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Basic Instinct

CAPITOLO 5: IL FILM NOIR E LA DARK LADY

5.8 Basic Instinct

Titolo originale: Basic Instinct

Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Francia, Regno Unito Anno: 1992

Durata: 128 min Colore: colori

Regia: Paul Verhoeven Produttore: Alan Marshall

Produttore esecutivo: Mario Kassar

Anche in questo caso l’ambientazione è una città metropolitana, San Francisco per la

precisione, l'ex star del rock Johnny Boz viene trovato morto, ucciso con un punteruolo da ghiaccio all'apice di un infuocato amplesso e il detective Nick Curran, interpretato da Michael Douglas e soprannominato "Giustiziere" (in passato aveva accidentalmente sparato a due turisti cocainomani uccidendoli), è incaricato di occuparsi del caso. A questo punto il lettore non farà alcuna difficoltà a rintracciare i topoi di cui abbiamo ampiamente parlato in precedenza: una metropoli, un caso di omicidio, un detective dalla morale discutibile. Per il momento l’unica differenza riscontrabile rispetto a Gilda è la totale assenza della voce fuori campo.

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I sospetti cadono sulla scrittrice e psicologa bisessuale Catherine Tramell (interpretata da Sharon Stone) che si trovava insieme a Boz nel suo locale la notte del delitto. Curran, insieme al suo collega Gus Moran, si reca a interrogare la Tramell nella sua villa di Stinson Beach. Qui avviene il primo incontro con la dark lady: i due poliziotti la trovano seduta in terrazza mentre sta guardando il mare e fumando una sigaretta (come in Gilda, la presenza di quest’ultima è una costante, anzi costituisce proprio una caratteristica fondamentale

della femme fatale).

Il dialogo che si svolge tra i poliziotti e Catherine ci rivela fin da subito lo scarto esistente tra lei e Gilda. Il linguaggio con il quale si esprime è osceno, pieno di doppi sensi e termini appartenenti al campo semantico della sessualità. In Gilda sono sì presenti doppi sensi e giochi di parole, ma non si arriva mai a espressioni volgarmente esplicite come in questo caso:

Detective: “da quanto lo frequentava?” Catherine: “non lo frequentavo, lo scopavo”

Detective: “le dispiace che sia morto”

Catherine: “si mi piaceva scoparlo (…) leggetemi i miei diritti e arrestatemi, altrimenti levatevi dai coglioni…per favore”.

Poco dopo si scopre che in uno dei suoi libri un uomo viene ucciso nel letto con la stessa arma usata per assassinare Johnny Boz: un punteruolo da ghiaccio.

Catherine allora accetta di essere interrogata al commissariato dove viene accompagnata da Nick e Gus (e dove si svolge la famosa scena in cui accavalla le gambe rivelando di non indossare gli slip). I dialoghi di questa scena sono particolarmente interessanti per capire la

strategia di Catherine:

Gus: “dev’essere bello inventare sempre un sacco di cose” Catherine: “si ti insegna a mentire”

105 Gus: “e cioè?”

Catherine: “quando si inventa qualcosa deve essere credibile, si chiama sospensione dell’incredulità”

Tutto il film è basato sulla menzogna e sull’affannosa ricerca della verità che la dark lady

sa sapientemente manipolare a proprio vantaggio:

Nick: “il nuovo libro di che tratta?”

Catherine:” di un un detective, si innamora della donna sbagliata” Det: “e cosa succede?”

Cat: “lei lo uccide”

Catherine a pochi minuti dall’inizio del film rivela già il suo piano, la sua strategia si basa

sul palesare costantemente le proprie intenzioni con sarcasmo, provocando allo stesso tempo smarrimento negli altri personaggi. L’aver scritto un libro sull’argomento è il suo alibì principale: “dovrei essere proprio stupida a scrivere un libro su un omicidio e poi uccidere qualcuno così come l’ho descritto. È come se dichiarassi che sono io l’assassina e io non sono stupida”- afferma durante l’interrogatorio.

A proposito di quest’ultimo: con un abito molto corto e bianco (come ho detto più volte la

dark lady è vestita con colori o assolutamente bianchi o assolutamente neri) fumando una sigaretta e con il suo atteggiamento provocante, Catherine supera brillantemente l’interrogatorio, anzi è lei a condurre il gioco consapevole di essere un’esperta nell’arte

della seduzione:

Poliziotto: “può descriverci il suo rapporto con il Sig. Boz?”

