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I banchetti di Dioniso in Oriente

2. DIETA E CONVITO

2.3 Cibo e comunicazione

2.3.6 I banchetti di Dioniso in Oriente

«[…] dopo aver per di più pubblicato un libro sulla propria ubriachezza […] poco tempo prima della battaglia di Azio sputò fuori questo libro dal quale si può fai clemente dedurre che, ebbro ormai del sangue dei concittadini, ne era tanto più assetato»428.

Questa immagine di Antonio va letta in un duplice modo, quello di Plinio, visto come una sorta di collettore di aneddoti antitantoniani alla luce della vittoria di Ottaviano, e quello di Antonio che attraverso questo volumen429 presenta la sua autodifesa dalle accuse che gli erano state mosse e non nasconde anzi ostenta la sua ebrietas, dispiegando in tal modo il suo programma politico430.

Già gli accordi di Brindisi evidenziarono le intenzioni comunicative dei presenti in quanto essi «fecero un banchetto: in esso Ottaviano si comportò secondo l’uso militare e romano,

Antonio secondo quello asiatico ed egiziano»431.

Volendo analizzare i comportamenti di Antonio a tavola e i messaggi ad essi sottesi, partiamo con quanto avvenuto ad epilogo della spedizione partico-armena nel 34 a.C., e prima del trionfo di Alessandria, quando egli «cominciò a bere e ad ubriacarsi e

428

PLIN., nat., 14, 48. L’immagine di Antonio ebbro del sangue del popolo romano compare anche nel resoconto del filoottavianeo Cassio Dione che discolpa dal bagno di sangue delle liste di proscrizione Lepido e Ottaviano mentre «Antonio fece uccidere crudelmente e senza pietà non solo coloro che erano iscritti nelle

liste di proscrizione, ma anche quelli che cercavano di salvare qualche proscritto. Anche se si trovava a pranzo, guardava attentamente le loro teste e godeva in massimo grado di quella vista scellerata e miseranda» (DIO, 47).

429

G. Marasco 1992, pp. 538-548.

430

Per le modalità di comunicazione cfr. § 2.3 e ss. Per la polemica politica triumvirale cfr. Scott 1933a, pp. 172-177; Scott 1933b, pp. 7-49.

431

DIO, 48. Questa comunicazione per imagines, attraverso gli abiti, rende conto del differente progetto di stato, uno caratterizzato da un almeno apparente rispetto del mos maiorum, l’altro centralizzato sotto la figura di un monarca di origine divina.

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non riusciva a star fermo a tavola, ma si alzava mentre gli altri bevevano e correva a vedere se arrivava»432 Cleopatra.

In questo resoconto la fonte (filoottavianea) a cui attinge Plutarco coniuga ben tre elementi cena, ebrietas, Cleopatra, per demonizzare il triumviro che non solo sarebbe costante ubriaco e nell’impazienza di vedere la donna amata persino incapace di reggersi stabilmente in piedi, ma avrebbe anche mutilato la vittoria sui Parti, arrivando a perdere ben ottomila uomini433, per incontrare ancora una volta la regina d’Egitto.

All’anno 41 a.C., invece, in quel di Efeso risalirebbe il primo incontro434

tra i due che si sarebbero atteggiati a due divinità quali Afrodite e Dioniso destinate ad incontrarsi «per il bene dell’Asia». In occasione di questo ritrovo «Antonio mandò a invitarla a pranzo, ma

poiché ella chiese che piuttosto andasse lui da lei, volendole dimostrare affabilità e cortesia le obbedì e andò», ma rimase sbalordito di fronte alla sontuosità di ogni elemento

predisposto per quel banchetto, tanto che «il giorno dopo, ricambiandole l’invito, Antonio

cercò di superarla in splendore e raffinatezza, ma, sconfitto in entrambi questi punti, per primo scherzò sulla miseria e sulla rozzezza della sua accoglienza»435.

