing territoriale.

La creazione di reti telematiche viene segnalata tra gli aspetti più importanti con valori doppi rispetto alla media complessiva dalle imprese industriali e da quelle agricole.

Inoltre si sentirebbero avvantaggiate da azioni in questo ambito da un lato le imprese di dimensioni minori (1-2 addetti), dall’altro quelle più grandi (oltre 10 addetti) e rispetto alle altre province quelle che risiedono a Modena.

Questo aspetto pare molto importante in quanto attraverso strumenti di comunicazione “globali” può concretizzarsi e/o ampliarsi l’apertura del sistema verso l’esterno e trainare verso il mercato esterno anche imprese oggi ancorate al mercato locale.

Gli accordi tra imprese che fanno parte del proprio settore vengono indicati con più interesse rispetto alla media dalle imprese agricole, da

Gli aspetti più importanti per promuovere lo sviluppo turistico

3,9

Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

quelle del comparto industriale e dalle attiv ità dei servizi, indipendentemente dalla loro collocazione geografica.

Gli accordi con operatori di altri settori sembrano riscuotere maggior interesse innanzitutto in provincia di Rimini. Inoltre rispetto alla media si riscontrano valori maggiori tra le imprese agricole, quelle dell’industria alimentare e della ristorazione, tra quelle di dimensioni comprese tra i 3 e i 5 addetti e quelle comprese nella classe di fatturato maggiore.

C’è infine da segnalare che l’importanza di fare leva su accordi internazionali per incidere sullo sviluppo del turismo è nettamente superiore alla media nelle province di Ferrara, Forlì -Cesena e Ravenna, oltre che tra le imprese di alcuni settori (nello specifico l’industria alimentare, l’altra manifatturiera e i servizi).

Si intravedono quindi spazi interessanti per lo sviluppo futuro, anche attraverso azioni innovative che coinvolgono operatori di aree geografiche e settoriali diverse, ma da parte degli operatori sembra che non si riescano a cogliere fino in fondo queste opportunità.

Gli aspetti più importanti per promuovere lo sviluppo turistico:

l'immagine e il marketing territoriale

90,2 89,5 88,1 87,2 83,6 81,9 79,3 76,7 76,5 63,0

60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0 90,0 95,0 100,0 Ravenna

Parma Rimini Ferrara Bologna Emilia Romagna Piacenza Reggio Emilia Modena Forlì-Cesena

Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

Infatti tra quelli che ritengono che dallo sviluppo del turismo possano derivare dei vantaggi alla loro attività sono meno della metà (e comunque non sono pochi in assoluto, se si considera che si tratta di oltre 40.000 imprese) ad essere disposti ad effettuare delle azioni di co-marketing, allargando quindi il campo di azione ad altri settori.

Tra questi spiccano con valori superiori alla media gli operatori:

- di Rimini (in questo caso anche in assoluto) e quelli di Modena, Reggio Emilia e Forlì-Cesena;

- dell’agricoltura, dell’industria alimentare e dei servizi;

- delle imprese con 2 addetti e di quelle di dimensioni maggiori (oltre 10 addetti) e con un fatturato superiore al miliardo;

- delle imprese che hanno clienti tra le imprese dell’industria alimentare, dell’altra industria manifatturiera, della ristorazione e dei servizi culturali e ricreativi.

La disponibilità ad effettuare delle azioni di co-marketing cresce al crescere dei vantaggi che si otterrebbero promuovendo il turismo. Inoltre è più elevata tra quelli che indicano tra gli aspetti più importanti per la promozione del turismo accordi con operatori del proprio settore e accordi internazionali, mentre è minima tra quelli che puntano sulla promozione dell’immagine.

La disponibilità ad effettuare azioni di co-marketing

n o 6 1 , 9 %

si 3 8 , 1 %

Fonte: SL&A, indagine diretta 2000

Sarebbe disposto a effettuare azioni di co-marketing Aspetti più importanti per la

promozione del turismo si no totale

Promozione dell'immagine e azioni di marketing territoriale

43,1 56,9 100,0

Creazione di reti telematiche 58,4 41,6 100,0

Accordi con operatori del settore 71,1 28,9 100,0

Accordi con operatori di altri settori 56,3 43,8 100,0

Accordi internazionali 62,5 37,5 100,0

2.4 Gli elementi di competitività del sistema

Un aspetto importante del sistema economico ospitale riguarda gli elementi di coesione interna e le caratteristiche del territorio in cui si opera, che da un lato determinano la competitività del sistema stesso, dall’altro permettono di individuare le leve per i possibili sviluppi futuri.

Si tratta di elementi immateriali, come quelli legati all’identità, ma anche strutturali ed infrastrutturali come gli aspetti relativi ai collegamenti, alla capacità ricettiva, ai servizi.

Gli elementi della identità regionale

La qualità della vita, l’efficienza dei servizi pubblici e della burocrazia, così come il clima sociale, sono elementi che connotano l’Emilia Romagna anche all’esterno e che contribuiscono a determinarne l’immagine insieme agli aspetti più prettamente turistici legati ai prodotti.

A questi elementi viene riconosciuto in assoluto il maggior valore aggiunto nel determinare la competitività dell’azienda.

Dal punto di vista strategico questo riconoscimento ha un significato importante: appare infatti immediato che valori quali l’identità del luogo o la qualità dei suoi prodotti possono creare un valore aggiunto nell’ambito della promozione turistica e allo stesso tempo permeare il sistema di elementi positivi.