Catherine: “ho fatto sesso con lui per un anno e mezzo. Mi piaceva fare sesso con lui, non aveva paura di sperimentare. Mi piacciono gli uomini così, che mi fanno godere. Mi ha fatto godere moltissimo”.

(…)

“hai mai scopato sotto cocaina, Nick?”-

Poliziotto: “le piace fare i giochetti non è vero?”

106 Come si evince facilmente da queste parole la femme fatale del neo noir è una donna sicura di sé, indipendente ed economicamente benestante. Ciò che muove le sue azioni non è la necessità di denaro, ma il semplice e puro desiderio di piacere.

Indagando Nick scopre che Catherine ha una storia travagliata: i suoi genitori sono stati uccisi in un incidente in barca quando era adolescente e che molti amici di Catherine sono assassini. Tutto il film, infatti, si basa sull’equazione donna = sesso = morte: “tutti quelli a cui voglio bene muoiono”- dice Catherine a Nick in uno dei pochi momenti di fragilità dopo la morte di Roxy, una delle sue tante amanti. Infatti, in seguito, Catherine rivela di aver avuto un precedente incontro da lesbica al college con Lisa Hoberman, ossessionata da lei. Nick scopre che Lisa non è altro che la sua ex, Beth (l’omosessualità viene affrontata in modo esplicito, senza censure)

Beth, anch’essa innamorata di Nick, prova una smisurata gelosia nell’apprendere la relazione tra i due e instaura con Catherine un gioco perverso in cui l’una accusa l’altra di averla perseguitata ai tempi del college senza che lo spettatore, così come il detective riesca a capire chi stia dicendo o meno la verità.

Beth parlando di Catherine al detective: B“Vai a letto con lei vero?”

N“Perché questo interesse nei suoi confronti?”

B:”Il mio interesse è nei tuoi confronti non nei suoi, lei seduce le persone, non fa che manipolarle. (…) Conosco il tipo sono una psicologa”.

N:” E che significa Beth?, che anche tu manipoli le persone? Tu sei una psicologa praticante, sei molto più allenata di lei”

B: “ti avverto è una persona malata” (…)“è diabolica, è perversa”.

Beth incarna la figura della donna salvifica che tenta di strappare Nick dalle grinfie della perfida Dark lady.

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Poco dopo Nick si reca nella casa di Catherine, la quale sta stampando le ultime pagine del suo nuovo libro. Dopo aver letto velocemente poche righe, Nick capisce che il romanzo parla di un detective che giace morto con le gambe sporgenti dalle porte di un ascensore. Catherine arriva e spiega che lei ha finito il suo libro e, freddamente, pone fine alla relazione: “il mio libro è quasi finito, il mio detective sta per morire”.

N:“Vuoi continuare a giocare?”

C“ i giochi sono finiti, avevi ragione è stata la scopata del secolo, Giustiziere”

Tuttavia la loro separazione non durerà molto, anche Catherine, seppur contro la sua volontà inizia a provare dei sentimenti per lui: “io non posso permettermi di provare qualcosa per te, non posso permettermi di amare, non voglio che accada (…) io perdo tutti quelli che amo e non ti voglio perdere”

Nick allora propone a Catherine un finale diverso per il suo film:

N:“il detective si innamora della ragazza sbagliata, ma non muore più” C:“e che succede ai due?”

N:“scopano come ricci, allevano marmocchi e vivono felici e contenti” C:“Non si venderà”

N:“perché no?”

C:“qualcuno deve morire” N“perché?”

C“muore sempre qualcuno”

Ed è a questo punto che il lettore capisce come andrà a finire il film, solo che a morire non sarà Nick, come ci si aspetterebbe. Infatti arriva il colpo di scena: Nick incontra Gus, che si è organizzato per incontrare un compagno di stanza del college di Catherine in un hotel per scoprire che cosa realmente è successo tra Catherine e Beth. Mentre Nick aspetta in macchina, Gus entra nell'ascensore dell'hotel, ma, quando esce, una figura incappucciata

