Presentazione
Il presente progetto elabora possibili canali per la promozione ed, in par-ticolare, la commercializzazione del turismo nell’area appenninica dell’Emilia Romagna, compiendo uno studio sulle modalità di sviluppo del prodotto Appennino.
L’importanza del concetto di prodotto turistico risulta fondamentale se si considera che il progetto interessa un’area particolarmente estesa quale, appunto, l’intero crinale appenninico della regione Emilia Romagna: dai comuni della provincia di Piacenza a sud ovest della regione fino a com-prendere a sud est le località appenniniche della provincia di Forlì -Cesena.
Ne deriva che se l’oggetto principale dell’intero studio interessa strate-gie di sviluppo e di commercializzazione della macro area appenninica, oc-corre riflettere sul fatto che quest’ultima presenta al proprio interno caratte-ristiche differenti e micro aree tucaratte-ristiche di riferimento che meritano, cia-scuna, specifici approfondimenti.
Il sistema di ospitalità turistica risulta legato ad aspetti inerenti le carat-teristiche ricettive ed infrastrutturali del luogo, oltre che ad elementi stor i-co-culturali e naturalistici e che concorrono a dare carattere ed appeal ai luoghi. Pertanto, lo studio di questo sistema è finalizzato a valorizzare le ri-sorse presenti nelle diverse aree; tali riri-sorse, pur se riferite ai differenti comportamenti di acquisto della clientela, costituiscono comunque un pro-dotto turistico unitario.
Intenzione delle elaborazioni contenute nel presente lavoro è, quindi, quella di condurre un’analisi di profondità sulle varie località oggetto di studio in maniera oggettiva, selezionando parametri ed indici sulla base dei quali valutare in principio l’attuale vocazione turistica dei luoghi in esame e, successivamente, formulare ipotesi e percorsi reali verso un incremento dell’offerta turistica locale.
Nota metodologica ed articolazione del lavoro
Se l’insieme del progetto intende considerare l’Appennino emiliano-romagnolo come un prodotto turistico complesso ed unitario, al contrario le analisi contenute nel presente report interessano proprio quegli aspetti di complessità determinanti nel procedere poi verso un discorso di unitarietà di prodotto.
Le analisi riguarderanno specifici comuni1 delle diverse province della regione; questi sono:
Provincia di Bologna: Camugnano, Castel D’Aiano, Castel di Casio, Castiglione dè Pepoli, Gaggio Montano, Granaglione, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Monghidoro, Monzuno, Porretta Terme, San Bene-detto Val di Sambro, Vergato;
Provincia di Forlì -Cesena: Bagno di Romagna, Portico e San Benedet-to, Premilcuore, Santa Sofia, Verghereto;
Provincia di Modena: Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel Frignano, Pie-vepelago, Polinago, Riolunato, Sestola, Zocca;
Provincia di Parma: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Compiano, Corniglio, Monchio delle Corti, Palanzano, Soli-gnano, Tizzano Val Parma, Tornolo, Valmozzola, Varsi;
Provincia di Piacenza: Bettola, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugna-tella, Farini, Ferriere, Morfasso, Ottone, Pecorara, Zerba;
Provincia di Reggio Emilia: Busana, Carpineti, Castelnovo nei Monti, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto, Villa Minozzo.
1 I comuni scelti per l’analisi sono stati definiti sulla base dei criteri altimetrici forniti dall’ISTAT; si tratta, quindi, di località montane e pedemontane secondo quanto riportato nelle tabelle ufficiali.
In riferimento all’elenco dei comuni interessati dalle analisi del presente progetto si evidenziano le seguenti precisazioni:
• i 69 comuni ora elencati non sono esaustivi di tutto il territorio ap-penninico e pre-apap-penninico della regione Emilia Romagna, ma ri-teniamo che siano certamente rappresentativi del prodotto turistico appennino qui in analisi;
• inoltre, si sottolinea fin da ora che nel corso del lavoro di indagine potranno essere considerati anche comuni e località limitrofe che presenteranno caratteristiche o specificità determinanti per comple-tare o supporcomple-tare l’analisi;
Il presente documento è articolato in due sezioni:
I° parte: Analisi territoriale
Questa prima parte – momento di indagine di tipo quantitativo – indaga sulla risorse strutturali ed infrastrutturali legate al territorio ed alle risorse turistiche:
• infrastrutture e popolazione;
• strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere;
Bologna (13) Forlì-Cesena (5) Modena (14)
Parma (15)
Piacenza (11) Reggio Emilia (9)
• movimento turistico, di italiani e stranieri;
• patrimonio naturale ed ambientale;
• patrimonio storico e culturale.
