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BASSO BASSO Trentino

SULL’ITALIA

BASSO BASSO Trentino

A.A Lombardia Emilia-R. Lazio Sicilia Calabria Lombardia

Friuli V.G. Valla

d'Aosta Toscana Marche Campania Campania Puglia Piemonte Marche

Veneto Piemonte Sardegna Basilicata Veneto Umbria

Friuli V.G Basilicata Trentino

A.A Abruzzo

Liguria Umbria Valle

d'Aosta Toscana

Molise Sicilia Molise Emilia-R.

Sardegna Calabria Lazio

Puglia Liguria

Abruzzo

Fonte: Indagine sulle regioni italiane, Regione Veneto, pag. 36

Sulla base di questa analisi, i ricercatori propongono una classificazione dei sistemi di welfare regionali fondata su sette tipologie:

- Welfare mix strutturato: si caratterizza per la compresenza di mix strutturato, per processi di trasformazione verso un sistema di welfare di tipo societario e dall’interesse nello sviluppo di servizi territoriali. L’offerta è media, i rischi sociali sono bassi e la coesione sociale del sistema risulta essere medio-bassa.

Le regioni che più corrispondono a questa descrizione sono Liguria (anche se presenta una situazione parzialmente diversa per quanto riguarda coesione e rischi sociali), Marche e Umbria,

- Welfare generalizzato e generoso: si caratterizza per un’ampia offerta di servizi e presta attenzione anche allo sviluppo di servizi nel territorio. È ancora centrale il welfare mix caratterizzata dalla compresenza di settore privato e settore pubblico nell’erogazione dei servizi ma sembra che si stia avviando una fase di transizione verso il welfare di tipo societario. Va, infine, notata una buona coesione sociale a fronte di rischi relativamente bassi.

Le regioni che appartengono a questo gruppo sono: Friuli Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.

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- Welfare consolidato ma poco innovativo: anche in questo sistema è forte la presenza del welfare mix ma, a differenza del precedente, non sembra esserci una tendenza al welfare societario. Possiamo notare la presenza di un’offerta ampia ma una bassa diffusione dei servizi a livello territoriale. Inoltre i rischi sociali sono relativamente bassi e lo è anche la coesione sociale.

Questo gruppo è rappresentato da un’unica regione che è il Piemonte. - Welfare residuale e poco diversificato: si caratterizza per un sistema poco

diversificato di erogatori contornato da una scarsa offerta di servizi ai cittadini e con una bassa propensione al societario. La propensione allo sviluppo di servizi territoriali è media ma la coesione sociale è bassa a fronte di rischi medio bassi.

Riconducibili a questa tipologia di welfare sono le regioni Lazio e Abruzzo;

- Welfare residuale con propensione al societario: si caratterizza sia per una bassa presenza di welfare mix che di sviluppo dei servizi territoriali, ma si ravvisano sforzi nella direzione del welfare societario e una discreta coesione sociale.

Fanno riferimento a questa tipologia di welfare le regioni Molise, Sardegna e Basilicata (anche se quest’ultima con processi più complessi). - Welfare minimale ed elevata criticità sociale: si caratterizza per una scarsa

presenza di servizi pubblici e del terzo settore, da un sistema di offerta dei servizi e di diffusione degli stessi sul territorio abbastanza bassa e con una alta diffusione di rischi sociali e di un altrettanto bassa coesione sociale. Fanno parte di questo gruppo le regioni Puglia, Calabria, Campania e Sicilia.

- Welfare generalizzato con mix di tipo societario: si assiste ad una forte presenza del pubblico e del terzo settore contornati da una società integrata e coesa. C’è una vasta copertura dei servizi ma a livello territoriale questi risultano poco diffusi e i rischi sociali risultano essere abbastanza contenuti.

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Il report, infine, riporta alcune considerazioni importanti. Una prima considerazione si sviluppa sul fatto che le varie realtà regionali sono cresciute e si sono affermate in maniera totalmente diversa fra loro e che i processi di evoluzione sono altrettanto differenziati. È quindi difficile, se non impossibile e sbagliato, parlare di un welfare italiano e che, addirittura può essere forzoso parlare anche di un welfare regionale a causa delle diversità esistenti all’interno delle stesse.

Una seconda considerazione riguarda l’evoluzione dei modelli e dei cambiamenti in atto: i processi di cambiamento che sono stati avviati non hanno ancora prodotto effetti rilevanti segnando varie differenze sul piano normativo. Probabilmente gli effetti delle politiche adottate in questi anni si vedranno prossimamente.

Da questa analisi emergono due aspetti di rilevante importanza:

- I cambiamenti che si cercano di operare sono avviati verso la presenza di un mix pubblico-privato (profit e non) e “la valorizzazione delle dinamiche di tipo societario” [Bertin, 2012];

- Le regioni si sono ampliamente diversificate perché non tutte si sono “sviluppate” con la stessa velocità e non tutte hanno subito una diversificazione per quanto riguarda il range degli attori presenti sul territorio: regioni come quelle meridionali sono più inclini a rafforzare i soggetti formali, mentre in altre, soprattutto in quelle del nord (in particolare Trentino A.A e Valle d’Aosta) ha prevalso una logica di consolidamento del welfare societario.

A conclusione dell’analisi di questo report, inserisco, di seguito, una tabella riassuntiva.

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Tabella 2.9 Regioni e caratteristiche dei singoli cluster TIPO DI WELFARE REGIONI MIX STRUTTURATO DIFFUSO SOCIETARIO DIRITTI DIFFUSI SERVIZI TERRITORIALI COESIONE SOCIALE RISCHI SOCIALI MIX STRUTTURATO Liguria Marche Umbria Medio alto medio alto medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio basso Medio basso Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio basso Medio basso Medio basso Basso Basso GENERALIZZ. E GENEROSO Friuli V.G. Toscana Lombardia Veneto Emilia-R. Medio alto Medio alto Alto Alto Medio Alto Medio basso Medio basso Medio basso Medio basso Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Alto Medio alto Alto Alto Alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio alto Medio basso Basso Medio basso Medio basso Medio basso Medio basso CONSOLIDATO MA POCO INNOVATIVO

Piemonte Alto Basso Medio alto Medio basso Medio basso Medio basso

RESIDUALE E