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salta fuori e lo colpisce più volte con un punteruolo. Nick raggiunge Gus troppo tardi e lo trova agonizzante con le gambe sporgenti dalle porte dell'ascensore esattamente come era stato descritto nel libro di Catherine. Proprio in quel momento arriva Beth, giunta lì dopo aver ricevuto il messaggio di Gus. Appena Beth avvicina la mano alla propria tasca, Nick prende la pistola di Gus e le spara uccidendola. Nick sospetta che sia stata lei a uccidere Gus, ma nella tasca di lei vi sono solo chiavi. La polizia arriva, e scopre una parrucca bionda, un impermeabile e un punteruolo. Gli ufficiali concludono che Beth ha abbandonato gli oggetti sentendo arrivare Nick. Anche lo spettatore è incline a credere a questa versione, il mistero sembra finalmente risolto. Nick torna a casa, dove trova Catherine ad aspettarlo. La scena si chiude con un amplesso come sempre molto passionale e a tratti esagerato:

C: e ora che facciamo Nick?

N: scopiamo come ricci, alleviamo marmocchi e viviamo felici e contenti. C: odio i marmocchi

N: scopiamo come ricci, dimentichiamo i marmocchi e viviamo felici e contenti

Ed ecco che l’inquadratura finale del punteruolo nascosto sotto al letto rivela il vero colpevole della vicenda: Catherine ha saputo architettare un piano a regola d’arte ed è riuscita a farla franca. Solo lo spettatore è a conoscenza della verità tanto che, in un certo senso, per i protagonisti la storia ha un lieto fine: Nick, all’oscuro di tutto, può continuare la sua storia d’amore con la donna di cui si è innamorato e Catherine, ormai considerata innocente, può ricominciare una nuova vita insieme al detective.

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CONCLUSIONI

Per concludere vorrei riassumere i punti salienti di questo elaborato:

Nel primo capitolo ho descritto la figura di Nata, la donna altera e “glaciale” che ha

perfezionato l’arte del travestimento per mascherare il progressivo degrado fisico dovuto alla sua malattia. Quest’ultima è il filtro attraverso il quale ella viene osservata e la sua morte non è altro che l’esito naturale di un destino già scritto.

Come si è visto, nel finale delle opere analizzate spesso Amore e Morte si fondono in un abbraccio indissolubile: Nata e Fosca muoiono a causa della loro malattia e Carmen viene uccisa da Don José.

L’unica eccezione è Elena Muti, che ho descritto nel secondo capitolo come la donna

stratega che riesce a tenere legato a sé il protagonista maschile per tutta la durata del racconto e che, anche se non fisicamente presente, occupa costantemente i pensieri di Andrea, uomo incapace di compiere una vera e propria rigenerazione spirituale: quello che egli cerca di nascondere sono gli impulsi erotici e i desideri della carne, ma fallisce nel tentativo di sublimarli attraverso l’arte e l’amore per Maria perché essi regolano inevitabilmente ogni aspetto della sua vita. Anzi, è proprio dal rapporto con quest’ultima che emerge la logica che lo guida: illudendosi di poter creare un amore puro e sano, finisce per trascinare anche lei nell’abisso della carnalità, riproducendo l’esatto comportamento

che Elena aveva tenuto con lui.

Nel terzo capitolo ho presentato il motivo dell'attrazione per l'abnorme e il carattere patologico dell'amore che lega Fosca e Giorgio. La malattia di Fosca, unica e straordinaria, diviene una vera e propria malattia d’amore, che alla fine si rivela mortale: Fosca, con il suo atteggiamento esasperante nel rapporto amoroso, tiene legato a sé Giorgio, provato

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Il quarto capitolo vede protagonista Carmen, donna dalla bellezza strana e selvaggia dallo sguardo a un tempo voluttuoso e ferino, rappresentante di un mondo di pulsioni e d'istinti profondi e primigeni, terribili e insieme vitali. Ella scardina completamente le convenzioni sociali con i suoi comportamenti insoliti: fuma sigari, difende la sua promiscuità, non si cura dell’amore di José e si occupa di lavori di contrabbando e di traffici illeciti.

Nel quinto e ultimo capitolo ho spostato l’attenzione dalle pagine delle opere letterarie al

grande schermo hollywoodiano, fornendo dapprima un excursus generale sul film noir, delineandone le caratteristiche e gli aspetti principali prestando particolare attenzione alla figura della Dark Lady; per poi analizzare due pellicole cronologicamente molto distanti tra loro in modo da mostrare l’evoluzione subita da tale figura: Gilda (1946) e Basic Instinct (1992).

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 Filmografia

Basic Instinct, 1992, Paul Verhoeven Gilda, 1946, Charles Vidor

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