Alcuni di questi aspetti, pur se non direttamente legati alla domanda tu-ristica sono certamente elementi caratterizzanti e, quindi, utili al fine di va-lutare potenzialità turistiche e successive strategie di valorizzazione. I dati riportati sono tutti provenienti da fonti ufficiali locali.
II° parte: Analisi del Mercato
Il secondo momento di indagine – approfondimento che coinvolge an-che aspetti qualitativi – interessa la domanda turistica. A tal fine è stato somministrato un questionario ad un campione di operatori dell’offerta ri-cettiva alberghiera ed extralberghiera per verificare caratteristiche, orie n-tamenti, provenienza e composizione della clientela.
Sono stati intervistati in un’indagine omnibus gli italiani sui loro com-portamenti di vacanza e i loro viaggi in Appennino. Infine sono stati anche intervistati un campione rappresentativo di Tour Operators del Nord Euro-pa che commercializzano l’Italia.
Prima Parte: Analisi territoriale
1. Analisi generale dell’area appenninica
Prima di procedere ad un’analisi dettagliata che interesserà i comuni ap-penninici2 delle singole province si ritiene opportuno definire un quadro di orientamento generale su queste località nel loro comple sso.
Si tratta di un primo livello di indagine in cui vengono osservati specif i-ci elementi ritenuti idonei a fornire un orientamento generale ma caratteriz-zante dell’intera area appenninica.
Come si vede chiaramente dalla cartina3, il numero di abitanti residenti in questi comuni appenninici non è particolarmente elevato. Ne consegue che, se si escludono le sei località che hanno oltre 6000 abitanti, ben 44 comuni – sul totale di 67 qui considerati – hanno dimensioni piccole -medio/piccole.
Si precisa che il dato sulla popolazione residente non ha – al momento - nessuna implicazione per le analisi che seguono; è stato riportato con l’intenzione di fornire una corretta informazione e per far comprendere me-glio le realtà comunali interessate dal progetto.
2 Per comuni appenninici si intendono tutte le località interessate dal presente progetto e sulle quali è stata condotta un’analisi di profondità. Per approfondimenti si può leggere l’elenco di tali comuni nella pagina 2 di questo documento.
3 Fonte dei dati: ISTAT, anno 1995.
1.1 Popolazione residente
1.2 I comuni appenninici ed il loro peso turistico
La prima valutazione espressa in termini di confronto attiene al peso che l’insieme dei comuni in analisi ricopre all’interno del panorama turistico, sia della provincia di appartenenza che se confrontato con il resto del terri-torio della regione Emilia Romagna; così come si può rilevare dalle due ta-belle4 che seguono:
4 Si precisa che taluni dati potrebbero presentare carattere disomogeneo; tale disomoge-neità è da attribuire ai seguenti due fattori: 1) ciascuna delle province in analisi presenta un’offerta di prodotti turistici più o meno consolidati ed appetibili; 2) le rispettive aree co-munali appenniniche interessate dal progetto si compongono di un numero diverso di locali-tà.
Ne deriva che, in certi casi, pochi comuni appenninici debbano confrontarsi con una provincia territorialmente vasta e turisticamente affermata ed in altri, al contrario, vi siano condizioni diverse in cui la “competizione” tra comuni appenninici e resto del territorio ri-sulti più equa.
Tale specifica avrà valore, anche se puntualizzata per i diversi casi, per tutte le analisi Fino a 1500 abitanti (21)
Da 1500 a 3000 abitanti (23) Da 3000 a 6000 abitanti (17) Oltre 6000 abitanti (6)
Tab. 1 - Movimento turistico (in %) dei diversi comuni appenninici rispetto alla provincia di appartenenza (dati 1999)
Italiani Stranieri Totale
PROVINCIA
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze BOLOGNA
Dalla lettura dei dati riportati in questa prima tabella si rileva come cia-scuna area appenninica si confronta con la rispettiva provincia di apparte-nenza con risultati che manifestano una certa disomogeneità, in termini di peso turistico e di capacità a generare flussi di domanda.
Le località appenniniche del modenese confermano dei buoni risultati sia in termini di arrivi che, soprattutto, di presenze; inoltre, i valori percen-tuali che presentano tali località si distanziano in discreta misura dal resto dei valori espressi dagli altri comuni.
Si precisa che quest’ultima considerazione non riguarda i valori espressi dalla provincia di Reggio Emilia; su questa, infatti, è stato possibile elabo-rare un confronto solo tra il capoluogo e tutto l’insieme del restante territo-rio provinciale.
