• Non ci sono risultati.

Basis for conclusion IFRS 9: le riclassificazioni di attività finanziarie

Nel documento IFRS 9: quali impatti per le banche? (pagine 58-62)

Capitolo 2: Interpretazione del concetto di “business model” in chiave strategica: due case study

2.3 Basis for conclusion IFRS 9: le riclassificazioni di attività finanziarie

Le Basis for conclusion illustrano le argomentazioni e le valutazioni formulate dal Board dello IASB a supporto delle posizioni adottate nel principio di cui tuttavia, non sono parte integrante. In questo

69 Cfr. IFRS 9, paragrafo B5.6.2: «se l'entità riclassifica l'attività finanziaria spostandola dalla categoria di valutazione

al fair value (valore equo) rilevato nell'utile (perdita) di esercizio, il tasso di interesse effettivo è determinato in base al fair value (valore equo) dell'attività alla data di riclassificazione.»

70 Cr. IAS 1, paragrafo 7: «Rettifiche da riclassificazione sono gli importi riclassificati nell'utile (perdita) dell'esercizio

corrente che sono stati rilevati nel prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo dell'esercizio corrente o di esercizi precedenti.»

58 paragrafo verranno analizzate nel dettaglio le basis for conclusion dell’IFRS 972 in tema di riclassificazioni di attività finanziarie al fine di poter comprendere le diverse posizioni assunte nel tempo dallo IASB avendo a riguardo il tema summenzionato.

Come evidenziato nel capitolo precedente, il processo di stesura e pubblicazione dell’IFRS 9 è stato un processo oneroso in termini di tempistica, iniziato nel 2009 e conclusosi nel 2014. Per questa ragione, anche le posizioni del Board dello IASB in tema di riclassificazioni di attività finanziarie sono mutate nel corso degli anni. Nel 2009, il pillar concernente la classificazione e la valutazione delle attività finanziarie vietava categoricamente le riclassificazioni delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato alle categorie valutate al fair value per tre ragioni:

1. le riclassificazioni delle attività finanziarie avrebbero reso di non facile comprensibilità per gli utilizzatori del bilancio, le informazioni presenti nei Financial Statement e relative agli strumenti finanziari oggetto di riclassificazione;

2. se fosse stata data alle società la possibilità di effettuare riclassificazioni, lo IASB avrebbe dovuto definire una policy in cui avrebbe dovuto specificare quando consentire le riclassificazioni e come contabilizzare gli strumenti finanziari riclassificati;

3. la riclassificazione non dovrebbe essere necessaria in quanto, la classificazione delle attività finanziarie è in funzione del business model di una società ed è raro che questo cambi.

Molti user hanno espresso la loro contrarietà riguardo all’impossibilità per le società di effettuare riclassificazioni di attività finanziarie, sottolineando però la possibilità di cambi di business model opportunistici al fine di riclassificare attività finanziarie. Le motivazioni addotte per avvalorare tale tesi sono state le seguenti:

dato che la classificazione delle attività finanziarie è improntata sul business model di un’entità, le eventuali riclassificazioni sarebbero comprensibili dagli utilizzatori del bilancio in quanto qualora vi fosse un cambio di business model, dunque una riclassificazione di attività finanziarie, i Financial Statement alla data di reporting riuscirebbero a catturare fedelmente la modalità con cui tali strumenti finanziari sono gestiti;

se le riclassificazioni di strumenti finanziari fossero vietate, i Financial Statement non rappresenterebbero in modo chiaro, veritiero e corretto i flussi di cassa attesi in termini di ammontare e tempistica.

59 A fronte delle motivazioni addotte, lo IASB ha stabilito quanto definito nel paragrafo B4.4.1 summenzionato, ossia che queste devono verificarsi molto raramente, essere decise dal senior management di un’entità, essere dimostrabili a terzi ed infine essere conseguenti ad eventi interni o esterni alla società ed impattare in maniera significativa su di essa.

***

Al termine di questa puntuale disamina dell’IFRS 9 concernente la classificazione delle attività finanziarie - ergo il concetto di business model e le riclassificazioni di attività finanziarie in seguito a cambiamenti del modello di business- è opportuno effettuare delle considerazioni.