Il lusso dei banchetti antoniani comincia inoltre a delinearsi nel corso del soggiorno alessandrino poiché con Cleopatra «avevano istituito un’associazione , detta dei “Viventi

inimitabili”, e ogni giorno si invitavano a pranzo vicendevolmente e senza misura» tanto che venivano «preparati non uno ma molti pranzi»436, essendo necessario che ogni vivanda fosse al punto di cottura adeguato nel momento in cui Antonio l’avrebbe richiesta, momento difficile da conoscere in quanto gli avrebbe potuto essere impegnato nel bere o in una conversazione.

E continua mentre si trova in Grecia con la moglie Ottavia e non rinuncia al modo di vita orientale in quanto «si diede ad offrire banchetti ai Greci, e a presiedere le gare ginniche

ad Atene; lasciate a casa le insegne del comando, usciva con la bacchetta del direttore dei giochi, vestito col mantello greco e i calzari bianchi».437

432 PLUT., Ant., 51. 433 Mangiameli 2007, pp. 89-102. 434

Il secondo incontro sarebbe quello di Tarso nel 40 a.C.

435

PLUT., Ant., 26, 5; 27, 3. Sul rapporto con Cleopatra, l’assimilazione divina e la luxuria orientale cfr. Marasco 1987, pp. 25-30.

436

PLUT., Ant., 28, 2-7.

437

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Il resoconto delle stesse cene con Cleopatra ci è pervenuto perché nell’ambito della propaganda augustea assumono un forte sapore aneddotico circa i comportamenti scandalosi della regina meretrix, come la definisce Plinio, durante i suoi banchetti che sono privati ma che, partecipandovi tutta la corte, risultano paragonabili ad epula pubblica. Celebre a tal proposito, come testimonianza della luxuria e della futura sconfitta di Antonio438, è quel banchetto durante il quale Cleopatra, per scommessa, riuscì a spendere dieci milioni di sesterzi letteralmente in un sol boccone ingoiando una perla che portava alle orecchie dopo averla liquefatta nell’aceto439

.

In un momento pre bellico, forse tra il 32 e il 31 a.C. si sarebbe svolto un banchetto caratterizzato dal fatto che il convitato Munazio Planco, «dipinto di blu e nudo e con la

testa incoronata di canne e trascinando una coda, aveva danzato nelle vesti di Glauco»440. Questo richiamo ad una grottesca danza dionisiaca farebbe ipotizzare che una simile mascherata si sarebbe svolta nel corso di una sorta di δωδεχάθεοϛ441 .

Alla vigilia della battaglia di Azio, dopo che a Roma era ormai giunta notizia della donatio

imperii442 Calvisio, un fautore di Ottaviano, nel corso di un’aspra requisitoria contro Antonio illustra ben tre cene ascrivibili ad avvenimenti diversi e cronologizzate in maniera

438

Come Antonio ha perso contro Cleopatra, una donna per giunta, così è destinato a perdere contro Ottaviano perché la «gemella di quella perla, una volta catturata la regina, vincitrice di una controversia così importante, fu tagliata in due affinché ornasse entrambe le orecchie di Venere a Roma e nel Pantheon vi fosse la metà della loro cena». “Comitatur fama unionis eius parem, capta illa tantae quaestionis victrice regina,

dissectum, ut esset in utrisque Veneris auribus Romae in Pantheo dimidia eorum cena” (PLIN., nat., 9,119-

122). Non è casuale il fatto che venere fosse pure la progenitrice di Ottaviano e Cesare.

439

PLIN., nat., 9, 119-122.

440

VELL., 2, 78, 1. “Cum ceruleatus et nudus caputque redimitus arundine et caudam trahens, genibus

innixus Glaucum saltasset in convivio”. 441

Cfr. Cresci 1999, pp. 111-120. Si veda anche il δωδεχάθεοϛ di Ottaviano § 2.3.4.