Proseguendo con l’analisi di confronto sul peso turistico delle sole aree appenniniche troviamo in una c.d. “seconda posizione” i comuni della pro-vincia di Forlì -Cesena. Da segnalare la presenza di Bagno di Romagna, lo-calità termale situata in area appenninica che ha un peso determinante e che è la seconda in ordine di flussi e di importanza tra le stazioni termali della Regione.
Pur non trattandosi di valori particolarmente elevati emerge, comunque, una discreta capacita di tali località a generare flussi turistici. Ciò è
confer-mato dal fatto che i comuni elaborati nell’analisi, al fine di valutarne il loro peso turistico rispetto all’intera provincia, sono solo cinque; quindi un’area territorialmente poco estesa ma turisticamente competitiva.
Non positiva, invece, risulta l’influenza dei comuni del parmense che registrano, in queste località appenniniche, solo un 3% di arrivi e di presen-ze; da evidenziare, inoltre, che la medesima percentuale si riferisce sia alla clientela italiana che a quella straniera.
Spostando l’analisi da un contesto provinciale, in cui si è detto come vi siano realtà che esprimono una domanda turistica di peso diverso, verif i-chiamo con la tabella che segue come si posizionano i comuni appenninici considerati nel loro insieme nel confronto con il resto del territorio regiona-le.
Tab. 2 - Movimento turistico (in %) della totalità dei comuni appenninici rispetto all’intera regione. (dati 1999)
Italiani Stranieri Totale AREE
Arrivi Pres. Arrivi Pres. Arrivi Pres.
Insieme dei comuni appenninici* 6% 4% 4% 2% 5% 4%
Resto della Regione 94% 96% 96% 98% 95% 96%
Il peso turistico attuale dell’area appenninica è scarsamente significati-vo; non vi sono, inoltre, sostanziali differenze percentuali tra gli arrivi e le presenze né, tantomeno, tra il movimento turistico italiano e quello stranie-ro. Ma nell’Appennino l’incidenza delle presenze turistiche nelle seconde case è estremamente alta, ma non è purtroppo rilevabile statisticamente. Il turismo di seconda casa, peraltro, incide maggiormente sulla clientela ita-liana.
Ne deriva che tra i diversi prodotti turistici regionali e le molte destina-zioni turistiche della nostra regione, il prodotto appennino non riesce – a tutt’oggi - a trovare un suo discreto livello di posizionamento e, sembra, non riuscire a reggere il confronto; certamente difficile, comunque, se pen-siamo a realtà quali la riviera adriatica, il consolidarsi del turismo nelle cit-tà d’arte regionali e, non in ultimo, quello legato alle fiere ed ai congressi.
Con la tabella che segue ed i cui dati sono elaborati graficamente nelle due successive torte, si conclude questa prima analisi di confronto.
Tab. 3 - Movimento turistico (in %) delle singole aree appenniniche all’interno di tutta l’area appenninica. (dati 1999)
Italiani Stranieri Totale
COMUNI APPENNINICI
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Prov. di Bologna
Prov. di Reggio Emilia*
Prov. di Modena Prov. di Parma Prov. di Piacenza*
Prov. di Forlì -Cesena
18%
• NOTE alle tre tabelle: REGGIO EMILIA i valori riportati si riferiscono a tutti i comu-ni della provincia con la sola esclusione del capoluogo. PIACENZA per problemi di aggregazioni dei dati, i comuni appenninici di Cerignale, Corte Brugnatella, Morfasso, Ottone, Pecorara e Zerba non sono compresi nelle analisi riportate in tabella. Il peso di Bologna è da attribuirsi anche alla presenza di Porretta Terme, l’altra stazione termale nell’Appennino,, così come quello di Forlì -Cesena per la presenza di turismo termale a Bagno di Romagna.
Questi dati testimoniano un deciso squilibrio all’interno del territorio appenninico a favore delle aree delle province di Forlì -Cesena, Bologna e Modena. Queste tre località mostrano un evidente peso turistico e quindi una vocazione maggiore dal momento che, da sole, raccolgono circa il 60%
degli arrivi ed il 66% delle presenze; cifre destinate ad aumentare di qual-che punto percentuale se i valori di Reggio Emilia fossero riferiti solo ai comuni appenninici e non all’intero territorio provinciale.
Infatti, si ribadisce che le cifre percentuali espresse da Reggio Emilia, pur se presentano numeri elevati, sono da considerare comunque valori non confrontabili con gli altri; inoltre, se si considera che l’intero territorio pro-vinciale (con esclusione del solo capoluogo) esprime un 36% di arrivi ed un 30% di presenze ne deriva che i soli comuni appenninici si muovono si ci-fre di molto inferiori a quelle ora citate.
