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Capitolo II – L’industria cinematografica giapponese contemporanea

3.3 La distribuzione fra l’Italia e il Giappone oggi: Makoto Shinkai e Gabriele Mainetti

3.3.2. b Il trailer originale di Lo chiamavano Jeeg Robot e l’adattamento

Lo chiamavano Jeeg Robot è un titolo così recente che è molto facile risalire alle versioni ufficiali dei trailer, quello italiano e quello giapponese, attraverso innanzitutto i rispettivi siti ufficiali del film, poi attraverso le piattaforme YouTube e Vimeo.

Analizziamo innanzitutto il trailer italiano. Si tratta di un cortometraggio di 2’23’’ che si apre su una immagine del crepuscolo di Roma, con il protagonista in piedi sul cornicione del tetto di un palazzo di periferia. Il titolo appare in bianco, su tre righe, di cui le prime due sono dedicate al titolo italiano E la terza, invece, è dedicata al titolo in giapponese; il tutto ritratto in modo da risaltare sullo sfondo scuro.

straordinari. Fra una scena all’altra sono riportati i riferimenti alla compagnia di distribuzione italiana Lucky Red e a Goon Films.

È di seguito presentata la protagonista femminile, imprescindibilmente dalla sua ossessione per il suo cartone animato preferito, Jeeg robot d’acciaio. Di seguito sono introdotti gli antieroi: quello principale, lo Zingaro, è approfondito nelle sue aspirazioni, nelle sue manie di grandezza, in quella che potrebbe sembrare una identità sessuale fluida. Il protagonista maschile è mostrato come un personaggio solitario, che cerca di isolarsi dalla realtà perché evidentemente viene da una vita difficile in un ambiente altrettanto complesso, E che una volta

scoperto di avere acquisito delle capacità sovrumane le rifiuta o le utilizza per il proprio vantaggio personale. Mentre la protagonista femminile lo identifica

insistentemente nell’eroe protagonista della sua serie anime preferita, lui scardina un bancomat e si dà ad altri atti criminali di piccola entità, non riuscendo a rassegnarsi alla sua nuova responsabilità:

per scontrarsi con la criminalità locale, generando un critico problema di ruoli:

Zingaro: Ma ch’è colpa mia se ‘sto Superman s’è messo ‘n mezzo?

[…]

Zingaro: Io solo una cosa voglio sapere! Ma tu chi cazzo sei?

Il trailer continua ad accostare varie scene di azione movimentate: furti, il salvataggio di una bambina da una macchina in fiamme, un’esplosione a Roma, sparatorie, altri scorci di malavita, ecc. Nel frattempo, la voce del protagonista sottolinea il suo cambiamento: comincia ad accettare la sua nuova condizione e riconquista il legame con l’umanità che a lungo aveva fuggito o represso:

Enzo: Io non lo so che m’è successo. Però mi sento bene.

[…]

Negli ultimi fotogrammi del trailer, fra una scena d’azione e l’altra sempre più intensa e incalzante, sono ufficialmente presentati i nomi degli attori principali, in un carattere bianco su fondo nero, in stampatello maiuscolo su una riga, con scintille di fuoco che sprizzano e la musica che rimbomba in sottofondo. Il riferimento al produttore segue le stesse caratteristiche.

Si susseguono altre scene d’azione violente in crescendo (un incidente automobilistico, il rapimento della protagonista femminile, altre sparatorie, il protagonista che vola giù da un palazzo, ecc.), fino alla climax di nuovo sul titolo, ripreso identico dall’inizio del trailer.

Per stemperare la tensione accumulata, nonché per mostrare una nota rilassata dei personaggi riportando un po’ di normalità all’interno del racconto, è introdotta una scena spiritosa con la protagonista femminile che sferruzza la maschera da supereroe per il protagonista mentre ne critica le scarpe:

insieme ai nomi e ai loghi del titolo, dei produttori, il regista, degli interpreti principali e degli altri membri dello staff.

Per il pubblico italiano giovane o comunque appassionato di film d’azione, questa anteprima risulta interessante per la sua carica innovativa: un eroe dei bassifondi, a tratti difficile da distinguere dagli altri antieroi più per la sua inattività che per la sua malvagità, che comincia la sua carriera scontrandosi con la piccola malavita locale e che non sembra avere alcun futuro positivo davanti a sé, diventa un forte messaggio di critica sociale. Potrebbe non essere chiaro ai più giovani il riferimento all’anime giapponese, non più trasmesso in televisione con regolarità, ma per le generazioni precedenti questo potrebbe aggiungere una ulteriore carica di significato.

Il trailer giapponese dura1’58’’ e risulta perciò decisamente più breve della versione italiana. È dedicato meno spazio

ai produttori italiani, mentre è

largamente sottolineato l’apprezzamento internazionale:

il David di Donatello 2016 è citato a grandi lettere, anche se

per una più facile associazione del pubblico giapponese è identificato come l’”Academy Awards italiano”. Sono citate puntualmente tutte e sette le categorie vinte (miglior attore protagonista per entrambi gli interpreti, miglior attore non protagonista per entrambi gli interpreti, miglior regista esordiente, miglior produttore, miglior montaggio); il testo

qualità del contenuto piuttosto che sul contenuto stesso. Il nome del regista o degli attori protagonisti non è ancora funzionale a questo punto.

Le scene del film sono proposte in originale, con colonna sonora in italiano e sottotitoli in giapponese. La composizione narrativa è simile a quella del trailer italiano originale a cominciare dalle condizioni della trasformazione del protagonista, solo che nella edizione giapponese sono presenti numerose glosse esplicative per integrare il contenuto del video:

そいつはローマの路地裏から現れた。 È spuntato fuori dai bassifondi di Roma.