Come più volte detto, uno degli obiettivi della nuova modalità di classificazione delle attività finanziarie in funzione dell’SPPI test e del modello di business della società era sostanzialmente quello di favorire la comparabilità tra i bilanci di una medesima società nel tempo e di diverse società, avendo a riguardo la modalità di contabilizzazione di uno stesso strumento finanziario. L’IFRS 9, però, fornisce un’eccessiva discrezionalità ai redattori dei bilanci per una serie di ragioni:

il principio non fornisce una definizione chiara di business model, soprattutto da quanto suddetto, il concetto di modello di business è strettamente connesso alle caratteristiche intrinseche di una società. Con specifico riferimento alla categoria di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, ergo quegli strumenti finanziari per i quali l’obiettivo dell’entità è l’incasso dei flussi di cassa contrattualmente previsti dallo strumento, è annoverata la possibilità di dismettere gli asset in portafoglio purché il timing delle vendite non sia frequente e i volumi delle vendite poco consistenti. La criticità di questo postulato del principio risiede nel fatto che tali soglie non siano quantitativamente definite e che sia lasciato alla discrezionalità delle società l’obbligo di determinarle e formalmente documentarle all’interno di policy interne. Qualora tali informazioni non fossero inserite in documenti in public disclosure dunque, una società potrebbe arbitrariamente modificarle innalzandole e conseguentemente un business model HTC potrebbe assumere le caratteristiche di un business model HTCS, riuscendo ad ottenere due vantaggi, in primis la non necessità di ricorrere ad una riclassificazione di attività finanziarie (che deve essere formalmente documentata e per cui deve essere data informativa in public disclosure) ed in secundis evitare che il bilancio sia esposto a variazioni di fair value negative, rilevate nella riserva indisponibile del Patrimonio Netto;

60

 il principio non fornisce una descrizione puntuale di quali siano le condizioni necessarie affinché vi sia un cambio di business model dunque, una riclassificazione di attività finanziarie. Difatti il paragrafo B4.4.1 stabilisce che queste devono verificarsi molto raramente, essere decise dal senior management di un’entità, essere dimostrabili a terzi ed infine essere conseguenti ad eventi interni o esterni alla società ed impattare in maniera significativa su di essa. Di difficile definizione risulta essere l’avverbio “raramente”, inoltre per quanto concerne invece l’approvazione del senior managment, si può ragionevolmente supporre che questo sia identificabile con il consiglio di amministrazione di una società, mentre con riguardo alla dimostrabilità a terzi, dato che una riclassificazione di attività finanziarie impatta sul Financial Statement, si può desumere che l’informativa fornita all’interno dei documenti contabili in public disclosure possa essere una ragionevole interpretazione della clausola della dimostrabilità a terzi. Infine l’ultima precisione riguarda il concetto della rilevanza, dato che il business model rappresenta la strategia con cui una società intende realizzare flussi finanziari, a rigor di logica, la rilevanza è un concetto strettamente connesso agli indicatori e/o margini di performance economica, ergo è necessario valutare le strategie di crescita che le società descrivono all’interno dei loro Piani Industriali al fine di verificarne la fattibilità ed il contributo di ciascun indicatore e/o margine al risultato atteso nella programmazione di medio/lungo termine, quindi il concetto di rilevanza potrebbe avere più un’accezione di carattere strategico che di carattere quantitativo. Questa considerazione è frutto di un ragionamento effettuato in una logica IAS/IFRS, difatti nel “Conceptual Framework for Financial Reporting”, emesso dallo IASB a marzo del 2018, lo IASB precisa che «le informazioni finanziarie rilevanti sono quelle idonee a modificare le decisioni degli utilizzatori del bilancio73» ergo, non sono specificate soglie quantitative uniformi utili a definire il concetto di “significatività” dell’informativa finanziaria.

Date le considerazioni appena effettuate, di seguito è fornito un approfondimento della literature review contabile e della literature review accademica sui temi in questione.

73 Secondo il Conceptual Framework «un’informazione è da considerarsi significativa se una sua omissione o una sua

rappresentazione non corretta può influenzare le decisioni degli utilizzatori primari sulla base dell’informativa finanziaria; in altre parole la significatività è un aspetto specifico significativo dell'entità sulla base della natura o della grandezza, o di entrambi, degli elementi a cui le informazioni si riferiscono nel contesto della relazione finanziaria». Di

conseguenza, come rappresentato sempre nel Conceptual Framework, lo IASB «non può specificare una soglia

quantitativa uniforme per la significatività o predeterminare cosa potrebbe essere significativo in una particolare situazione

61

Nel documento IFRS 9: quali impatti per le banche? (pagine 58-62)