Infine, davvero minimo appare il peso turistico di Parma e di Piacenza, i cui comuni appenninici esprimono dei valori scarsamente significativi e no-tevolmente distanti da tutte le altre realtà appenniniche.
1.3 Accessibilità dell’area
La fruibilità dei luoghi e delle risorse turistiche presenti nelle aree ap-penniniche è da considerare un elemento che, al pari di altri, è determinante nel condizionare il reale utilizzo di tali risorse, sia da parte dell’attuale clientela che di quella potenziale.
L’analisi della dotazione stradale, ferroviaria e dei servizi pubblici in generale risulta di particolare peso dal momento che le località qui in esame dispongono di un serbatoio di clientela potenziale davvero ampio.
Il crinale appenninico è situato in una posizione geograficamente centra-le rispetto ad un’area di transito che colcentra-lega la costa adriatica con quella tir-renica, il nord Italia con il sud.
Le analisi che seguono sono finalizzate ad evidenziare:
• l’attuale grado di fruibilità di queste zone (analisi della struttura via-ria e ferroviavia-ria);
• e quindi in che misura una parte di questo indotto/movimento di passaggio (reale o potenziale) riesca a determinare consensi rispetto alle località appenniniche.
Il raggio di indotto prossimo delle diverse aree appenniniche compren-de, in primo luogo l’Emilia Romagna e, quindi la Toscana, la Lombardia ed anche parte della regione Marche.
Si precisa che al termine “indotto” si è inteso dare un duplice signific a-to. Il primo aspetto riguarda proprio la prossimità geografica di queste re-gioni; si parlerà, pertanto, di indotto in termini di reale o potenziale clie nte-la turistica motivata dal fattore vicinanza, spostamento breve/medio-lungo, quindi un movimento turistico tutto italiano. La seconda considerazione, invece, riguarda la capacità – di queste regioni limitrofe – ad attrarre un e-levato numero di turisti, imponendosi con una certa competitività all’interno di tutto il mercato turistico, sia nazionale che internazionale.
In questo caso, quindi, i turisti delle aree appenniniche possono essere indifferentemente italiani e stranieri; in entrambi i casi, comunque, si tratta di un flusso di passaggio la cui motivazione al viaggio risiede nell’intenzione di visitare luoghi diversi dalle località appennin iche.
Di seguito si riporta una tabella di sintesi la cui finalità è quella di veri-ficare, in termini puramente quantitativi (distanze espresse in chilometri e tempi di percorrenza in ore e minuti), la raggiungibilità delle diverse aree appenniniche in riferimento a specifici bacini territoriali.
La tabella è stata elaborata sulla base dei seguenti criteri e parametri di analisi.
• I comuni appenninici elencati nella prima colonna sono stati scelti per motivi di centralità territoriale (rispetto alle proprie aree di ap-partenenza) e non per il loro minore/maggiore peso turistico o capa-cità di attrarre turisti.
• In parte, anche per la scelta di Milano, Firenze e Rimini sono state fatte la medesime considerazioni: non limitando l’analisi solo a que-ste tre importanti località, si è inteso far riferimento anche alla Lombardia, alla Toscana ed alla Costa romagnola. Unica importante differenza riguarda il loro reale peso turistico ed il fatto di essere, queste tre località da sole, già in grado di generare un elevato flusso turistico.
• Dalle precedenti puntualizzazioni deriva che i tempi di percorrenza e le distanze riportate in tabella definiscono non un valore assoluto (per es. da Milano a Camugnano comune), bensì un valore medio:
cioè, da Milano/Lombardia a Camugnano/Area Appenninica.
• Infine, ciascuna area appenninica è stata confrontata, in termini di tempo e distanza, con il proprio capoluogo; quest’ultimo è tra i principali bacini di provenienza della clientela turistica in tutte le stagioni dell’anno.
AREA
APPENNINICA AREE DI INDOTTO POTENZIALE / METE TURISTICHE
Comune di
ri-ferimento CAPOLUOGO MILANO (Lombardia)
Le celle con sfondo grigio riportano valori inferiori ai 200 Km. (per le distanze) e alle 2.30 ore (di tempo di percorrenza); pertanto, se si limita l’analisi ai soli valori che si riferiscono al tempo ed alla distanza, le consi-derazioni che ne derivano dimostrano una situazione piuttosto positiva dal momento che le caselle chiare sono in numero decisamente inferiore a quel-le scure.