Il protagonista è identificato per locazione geografica (“i bassifondi di Roma”, non “la Capitale” o la Roma di Vacanze romane) e per attitudine (そいつ soitsu non è un termine dispregiativo per identificare la terza persona singolare maschile, ma sicuramente è meno elegante di 彼 kare).

piano, i muscoli, il buco della porta sono le scene mostrate una di seguito all’altra prima dell’arrivo della protagonista femminile, che lo guarda stupefatta e al contempo estasiata di aver finalmente incontrato il suo mito.

Solo a questo punto il film viene presentato come il lungometraggio di Gabriele Mainetti. Il suo nome è traslitterato in giapponese, in un carattere color acciaio, sullo sfondo di un familiare Colosseo al crepuscolo. Questa composizione semplifica la lettura del nome per il pubblico giapponese che potrebbe non conoscere il regista e ripropone una immagine familiare di Roma.

La figura della protagonista è questo punto ulteriormente approfondita mostrandone la conoscenza di Jeeg robot e l’ossessione per il personaggio, che la fa riconoscere facilmente come un cosiddetto otaku dal pubblico nipponico.

I nomi degli interpreti principali sono riassunti su due righe separate, sempre traslitterati in giapponese, in oro sullo sfondo nella scena in cui guardano l’anime, introdotti dalla seguente linea di testo:

超⼈的パワーを得た男と Un uomo che ha ottenuto poteri sovrumani 空想世界で⽣きる娘 e una ragazza che vive in un mondo di fantasia.

Si susseguono scene sempre più violente, mentre sono introdotti i partner giapponesi: ZAZIE FILMS, INC., Asahi Shinbun e L’Istituto Italiano di Cultura.

La traduzione dei dialoghi in generale è fedele, ma come è accaduto per La vita è bella, in alcuni casi sono necessari dei ridimensionamenti al fine di non confondere il pubblico con un eccessivo carico di informazioni. Ad esempio, nella presentazione dello Zingaro sulla scena del furto del

bancomat, la traduzione delle sue battute è fortemente ridotta. Se si può accettare che “Do’ hai preso ‘sti poteri?” sia tradotto con “あ の⼒は何だ!Ano chikara wa

nanda!, Cosa sono quei poteri?”!, lo stesso non si può dire delle battute successive, la cui riduzione del contenuto fa un po’ perdere il senso dell’ossessione del personaggio: “Io vojo fa’ er botto. Io vojo lascia’ un segno. Come ‘sto coglione su Youtube.” è un’espressione molto più forte di “俺様の⼤仕事に彼奴の存在は邪魔だ。 Ore-sama

quello femminile, questa volta tradotto fedelmente:

Alessia: Devi salva’ mi’ padre, la gente, l’umanità! お⽗さんや⼈類を救うの!

Enzo: Tu’ padre è morto, Ale’! 親⽗は死んだ!

Alessia: Non è vero… 嘘よ。

Anche per il pubblico giapponese, il protagonista è ritratto apertamente come un supereroe nuovo, ma che per quanto rifiuti questo ruolo sarà proprio grazie ad esso che riuscirà a riconnettersi al resto del genere umano. È a questo che alludono le scene in cui accarezza la ragazza addormentata o salva la bambina dalla macchina in fiamme:

Alessia: Te sei venuto a salva’ l’umanità. スーパーヒーローになって

Enzo: Non salvo proprio nessuno. 俺なんか誰も救えねえ。

[…]

A questo punto, risuona la voce del narratore per la prima volta, ad amplificare ulteriormente i temi del film:

町のゴロツキが世界の救世主か。 Un teppista di periferia che salva il mondo?

Il trailer si avvia alla conclusione con i commenti nella critica, citati da riviste e siti, al posto della presentazione degli interpreti:

Best Movie:

こんな映画⾒たことない! Non si è mai visto un film così!

Variety:

イタリアはついに⾃分たちの L’Italia ha finalmente

スーパーヒーローを⾒つけ出した。 trovato il suo supereroe.

Vanity Fair:

お前が夢⾒た世界は俺が守る。 Il mondo che tu hai sognato, io lo proteggerò.

L’anteprima si avvia alla conclusione con scene d’azione sempre più incalzanti: il rapimento della protagonista, sparatorie, la lotta fra protagonista e antieroe, incidente con l’ambulanza, un’esplosione, l’eroe che cade nuovamente al palazzo, ecc.

Il titolo è presentato solo questo punto, questa volta soltanto in giapponese e con un font leggermente diverso dal film originale italiano, ma sempre su tre righe e con la voce del narratore che lo enuncia. La schermata successiva è dedicata agli sponsor, allo staff, ai produttori; il limite di età per la visione ben evidenziato la sinistra in basso.

La distribuzione cinematografica è annunciata come “emozionante”, ma è interessante notare che il film sarà disponibile solo in due Cinema nella capitale: Human Trust Cinema a Yūrakuchō e Shinjuku Musashi Nōkan a Shinjuku.

partenza e che risulta perciò essere lontano da ciò che lo spettatore giapponese medio desidera vedere al cinema. Per questi motivi, come si è visto anche in questo trailer, la promozione pubblicitaria sia è basata su temi largamente universali, che sono in grado di incuriosire lo spettatore giapponese: il tema del riscatto dell’eroe, dell’umanità da salvare, il nemico da combattere, dell’amore, e soprattutto i riferimenti all’opera dell’autore giapponese Nagai Gō.