Analizzando i singoli temi si nota come le maggiori ricadute in termini competitivi siano attribuite alla qualità della vita. Si tratta di una percezione diffusa su tutto il territorio ed in tutti i settori.

A questa si affianca l’idea, che poi è anche vissuta all’esterno, di un clima sociale molto positivo e di servizi pubblici che funzionano (questi ultimi soprattutto a Bologna).

L’immagine del luogo e dei prodotti che lo rappresentano costituisce un valore aggiunto soprattutto per gli operatori delle province di Bologna, Parma, Ravenna e Rimini, che hanno fatto della marca basata sui prodotti e sul territorio uno dei punti di forza della loro offerta.

Scarso valore competitivo sembra invece essere attribuito all’efficienza della burocrazia, che viene rilevata in positivo solo a Modena e a Parma.

La ricettività

La presenza di una capacità ricettiva adeguata non sembra essere percepita dalle imprese come un importante fattore competitivo, sebbene le sue ricadute crescano lievemente all’allargarsi dei confini dal territorio comunale a quello regionale.

A livello provinciale le uniche differenze rilevanti riguardano Rimini, dove l’industria ricettiva non può che risultare importante e Reggio Emilia, dove al contrario sembra non pesare affatto.

Variazioni significative si registrano invece tra i diversi settori: una capacità ricettiva adeguata infatti è vista come un valore aggiunto per i ristoranti e i bar, per le imprese di servizi, comprese quelle dell’intermediazione dei trasporti. Si tratta ancora una volta di quelle attività che riescono a cogliere dal contatto diretto l’importanza della presenza o meno di turisti in loco.

Anche le imprese dell’industria alimentare, che avevano dimostrato una elevata percezione delle relazioni con l’attività turistica regionale offrono una valutazione superiore alla media.

La struttura economica e i servizi

La struttura dell’economia locale e il grado di innovazione delle imprese che la compongono sono tra gli elementi di successo nell’attività delle imprese del sistema che abbiamo fotografato.

Sebbene indirettamente, dato che il sistema è certamente più complesso, anche in questo caso sembra essere riconosciuto il valore apportato alla filiera del turismo.

Questo viene confermato dal fatto che i giudizi migliori sono stati espressi dalle imprese dell’industria alimentare, della ristorazione e dai servizi immobiliari.

Tra le province i valori più elevati sono registrati a Bologna, a Parma e Ravenna.

Anche alla competizione interna, generata dall’elevato grado di qualità delle imprese, viene riconosciuto un peso nel sistema dell’ospitalità.

La percezione della sua importanza è particolarmente elevata nelle province di Rimini e Bologna e nei settori del commercio e della ristorazione, che si trovano al termine della catena distributiva, a contatto diretto con l’utente finale.

Ad innalzare la competitività del sistema non sembrano invece concorrere i servizi alle imprese, che non raggiungono la sufficienza se non a Bologna ed in alcuni settori (industria manifatturiera, edilizia e intermediazione immobiliare).

Le risorse umane

Nella graduatoria degli aspetti che concorrono ad accrescere la competitivit à delle aziende emiliano romagnole, la presenza di risorse umane qualificate e la flessibilità nel lavoro occupano una posizione intermedia, posizionandosi su un livello sufficiente.

In particolare questo aspetto viene esaltato dalle imprese agricole, da quelle dell’industria manifatturiera e dei trasporti, meno da quelle del commercio (che ricordiamo si lamentavano anche del livello di qualificazione del personale assunto stagionalmente).

Mentre non si colgono differenze di giudizio tra le imprese che riconoscono o meno una relazione tra il turismo e la loro attività, la presenza di risorse umane qualificate diviene preziosa per:

- chi ha fatto ricorso all’occupazione stagionale;

- le imprese più grandi;

- per chi sarebbe disposto ad effettuare azioni di co-marketing (quasi a segnalare che se ci fosse chi ha il know-how e trasferisse le informazioni in questo campo si potrebbe fare molto di più);

- quelle imprese che hanno segnalato di avere benefici direttamente misurabili sulla propria attività;

- gli operatori delle province di Bologna, Ferrara, Parma.

Considerando l’attenzione centrale che a livello nazionale ed internazionale viene riconosciuta alle risorse umane, proprio come fattore imprescindibile nella competitività del sistema, la sua importanza da parte delle imprese emiliano romagnole appare sottostimata. La sua percezione è invece fondamentale per l’implementazione delle azioni di formazione cui vengono dedicate sempre più risorse, sia da parte della Comunità Europea che delle istituzioni locali.

L’accessibilità

Dopo la qualità della vita ed il clima sociale sono gli elementi logistici ed infrastrutturali di cui l’Emilia Romagna è dotata a rappresentare dei forti vantaggi competitivi per le imprese: in particolare la posizione e l’accessibilità di cui si gode e la rete infrastrutturale interna (strade, ferrovie, ecc.).

In questo giudizio positivo non rientrano la qualità e la quantità dei collegamenti aerei e di quelli ferroviari, ma ciò dipende in parte dalla localizzazione: viene infatti meno quando a dichiararsi sono le imprese di Rimini e di Bologna (in particolare per i collegamenti aerei), di Ferrara e Ravenna (per i trasporti ferroviari).

Nel documento Rapporto 2000 (.pdf 1.4mb) (pagine 79-88)