I valori espressi in tabella indicano come i bacini “Capoluogo” e “Firen-ze”, in parte “Milano” e, a seguire, “Rimini” sono potenzialmente in grado
di far confluire clientela turistica verso le località appenniniche, considerata la loro non elevata lontananza.
D’altra parte, però, occorre anche evidenziare che se l’analisi quantitati-va è certamente favorevole alle destinazioni appenniniche, di contro, un approfondimento in merito alla qualità dei collegamenti e, quindi, all’aspetto dell’accessibilità da parte di più tipologie di clienti rende più complessa l’analisi.
Si consideri che delle 69 località in esame solo in 105 comuni è presente una stazione ferroviaria. Inoltre, se si considera che sette di queste località sono nella provincia di Bologna, ne deriva che per quanto riguarda le aree appenniniche dei comuni di Forlì -Cesena, Modena, Piacenza e Reggio Emilia, questi non sono dotati direttamente di un collegamento su rotaia.
Altro aspetto riguarda la prossimità di questi comuni appenninici a ca-selli autostradali e/o strade di buona/grande percorribilità; anche in questo caso occorre constatare una situazione caratterizzata da una certa disomo-geneità dal momento che taluni comuni risultano essere favoriti da buoni collegamenti, mentre altri, data la scarsa vicinanza con vie principali, ne ri-sultano decisamente penalizzati.
Procedendo ad un’analisi riassuntiva della situazione viaria che interessa questi comuni appenninici si rileva che:
• l’appennino parmense è attraversato dell’autostrada A15 e da una strada di grande comunicazione che collegano l’Emilia con la To-scana (in particolare la Lunigiana) e con la Liguria;
• la seconda autostrada che attraversa gli Appennini è l’A1 che dalla provincia di Bologna conduce in Toscana ed, in particolare, diretta-mente alla città di Firenze;
• per quanto riguarda alcuni comuni della provincia di Forlì -Cesena (Bagno di Romagna, Portico e San Benedetto) e di Modena (Pavul-lo, Lama Mocogno, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo) si possono considerare talune strade in grado di assicurare buoni collegamenti;
• meno favorita è la posizione territoriale dei comuni appenninici del-le province di Piacenza e Reggio Emilia serviti, rispettivamente, dalla statale n. 45 e n. 63.
5 Dati Ferrovie dello Stato, catalogo inverno 2000. I comuni sono: Grizzana Morandi, San Benedetto Val di Sambro/Castiglione dei Pepoli, Vergato, Porretta Terme, Monzuno e Castel di Casio per la provincia di Bologna; Berceto, Borgo Val di Taro e Solignano nella provincia di Parma.
In generale, quindi, l’accessibilità delle diverse località appenniniche dalle grandi aree di riferimento e dalle rispettive province emiliano-romagnole è sostanzialmente discreta.
Ne deriva che, in primo luogo, rispetto all’indotto c.d. diretto (potenzia-le o rea(potenzia-le) che gravita su queste località appenniniche, si può tranquilla-mente ritenere che i collegamenti stradali non sono un fattore penalizzante.
Mentre, se si considera il solo movimento di passaggio, quindi anche una clientela straniera (potenziale o reale), si può ritenere che solo alcuni comuni sono facilmente accessibili e possono godere di maggiore visibilità per un traffico che sia solo di passaggio.
Più complessa risulta la mobilità interna, dovuta a particolari tratti di strada con carreggiate strette e, talvolta, cariche di traffico ordinario; da considerare infatti la caratteristica morfologica di queste strade, con tratti prevalentemente appenninici e pedemontani, non agevoli per un traffico au-tomobilistico scorrevole anche se certamente gradevoli da un punto di vista delle bellezze paesaggistiche e naturali che si mostrano al visitatore.
Ultimo dato importante da considerare riguarda la presenza di due strade o, meglio, percorsi storici quali la Via Romea6 (province di Bologna e Mo-dena) e laVia Francigena (provincia di Parma), da “sfruttare” – in una pro-spettiva turistica che esuli dalla classica fruizione di montagna estiva ed in-vernale (verde/natura e sci) – per attirare consensi verso una
Ultimo dato importante da considerare riguarda la presenza di due strade o, meglio, percorsi storici quali la Via Romea6 (province di Bologna e Mo-dena) e laVia Francigena (provincia di Parma), da “sfruttare” – in una pro-spettiva turistica che esuli dalla classica fruizione di montagna estiva ed in-vernale (verde/natura e sci) – per attirare consensi verso una