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Cassio Dione riferisce che durante un banchetto in Alessandria, Antonio avrebbe provveduto ad assegnare a Cleopatra e ai suoi figli terre non ancora conquistate (49). Poco prima dello scontro decisivo Ottaviano si sarebbe rivolto così ai soldati nella sua adlocutio: «come potete, dico, combattere con scarso impegno contro

una donna che vorrebbe impossessarsi di tutti i vostri beni, contro il suo amante che ha regalato ai figli di lei i vostri possedimenti, e contro i loro illustri collaboratori e compagni di mensa, che essi stessi chiamano buffoni?» (DIO, 28). E’significativo che Cleopatra venga nominata per prima, questo per indicare che la

guerra è stata dichiarata contro di lei, Antonio, definito il suo amante, ha perso ogni funzione magistratuale, anche i “compagni di mensa” altro non sarebbero che il partito di Antonio ridotto al rango di commensali buffoni nel corso delle cene scandalose con la regina d’Egitto.

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differente, ma comunque indicative che le sorti dello scontro stavano per essere decise. Dapprima fa riferimento ad un convito con cubicola443, in seguito ad un banchetto durante il quale un tale di nome Geminio sarebbe stato penalizzato nella distribuzione dei posti a tavola e tale condizione di sfavore a tavola sarebbe il riflesso di quella politica444, e da ultimo ad un banchetto dove lo storico Dellio avrebbe offeso Cleopatra dicendo che offriva agli ospiti del vino di scarsa qualità445 mentre «Sarmento a Roma beveva

Falerno»446.

Infine va constatato che, anche dopo la sconfitta, Antonio e Cleopatra non rinunciarono al loro programma politico e al loro dionisismo in quanto sostituirono il tiaso dei “Viventi inimitabili” con uno ancora più ristretto «a cui diedero il nome di “Amici fino

alla morte”447

», per nulla inferiore rispetto al precedente in raffinatezza, splendore e lusso.

443

«Durante un convito, malgrado la presenza di molti invitati, [Antonio]si era alzato da tavola e le aveva

urtato i piedi secondo un segnale convenuto fra loro per un appuntamento» (PLUT., Ant., 58). Antonio viene

accusato di essere venuto meno al suo ruolo di rappresentanza, di aver tenuto una condotta disdicevole nei confronti degli ospiti nel momento in cui si sarebbe allontanato per appartarsi con Cleopatra.

444

«Geminio divenne subito sospetto a Cleopatra, che pensava che egli agisse a favore di Ottavia. Beffato e

sempre umiliato durante i banchetti in cui gli si assegnava il posto meno onorifico, sopportava attendendo il momento di conferire con Antonio. Proprio durante un banchetto fu invitato a parlare delle questioni per le quali era venuto: rispose che di tutto il resto avrebbe trattato da sobrio, ma una cosa sapeva da sobrio e da ebbro, che tutto sarebbe andato bene se Cleopatra fosse tornata in Egitto» (PLUT., Ant., 58). Non è chiaro

dove Geminio agisca, ma è invece ben evidente come la penalizzazione a tavola sia riflesso di una volontà di penalizzazione politica. questo personaggio, che vorrebbe rappresentare una mediazione con l’Occidente, viene emarginato a tavola per lasciar intendere che Antonio e Cleopatra hanno ormai fatto una scelta di campo, contrastare Ottaviano, senza possibilità di ripensamenti. Altro aspetto da evidenziare è che, nonostante la propaganda di Antonio basata sull’ebrietas, Geminio rimarca l’importanza di parlare di questioni politiche da sobri, non da ebbri.

445

La protesta relativa alla qualità non eccezionale del vino, accompagnata dalla puntualizzazione che nella cerchia di Ottaviano invece si poteva degustare del vino di ottima qualità, sottende la denuncia della situazione di accerchiamento in cui si trovava Antonio prima della battaglia di Azio, una situazione talmente penosa che ormai sulle mense orientali, a causa della strategia adottata dai due amanti, non arrivava più nemmeno del buon vino e destinata per forza di cose a risolversi con la vittoria di Ottaviano.

446

PLUT., Ant., 59.

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